Nuova Repubblica - anno III - n. 31 - 9 ottobre 1955
it 4 0 non se ne è più parlato, malgrado le proteste ~lell'oppo- · sizione. , i) L'autonomia dei comuni e la soppressione delle prnvince costituiscono il presupposto dell'autonomia 1·egio– nale perché, nel caso Cont~ario, g1i o!g~ni regional,i, _in– vece di tencleré allo sveltimento dell'apparato burocratico, ne~ vengono a costituire un aggravio ed una irt'utit'e du- pl iè·a½ione. ' L'art. 15 dello statuto non ammette dubbi in propo– sito: « Le circoscrizioni provinciali ed enti pubblici che 11e cleriv~no sono<; soppressi nell'ambi-to della· Regione sici– liana. L'ordinamento degli enti· loéali si bàsa nella re– gione stessa sui comuni e sui liberi èonsorzi comunali, do– tati della più ampia autonomia amministrativa e finan– ziaria». E l'art. 16, per sottolineare l'urgenza della rifo!ma, diede ohbligo alla pl'Ìma Assemblea regiona.le di regolare l'o,·dinamento amministrativo sulla base ·c1ei 1,1-incìpi an– zidetti. Ma· la democrazia cristiana, che era autononusta quan– do non ;,veva conquistato il potere centrale, diventò cen– tb1lista· quandò lo ebbe, e i prefetti le sono molto _utili, spe– cialmente in .Sicilia, in -tempo di elezioni. In conseguppza, .,.;&<1l0 aJ .termine della prima legislatura, l'Assemblea, per le p1·essioni delle sinistr,e e degli indipendentisti, approvò, con apparente unanin1ità, la legge .abolitiva dei prefetti; ma l'Alta Corte si affrettò ad annullarla ritenendola inco– stit11zionale, non perché avesse abolito i prefetti, ma per avere provveduto a regolare solo una pa.rte e non tutto rordinamènto· amministrativo della regione. Ugualmente: ai termine della secon~ legislatura, e , questa volta me)•cé l'azione· delle sinistre e 'dell'on. Alessi, · vetùÌe a.pprova'ta, con· ii. voto· contrario del solo MSI o con quello favoì·evole di tutti gli altri settori, una nuova legge di riforma, che si uniformava ai criteri del; l'Alta Corte. B,isogna però dil'e che, mentre· l'on. Alessi, allora as– sesso1·e agli Enti Locali, •si dimostrò sincero sostenitoi·e della legge, !'on. Restivo e le altre destre, pur non sco– prendosi apertamente, dimostravano di non esserne affatto liete. E l'Alta Corte, per la seconda _v9Jta,'ha an,nullato la legge di i·iforroa, · .con la conseguenza che la Sicilia .con– tinua, e continuerà ancora per· molto tempo, ad essere retta dai prefetti, che- dipendono dal governo_ centrale, ,e _che sono stati soppressi ·ben otto anni or sono _dallo sta– tuto siciliano, che è legge costituzionale .. (79'-) nuova repubblica PROBLEMI DEL SINDACALISMO LA POSIZIONE···~n1'CODA Gli economisti pensano che Je nuove forme di, energia. cJ;ie-yerral)no utilizzate· porfe– railno benefici effetti, ma non si preoccupanq della inevitabile crisi di disoccupazio– ne. Devono invece preoccuparsene) sindaca,ti e 11011 lasc_iarsi sorprendere dagli eventi di ANTONIO n - L A LOTTA fra i diversi sihdacati in concorrenza, è una lotta' tra due ideologi_e. Che la· gente scelga tra l'ideo– logia dell'ordine costituito e l'ideologia di un 01:dine nuovo, è questo che si vt10le, anche quando gJ;' artif,ci pro– pagandistici· tentàno di ridune il sindacato e ca,irnflal'lo nella veste cli· un'organizzazione che trntta affari, in un modo 'più o meno conveniente. . , . Ma facciamo l'ipotesi che sia possibile avere. un sin– dacato non ideologico; cioè ammettiamo che un sindacato p·ossa agfre entro _un ordine costituito, se1Jza discuterne i valori e· senza averne 0oscienza ( è la coscienza di una si– tuazione, la sua accettazione o il suo 1·ifiuto che costitui– scono ideologia .). AUora il sindacato, messo in una certa situazione, comincia a comportarsi secondo i criteri del riÙ1ssimo vantaggio ricavabile· da quella situazione, preoc– .cupandosi' della sua sopravvivenza come org.anismo e delle condizioni di lavoro dei suoi aderenti. · E' ve1•0 che, data una certa sitùazione, esisterà una sola soluzione ottima. Ma non è detto che la situazione data sia l'unica possibile e la miglio1·e possibile. -E non è necessario capovolgere l'ordine,costituito per localizzare una situazione migliore. In un ordine. in cui lJ:tproprietà privata dei mezzi di produzione. è il volano che · dà uniformità ai movimenti dell'ingranaggio sociale, due sono ie situazioni esti·eme possibili: qu<;1llllin. cui la pro– prietà è considerata un dii-itto assoluto di usgre ed abusare di essa, senza dove,· rendere conto a nessun9 (bruciare il CARBONARO caffè quando le· scorte sono eccessive e rischiano di climi– . nuire { prezzi del mercato e di abbassare i profitti, ad esempio} e quella in cui si considera la proprietà in fun– zione sociale, diritt0 sì, ma condizionato al fatto di es~ere -usato· nell'ii'ltere·sse ptibblicò. Fra ·questi due estremi una larga varietà di situazioni è possibile, senza che l'ordine costituito sia capovolto. - · · · Ci lu un tempo, anche in USA, i11cui il sìi1clacato era considerato associazione sovversiva e la legge 00ndanriava lo sciopero come strumento di disordine. Domandate a un qualsiasi sindacato USA se accetterebbe di tornare indieti-o, a quel tempo. ,Certamei1te ·non accetterebbe: C'è una lo– gica di preferenze anche nei sindacati· americ·ani, pei· ·Clii possia_mo dire che tutte le loro azioni sono improntate al desiderio di avere una situazione in cui la· libera im– presa non cozzi éon l'interesse ·sociale, che; l)er la rriassinui parte, è rappresen:tato dal ·101'0 interesse., Lo stesso ragio– name11to può essere fatto ·Ti'le1·endosi ai sind_acati italiani CISL e UIL ed• anche alla CGIL. Credere· al diritto della proprietà. privata dei mezzi di produzione come funzione sociale è, in un certo senso, la condizione stessa dell'esi– stenza del sindacato .. Questa è già un'espressi·0ne. di for– mula ideologica., per quanto ristretta; ma il minimo indi– spensabile. Anche· il sindacato che _supera tale formula e ne ac– ce.tta un'altra, in cui la· proprietà privata· dei mez'zi di produzione non esiste, ma solo esistono delle funzioni, tro- - ·1 LA V OR O E S l N D ,A.CA.TI . verà n:elle situazioni dell'oggi la migliore soluzione a.i ·prò– l;>lemi posti. In questo senso la OGIL (noi non critichiamo. in questo mom·ento ·Ja sua posizione ideologica,- ma la ac– cettiamo come un fatto} può trovarsi d' ac0oi'do con la CISL e la UIL. Anche la OGIL ·accetta il contratto di la voto coÙettivò come mezzo -per risol,,ere .i conflitti indu~ stl'iali; .anche la CGIL è costituzionalnì~nte -oligarchicà, se non· addirittura ·autocratica. ·Però la sua •posizione ideolo– gica,- clie pre,;ede il pos~ibile, superamento dell'ordine CO• stituito, potrebbe far meglio conoscere e comprendere. i li• miti delle sue contingenti rivendicazioni, ·sèoprime le con• traddizioni implicite. Da un'altura il panor;\ma risulta sempre più yasto e complesso. . - , . . .DUE ··TESI NELLA C G IL N ELLA ULTIMA riunione del C.D. della CGIL dèl 25 è 26 settembre ~i sono manifestate, stù problémi più importanti della politica kindacale, due tesi: ·una di maggiore intran,sjgenza :.nelle. valutazioni. e nelle imposta~ zioni ed un'altra più attenuata. Il fatto è importante e sin• tomatico, tanto più che lo stesso Di Vittorio, nel suo inter– vento èonèlusivo, lo ha apertamente ammesso dicendo che il- dibattito· stille opinioni emerse ·formerà oggetto della di• ·scussione· precoiigressuale e che un indirizzo unitado·sarà tracc,iato dal-·congresso confederale, che si terrà a Roma nel febb-raiò del -'56: Ci sembra che l'avvenimento del tutto nuovo, debba esgere commentato nel •modo più favorevole. La ·libertà di espressione e ·di discussione l 'ima.ne l'ele– .n1<,nto-,fondaoientale di vitalità di un'organizzazione; ele– mento che; ·ben ··più delle opportunistiche·« unanimità» e , delle astruse furberie dei dirigenti che la ·unanimità for- . •male -ricercano, assume importanza per la lotta dei lavo– ratori. Ciò \'aie a.nche per la CISL e la UIL, ovviamente. · · Le tesi emerse riflettono· il dissidio profondo esistènte. nella vita politica italiana: la distensione viene àd esserò ostacolata dai gruppi .finanziari monopolistici, per cui essa è possibile economicamente -e, qui_ndi, sindacalmente, solo nel solco di talune fondamentali riforme. Il criterio è stato ..,, accolto unanimamente, ma no~ da tùtti- cori la stessa in~ . transigenza gi impostazione e di analisi. . , · Veniamo qhindi a-Ile due tesi che sonb emerse da una discussione in cu'i sono intervenuti, c◊l peso della loro espe– rienza,. uomini come Santi, Di Vittorio, Foà, Novellà e Bitossi. E quello che può sembrare strano è che i più in~ .transiugenti nop. sono st_ati. i comunì,~ti, ma,. pér buona porte; i socialisti e un certo nume1·0 di comunisti. Per Di Vittorio, il piano Và?oni è _acéettaqile e potrebbe ·Iòrrnare la base d'incontro concreto fra operai cattolici e non catto– Ìici: egli .av-anza deUe riserve iùgli_ strumenti .dei .quali il_ governo intend.e servirsi .per· ostaèola1-lo': «... !Ifa quando. .ancfiariio a :vedere quali misùre concrete vengono 'previste :dal piano Vanoni, ci accorg~amo che q~este misure sono o vaghe o· demàgogiche o addirittura contrastanti con lo sco- . po 'eh~ ~i d}chi~ra ,cli persegui;-~»,. Inso~m.: per Di Vittorio, il .: piano> è. accettabile: quello che bisogna fare è. invi- . . tare. Ìe ..nÌasse cattolich·e· a discutere sÙi mezzi per man·- <Ìarlo. ad effèttò.. . . , . . . · in' che misura esso può essere utile o può ostacolare' un miglioramento del tenorè di .vita delle masse lavoratrici>. E mentre Lama ha espresso avviso che la contratta– .zione· azienct·aJe è necessaria, Santi ha riconfermato la pre– minenza e la validità della regolamentazioné nazionale dei contratti di lavoro, sostenuto in questo da Foà; il quale però, dopo aver criticato· le concezioni produttivistiche.·che comportano. liceri.ziamenti e disoccupazione come conse– guenza della riduzio·ne dei costi, ha'·soggiunto': «: .. oggi il. contratto· nazionale deve adeguarsi-alle nuove sittiazioni salariali determinatesi nei settori, nei cÒmplessi, nelle aziende e non può limitarsi a fissare dei minimi ». Novella ha esaminato il problema dell'unità d'azione ponendo in rilievo che con la presidenza De Micheli la Confindustria è passata ad una fa;e cii intervento pòlitico all'interno cÌelfé I fabbriche, che l'ha fatta essere. vicino alla CISL poiché politicamente v'è convergenza di finalità fra ·1a. CISL · e la· Confindustria. Per Novella. l'unità d'azione non è possibile se non « a patto che la CISL e la UIL ab• bancionino tuUè quelle posiziÒni che le trasformano nello strnmen.to priucipale a disposizione dei padroni per r_ealiz•– zare' la discriminazione ·e la di~isione .tra i lavoratori->. Da ·tutti è stato 'sottolineato -· e su qu~sto c'è stah ù1ìanimità di pareri - che l'aumento deUa .produzione in aÌcuni settori è avvenuto sénza la· dimi~uzione della occn– pazione. Il che' èonfe'rmà cl,e la produttività e i. criteri che le sono connèssi. altro non sono se· _non _I' « antidoto » alla fotta di classe,. accettata come insostituibile fatto1'0 di. pro– grèsso ·ae!Ìa società: dalla maggior parte dei .lavoratori ita– lia-ni. Le « reÌazicini nmané », fa diminuzione dei costi, un più alto.· teno~é di vita., u·n ~~ggior H~ello de~nocràtico nella fabbrica, che .dovrébbero essere-· conseguenza della· · produttività, sono beJlissime .. cose; !)1a -in teoria. Nella. piàtlèa, non si .ha c)le Ùn. maggiore asservi~ento dei la– vo'r'atori, la .spersonali~za~ione !JOmpleta: _i( pa,te~na,lisµi!), il sùpérsfrùttamento e... la, disoccupazione. Di Vittol'io ha in– fi11epreani1unciatò _un « piaro » de_llà CGIL per risanare ta– .limi s~t.tori_dell'economia 1 che verrà prese~tata .al prossimo. congresso .confederale che sI tenà a ):torna in febbraio. SiaOJ<!in. g:l'ado di ,~ntici_pa,·e che esso farà .perno su una. _seri_edi riforme (IRI, ag:raria,,_eçc.} .. Dalla discussione è emerso .ch_e tr~ son?, i punti _piìi im~rtanti da. risolve~e: · .1) il liv_ello.cli vita dei_l?-voratori; . ., . · 2) la libertà del _layort!,tore dall'arbitr~o pach-onale; 3} la disoccupazione . . E. ~nche ,SU qu.e~ta impqsta~ione. c'è: stat~v.unità di consensi. ii: diva.rio, come brevem~nte si· è cercato· cl.i µiet– fere. in ·1'uce; .ha rigu·~-rdato -xal~1tazioni ·su sp~cilicì pro– blemi ~ sui _ip.~todi.Nientl' qi pi!'i naturale e, vorremmp ag•' giun/,l~re, niente di piµ PPPP/'~pno.. Dalla ~iscussione çlo– v1·eb~e. uscire qualche. cosa di pro(icuo .. Speriamo che sia . così.. Per i Javorntorì italiani ce ne sarebbe, di bisogno!. 'Di 'diverso. parere è ·Foà; il quaie ha sost~nuto che il. i piano~ Ì1a una nàtufa _·eve~sivà,in quanto tenta di <listo'~ gliere l'attenzione dai vari problemi na~ionali' che ;i c<;>m• pendiano nella politica degli .idrocarburi, nella_.-riforma del– !.' IRJ é nelÌa riforma ·fondiaria'. « Il piano Vanoni si rivèla quindi' ù'na iÙÙsione e. uno s'trumento ·cti diversione e come ta.113de,,e, essere da noi. respinto»: Lu~iano Lama_· è stato tra i -~morbidi,,. volendo mantemirsi ad un 'livello di concrétezza, sì dà valutare i problè~i àlla strégua ciè!Ì~ possibilità deU'azioJ\e sindacale: '« Da questo ·punto· dì vi– ~ta· è 1tece~sariò giudicare ii' piano Vanoni, per accertare . ' /t •! ,"'-: ,, , ' ~ , •• ' \ FRANCO VERRA. S E. POI da questo ragionam!mto p~ssiarrio. a ·un a!tr~; ~he e ·quello del mutamento dell'ordme somale e grnr1d1co, èhe avviene· nonostante gli sforzi deliberati· di consen'are, il vantaggio di una posizione di punta è•niaggiorrilente evi– dente. C'è sempre itn coriflitto latente della· società., tra jus cònditiim e jus condendum: No'n sono solo le volontà degli ùomini, che inflUenzano· in un senso o nell'altro 'le soluzioni ·di questo· ·conflitto. La prima rivo! uzione indù-· striale, con l'introduzione delle tecniche· di meccanizza~ zione del lavorò e la seconda· rivoluzione ·industriale, ,che adeguava l'orga1;izzazione dell_a inanoct·opera al ritmo· àcée– leratò delle macchine, hitnnò mutato sia là struttura qel capitalismo privato e dell'impresa; introduceridò il divòrziò tra capitale è direzione d'azienda e rendendo anonima l'im,, presa stessa, sia la stmttura dei sindacati che, da· 01·ganiz: zazioni professionali o di n1estiere, si son venuti configu– rando come organizzazioni di categorie indust1-iali a estim– sione nazionale. . Cosa avverrà d-0mani _quàndo nuove tecniche saranno introdotte e J')uove forme di ·enel'gia saranno · utilizzate? È' indubbio che in USA e, pal'zialmente, in Inghilterra, le nuove forme· di ·la.VO/ 'O ·automatizzato e l'uso ·dell'enel'gia atomica stanno minando alfa base J!ìntera struttura delle imprese, delle organizzazioni sindacali, ·degli organismi statali ·dei mercati, del salario, del tempo libero, ecc. I var/ studiosi di economia e di tecnologia '.sono conc01·di nel prevedere il benefico effetto di questa nuova rivolu• zione industriale. llfa essi parlano soprattutto- degli effetti a lunga scadenza. ·Gli effetti a breve scadenza, sotto fo1-mà di una ct·isi di disoccupazione tecnologica ·e. di impoverì-. mento del mercato, sono accennati di sfuggita. • Tutte le crisi p_assano. Anche la crisi della meccaniz– zazi-one è passata; Tante guerre pure sono passate .. Ed an– cora la fìd[!cia nella libera impresa., nell'aut~ma_ti00.-aggiu, sta.mento del gioco del mercato libero, mette a tutti il cuore in pace. Ebbene in questa situazione, quale :vantaggio può ricavare· un sindacato dal rimanere in posizione.di coda! Ci aggiusteremo in qualche. modo; qualsiMi ait_uazione ai presenti ci .sarà pyr 'sempre la soluzione migliore di u~ problema ed una, so/.a - si dice. o si pensa. Così non s1 avvérte ·che la motrice che.guida il treno in una corsa sem•. pre .più. accelerata· J)UÒ .--cl.e ragli.are o imboccare un bine.rio, che .nessuno avrebbe mai deside,·ato. · A.bbonatevi·:··fi'~:\·_-,. .. ·: _· .. ·- _,_. nuova 'r~p-u~b'li~a·
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