Nuova Repubblica - anno III - n. 30 - 2 ottobre 1955
B 6 (78) nuova repubblica UNA POLITICA INTELLIGENTE ERRORI E VE RITA' L'articolo di Codignola "Una politica intelligente,, apparso nel 11. 27 di "Nuova Repubblica,, ha dato occasione ad una serie cli interventi che provano Ja viva attualitit del tema. Riteniamo interessante riprodurre il testo così degli articoli che sono apparsi 0 che ap;ariranno. in altre sedi, come degli scritti alla reda~io~e. sull'argome.nto. P~bblichiamo in _questo _num~ro un arti?ol_o di Guido Mazzali sull' "Avanti!,, una nota redazionale della "Gmsttz1a,, e un articolo di Valdo Magnam su "R1sorg1mento Socialista,, POLITICA 11\TELLIGENTE I N UN ARTICOLO appa.rso in Nuova Bepubblica sotto un titolo che sprona all'orgoglio se non proprio alla presunzione, Tristano Codignoh1, sempre aneliti ed in• cubi, ne dice molte da rifiutare e parecchio da dimenticare. l\la qualcuna pur ne indovina, e così ne discorre. « Si af– ferma (e non c'è ragione per non crederlo) che sia assai prossima l'apertura d'una crisi nel PSDI; che quanto è l'Ìmasto della sinistra e del vecchio centro di questo partito abbia ormai raggiunto la persuasione della inutilità di mantenere ancora in piedi quell'edificio traballante, scon– quassato ed indecoroso che risponde a quel partito>. E sia benvenuta ogni crisi• e dunque ogni scissione che por il · fatto stesso di pronunciarsi in quel punto dello schiera– mento politico italiano in cui è pitt di equivoco e cli in– gorgo, annunria impulsi e promette trapassi. Ma che si propone la sinistra socialdemocratica? « La creazione di un partito, o di una formazione, di carattere dichiaratamente socialista, costituita di alcune frazioni socialiste minoritarie (per esemplificare: sinistra PSDI, USI, UP) è una operazione non soltanto fuori tempo (perché dato le fone di cui si varrebbe, non riusci– rebbe ad esercitare nessun apprezzab'ile richiamo eletto– rale) ma seriamente dannosa agli sviluppi in atto della situazione italiana». Sviluppi in atto che proporrebbero la soluzione cli questo problema: « l'allargamento del socia– lismo fino a rendel'lo capace di assorbire e una parto del– l'elettorato comunista, messo in crisi dagli sviluppi inter– nazionali e dalla impotenza del PCI, e una parto del– l'elettorato cli centro-sinistra, alla ricerca di una soluzione di serio 1·innovamento, ma ·democratica. E' nella misura in cui questo secondo settore sarà attirato da posizioni socialiste democratiche o da posizioni cattoliche avanzate, che l'cquilib1'ÌO futmo fra ·socialisti e cattolici in Italia sarà determinato in un modo o nell'altro>. Una bella alternanza, come si vede, cli errori e cli ve– riti,. Pel'Ché il problema politico italiano è, sì, di mutare i rapporti di forza che si sono istituiti tra le classi e i partiti, ma 1100 di estendere o cli comp1imere il socialismo che storicamente si è configurato nel nostro partito come ,deologia e come prassi. Né noi possiamo proporci di assor– bire « p,,rte dell'elettorato comunista», primo perché sa– rebbe un riproporre lo stesso problema in altri tel'lnini, e secondo perché ogni indebolimento del partito comu– nista, strumento inalienabile della democrazia italiana, si trr.durrebbe in un rafforzamento delle formazioni di de– stra, e Valletta metterebbe le piume sul cappello e Messe inalbererebbe l'aquilone sul benetto. E si 1·icordi il vecchio ritornello della vecchia madama Angot dei nostl'i padri: <s: Ce n'etait pas la peine - non, pas la peine, assttrément - de changer cl~ gouvernement ». E' vo,·o ~be dipende proprio dall'orientarsi e dal qua– lifìcal'Si cli quelle forze sociali a fonti non delimitate e ad approdi incerti che ora stagnano nella sfera della democrazia cristiana o nella zona della socialclomocrazia e affini l'equilibrio futuro tra posizioni socialiste e posizio1ù cattoliche. Ma è proprio per meglio registrare questo equi– librio che alle frazioni laiche di varia ispirazione compete di favori,·~ la nostra politica cli alternativa e di apertura insieme e cli agevolare e di anicchire il nostro dialogo con la democrazia cristiana. E favorÌl'e e agevolare non significa contrastare, incrinare, avversare in non1e e in funzione cli un socialismo autonomo, ma prendere posto nel nostro partito so si è assunta una coscienza di classe o si è maturata una convinzione socialista, o lavorare accanto a noi, d'accordo con noi, in collaborazione con noi por consentire alla lotta politica italiana un epilogo coerente– mente democratico. Ci sono dei vuoti da colmare, delle relazioni da allacciare, delle battaglie da condurre. Vuole la socialdemocrazia di ogni preoccupazione e di ogni im– pazienza dare una soluzione italiana e democratica ai pro– blemi della nostra econonùa e della nostra politica che ora si addensano nell'agenda governativa? Non 'pensi allora ad ostacoli da scavare sulla strada socialista, ma a sbar– ramento da elevare sul sentiero della conservazione. GUIDO MAZZALI I DUE MAZZALI N EL «FONDO; dell'Avanti! cli oggi, Mazzali scopre, leggendo un iuticolo di Coclignola, che è « prossima l'apertura di una crisi nel PSDI »; e poiché per Maz– zali tutti i pretesti sono buoni, la conclusione alla quale aniva è che « né noi possiamo proporci di assorbire parte dell'elettorato comunista, primo perché sarebbe un ripro– porre lo stesso problema in altri termini, e secondo perché ogni indebolimento del partito comunista, stmroento ina– lienabile della democrazia italiana, si tradurrebbe in un rafforzamento di destra ... ». In altri termini per Mazzali se due o tre milioni di voti comunist-i dovessero passare al PSI il risultato sarebbe il rafforzamento della destra. Tesi veramente singolare, spe– cialmente in chi ha sempre sostenuto nei colloqui a quat– tr'occhi che l'unico scopo ciel « patto d'unità d'azione> fosse quello di svuotare il PCI e che i socialdemocratici non avevano capito la genialità dell'operazione Nenni di accodamento al PCI. La verità è che il Mazzali « a quath.!occhi » ed il Maz– zali sulle colonne dell'Avanti! sono due coso molto di– verse che abbiamo imparato a conoscere in tutti questi anni: ed è la 1·agione per la quale non abbiamo mai cre– duto né all'uno né all'altro dei Mazzali. Mentre l'on. Nenni si accinge al suo viaggio a Mo– sca, e questa volta non per un nuovo premio Stalin, e pone ufficialmente la sua candidatura alla sostituzione di Togliatti quale luogotenente generale sovietico in Italia, il buon Mazzali ci viene a racconta1·e le amenità che ab– biamo citato. Ci sorge un dubbio. Che !'on. Mazz.ali sia più furbo di quanto non credessimo e l'articolo « Politica intelli– gente » sia stato scritto per tranquillizzare l'on. Pajetta che da un po' cli tempo in qua si preoccupa dell'inva– denza dell'on. Nenni nei suoi rapporti ufficiali con il Cremlino? EQUIVOCI SULL' UNI'I'A' SOCIALISTA G UIDO MAZZALI, nell'Avanti! del 16 settembre, pren. clendo le mosse da un articolo di Tristano Codi– gnola, esamina il problema dei 1·apporti tra il PSI e le « frazioni laiche di varia ispirazione », socialiste e non socialiste. Le tesi di Codignola sono note. Il dialogo coi compagni e gli amici di Unità Popolare dura da tempo o continuerà., nella ragionevole speranza che gli sviluppi della situazione politica conducano, abbastanza rapida– mente tutti i socialisti dei gruppi minori ad agire in co– mune, p~r una maggiore efficienza ed iniziativa dello schie- 1·amento socialista italiano nel suo complesso. Nuovo è, invece, l'intervento nella discussione di un autorevole di– rigente del PSI o gli argomenti presentati meritano tutta la nostra attenzione. Difficilmente si è disposti ad ammettere, da parte del PSI, che conenti socialiste si sono formate intorno ad esso nel corso di questi dieci anni, che ir fatto è avvenuto assai spesso por 1·agioni non deteriori e intorno a temi che banno trovato nel tempo dimostrazioni non indifferenti di vali– dità. L'importanza di queste correnti, siano esse la sini– stra della socialdemocrazia, i socialisti autonomi (MAS) cli Unità Popolare o l'Unione Socialista Indipendente, sta, più che nella loro consistenza organizzativa, nella corrispon– denza che esse trovano in un vasto settore dell'elettorato sostanzialmente socialista, ma difudente del PSI. Se le col'l'enti minori, per la loro divisione e per l'esiguità dei loro mezzi, si sono fino ad ora travagliate nella difficoltà di organizzare e di reni:Jere politicamente efficienti que– ste forze popolari, è pu.r vero che queste ultime costitui– scono un problema anche per il PSI, poiché in esse la DC trova un fertile pascolo elettorale. Ci sembra che l'articolo di Mazza.li abbia il merito di affrontare la questione s·ul piano politico e non mera– mente attivistico. Ma ecco che il segretario socialista lom– bardo, dovendo giudicare la tesi dell'autonomia del socia– smo, si trincera dietro un immobilismo che elude i ter– mini attuali del problema. Siamo d'accordo che dietro a quello che Codignola chiama « il mito dell'unificazione so– cialista e del pa1-tito socialista autonomo > si è nascosto nel passato, e s.i può celare anche oggi, il perenne tentativo reazionario di rompere il fronte di lotta dei lavoratori per sottometterne un settore all'egemonia democristiana. La esperienza del PSU non è stata davvero brillante, mal– grado una gran parte dei socialisti di quella formazione non avessero alcun desiderio cli arrivare là dove arrivò il nucleo dominante del partito. Forse proprio per il peso di quei ricordi lo stesso Codignola è restìo ad esaminare a fondo le condizioni attuali e gli obiettivi di un processo di unificazione dei gmppi sorti intorno al concetto del– l'autonomia socialista. Siamo anche d!accorclo che l'auto– nomia è un « cavallo di Troia> se sotto il suo segno si vuol contrabbandare un annacquamento del programma socialista, vuoi sul terreno della politica estera vuoi su quello della politica interna, per distoglierlo dall'obbiettivo della distensione e della coesistenza attiva e dalla richiesta cli uu profondo rinnovameiito economico-politico secondo i princìpi sanciti nella Costituzione. Ma che significato ha clire .: il problema ... non è di estendere o cli comprimere il socialismo che storicamente si è configurato nel nostro Partito come ideologia e come prassi » e poi aggiungere: « Né noi possiamo proporci di assorbire parte dell'elettorato comunista > pei·chè ciò « si tradurrebbe in un rafforza• mento delle formazioni di destra! >. Converrà Mazzali che, dal '45 ad oggi, molta acqua è passala sotto i ponti è che il partito socialista si configura non sotto la meccani– ca pressione degli avvenimenti esterni, ma por una co• sciente interpretazione di essi e per una coerente assun– zione di funzioni e di compiti nel grande processo della rivoluzione democratica o socialista dei laYoratori. La prospettiva di un assorbimento del partito socia. lista in Italia nel quadro della direzione e dei metodi del PCI, prospettiva vigorosamente agitata tra il '45 o il '48, è oggi svanita e nessuno più ne parla. Il PSI, sia pure faticosamente - e, secondo noi, debolmente - ha ripreso una certa coscienza dello sue inalienabili funzioni. Nella storia del PCI, dopo la morte cli Stalin, sono venuti a maturazione grossi problemi che pongono il partito, come corpo politico, dalla base ai vertici, in una situazione di crisi e cli perplessità che, per ragioni propagandistiche, To– gliatti potrà anche ignorare, ma che debbono essere me– ditate da tutti coloro i quali militano con senso di respon– sal'lilità nel movimento operaio. La fuga di voti dalla CGIL, registrata in alcuni grandi complessi industriali, è nn avvenimento che non si accorda con l'affermazione secondo la quale il partito comunista è fuori discussione per i socialisti. L'elettorato non è una conquista stabile: ed è fuga dalla realtì,, o troppo sottile diplomazia verso l'al– leato, ignorare che i voti comunisti sono già poten?.ial– mente disponibili. Non comprendiamo poi come, passando questi voti ai socialisti, le destre si rafforzerebbero. Mal– grado tutto, è forse un residuo di complesso d'inferiorità socialista che influisce su Mazza li? E' diventata oggi una realtà bruciante l'affermazione cli Riccardo Lombardi al 28.o Congresso ( 1949) : « La guida della classe operaia, quando il partito comunista, pe1· ragioni intemazionali, su– bisce una paralisi, spetta al partito socialista; e noi dob– biamo prepararci a questa funzione». E' in questi termini che si pone oggi l'autonomia socialista: non come una rot– tura - e concordiamo con Codignola che la denuncia del patto con i comunisti qualificherebbe oggi il PSI in senso reaziona1·io - ma come un'assunzione della propria liber– tà cli critica e di iniziativa, che, non perdendo mai di vista gli interessi del movimento operaio nel suo complesso, con– sidera secondo il proprio metro le _operazioni politiche che devono essere fatte per sbarrare la via della conservazione più retriva e aprire la via della democrazia e del socia– lismo. Noi non vediamo ancora, nelle manifestazioni ufficiali del PSI, che son quelle che contano in una fase come l'attuale, una chiara coscienza della svolta davanti alla quale si trova il movimento operaio. Basta scorrere l'Avan– ti! por notare l'assenza di una capacità interpretativa degli ultimi avvenimenti. Non vi è che il passivo affiancamento al PCI il quale, a sua volta, non fa che 1·:ipetere stanca– mente e in ritardo gli orientamenti sovietici; e questi orien. tamenti, per quanto più apprezzabili oggi di ieri, non pos• sono sostituire lo sforzo creativo della classe operaia .ita– liana per risolvere i suoi problemi e conh'ibuire alla solu– zione pacifica dei problemi mondiali del socialismo e della pace. Noi miriamo alla presa di coscienza, da parto dei so– cialisti, dei loro nuovi compiti e delle loro accresciute re– sponsabilità. L'esclusivismo dogmatico ufficiale del PSI, la sua 1·esistenza ad ammettere una dialettica capace di farlo uscire dagli schemi ancora dominanti nel PCI, sono un ostacolo a.Ila ripresa del socialismo italiano. Per que• sto, noi pensiamo che un accordo tra i gruppi socialisti minori e un loro fraterno rapporto col PSI siano oggi il passo più importante da faro. Tanto meglio se esso potrà, condurre, in un'epoca non lontana, a più sostanziali o de– finitivi risultati unitari. MOTORI POMPE VENTILATORI VALDO MAGNANI ARZICNANO
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