Nuova Repubblica - anno III - n.29 - 25 settembre 1955

(77) nuova repubblica SETTE GIORNINEL lUONDO LEDUE GERMANIE L A VISlTA A. M?SCA dei dirigenti della Germania onentale sub.,to dopo quella ciel cancelliere Acle– nauer jl\ustra 1neglio dei risultati concreti raggiunti neg!'jnconti-i russo-tedeschi il loro significato reale. I russi hanno ottenuto tutto quello che rivendicavano nella loro 11ota de1 7 giugno, i tedeschi non hanno potuto, con1e ave– Yano preteso prima dei colloqui, rifiutare la 1·ipresa· delle relazioni diplomatiche. Detto questo, conviene tuttavia domancla,·si perché i sovietici abbiano tenuto tanto, neÙ'ambito della loro po– litica di distensione, ad allacciare ra.pporti diretti con Bonn, dopo averne per anni ignorato o vilipeso gli at- tuali dirigenti. ' ,. Biso'gna anzHutt9 scartare l'interpretazione assnrda fondata sui timori di certi ambie11ti americani, che, dopo arnre addirittma paventato nna seconda Rapallo, hanno poi lanciato ufficialmente grida di vittoria perché Ade– na,1er· è rimasto anticomunista come prima. E chi poteva seriamente dubitame? E' invece comprensibile,. d11vanti a quello che è av– venuto, una certa pe,·plessità che nori si spiega con il titnore di accordi segreti, ma con ragioni che, con nr_ po' di buona Yolontà, se non si fosse acciecati dal mito della necessità deI riqrmo tedesco, chiunque potrebbe scorgere a occhio nudo. La politica tedesca dei sovietici era passata per ·la sua più grave crisi subito dopo la fine della CED, quan– do Mosca sentì di non potere più opporre serie ohbie- - zioni ad un'uni(ic-azione tedesca attraverso libere elezioni, anziché con un pateracchio ai vertici, col concorso dei du~ govemi tedeschi. A quell'ep0ca risale la vi1tuale ac– cettazione da parte di Mosca del cosicletto piano Eden, che subordinava l'unificazione a libere elezioni e alla for– n1az-ione di nn governo pan-tedesco, uscito da quelle e]e-. zioni, in cui i comunisti avrebbero probabilmente perdub quasi tutto il loro peso, anche nella zona eia loro con– trollata. Ma non appena gli occidentali ebbern provveduto a sostituire la UEO alla CED, ]\fosca si rianimò, poté cli nuovo trincerarsi dietro il pretesto ciel riarmo di Bonn, 1)Cr rifiutare quaknque progetto di riunificazione della Ger1nania, e pl'eparò un nuovo piano, che sfornò a Gi– Jjevra, d0ve di unità tedes.:;a si parlò pochissimo e dove, invece, anche gli occidentali cJminciarono a rassegnarsi alla divisione pc,.manente dèlla Germania; che costituirà la c,ll'ta maestra in mano a.Ila Ru,,ia nei suoi ·futuri rap- porti con la nazione tedesca. ' Si continuerà probabilmente a discutere a lungo per sapere se la nuova politica sovietica di diste11sio,ie sia prodotta dalla paura del riarmo tedesco,' che tale politica avrebbe precisam.,nte per scopo cli contenere entro· limiti non troppo 1ninacciosi, o se sia un prodotto spontaneo dell'evoluzione interna del n1ondo sovietico e orientale dopo la morte cli Stalin, sia pure nel. quadro dello svi– luppo dei rnppo1ti con l'Òccidente. L'accettazione della prima cli queste due tesi avrebbe per effetto d'indune gli occidentali a dimostrarsi sempre più duri con l'UR 'S affinché questa diventi sempre più arrendev·ole, mentre l'accettaziòne della seconda dovrebbe indurli a di1nosharsi sempre più con1prensivi, onde fa– vol'ire un'evoluzione interna del n1ondo orientale che sia propizia alla pace e forse anche ad un a.vviamento del comunismo verso metodi meno totalitari. Gli effetti della politica «dura» che gli occidentali sembra;,o aver praticato nella questione tedesca, col riarmo di Bonn e col 1-ifillto di prendere in considera– zione qualsiasi progetto di neutralizzazione della Germa– nia, dimostrano che, aln,eno in questo cas0, la seconda tesi è più giusta; applicando infatti la prima tesi, gli oc– cidentali non solo non sono riuscHi a rendel'e i sovietici pi,1 anenclevoli, ma li hanno altresì spinti ad irrigidirsi su posizioni non meno dure delle loro, conferendo loro una giustificazione che altrin,enti non avrebbero avuta. Occidentali e orientali sono infatti venuti a consi– derare la divisione della Germania come un da.to di fatto permanente, come vedeva Mosca dopo la f.ne della CED, e il l'ipristino di normali relazioni diplomatiche fra Mo– sca e Bonn consolida anziché no questo stato di fatto. Nessuno può ormai più contestare l'esistem,a di due stati tedeschi indipendenti: presto sia Bonn che gli occiclen-· tali finii-anno per dover riconoscere in qualche modo l'esi– stenza del governo comunista di Pankow, e quindi .la le– gittimità di uno stato comunista· tedesco. Il piano Eden. è dunque definitivamente sepolto e non si potrà più parlare di libere elezioni pregiudiziali all'unificazione. Conclusione: per riproporre la questione dell'unità tedesca, si dovrà dunque passa,·e per l'altema– tiva finora offerta dai sovietici} a cui questi avevano ri– nunciato dopo la fine della CED il pateracchio fra i due governi tedeschi, ,che offrirà di nuovo ai comunisti possibilità d'influenza alle qua.li sembrava;,o avere ri- · nunciato, ossia la creazione di uno Stato tedesco unifi– cato derivante dalla fusi·one su un piano di parità dello stato democratico conservatore di Bonn e dello stato co– munista totalitario cli Pankow. Grazie alla politica «dura» in Germania, grazie al Tiarn1•vdi Bonn, inson,rna, la prospettiva di una Germa– nia unificata sotto un governo genuinan,ente den,ocratico è più lontana che mài. La vi«ita di Aclenauer a Mosca costituisce il riconoscimento ufficia.le , eia parte di Bonn, di questa tl'iste realtà. Bonn ha pagato col suo riarmo la. rinuncia a qualsiasi prospettiva cl'unilicazi·0ne su un pi11no d'onestà e· di autentica democraticità .. PAOLO VITTOREELI I VINCITO_RI -D PERON A battere Pe1·on sono stati gli elementi dell'opposizione democratica, radicali e so– cialisti, ma i frutti della vittoria saranno raccolti dai suoi antichi alleati· di destJ'a di VICTOR ALBA BUENOS AYRES, settembre e ' E' UN'OPERETTA SPAGNOLA nella quale si . canta: « Dice che se ne va.... invece ritorna>. E' quello che ha fatto Peron eia sei mesi a questa 11ru·te.Finaln1ente, ora, se n'è andato davvero. Gli avvenimenti dell'Argentina hanno tenuto desta l'attenzione del mondò intero per tutta una· sett{mana. l\fono importanti, senza dubbio, del viaggio di Adenauer a Mosca, essi hanno a.vuto la preferenza nella stampa in– ternazionale per la loro spettacolarità: in questo nostro tempo, fatto di nogoziati e magari di mercanteggiamenti, una guerra c,ivile in regola, anche se non dura che qual– che giorno, è la benvenuta pe,· le redazioni. Una volta tanto, essa è stata la benvenuta. anche per i popoli latino-amcticani, perché essi sperano che la ca– duta 'di Peron comporterà di conseguenza, presto o tardi, la cacj,rtà degli altri dittato1-i: Odria nel Perù, Perez Jime– nez ne.I Venez'u'ela,' Batista in Cuba e Rojas in Colori.1bia.. i-J;al\no· certa'mente ragione. L'infl ne11za di PerOn, che giyns·e a.I po\ere legale democl'alicamente nel 1946, fu itran– dissima per il· reg,·esso della democrazia in tutta l'Ame– rica latina ... :Bue'nos Ayres fornì non soltanto fondi,. ma anche cose più ih\pòi-tanti, come, per esempio, una dot– trina di sicurO _effetto den1agogico ai rnilitari atnbiziosi di potere. · : - · Lii cad,1ta"cli Peron indeboliià gli altri dittatori .·e pro– ba.bilmente' li iricitei·à a èèi'ca-i-e' ùna ··solu,,1ohe' pacifica, graduale, il Imeno nella misura in cui si presenìerami0· loro occasioni favorevoli.' ', Tuttavia, a lato di ques-1:o aspetto positivo, bisogna . rilevaJe.· che la .caduta. di Peron. non si_gnificherà, cli ·con– segùenza;, là- de_inòcratizzaziÒné im1!1ediatsi. della vita· poli– tica argentina.. Se· è. vero'. che è sta t_a l'opposizione tenace, spesso eroica., dei ra,diçali ). dei ~ocialisU ·c/1e ha _prepa– rato il terreno agli attuali av.versin·i di Peron, questi av– versari non sono certo dei- dem0cratiei, ma degli 'uomini che durante 9 anni hanno ·potuto tranquillamente obbe- dii-e agli ordini del generale e collaborare con lui. Solo quando la Chiesa è sta.ta attaccata nel suo potere, questi collaboratori ciel generale - milital'i e p1·elati - si son resi conto cli ciò che fosse Peron: esattamente quello che i radicali e i socialisti avevano capito e denunciato eia molti anni. · Disgraziatamente - e questa è un'altra a~usa eia muovere 1.tl dittatorn · argentino - ·1a situazione è tale. che soltanto l'esercito, e cÒn l'appoggio della Chiesa., ha potuto ottenere il successo. Chi ha battuto Peron - in definitiva - sono stati gli elementi clell'opposizi.one demo– cratica.. Chi invece ha riportato vittoria e ne trae i frutti sono gli antichi alleati di Peron unitisi ad un complice troppo ambizioso. L'Argentina, dopo l'attuale caduta di Peron, atfraver– serà sicuramente un periodo cli reg1'<l,$S0 sociale e cli nuova dittatura. E' tuttavia possibile che graduahnente la demo– crazia -conquisti nuove posizioni per ... tornare alla situa– zione pre-peronista. T n tal modo, essa avri, perduto un decennio. Ciononostante, il d~nno pii1 grave sarà dato dal fatto che i successo.ri cli Peron cercheranno con tutti i mezzi cli conservarsi al potere e di costituire un regime che non sarà 1ùente di diverso da un peronismo, plll' senza Peron e senza leggi anti-clericali ad uso demagogico. Ciò rap– presenterà una catastrofe per il popolo argentino e per l'America latina in generale. Un'occasione come l'attuale non si ripresenteL·à a breve scadenza. Bisogna dunque che le forze democratiche di tutto il mondo, a.bbando– nanclo la loro indifferenza tradizionale verso l'America la– tina, facciano pressioni petché gli avvenimenti non si li– rnitino a produrre una semplice sostituzione del generale jmticialiste, ma perché si giunga a un ristabilimento della democrazia in Argentina - senza ridurre minimamente quelle poche misure sociali adottate da Peron - e perché infine si possa annunciare l'inizio del declino di tutte le dittature latino-americane. 5 LE'I1TERA DA PARIGI CINQUEORE SUGJ_JI ATTENTI S I SAPEVA che al termine delle vacanze si sarebbe iniziat? un peri~do agitato. I salari sono in 1'itardo sul costo della vita. Per l'inoperosità - diversamente n1otjvata, n,a Con identico i-isultat-v, dei val'i 1novinlenti sindacali - la classe lavoratrice s'è trovata nella ne– cessità di ricom.inciare, almeno, a difenders.i. J-Ia comin~ cia.to a Saint-Nazaire, cogliendo ravversario cli sorpresa e ottenendo un pl'imo successo clan,ol'oso, ma che, proprio pel' questo, ha gettato .J'all&m1e, e· provocato la contJ·of– fensiva padronale, prepotente, cattiva, sovente jmpulsiva e scriteriata. Edgar Faui-e non è 1171 reazionario pez• princi,Pio ,o per istinto, cmne lo er·ano e lo sono Laniel o lJinay, ma è un uomo la-cui esistenza politica dipende dai grossi clan eco– nomici e finanziai-i che, a dieci anni dalla Liberazione, contl'ùllano la vita della Fra.ncia. · Riconosciamolo, anche se è doloroso: questa Quarta Repubblica, uscita dagli eroismi e dai mal'tiri cleÌla Re– sistenza, è bene al cli sotto della vecchia ·tanto calunniata Terza Repubblica, la quale, nata con un pa.rto difficile, el'a cresciuta inobustendosi, ed el'a a,.,.ivata a dare alla Prancia un regime che oggii con la scusa di perfezhJnare, si è completamente corrotto. . In fondo a tutto questo, troviamo come causa prima l'isolamento della classe operaia Ìl'reggirnentata nel co– munismo, l'assenza dalla vita politica efficiente cli milioni di lavoratori, manovrati per scopj astratti e senza alcun nesso con i lol'o bisogni. 1 111a il clima sociale, pericolosamente carico di elet– triciti,., è aggravato dagli atrocj avvenimenti nordafricani, che restano tali anche se si cerca. cli disfrarne l'attenzione l'iclucenclo i quotidiani massacri a poche righe di Cl'0naca nera e ingarbugliando i già compÌjcatissimi intrighi che mettono alle prnse affal'i e affa1·isti della .specie più nauseante. In questo frangente è capitato il fallo della gai·e de Lvon, l'episodio dei 600 giovani richiamati che si sono ri– fiutati cli partire per l'Algeria. Questo episodio da una pa ..te è stato gonfiato, mentre dall'altra si è ceicato cli minin,izzarlo per paura del contagio. In sé, con1e fatto materiale, è stato poca C'3Sa. Né n1orti, né feriti. I « ri– belli» son pal'titi per via· aerea il giomo dopo, dopo esser stati tenuti per cinque ore e mezzo snll'altenti. Punizione puerile, meno barbara della decimazione che sarebbe stata inevHabile un. ten1po, n,a che pure ha R11ch'essa qualcosa cli stonato, di sorpass.at· o. Perché, se qualche grido cli scandalo e d'obb!'obrio c'è stato eia parte di qualche vecchio custode delle tradi– zioni - ina custode s11pei-ficiale, senza convinzionÉ,. - l'opinione pubblica è stata tutta pel' le giovani reclute . .Anche quelli che accettano ancora come principio di de- - inocrazia _H servizio militare obbligatol'io, hanno trovato che il soldato non può essere mandato a « qualunque guerra.» o a compiere « qualllnque sen,jzio ». La disci– plina deve essere ragionata e non cieca. Il soldato nori è il gendarme né il poliziotto che fa il mestiere d' ubbidi.re agli ordi11i, quali essi siano. Il soldato cli leva deve col11- piel'e il servizio che la. sua coscienza accetta di compiere, Obbligare gli Algel'ini a restai· sottomessi alla Frnncia 11011 è compito da s0lclato di leva. Resta la questione della patl'ia, quella per cui tutto si deve sacrificai·e, anche la propria coscienza. Salus pa– t·riae, diceva.no gli antichi, che in realtà non ne avevano. Ma la patria era una cosa grande e commovente a Valmy, come lo era da noi a Curtatone, a Marghera, a Mentana. Oggi, dopo due guerre nmndia.li , è difficile cla1·e·alla patria un• valore tale da pot'e1' chiedere,· per essa, sacrifici ·su– premi e inutili. I coloni francesi anicchitisi col lavoro dei servi della gleba algerini (che gimiclicamènte non sono servi della gleba, ma. economicamente son peggio ancora.) non rappresentano, per un gi·.Jvane richiamato francese, la patria per cui bisogna da.rn eventualmente }& vita. La giovane recluta oggi ragiona, discute e giudica. Essa giudica che non è suo compito difendere l'oro 'dei colon} contro il lw·o,·e della fame e dell'umiliazione del pbpolo 1nd1geno. C'è qualcosa che scricchiola, oggi, in Francia., ma non sono le istituzioni in sé. Che co·sa vo.1Teste o potreste sostituire a. questa Repubblica? Riforme di dettaglio, quante volete, n,a. che cosa di forma.)n1ente diverso? Quello che scriccl1i-0la è quel complesso cli dogmi di un'epoca che fu glorjosR, con le sue parentesi e i suoi epi– sodi meno gloriosi, ma che è supen1.ta . Alla gare de Lyon, l'altro giomo, 600 giovani richia– mati parigini (a cui il govemo aveva poi dimenticato .di assicurare il pane per le famiglie e il lavoro al ritorno). hanno detto: un n101nento. P1·in1a di partire voglian10 00• pere che cosa. ci manciate a fare in Algeria. Se si tratta di impedire nuovi massacrj, va bene, n1a se si tratta' 'di paxtecipare a nuovi n1assacri, non c'è bandiera né gloria che ci acciechi. Prima che s·0ldati, siamo cittadini. Ecco il significato veramente rivoluzionario dell'epi– sodio della gare de Lyon. Un episodio se117,amorti né fe– riti· tuttavia un episodio - come ho eletto - che la scri~chiolare tutta Ì'impalcaturn di un sistema politic,J: nella sua sostanza, più che nelle sne strntture esterne. / GHJSEPPE ANDRICH

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