Nuova Repubblica - anno III - n.23-24 - 14 agosto 1955
B 4 GIOVANI SENZA AVVENIRE UNMILIONE .•, . . . DIDISOOO UP ATl, S ECONDO IL CENSIMENTO del '51 esistono in Ita– ·. lia quattro milioni e_più di g~ovani_ di sess~ ~aschile di età compresa fra 1 15 e 1 2o anni; d1 essi 1125 per cento (indagine lstat), lìgm·a nelle liste dei di~occupati; un alti'◊ buon numexo scompare negli invisibili setto1·i dell~ sotto-occup·a~io11e, fenome-no sénsibi_le__ particolarmept,e .n~l– l'Italia, del.·Sud, così che in _cifre, e ap_prossimati_vamente, si può.. senz\,Jtro calcolare al :Ìq;;JQ la J?ercentµale dei gio– vani: o··disoccupati o sotto-occupati o in cerca di prima occuJ)aiio1ie.-~ , . Questo, .in ,cifre, e sian pme larga~ente approssimate, il protileq1a dei gi?vani; l'aspett?, çli!Jiarno, più appari– scente' e. ÌJiù;,ncidenle del problema dei giovani: la man~ canza· di· un avvenire. Sulla base demòwafica del '50 si è stabilito inoltre che il 68. per cinto ci~ca dei giovani ,,di. p anni è provvisto della sola .istrnzione elementare· o non ha istrnzione af- • fatto; la" maggior parte dei giÒvani in cetca di o_ccupazione si rive,·i;a 'qùindi nei settori e nel!~ attiv~t/i.economjche di più scarsa q~àlifiçazione, dell'edilizia e d.ell'indµstria me– talmecèanica. D'àltra parte, e pr_oprio nei settori dell'jnçlu, stria edilizia; elettrica e metalmeccanica si rivela· una clelìcienza e11orme di maest~anze e di personali! tecnico e specializzato.·, In un mondo che s'avvia di giorno in giorno e sotto i nostri' ciechi .·a un •·altissimo sviluppo tecnico, a 4n'inte– grnle trasfo1'.~ai"ione . di tutti i processi pro.duttivi, indu– striali e agricoli, a un'este_sissim~ applicazione cli tutte le possibili fonti d'energia., noi non soltan-to non sappiar;no offrire ai nostri giovani la speranza d'un domani ma, nean- che, a quel domani sappiamo prepjlrarl i. · Una bene ,organizzata e articola.ta istrnzione tecnica, una ricerca scientilìca abbondantemente fornita di mezzi e di strumenti di studio e di sperimentazione costituiscono, oggi, uno dei pilastri essenziali dçl potenziale economico, industl'iale e agricolo di una nazione., Pe1: non essere ta- .. .gliati fuori çlal pr_ocesso storico mondiale di ascesa e di sviluppo o, semplicemente, per sopravvivel'e, una nazione dovl'0bbe oggi preziosamente coltiyare.il proprio patrimonio giovani!~, govr~bbe ricerco/e e utiliz zare, traendole dal popolo, le più fresche e intellig~ti energi!), dovrebbe - let– teralmente,'-- andare in ce,·ca,di ,vocazioni.• Da,~noi, norr esistendo né ·prevedendosi possibile, allo stato attuale, un assorbimento naturale e progressivo dei giovani nel ciclo produttivo ciel paese; non esi~tendo .non solo istituti di 1·icerca e di studi.o modernamente a.ttrezzati ma neanche, a sufficienza e sufficientemente· attrezzati, degli istituti di preparazione ad una seria attività di tecnico; non esistendo - o rarissime e abbandonate alla a.ncor più rara bu~na volol)tà ,dei, presidi· - delle scuole veramente efficienti cli orientamento e cli formazione professionale, qnella massa enorme di energie stagna e si corrompe; quel pat,·imonio si dissipa e si disperde. La metà dei nostri st.u, denti si avvia ·a ·scuole d'indirizzo cl.assico e di essi meno del 40 per cento ne giunge al termine. Parallelamente e conseguentemente nelle scuole e ne– gli istituti di· cultura del nostro paese il bisogno di nutri-· mento intellettuale e spirituale prop,·io dei giovani non tro– va soddisfazione; fra gli stessi giovani - • fra i più vivi e più intelligenti_- è. ormai diflusa la sensaz1one ~ la con-– vi nzione che da noi, nel nostro paese,· non v'è più· nulla da fa.re. · ; ·, I gio\ 1 an·i sono il futuro, son l'avvC1~ire è una sooietà che li .abqa.ndona e non sa che farsene è una società véc- ; chia; vecchia non .solo esteriormente, nelle sue ·strutture anacronistiche· è sÒflocatrici, ma interiormente, nello spi– rito. E' giovane cbi pensa in termini cli domani, chi.cerca o avverte, di fronte a sé, degli ocizzonti aperti, delle· prospettive ampie ·'d'azione e seriamenle è· adegùata"mente vi si prepara. E' vecchio per contro, chi si limita al man– tenimento e alla conservazione dello stato che gli assicura i privilegi o, semplicemente, il reddito; chi si limita alla difesa e alla conservazione ciel mondo in cui è vissuto e non ne avverte l'ansia e il bisogno insieme d'un rinno– vamento. L'infeudamento e, con esso, la balcanizzazione della funzione pubblica son cose ormai già in atto. Preoccupa– zione della nostra classe dirigente non è cli risolvere de_; problemi interni, di soddisfare i bisogni ciel paese, di ade– guarlo alle necessità dei te111pi e assicurargli quindi l'av– venire; ma di adattarlo aÌle esigenze di una politica este– ra meramente giustapposta agli interessi e alle possibilità reali ciel paese; di trasferire sul piano interno la guerra fredda ed il contrnsto ideologico onde eludere, anziché risolvere, i problemi nostri cli fondo, cli stornarne l'at– tenzione. Neanche, cli quei problemi, più si prospetta soluzione di cui non vengan prima esaminate le conseguenze sul piano estero; la discussione stessa non si conduce, quando si conduce, che per scopri re e cogliere, dell'interlocutore, l'appartenenza ideologica; e il discorso, rivelatosi non con– formista., non vaJe più per quel che dice, appare propa– ganda e come tale è rigettato. Coi giovani e con lt: scuole e( si conduce allo stesso· modo; preoccupazione, anche qui, non è di risolvere dei problemi, di offrire ai giovani la speranza d'un domani, bensì di accaparra rii, di operare anche fra lorn, come che sia, una discriminazione. Il futmo, si direbbe, non ci ap– partiene e non ci riguarda: esso appartiene all'America, appartiene alla Russia., appartiene alla Cina, a tutti fuor– ché a noi. L'a,,ticolo che suila scuo'Ia di stato ha pubblicato re– centemente Nuova Repubblica è bene indicativo: la 'preoc– ct1pazione dei val'Ì ministri che si son succednti alla Mi– nerva non, è cli sviluppare· e· 1i ammpdernare la scuola di stato bensì di -,,vil"ppere e di potenz_iare (senza; ammo– dernamento beninteso) 11,J,• scuola corifes'sionale, ovè, è ben noto, qùel che conta noq 'è tanto la cultura o la. profes– sione o htvvenfre .del giovane quanto, piuttosto, ··1'addot– trinamento. E i giovani che hanno il senso delia vita cl'oggi, che hanno. il senso ciel futuro, che vi pensano se• ria111ente e seria111ente vi si vonebbero preparare, che vo• aliono restar fuori di quelle cerchie, vivono abbandonati in una terra di' nessuno, una no man's Land ove tutto è buio e striclor di denti. ·· NINO ISAIA CO '.R SI ·P R O D U T T I V I EDILIZIA RENDI-MENTO. S I AFFERMA che nel Mezzogiorno non si poss~no _rea– lizzare i programmi di opere industriali per man- •Canza di maestranze qualilìcate; non solo, ma nem– meno le iniziative .promosse fanno sperare in un cambia– mento. della situazione. Il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale non ha lesinato nei suoi finanziamenti regolati dalla legge 29 aprile 1949, n. 264: dalle relazioni ministeriali si-rive– lano le somme stanzia.te a tale scopo. CORSI PER LAVORA TORI DISOCCUPATI (per la sola provincia di Napoli) Oo,·si Allievi Spesa 1951-1952 441 13.085 L. 925.456.055 1952-Hl53 376 I 1.280 , l.00G.007 .368 1953-1954 128 3.660 » 364.961.000 In totale 945 corsi con 28.025 allievi per una spesa cli L. 2.2!>6.424.423. Nella stessa provincia sono stati altresì fin11nziati i seguenti CORSI PRODUTTIVI EDILIZIA Oo,·si Allievi Spesa 1%2-Hl53 92 2.415 L. 434.282.700 1!)53-1954 37 9G0 » 207.820.100 In totale 129 corsi con 3.375 allievi per una spesa cli L. 612.102.800. Ma cosa sono questi corsi produWvi• edilizia? Si tratta cli quei corsi che, come dice la circolare n. 22 bis prot. 17623/179/AG datata 4 aprile 1953, « parallela– mente alla normale attività acldestrativa, intendono con– seguil'e attiviti, produttive di carattere sociale~- Al punto 2.o della citata circolare apprendiamo infatti chè, in considerazione cli tafo criterio, è pre\lista l'istitu– zione di corsi: a) cli primo addestramento: per manovali generici della edilizi,t mancanti cli qualsiasi conoscenza del me– stiere; della durata media cli mesi 4 per là costruzione di un singolo alloggio; . . b) di qualillcazione, per lavoratori edili non _quali: ficati; della durata. media di mesi 6 per la costruzione di due o più alloggi in un unico edificio aèl un piano, o cli casette a schiera o altrimenti collegate; _c) ecc..... ·, I risultati di questa ingentissima. spesa dovrebbero essere rappresentati da: 1) almeno 15.000 lavoratori, se non qualilìcati, pos– sibilmente « mezze cazzuole~, per gli edili, e mezzi quali– ficati, per altr·e categorie professionali; 2) n. 129 case o fondazioni di costruzioni incom– plete. E' stata, per la verità,. costruita qualche sede degli· uffici comunali per il collocamento, ma troppo poco, ci sembra, per poter affermare che tanto denaro del contri– buente italiano è stato speso bene. A parte il fatto che con « manovali generici dell'edi– li,lia mancanti d1 qualsiasi conoscenza di mestiere» non si costruiscono case pe,· cristiani e nemmeno stalle .per bestiame (anch'esse costano denaro), i risultati cli tale inchiesta potr·ebbero dare la base per l'impostazione di alti-i programmi, altre inizia,tive che, tenute presenti le di fficoltà e le lacune che hanno provocato tanto sperpero di dena.ro, promettessero, almeno per il futuro, qualche lu ce di sp eranza. Non si dice fo1·se: « sbagliando si impara?». AURO LENCI nuova repubblica ABILrrAZI SENZA ESA D .I 1 UN LUNGO SCRITTO pervenutoci, a firma « Tre padri di famig_lia », diamo qui cli seguito un estratto, perché alcune delle considerazioni in esso contenute ci paiono_ \Jegne cli attenzione. « Siamo almeno in tre padri cli famiglia a presumere cli avere il diritto di dirn una parola sulla scuola, per il fatto che vi mandiamo i nostri lìgli. « Abbiamo letto sui giornali che è da con ..iderarsi quasi approvata la legge sugli esami d'abilitazione, la quale contiene una norma transitol'ia che concede l'abilitazione dir!Attica ad honorem a tutti gli· insegnanti che abbiano prestato servizio per cinque anni, vuoi nelle scuole statali, vuoi in quelle private e, cioè, per essere più espliciti, a quanti laureati, regolarmente bocciati in tutti i concorsi da essi sostenuti, siano stati 1·iconosciuti non idonei al– l'insegnamento. « L'idea di dovere affidar" i no.'tri figli a tali professori non ci sonide, perché, per quanto si elica che per i nostri ragazzi pretendiamo dalla scuola solo un pezzo <li carta., noi ve li mandiamo pri11cipal111ente perché siano istrniti ed educati, educali a volere, ad avere coraggio, a non sottrar·si al clove,·e cli affrontare nella vita il rischio cli un esan1e. « Avevamo· c,·eduto, quando eravamo padri più giovani èd inespe1·ti, che la scuola appartenesse agli alunni e che lo Stato avesse il dovere di provvedere a farla funzionare in modo da garanti,·e ed assicurare ad essi tutti i mezzi pi,, efficaci per la loro miglioi·e formazione cultmale e spi– rituale, e non ci riusciva di vedere· la scuola come un can• tiere di lavoro per "combattere" la disoccupazione. « Noi genitori non possiamo scegliere i maestri pe1· nostri lìgli come scegliamo il medico per le cure, l'avvo• cato per una causa, il bar per un caffè, il macella.io per un buon taglio di carne, l'ingegnere per un progetto. Ne viene di conseguenza che lo Stato deve provvedere a de– stinare all'insegnamento_ gli uomini a ciò segnatamente idonei, perché non si debba verificare una condizione. di di– suguaglianza t1·.aalunni capitati bene ed altri capita.ti male. « Non escludiamo che qualèuno possa osare di dhet "Rivolgetevi alle senale priva.te " .. Rispondiamo: "No, )lra– ,.ie ". ·A parte il fatto che se è lo Stato a darci questo con– siglio, esso fa la lìgura, che farebbe se ci consigliasse di comprare le sigarette d\ contrapbando o .cli viaggiare con mezzi di trasporto privati anziché con le sue ferrovie, noi non abbiamo mezzi sufficienti per farlo e, d'altra parte, non nutriamo soverchia lìdooia nelle scuole private, tranne rare eccezioni, ragion per c ui, nrnlgrado la legge sull'ahi• Jitazione didattica, i nost.ri ragazzi continueremo a man– darli alle scuole statali. « E che .dire delle assurde situazioni che nella pratica attuazione della legge ·verranno a determinarsi? Da una parte bocciati in ogni tipo di concorso, compresi quel li a cattedre nelle scuole di avviamento, che si troveranno a.bi • lita.ti per l'insegnamento delle lettere classiche nei licei classi ci o della matematica e della fisica nei licei scien– tifici o d'italiano e stol'Ìa negli istituti magistrali e tècnìci :' dall'altra, regola,·i vincitori o abilitati che non possono aspirare ad ottenere un'abilitazione di grado stiperi9ì'e pèr il semplice motivo che non hanno il merito di essere stati bocciati, poiché l'abilitazione didattica è concessa esclusi– vamente a chi è caduto in tutti i conco,·si. La legge porta con -sè tale incredibile· Logica.· · « Così si avrebbero cinque diverse ca.tegol'ie di docenti: 1) professori di ruolo; 2) professori di R.S.T. (,·uolo spe– c iale tra.ns ftorio - -n.d.,·.); 3) incaricati regolarmente idonei o abilita.ti ; 4) inca11cati in possesso della sola Iaure&; 5) incaricati col grazioso dono dell'abilitazione didattica. Come sta diventando ridicola e pietosa la scuola· dei no- stri lìgli ! >. · Aggiungiamo, per nostro conto, che 11 problema dei laureati disoccupati o .semi-occupati esige solmdoni di ca• ra.ttere sociale generale, e non si può risolvere immetten– doli d'ufficio nella scuola a scapito dei migliori, che se-· guano la via maestra· dei concorsi. Le chiavi per la solu– zione del problema stanno in verità nella politica econo– mica generale da un lato, e nella organizzazione degli studi superiori dall'altro (l'inflazione dei laureati, incapaci di corrispondere a precise esigenze tecniche della società, è essa stessa un aspetto della contrnddittorietà implicita nella organizzazione economico-sociale in atto). In secondo l.uogo, la legge sull'abilitazione didattica è indubbiamente ispirata da lìni demagogici tanto che le si– nistre, per non apparire aritipopola,·i, non hanno avuto scrupoli ad appoggiarla, e come tale si inserisce in tutto quel processo cli sanato,·ia col quale si crede cli operare la rigenerazione della scuola italiana. · lnlìne uno degli aspetti più scandalosi della legge è senza dubbio quel)o che prevede la concessione dell'abili– tazione a chi ha prestato servizio per cinque anni noi). solo nelle scuole di stato ma anche in quelle private. Ora è appunto noto che nelle scuole private insegnano per lo più insegnanti non abilitati ·o, se ecclesiastici, abilitati anche . senza laurea specifica (laureati cioè in sola teologia) in virtù di un esame che li abilita in condizi~mi di minorità e solo pe1· le scuole dipendenti dagli enti ecclesiastici. Cosi, con l'abilitazione didattica, le scuole dello Stato vengono abbassate al livello culturale di quelle: che forse è l'intento effettivo dei proponenti cl.ella legge. *
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy