Nuova Repubblica - anno III - n. 31 - 9 ottobre 1955
-(79) nuova repubblica· LETTERA- D,~ _,,--'.B ~ 11GRADO NELLA POLITICA L , l.MPRES~IONE che ho provato viagg~ando_ J?er la Jugoslavia e parlando con la sua gente e che s1 trat– ti di un paese in fase di edificazione. La creazione d'una clause dirigente, preparata a compiti di realizzazioni program1'natiche e cosciente delle responsabilità che l'auto• governq ·le assegna, è fra i doveri che il popolo jugoslav~ si è assegnato. Le organizzazioni ·giovanili, la scuola, gh ist_ituti di cultura, sono in sostanza occupati in questa 1nissione. Un·a delle organizzazioni più impegnate in questi com– piti ,d'edificazione e cli educazione è la Gioventù, Popolare. Ricca di nna gloriosa tradizione di lotta antifascista e par– tigiana, si propone d'inserire la gioventù nella r~altà po– litica del paese attraverso le sue va.rie attività. L'organiz– zare in ogni centro abitato, anche in quelli più arretrati, i ~iovani dar loro una cognizione della. società in cui vivono, dei suoi concetti ispil'atori, ed interessarli alla ricostruzione del paese attraverso i campi di lavoro, questa è l'attività .precipua della Gioventù Popolare. . . . , Una importanza non lieve. era stata data nei primi . ~nni,' soprattutto durnnte lo svolgimento inclustl'Ìale del paese, ai campi di lavoro; si trattava cli sollevare. la.Ju– goslavia dalla sua arretratezza e di creare le basi cl una industria, e si· ricorse perciò ampiamente alla forza lavora– tiva volontaria della giov!,ntù ispirata dal suo patriottismo é· dal s~o entusiasmò socialista. Ma eia qùalche anno questi iliani cli lavoro organizzati su 1 vasta scala han_no pres~- ca• rattere locale: I .nuovi dil'igenti. eletti all'ultimo congresso· hanno tracciato. un programma nuovo in cui è dato mag– gior spazio all'ecluca~io_ne politica per la creazione di nuovi quadri. E' questo un -problema che i giovani jugoslavi ,giu– stamente si sono posti, sia in relazione al nuovo indirizzo economico prevalentemente _clisviluppo ·agricolo del paese, sia per l'isppnclere ad alcuni sentimenti di stanchez~a della base, sia per la necessità cli politicizzare_ maggi~rmente gli àttuali giovani· cresciuti· nell'immècliato dopoguerra. La Gioventù PopolaJ'e, ptir raccogliendo il settanta per cento dei ·giovani, non è una rigida organizzazione ,di qua– tlt-i, ma- il punto cli convergenza cli tutti i' giovani che V0• gliano 'con.tribuire allo sviluppo del_ sociàlismo. • La. Giovèntt1 Popolare dà luogo ad altre organizzazioni, che cerca estendere dovunque; cl'i carattere culturale, ri– éreativo, sportivo. Tra queste, la maggiore è l'Unione degli Studenti. La sua costituzione risale all'aprile del 1951, al– lorché si cònstato la necessità cli creare una organizzazi_çme l,lutonoma. atta. a. svolgere compiti specificatam~nte:· stu- denteschi. · L'Unione degli Studenti raccoglie circa settantamila studenti universitari. La SUI>, attività è fra le più interes– santi, poiché ~ostituisce )I ponte cli' unione tra gli studenti e la scuola. Essa immette direttamente al governo .della s(luola gli allievi, nel senso che 'dà modo cli far se~tire le loro richieste alle autorità direttive. Questo è assai note– vole in un paese· in cui. tradizioni liberali cli tipo inglese o svizzero non esistono. Gli studenti jugoslavi partecipano . alla direzione della scuola per ·me7,2:odei « Comitati scola– . stici », organi cli1·igenti di tutti gli istituti scolastici, cl_ic1~i fanno parte membri degli organismi sociali, professori, cl1- rettori, gen/tori e alcuni studenti· dell'Unione; A GLI :STUDEN'l'I è pUl'e affidata la dil'ezione delle Ca~e dello Stuclenté e delle mense annes,se, dove sono prat1- éate speciali agevolazioni eco·nomiche cli soggiorno. Di tali « Centres cl'accueil » (Case dello Studente), molti nuovi ne furono costr~iti, e molti ampliati di queÌli e'sistenti nel '39. In questo campo si è ancora tuttavia nella fase dell'espe• rimento. · Nell'estate i vari « Ce'ntres d'accueil » suppliscono alla clefìcie_nza ·alberghiera offrendo ai giovani un letto e delle indicazioni turistiche:- assistenza 'insufficiente, natu- ralmente, per i giovani sti-anieri. · · L'Unione degli Studenti' s'occupa pure di problemi cui. turàli, istituendo associo.zioni stucliintesche in tutte le città e villaggi ove non sia.no unive1·sità e svolgendo liberi ·servizi di pubblica utilità ed assistenziali, prncuranclo particolari facilitazioni per l'acquisto dei lib1·i e per i viaggi. Le.condi– zioni di vita degli stuclènti non soddisfano tuttavia, come ·· quelle cli tutto il· popolo, i -clfrigenti. Pur, _avendo compiuto --enormi prngressi-clalla Liber'tlz10ne con l'istituzione cli·gran ntimero di borse di studio- e val'Ìe forme -di sussidi, l'a'ne– tratezza· è anco;·a notevole. L'edilizia scolastica uscl dalla guerra in condizioni di– sastrose. Già- insufficiente nel 1939, . subì danni gra.vissimi _(il.'cinquanta per, cento circa degli edifici inservibili), so– 'prnttutt-0 nelle scuoi.e ele_ment,,ri e nelle' 1·ègioni più ·povere. A questo danno agli edifici si· aggiunse un vuoto pauroso ·nel· corpo insegna.nte,. caduto per buona parte nella lotta cli Liberazione. Il nuovo·.-stato jugoslavo si trovò a dover ,;. ric9st1~uire un p,\>tJ;imgaj'¾,ingente. S'aggiunga il bassissimo ·· -livello clell'istrnzione, con una altissima percentuale d'anal– . fabetismo (l'ottantl\r·fer q.ent_~-~el 1!)~9) e_~on, uq_;i carenza non solo cl'insegnanti-ma·pùre· di tecnici e laureati, : La ricostruzione .procedette rapida e si sta comple– tançlo. Grqssì; in-vestimenti, progressivame:ite maggiori, fu. rono s.~afi,z~tç '.li .pr,obleìna'. dell'università, che per un paese \) il-quale si propone di avviarsi ad u,1a rapida ~nclustrializza– zi!)ne· .. è, yi~al,e,.,fu, pa1;ticol;ir.ri1ente studiato. Per l'ammis'- (Dis. di Dino· Bos'chi) · . « ui -.che se ne intende: è questo il _mal d'Africa?>► sione cli un più grati numero cli 9ittaclini alle facoltà, si dovette viricère innanzi tutto una tradizionale ritrosia del ceto contadino, fino all~ia press·oché escluso dall'università, i, la riluttanzà degli op~rai, nei primi anni d'industrializza– zione del ·paese, a rinunciare a' particofari condizioni econo– miche 'pér un ce'i'to tempo. L'analfabetismo è ora ridotto al trenta per cento; ma la mancanza di scuole resta sensibile, anche pe1·ché è stata resa obbligatoria l'istruzione fino al quattordicesimo anno. Gli insegnanti hanno attualmente nella maggioranza un màs,simo d'anzianità, cli ,servizio cli dieci ·anni. . Ma quello che più- interessa nella scuola jugoslava sono lo spil'ito e ,le concezioni che la animano. Non credo aver provato maggio,· compiaciment0; clmant<>,il soggiorno in Ju– goslavia c!Je alla visita ciel « Pionirsko/e gracla:.~ (Città dei Pionieri) presso Zagabria. Questa scuola a carattere ·pro• fessionale o.•e soggiornano pèr sei mesi duecento tra i mi– gliori àllievì \lì altri istituti, fra i dieci e i quattordici ~nni, che fa affidamento sull'autocontrollo e l'autodisciplina <lei ragaz,zi .e li lascia liberi nella scelta del mestiere che prefe– riscono e ch!l maggiormente s'adclìce loro, è una istituzione altamente democratica.· L .A LEGGE_ della « gestione sociale» parte da tali _mot_i• '"vi. Essa è uno scadimento cli alcqne prerogative sta– tali nel campo ·scolastico _e della cultura, per una effettiva aùtonomia delle istituzioni e una loro respons.abilità di– nànzi alla com11nità. E' stata applica_ta prima alle univer• sità, poi a tutte _le scuole, ed è uno strt1mento deniocratic~ cli « destatalizzazione », che .permette cli risolvere i. problemi scolastici, ·dal punto di vista peclagogi_co, rafforzando l'ini– ziativa degli insegnanti e creando una interclipencl~nza tra scuola e societì, e famiglia. I « Comitati scolastici». a cui già accennammo, sono gli organi della « gestione sociale». Possiamo collocare su questo stesso piano cli clemocra• zia dell'educazione le Case della cult9ra che si trovano sparse in ogni piccolo centro della Jugoslavia. Esse _s.ono .uffici-studio ove i cittadini preparano e formulano propo– ste e modifiche a leggi suil;istruzione, le quali_ saranno' -0g– getto di esame in senò ai Qomitati è allè. assémblee popolari. ·Per· 1·ericlersi pe1·ò esattamente conto· del sistema edu– cativo sarebbe necessario esàminare 'i. tèsti scolastici. Ci è stato. d~ttò che Tinsegnanie,_,to clel_là fì~osÒ_fia cli1.1ericledal_ professore, Che iì.on sempre e n1arx1sta, cosi come la scelta dei testi· èi fu inoltre assictuato non esservi alcun contro!– !~ icleol~gico. 11 metodo pedagogico. nell'istruzione elemen– tai-e è quello globale; P!IÌ'·essendq ·a!'còra_ in corso cli espe• rirri.ento, pòièhé si clesiclei·a•àclott_are.un "metodo: ché si adatti àlfà popolazicine s6_ofastica jugòslava.' . · .. · Dà' tin piéèolo rnanual~ ai stàtistica sulla Jugoslavia, fo franéese, sàppìiÌmo- ànchè' che··sono stài:e costruite' scuole per ·le minoranze lin'gtiistiéhè_ e pìÌrè 'pé~ l'italiana., _i11 nu: mero super1ore· di quante non ·ve ne fossero prima della gueÌ'l'a ...A Fiuìne sono ·sfati ,nànténuti un Jiceo'gin'nasio ed uri istituto 1nagistrale per itaÌiàni, e· si soi:io cosfruite nUC?Ve . sctiole ·elementari aÌiche nell'Istria.· Abbianio _\,ecluto _purè i libri di testo per gli italiàni, editi d11Jla·ca,sa eclitl'Ìce « Eclit » che fa· cà.pò all'Unione degli· ita:liani 'dell'Istria: e di Piume. A noi è parso che sforzi per un so'dclìsfacifuento· cli alcune legittime· e·sigenze siano sta.ti compiuti e 'chè altri si intendano compiere. E' tuttàvia chiaro che la buona vo- lontà· deve venfrè da ambo lè parti. . .. A Zara, al Campo internazionàlè della Gioventù, fra· tanti giovani di ogni parte del mondo, ·eravamo noi cli ùni– tà ·Popolare gli unici _ed·i ·primi'italiani; la sola discussione che si ebbe ·ru con degli jugoslavi, tra cui il direttore del Campo, e m'accorsi allora·come non mai che ·anche in Ju– goslavia si può essere capiti e ac9olti cordialmente· solo che· si usi il linguaggio civile delle persone rispettose della di– gnità umana· e n'on quel!o voìgai·e dell'odio e del· razzismo. . ANDREA FAGIU0LI I SJi~T'l'E GIORNINEL lUONDO 1-LTALLONE DI ACHILLE P ROPRIO. NEL MOMENTO in cui il gove.rno france• se riusciva finalmente a dare esecuzione alla sua de– cisione cli allontanal'e dal trono del Marocco il sul– tano Ben Al'afa, l'assemblea generale dell'ONU, respingen-. do il suggerimento del suo collegio di presidenza, ha deli– berato d'iscrivere all'ordine del giorno dei lavori di que– sta sua decima sessione la questione algerina ed ha cosi cletel'mina'to l'abbandono dei lavo1·i da parte· della aelega– zione francese. L'Algeria è infatti pal'te integrante del territol'io fran: cese da più di cent'anni e i suoi quattro dipartimenti ìnan~ ciano i loro rappresentanti all'assemblea nazionale cli ·pa, rigi e ai vari consigli locali, dove eletti francesi e···alge– rini fanno parte delle stesse amministrazibni locali. Per la Francia, la decisione dell'ONU costituiva dunque un'il: _ lecita interferenza nei suoi affari interni. ·. · · · La forma apparente dello statuto cl_ellepopo~azioni .al– gerine nòn poteva tutt_avia permettere cli dimenticar'!e la ·sostanza. L.a cittadinanza formale estesa all'Algeria è:i!1: fatti ben diversa da.i pieni diritti_ politici e civili. Gli_otto inilioni. e mezzo cl{ sudditi indigeni hanno .tin numero di. l·appresentanti non superiore a quello di un milione_ di cittadini francesi cl'Algel'ia all'assemblea nazionale e nelle assemblee locali; questi rappresentai,ti aigerini, elet_ti nel éosiclclètto « secondo collegio», sono stati in pratica· desi– gnati· col concorso dell'amministraziohe coloniale e' dei grossi coloni alme.no fino all'arrivo dell'attuale govematore Soustelle, il quale ha cercato cli mettere fine a questo·ma]s costume politico e cli rendersi conto delle ragioni niatei·iali del disagio delle popolazioui locali. · '"' · Il gesto del governo francese, che ha. in_vocato ragioni di carattere formaie per evitare il dibattito all'ONU; lede dunque il prestigio della Francia, che sarà così giudicata in contumacia, molto più dell'accettazione di' una franca discussione internazionale, che la Francia stessa avrebbe potuto chiedere cli estendere a tutte le altre zone politica-. titente od' economicamente aùeti·ate del mondo, indipen– denti o coloniali, il cui statuto più o meno indipendente non può celare l'incredibile miseria materiale e l'assenza cli qualunque libei'tà politica effettivai · " · , Al governo ·Faure-Pinay si_' pòte,fa ·c1ei. resto impu•. tare più 'l'alternarsì cli atti cli debolezza con atti cli corag– gio che nna politica coloniale apertamente reazionaria: es– so infatti ha firmato e fatto ratificare gli accordi franco– tunisini preparati. da M~nclès-France, ha .finalmente èstro– messo Ben Arafa dal tmno del Marocco ed è ancora rap– presentato _in Algeria da un- governatore d'idee avan_zate, nominato però anche lui da Mendès-Francè pochi giorni prima di cadere in 1/arlamento sulla questione coloniaJe. Ma il gove,'no Faure-Pinay è anche succube clei._grancli interessi economici coloniali ostili a qualsiasi riduzione. el– fet_tiva dei loro privilegi materiali in Africa; che- si. trince– rano dietro l'autorità del maresciallo ,Juin, .e non osa af– frontare cli petto quei gruppi di,_coloni di Présence fran– ç.aise, che hanno fatto assassinare' il resistente Lemaigre– Dubreuil in .Marocco perchè voleva fare cap.ire ai francesi la legittimità,. delle rivendicazioni marocchin<>,•-che-fino al– l'ultimo momento, con le loro squadre armate- e con i. 101•0 generali e parlamentari, hanno cercato cli convincere -Ben Aràfa a non sottomettersi alla decisione del loro governo e che si atteggiano, insomma., un po' a ribelli delle •tredici colonie americane cui manca so\o un Giorgio vVashington per procia·m!lt'e l'indipendenza, anche se poi dovranno far fare agli africani la fine clegl'incliani. Invece cli accettal'e e cli estendere il dibattito all'ONU.– che solo un governo orientato a sinistra avrebbe pòtut9 affrontare, alzando la bandiera della libertà e qell'eman– cipazione materiale di tutti i popoli « depressi » e impe· gnanclosi nàturalrnente a lascia.re le colonie libere cli scea gliere il loro statuto, - come fec.e1·0i laburisti in India nel 1947 -, o per.lo meno a porre su un piano-di effettiva . pal'Ìtà politica, nel quadro cli una politica di reali riforme economiche e rsociali, le popolazioni indigene cieli' Afriça. del· Nord, la delegazione francese se n'è andata sbattendo le porte e non celando .il suo rancore conti·o tutti i paesi . çhe han rio votato « contro » la Prancia: a comincia.re dal- · l'Islanda e dalla Grecia (inviperita per avere perduto sul• la questione di Cipro, non dissimile da quella algerina), cui· si. voleva imporrn, in nome della solicla.rietà atlant.ica, cli solidarizzare anche con la .politica coloniale cli ciascuna delle nazioni. atlantiche. • La crisi apertasi all'ONU, che un altr.o governo fran– cese potrebbe l'apiclamente rima.rginare e che questo. ste:!80· governo potrebbe forse attenuare, è però una crisi almeno latente di tutto il sistema atlantico - cui i Faure e i Pi– nay chiedono cli difendere i- regimi coloniali degli stati membri -; ed investe forse tut~o il mondo occidentale, poiché questo suo tallone d'Achille colonialista ~ischia ~i mettere a· soqquadro tutto il sistema cli convivenza éntl'O 11 quale essò ha sempre legittima.mente e gelosamente· custo-– dito gli autentici Vii.lori·socialisti e democratici. ~on_'si_p_u~ infatti volére la libertà e la giustizia per. i propri c,.ttad1m « bianchi :. e 'negarla poi ai propri o agli altrui ~ sdclclit.i > cli ,ccilore. · PAOLO VITTORELLI
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