Nuova Repubblica - anno III - n. 26 - 4 settembre 1955

3 POLIT'ICA IN PRO V I-NC I A QUALUNQUISMO PARMA Fra i grossi proprietari, anche appartenenti ai pat·titi "democratici,, si .insinua il rimpianto per lo squa– d1·ismo ag1ario. Egualmente i maggiori industriali della cittl1 si trincerano dietro il feroce anticomuni• smo dei. Sogno, dei Guareschi, dei Togni. Il loro 'eader è il deputato DC Faletti, che si occupa con disinvolto ecleLLismo di bilanci di competenza, di censura cinematografica, di illegittimità matrimoniali di P ARMA, LA CITTA' situata in quella parte della pia– nura padana cbe è tradizionalmente considerata la roccaforte del comunismo italiano, capitale di quella « bas$a rossa~ resa famosa e _quasi leggendaria. dalla prosa retorico-sentimentale di Giovanni Guareschi, a pochi chi– lometri da Colombaia cli Carpineti e dal!~ altre localiti, reggia11e dove spesso la lotta politica si fa crnenta e dege– nera in episodi di violen7.a che caratterizzano queste zone come centri operanti di agita1.ioni rivoluzionarie, oggi sta prendendo l'aspetto di cittadella del qualunquismo, sta diventando oggetto della egemonia delle forze più quali– ficale della reazione. Il fatto che l'amministrazione co– nnu1ale sia in mano ai socialcomunisti (con un margine molto esiguo di maggioranza eletj;orale), la vitalità e il coraggio della popolazione, in passato più volte dimostrati con scioperi massicci che paralizzavano tutta l'agricoltu– ra e l'industria della regione o con azioni a,·mata manti che contrnstavano ostinatamente il passo ai manjpoli di llalo Balbo, le illustt'i e libere tradizioni culturali, non hanno impedito ai rappresentanti locali della destra eco– nomica, coadiuvati direttamente o indirettamente dalla apatia e dal qualunquismo di molti e dal carattere tut– t'altw che aperto della DC di estendere sempre piì, pro– fondamente il proprio potere, dj esercitare colla fol'za eco– no,uica una pl'ogressiva nJ:fasta influenza. _ Il gruppo dei maggiori industriali della città, titolari di opifici e fabbriche tecnicam('nte anche ben organizzate, è compatto, unito, solidalmente contrario ad ogni conce– ,.ione moderna e illuminata della funzione dell' industria nel nostro tempo. T,·incerati dietro un feroce anticomu– nismo che trova i suoi paladini in Sogno, Guareschi, To– gnj, essi vedono in Pella lo statista ideale, vagheggiano provvedimenti che possano mettere fuori legge l'estrema sinistra; sono talora inclini al paternalismo verso i dipen– denti, ma non concepiscono colle maestranze un rapporto che non sia di sudditanza. Aci essi non fa riscontro un nucleo di piccoli impren– ditori che, con una politica più saggia e meno retriva, valga ad equilibraTe l'influenza dei capitani delle locali industrie (generalmente di elaborazione e manipolazione dei prodotti della fertilissima campagna circostante). Non si sa se per presunzione di potenza o per convinzione ideo– logica, sono nella qnasi totalità, schierati al fianco dei loro maggiori. I commercianti, la ctù prosperità si è notevolmen– te accresciuta durante il periodo bellico, per una sorta di timore reverenziale o ancor più per la sensazione comune che ogni attività politica non sia che il trasferimento in altro settore degli intrighi tipici del commercio, fanno professione di qualunquismo, o guardano con nostalgia al passato regime, allo stato dell'ordine, in cui non erano possibili nè scioperi nè elezioni sindacali. Fra i ~rossi proprietal"Ì, anche appartenenti ai partiti «democratici», si insinua il rimpianto per lo squadrismo agrario e l'avversione per ogni eventuale riforma fondia- 1-ia, che sarebbe al contrario indispensabile per arrestare o pol'l'e un limite al fenomeno cieli'abbandono delle .terre, specie montane; fenomeno che va assumendo proporzioni seriailJente preoccupanti. Si comprender:\ facilmente la natura della situazione politica risultante da tali componenti fondamentali della società cjttadina. E molto più agevole djviene l'opera di involuzione per la configurazione e l'indirizzo della demo– cra1,ia cristia.na . In essa le correnti più vive, formate da quelle s tesse persone che durante la resistenza dettero il loro valido contributo, sono a mala pena tollerate. E' recente l'espulsione dal partito di maggioranza di alcuni giovani redattori di una rivista, Polemica, che aveva as– sunto,atteggiamenti cri,tici nei confronti cli esponenti qua– lificati della DC, ed ancor vivo è il ricordo della estro– missione dalla lista dei candidati alle elezioni ciel 7 giugno di èlemcnti « progressisti >· e di stimali sindacalisti, per far posto ai favoriti degli agrari, degli industriali e della Curia. La Curia è il passaggio obbligato per chiunque vo– glia ·aver successo in seno alla DC o per chi voglia assi– curarsi nn impiego o una occupazione. Il vescovo, mons. Evasio Colli, il citi appoggio è tenaçemente disputato fra i parlamentari del partito di maggioranza, ha le idee molto clùare in tema di concezioni politiche. In una let– tera pastorale, due anni or sono,• trattava alla stessa stre– gua liberalismo e comuni_smo: due pericolose « dottrine> da combattere con ogni for-,:a, Anche le iniziati ve e le attività culturali, che sono al confronto delle province vicine particolarmente intense, non recano alcun contributo di rinnovamento, Si predi– lige una cultura aulica, · astratta, sqtùsitamente provin– ciale. Gli amatori di storia e di arte locale concepiscono le proprio ricerche come ftni a ~se stesse. Lamentano la F,ABIO FABBRI (/Jiseono cli Goo) Fascisti 1955: potenza dcli' ideale perdita ciel colore locale per le nuove costruzioni, ma so– no incapaci di suggerire nuove forme che concilino ed ar– monfazino le linee architettoniche del passato con le mo– derne esigenze urbanistiche. Su questo piano si ma_nten– gono le riviste Aiirea Parma e P"r-ma ver l'Arte. Gli stu– denti che frequentano l'Università sono degni figli dei loro padri: rifuggono da qualsiasi interesse per la vita politiça o sono dichiaratamente clerico-fascisti. Larga parte degli uomini, di cultura, eccettuata una coraggiosa ma esigua. minoranza, anzichè trovare nella propria preparazione le ragioni di un impegno politico, ridono dall'alto del loro piedistallo delle « vuote alchimie dei partiti > e delle inu– tili formule programmatiche. Anc'1e partendo da presup– posti diversi, giungonÒ alle stesse conclusioni dei com– mercianti e dei- mediatori: il disprezzo. Con una sponta– neitii. e una leggerezza che dchiama l'ancillaggio dell'arte ai signori e ai feudatari, contribuiscono con la loro colla– borazione alla buona rinscita delle iniziative giornalisti– che promosse dalla locale sezione della Confindustria. E ' NATURALE e inevitabile che, per questo complesso di motivi, la lotta- politica tenda a radicalizzarsi e i partiti cli estrema. sinistra raccolgano una larga parte di in– tellettuali, ex azioni§ti, radicali. La posizione più disa– gevole è perciò quella dei gruppi che non hanno ceduto al frontismo: isolati e stretti fra due estremi sono i più bersagliati e i meno favoriti dalla situazione. Abbiamo parlato di imperantè qualunqtiismo e di ascesa della rea– zione. I due termini, di cui spesso si fa un uso generico Q marcatamente polemico, sono, nel nostro caso, vera– mente appropriati. Il potere della classe dominante, anche se non si l'ivela attrave,·so manifestazioni esterne, è sem– pre presente. I cavi degli apparecchi telefonici che stabili– scono il contatto fra i notabili e permettono di interve– nire rapidamente in qualsiasi occasione, creano una rete di sorveglianza. e di controllo che oppl'ime tutta la città. La. loro forza economica si completa e diviene strumento di diseducazione attraverso il quotidiano locale, che è uni– camente a loro disposizione. La Gazzetta di Parma., un lo– glio che ha il privilegio cli essere ii più ·vecchio giornale italiano, è stato diretto nell'immediato dopoguerra dal so– cialista Bernini e dal liberale Di Stefano. Ora, anche in questo settore, l'offensiva è stata completa, resa ancor più intensa dal risentimento, quasi dal desiderio di rivincita per quel periodo in cui il pa,-ticolare momento storico aveva consentito o imposto un linguaggio democratjco e un tono antifascista. Oggi i comunicati di assemblea della confindustria sono pubblicati in grande evidenza, mentre la Resistenza è una brutta pagina di cui è. meglio tacere: divide gli animi e ostacola l'ascesa delle « forze sane della nazione». In una città di provincia la fun,.ione e l'inilucn– za eserc.itata dal quotidiano, il cui acquisto è una consue– tudine per tutti, dal professionista all'operaio dell'oltre– torrente (dove sorgono i quartieri popolari), per i quali la Ga:zetta rimane l'unica fonte di informazioni, sono incom– mensurabili. Il monopolio dell'informazione non ammette concor– renti: L'Uomo Libero, un settimanale di sinistra liberale che aveva osato ribellarsi al conformismo e attaccare aspramente la insensibilità politica dei potentati parmensi, fu subito liquidato con una azione svoltasi all"interno stesso del P LI. I.e ragioni di tale conservatorismo cieco e deteriore sono eia ricerca,·si nella mancanza. assoluta cli una moder– na visione della vita politica, nella nostalgia per i pri,-i– legi ciel ventennio o nel piacere mal dissimulato di schjac– ciare col peso degli organismi economici gli uomini cul– turalmente e politicamente più preparati. Il leader ciel gl'llppo dirigente industriale è quel de– putato DC portavoce degli interessi dei gruppi elettrici, che anche recentemente in parlamento non ba esitato ad allinearsi col MSI (è noto il suo atteggiamento di soli– darietii. con l'on. De Marzio, che gli ha causato la sospen– sione tempo,·anea dal gl'llppo parlamentare DC). Egli, fa. cendo mostra di uno straordinario eclettismo, si occupa con pari disinvoltura di bilanci cli competenza, di censma cinematografica, di illegittimità matrimoniali. E' una spc– Cle d, Scalfaro cli provincia. Consigliern delegato della «Emiliana», professore universitario, ron. Nove1·ino F'a.– letti è, nel complesso, r~spressione ciel momento politico che attra,·ersiamo. Q UESTA PRESSIONE dei plutocrati, che non è com– piutamente avvertila nel suo aspetto politico-spiri– tuale dal bracciante comunjsta, impegnato nelle rivendi– cazioni cli classe e perciò in posizione di totale rottura ecf è del tutto ignorato dai contadini, ·sensali e agricoltori elio nei gio1·ni di mercato affollano rumorosamente la piazza centrale, è ·al contrario, sofferta e dÒlorosamente Yissnta da chi, in contatto con la borghesia cittadina, vicino ad essa per provenienza rna contrario ai suoi n1etodi e a.Be sue concezioni politiche, sente le quotidiane limitazioni di libertà. L'onorificenza attribuita cli recente alla memoria dello studente repubblichino per iniziativa del Rettore dell'Uni– versità (di cni anche Nuov" Repubblic" si è occupata a suo tempo) ha ancora una volta puntualizzato la situa– zione; l'opinione pubblica si divise in due setto,·i: da una parte i nostalgici, i dannunziani; i qualunquisti, i benpensanti, dall'altra gli antifascisti, i democrntici. La lanrea ad honorem a.Ila memol'Ìa ciel fascista re– pubblichino, fucilato dai partigiani nei giorni della libe– razione, fu con.ferita dal rettore in occasione della inau– gurazione dell'anno accademico. Subito reagirono le asso-· ciazioni partigiane e i familia ri degli studenti cadut.i nella guerra di libe,·.azione, i qna.li scrissero a.I rnttore che .: non si poteva ammettere che u na onorificenza disposta per coloro che caddero sul campo dell'onore o per la di[esa della libertà, vepisse conferita invece- a chi aveva com– battuto per soffocare la libertà >. Il rettore, al quale il senato accademico dimostrò la sua piena solidarietà, non diversamente dal quotidiano sciovinista locale che trasferiva la. questione di carnltero squisitamente politico e giu.ridico sul piano del pii, vieto sentimentalismo, non mutò parere, sostenendo che la legge 7-9-'4 4 (firmata Bonomi, De Ruggiero, Soleri) che - autorizza.va i rettori delle universiti. a conferire le lameo a titolo di onore alla memoria degli studenti caduti < sul campo dell'onore o per la difesa della libertà» poteva. ap• plicarsi anche a favo.re dei caduti della r.s.i., se discl'i– minati, e che, c omunq ue, la legge 21-3-1926, che autori7.– zava i rettori delle università a concedere la laurea agli studenti che dopo la guena erano caduti « per la reden– zione della patria e per la difesa della vittoria>, non ò mai stata ·espressamente abrogata. Lo scandalo divenne enorme. Furono da una parte e dall'altra invocati mini– stri, sottosegretari, deputati. l?inalmente il ministero della PI invitò ufficialmente l'universit/, a revoca.re la elljgit– tima onorificenza. Gli antifascisti ha. nno dunqu e vinto a Parma una grossa battaglia, ancl1e se resta in loro l'ama– rezza di dover vincere simili battaglie a dieci anni dal!~ Liberazione.

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