Nuova Repubblica - anno III - n.29 - 25 settembre 1955

(77) nuora repubblica ,3 MISERIA. IN S A R D E G N -A CRONICO INFANTILISMO Sulla fragile impalcatura f}el settore agricolo• pastorale è costruita tutta. la vacillante economia della Sar– degna. La scarsità e l'irregolarità delle picggie fa sì che contadini vivano sempre sotto l'incubo di una improvvisa catastrofe. Per sanare la depressione economica dell'isola è necessario che la regione sia posta in condizioni di poter realizzare le opere per le quali le si riconoscono competenze e potestà di GIOVANNI CHIRONI I U NO DEI MOTIVI dominanti e ricorrenti nella sto– .ria sarda, appare quello di sottrm'Si all'isolamento senza dover rinunciare a se stessa. Ma qncsta aspi– razione poté prender vita e forma concreta soltànto all'in– domani della prima guerra mondiale, in quel movimento autonomistico cui fu dato in seguito il nomo di Partito Sardo d'Azione. « Politicamente - scrive Lussu - i dirigenti del mo– vimento non avevano né una preparazione ideologica né un'esperienza formata ... Ma avevano idee abbastanza chiaro sui problemi sociali e politici dell'isola» ( 1). E ciù è tanto vero che fin dal congresso di Ma.corner del 1!ll O tutti i problemi che ancor oggi assillano l'econo– mia isolana erano centrati e messi a fuoco. Già da allora, infatti, per porre fine ai mali secolari della Sardegna si auspicava « autonomia amministrativa, sviluppo agricolo, cooperative agrarie e casearie, estensione delle reti ferro– viarie, riscatto e riassetto delle secondarie, aumento nodi stradali e trasporti marittimi, costruzione cli acquedotti e sistemazione di porti, costruzione di bacini montani, la– vori di bonifica, limitazione dell'emigrazione attraverso concessioni di terreni demaniali e latifondi, istituzione di banche popolari, aumento delle scuole a carattere profes– sionale». Ottenuta, dopo trent'anni di lotte, l'autonomia ammi– nistrativa, mediante la concessione dello statuto speciale nel febbraio '48 ed eletto il primo Consiglio regionale in data 8 maggio '49, resta da vedere quante delle istanze avanzate in quel lontano 1010 siano ancor oggi attuali. A noi pare che le conclusioni del congresso di Macomer, dopo sei anni di autogoverno, siano ancor oggi tutte valide: ma ci limiteremo q1ù all'esame di tre fattori essenziali alla rinascita dell'isola: agricoltura-pastorizia; comunicazioni: istruzione tecnico-professionale. S ULLA FRAGILE impalcatura del settore agricolo-pasto– rale è costruita la vacillante economia della Sardegna. La persistente siccità che quest'anno· ha colpito i pastori e i contadini sardi ha prodotto dei danni ormai valutabili nel– l'ordine dei miliardi. Per rendersene conto, ecco alcune ci– fre riguardanti il settore pastorale: agnelli nati morti 40 per cento; peso medio dei sopravvissuti kg. 3 (si pensi che il peso medio di un agnello a 15 giorni dalla nascita è di kg. 5 o G) : produzione del latte ridotta di oltre il 40 per cento; mortalità fra le peco,·e 25-30 per cento: mancata filiazione nella totalità delle agnello dell'annata 1953. Circa un terw del patrimonio zootecnico è andato distrutto. Nel settore più propriamente agricolo i danni sono stati altrettanto rilevanti sia per la mancata semina di ortaglie sia per gli effetti disastrosi che la cattiva annata ba prodotto in settori largamente remunerativi: quali, ad es., quelli dei carciofi e della viticoltura. A- tutto ciò si ag– giungano le spese che contadini e pastori hanno dovuto so– stenere per salvare il salvabile e che sono di gran lunga superiori alle entrate, contraendo debiti che ora non sono pi i, in grado di soddisfare. A cercare di porre rimedio a questa drammatica si– tuazione che improvvisamente si è venuta a creare, è stata varata una legge regionale, ferma da diversi mesi negli ingranaggi del parlamento nazionale. Questa legge, che porta il nome del dc Campus, ·pre– vede che lo Stato si addossi l'onere di tutte le tasso e dei contributi unificati: che si concedano per l'agricoltura e la pastorizia sarda larghi prestiti a lunga scadenza ed a basso tasso di interesse; che lo Stato paghi un minimo del 30 per cento dei danni che la siccità ha causato al patrimonio agricolo e zootecnico e prenda su di sé l'onere delle cambiali firmate per l'acquisto dei mangimi e che i pastori non sono più in grado di pagare. Ma, come si vede, anche la legge Campus, non intacca minimamente la sostanza del problema: che è quella di prevenire per il futuro le disastrose conseguen– ze cli un cattivo andamento stagioùale. Il clima dell'isola è caratterizzato da una variabilità estrema nèll'andamento pluviometrico. A lunghi periodi di siccità, invernale e primaverile, ne succedono altri di in– tense precipitazioni a carattere temporalesco, concentrate quasi esclusivamente nei mesi di ottobre .e maggio. La scar– sità ed irregolarità delle piogge ed il permanente disordine idraulico fa sì che anche l'andamento stagionale da anno ad anno s.ia estremamente variabile e che i contadini è i pastori s ardi vivano sempre sotto l'incubo· di una im– provvisa catastrofe. A questa situazione non si può porre rimedio che in un modo solo: utilizzando tutte le possibilità irrigue che l'isola offre. Infatti, contrariamente a quanto si crede, in Sardegna non v'è scarsità d'acqua: l'acqua c'è, si tratta solo cli convogliarla, raccoglierla ed immagazzinarla nei periodi di abbondanza per potersene servire poi in quelli Contadino di Orgòsolo (Foto G. C, lJonol'aj · di magra. Ciò si può ottenere mediante la creazione. cli bacini montani in tutte le località in cui è possibile e me– diante una fittissi..;,a rete di canali cli irrigazione. Questi sono i rimedi che si impongono, diremo così, contro i capricci della natura. Occorre poi accingersi al riordinamento della proprieUi. contadina, oggi frazionatis– sima in piccolissimi lotti o accentrata nelle mani di po– chi latifonçlisti. Occorre immettere in maniera definitiva il contadin~ella terra, sottrarlo all'ozio imp.rocluttivo dei villaggi, cieare delle borgate agricole che rompano il si– lenzio di sconfinate plaghe dell'isola. Infine, occorre indi1·izzare l'agricoltura sarda verso quei settori che sotto l'aspetto economico e tenendo conto delle condizioni climatiche e della natura del terreno, appaiono più convenienti, Un esempio: l'irregolarità delle precipitazioni e l'inco– stanza del clima fan sì che l'isola mal si presti alle col– tivazioni erbacee, mentre ciò ha scarsa importan"!a per quanto 1·iguarda le colture legnose ed arboree. L'isola è una forte importatrice cli frutta, ma qnesta potrebbe es– sere benissimo prodotta in loco, in quantità tale da soddi– sfare il consumo interno, e dar vita anche ad una larga corrente di esportazione e ad industrie conserviere. Ma per fare tutto ciò è necessario che la Regione esca finalmente dalla sua fase di cronico infantilismo ed im– pronti i suoi rapporti con lo Stato in termini di diritto e non si ponga come un vassallo che invochi favori dal sovrano. Lo Statuto speciale per la Sardegna che - si ricordi sempre - fa parte della Costituzione della Repub– blica Italiana riconosce alla Regione una certa ampiezza , legislativa in materia di agricoltura, cli bonifiche, di tra– sformazioni fondiarie e di espropri per pubblica utilità. Ma è necessario che la Regione sia posta in condizioni cli poter realizzare le opere per le quali le si riconoscono competenze e potestà. E ciò può avvenÌJ'e apprestando da parte degli organi dello Stato i piani particolari e il piano di rinascita economico-sociale dell'isola, previsti ri– spettivamente degli artt. 8 o 13 dello Statuto sardo. L'attuazione di piani .particolari riguardanti l'agricol– tura servirà non solo ad affrontare le più urgenti questioni dell'economia sarda, .ma anche a risolvere il problema della disoccupazione in Sardegna, giunto ormai ad un punto che ogni ulteriore aggravamento produrrebbe effetti letali. U N ALTRO importante fattore della rinascita economico– sociale è quello riguardante il settore delle comunica– zioni (2). Ecco alcuni dati eloquenti. Nel 1010 la rete stradale nazionale della Sardegna aveva uno sviluppo cli km. 1026. Attualmente essa si aggira sui 1450 km. con un aumento medio per anno di appena 10 km. Le cifre appaiono ancor pii, desolanti se con[rontate con altre relative ad alcune regioni d'Italia. La Sardegna ha una superficie di 24080 kmq. che rappresentano circa 1'8 per cento del territorio nazionale. Sn questo territorio le strade ordinarie hanno uno svih1ppo cli km. 0,185 per kmq. contro un massimo di 0,025 in Emilia od un minimo di 0,275 in Lucanìa; ed è di gran lunga inferiore alla media nazionale che si calcola in 0,5GG km. per kmq. . A giustificare tanta spereqna,.ione non può essere suf– ficiente la considerazione che la popolazione della Sardegna r~ppresenta appena il 2,66 per cento della p9polazione to• tale d'Italia. Pe,·ché la rete stradale soddisfi al fabbisogno, secondo i tecnici, gli attuali 1450 km. dovrebbero essere portati ad almeno 2.000, mentre si dovrebbero immettere nella relo statale molte delle strade provinciali e comunali. Tutta 1a rete, poi, ha bisogno cli essere ammodernata ed è neces– sario che si ponga fine, una buona volta, al sistema di co– struire le strade che hanno bisogno cli correzioni e di rab– bercian1enti prima ancora cli entrare in esercizio. Si è parlato recentemente cli estendere anche alla Sar– degna la coslrnzione cli autostrade: il che appare assolu– tamente superfluo ed antieconomico, essendo sufficiente per la sicmezza ciel traffico l'ampliamento e l'ammodernamento delle strade già esistenti. Non meno drammatica è la si– tuazione delle linee ferroviarie. Queste consistono in una linea principale a scartamento normale che collega Olbia còn Sassari e Cagliari, e in tre linee secondarie a scarta– mento ridotto, date in concessione a tre diverse aziende. (Una di queste linee, in concessione alla Società Ferrovie Complementari della Sardegna, collega Nuoro con Maco– mer: un tratto di 5G km. viene percorso in ti·e oro e mezza, pari alla modia di kmh. 16!). La Sardegna ha dunque pochissime ferrovie con due di– versi scartamenti, donde l'impossibilità di una normale cir– colazione delle morci. La situazione delle ferrovie in con– cessione è a dir poco disastrosa: la loro costruzione risalo agli ultimi anni del secolo sco1'So e da allora non è in– tervenuto alcun mutamento. Nella passata legislatura ò stato approvatò nn progetto cli ammodernamento di que– ste linee in concessione, ma fra il dire e il fare ... tra la Sardegna e Roma c'è sempre il mare! In un prossimo Iuturo si dovrà procedere non solo all'ammodernamento e alla eventuale elettrificazione dello linee seconcla1·ie, ma altresl al passaggio cli queste ultime alla gestione dell'Ente Regione. Deve essere inoltre er– fettnato il coll~gamento fra linee secondarie e linea prin– cipale e tra l'ete fel'l'oviaria e porti minori dell'isola, in modo da evitare una serie di trasbordi delle merci che finiscono col gra varo inesorabilmente sui prezzi di mercato. La sistemazione delle vie di comunicazione interna deve procedere cli pari passo con l'ampliamento ed il per– fezionamento delle linee e dei servizi marittimi. Con uno sviluppo costiero che è pari a circa un se– sto dello sviluppo costiero del continente italiano, la Sar– degna ha un unico porto che possa dit'Si efficiente: Ca– gliari. Olbia e Portotorres sono assai lontani dal possedere quel minimo di attrezzature indispensabili a un porto mo– demo. Alla definitiva sistemazione di questi porti, deve aggiungersi la creazione dei cosiddetti porti di quarta clas– se per il piccolo cabotaggio lungo le coste dell'isola. An– che in questo campo è necessario che il governo appresti delle « leggi cornice» la cui attLiazione ed applicazione lasci alla regione, una volta che le siano stati forniti gli strumenti necessari. Occòrre infine che sia affrettata la messa in funzione delle navi-traghetto che possono rap~ presentare - come ha ben detto !'on. Segni - « un po~te fra la Sardegna e il continente >, perché le merci potranno viaggiare senza essere scaricate dal mezzo che le frasport~ se non quando sono giunto a destinazione (3). (I) v. « Il Ponte• anno VII n. 9-10, pag. 1081. (2) v P Mastino « Il Ponte• anno VII, n. 9-10, pag. 1169. (3) v: • La Nuova Sardegna• del 26 luglio '55.

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