Nuova Repubblica - anno III - n. 19 - 17 luglio 1955
nuovà repubblica 5 SETTE GIORNI NEL MONDO I IL DISARMO A GINEVRA L A CONFERENZA DI GINEVRA si apre lunedì se1~za un ordine del giorno pr?stabilito e in teoria puo qurndr essere affrontato e nsolto qualunque pro– blema. Ma solo sulla questione del disarmo (quale che sia il valore di un accordo çli massima, prima che siano risolte questione di fondo come quella tedesca o quella di For– mosa), la progressiva autonomia delle posizioni anglo– francesi da quelle americane ha consentito di avvicinare sostanzialmente le posizioni origÌnariarnente antitetiche de– gli Stati Uniti e dell'Unione Sovietica. Di disarmo si cominciò a parlare a Hot Springs già due anni prima de~la fine della guerra, ma solo alla fine del 1951, su proposta dell'ONU, i Quattro comincia– rono a esaminaa-e concretamente il problema, ponendo più o 1neno a fuoco le clivergenze fra la tesi americana e quella sovietica. Cli atnericani proponevano un piano in tre ten1pi: divulgazione dei piani militari delle singole potenze, ridu– zione· degli armamenti di tipo classico in proporzione al maggiore o minore stato di riarmo delle singole potenze, interdizione delle armi di distruzione cli massa e istitu– zione cli un regime di proprietà e di controllo interna– zionale, sulle line del Piano Baruch approvato nel 1948 dall'ONU. I sovietici invertivano invece i tempi, ponendo in p1·irno luogo l'interdizione delle armi di distruzione di mas– sa e il loro co,ntrollo (se_nza proprietà e gestione interna– zionale dell'energia atomica), la riduzione di un terzo de– gli armamenti classici in un anno e infine la divulgazione dei piani militari. Con i loro piani rispettivi, sia gli americani che i so– vietici miravano a conservare per ultimi la superiorità sul– l'avversario: superiorità a1nericana sul piano atomico, su– periorità sovietica in fatto di armamenti classici e di se– greti n1ilitari. Sia gli uni che gli altri avevano l'incubo dell'aggressione di sorpresa in un momento di relativa de– bolezza, 1nemori, gli uni, dell'aggressione giapponese di Pea1·l Ha.rbo1·, e, gli alt1·i, di quella hitleriana del 22. giu– gno 1941. Dopo due piani di compromesso presentati dai fra;,– cesi su iniziativa del socialista J nles Moch, un piano anglo– francese cli compromesso ciel giugno 1954 ottenne, nel set.tembre 1954, ali' Assemblea dell'ONU, il pubblico. con– senso di massima del delegato sovietico Viscinsky, Il piano anglo-francese fondeva le èsigenze delle due parti, proponendo in sostanza di procedere contemporanea– mente e gradualmente all'istituzione dei controlli, alla ri– duzione degli armamenti « cl~ssici » e a! disarmo atomico. L'accettazione di Viscinsky non era incondizionata ma con– teneva parecchie varianti, che rendevano necessario un ap– profondimento della discussione, nel corso della quale, all'inizio cli quest'anno, vi era una nuova battuta d'arresto, fino alla presentazione di un nuovo piano sovietico, nel maggio 1955. Il piano sovietico riprendeva a suo conto la maggior parte delle proposte anglo-francesi, completandole: esso indicava fra l'altro per la prima volta il limite massimo degli efféttivi «classici» da lasciare alle singole potenze, venendo incontro al desiderio americano di ridurre gli armamenti di tipo classico tenendo conto dello sta.to ·cli riarmo di ogni potenza al momento dell'attuazione del piano, e pt'ecisava meglio la gradualità di applicazione dei tre ordini cli misure, disarmo atomico, classico e con– trolli. Il piano sovietico lasciava ancora sussistere molti punti oscuri, secondo gli occidentali, specie riguardo alla misura ciel controllo all'interno dei singoli paesi, ma costi– tuiva nna vera e propria rivoluzione .rispetto alle tesi so– vietiche cli partenza. Su questa situazione si è inserita la decisione d'indire la Conferenza a Quattro, cioè l'incontro « ad altissimo li– vello» delle potenze che fino ad ora avevano trattato il problema del disarmo, offrendo perciò la possibilità cli ri– solvere i prnblemi ancora in sospeso. E proprio in questi ultimi mesi, dopo che sono apparse le conseguenze im– previste del le ultime esplosioni di ordigni ter,nonucleari, a Bikini, con gli effetti letali che hanno prodotto sui pescatori giapponesi, gli r_iornini hanno corninciato a ren– cle,·si conto - come dice rappello- soltoserit_to eia scien– ziati di tutto il mondo e eia Einstei11, prima, di morire - « che il pe,-icolo è immediato- per se stessi ed i propri figli e nipoti e non solo per.un.a,generiqa e- vag~ ,Hmanità ». , .. L'appello degli scien½iati, che non appare come tanti altri viziato da ragioni politiche o tattiche cli parte, con– tribuisce ad esercitare il massimo cli.pr.essione clell-'opinione sui governi alla vigilia della Conferenza cli Ginevra e fa capire che .il disarrno dev·essere .integrale o rimane il– lusorio, percbé accoHli limitàti àlla ,bomba H « non sareb– bero piè, considerati vincolanti in tempo di guerrn ». Se da Ginevra potesse quindi scatmire un accordo leale che con– tribuisse a mettere al bando là ·guena e a dar corpo al– l'impegno unanime cli risolvere pacificamente tutte le con– troversie intemazionali si sar~bbe ratto un passo serio per la distensione e la solu:!iione dei pNblerni di fondo. PAOLO VITTORELLI PAESI DESCAMISADOS - Sottana o camicia? (Dis. di Dino Boschi) 8FIO SENZA 1 I)EE LETTERA DA PARIGI e OM'ERA BELLO il Partito Socialista ai tempi di J aurès ! Per essere giusti, bisogna dire che fu bello anche ai tempi di Léon Blum, per esempio in qnel · n1eraviglioso giugno 193G, quando, in ,un'Europa orinai quasi totalmente fascistizzata, la Francia balzò in piedi e si proclamò l'ultima trincea della libertà, e i socialisti francesi, per la prima volta alla direzione del governo, portarono nella vecchia struttura sociale ciel paese le esi– genze della classe operaia. Fu ]'nit.ima fiammata. Dopo le tenebre della guerra hitle1·iana il socialismo, in Francia, come del resto ìn tutti gli altri paesi, non riçrovò più quel suo splendore. Non ei-a solo la concorrenza ciel suo figliol_ 12!:ocligo,il comunismo, che ne offuscava. la luce; fu la' n,ìova mentalità di troppi dei. suoi dirigenti passati attraverso le tentazioni del potere,. a cui più cli una volta soccon1bettero. Ne seguirono con1promessi d'idee e d'interessi, anche personali. La vecchia gloriosa SFIO perdette purezza,, prestigio, potenza. Malgrado le batoste subite, la sua apparenza è ancora florida. Ma se il numero dei suoi parlamentari s'è· mante, nuto elevato, lo deve a un sistema elettorale e ad alleanze ibride e scandalose che compensarono la perdita. di 111ilioni di voti. Profonde discordie, culminate in una recente scis– sione ciel gruppo padamentare, ne .hanno intaccato quel resto cli disciplina. che le restava. ' In questi, giornj, nel sobborgo parigino di Asnières, la SFIO ha tenuto il suo qnarantasettcsirno congresso. In realtà, tra congressi 01·clina ri e straordinari, convegni e con– sigli nazionali, si pnò di re che la SFJO siede in perma– nenza per discutere e deliberare. Il congresso cli Asnières· ha, com'era, prevedibile, risolta con un'amnistia la scissione del gruppo parla111entare, poi Ja discussione ha ripreso intorno ai proble,ni che agitano il paese. In qu(ç~ta. discussione, la SFIO mostra chiaramente la. sua nuova· faccia di partito non più della classe operaia. Se l'attuale posizione cli opposizione le è utile, la nostalgia del potere tl'aspfra. nei discorsi di quasi tutti gli oratori, i quali si occupano cli problemi politici o meglio di tecnica politica, trascurando quelli econonuc,, che dovrebbero essere assolutamente prevalenti in nn partito socialista. Così intere secl,ite sono state occupate da discussioni sul problel1la nordafricano, e cioè sul modo di conservare alla Francia l'Algeria e il Marocco. Ottimi propositi, ricerca cli rimedi, belle parole di fratellanza tra. i popoli, m,i paura di dire quello che ognuno pensa. Bisogna far vedere che anche la SFIO si preoccnpa cli conse,·vare l'Af:,·ica setten– b-ionale alla Franci,i. Ma, sopra ogni altra cosa, predomina nella. SFJO la preoccupazione della prossima consultaz,ione elettorale, che potrebbe anche essere anticipata all'autunno. E allora lo spettacolo è poco b1·illante, perchè nel tal dipartimento i candidati socialisti avranno bisogno dei voti comunisti per riusci,·e, e in un altro dei voti radicali e perfino l\!IRP. Cosicchè c'è qualche federazione disposta a passar sopra anche al problema della laicitit, ehe è forse la. sola carat– teristica che la SFIO conserva del suo passato. In Francia il problema della laicità non ha gli aspetti angosciosi che ba in Italia. Ma la Chiesa è passata alla offensiva anche in Francia, e servendosi un po' di tutto - di Pétain per -cominciare, dei cattolici della Resistenza poi, del MRP e dei diversi Bidanlt, della vecchia. destra reazionaria e clericale infine - essa ha ricuperato qualche posizione perduta eia mezzo secolo e ha ·rimesso in discus– sione questioni che la Terza Repubblica aveva felicemente risolto dando al paese un clima di tolleranza e cli libertà.. Questo, · per fortùna, l'immensa maggioranza della. SFIO lo comprende. E parecchi elementi sentono il vuoto ideologico del partito, e vo1Tebbero riempirlo. Ma lo slOl'zo pare superiore alle loro forze, per cui le nuove ideologie sono studiate e coltivate oggi in quei grnppi di intellet– tuali che si raccolgono in cenacoli pìù éhe in veri movi– menti politici, che cercano un centro di raccolta, alcuni attorno a nn radicalismo che avrebbe trovato il suo uomo in Mendès-France, alcuni altri in un fronte popolare. Ancora imponente coJTie organizzai.ione elettorale, la SFIO non esercita più attrazione alcuna nelle giovani generazioni e sen1bra un organisn10 esaurito, incapa,ce di ,·innovarsi e di adattarsi alle nuove esigenze della situa– zione. Intendo cli,·e di adattarsi rinnova.nùo la tattica e non i p,·inc_ipi; in realtà la SFIO ha proprio il grave torto di adattarsi troppo rinnnciando ai principi. Se, seriamente, si chiedesse ai clir·igenti della S L:ro a che cosa. essa mira, non ~aprebbero che cosa rispondere. A guadagnar le elezioni, cioè a conservare un gruppo parlamentare forte: a questo, a guardar bene, mira oggi sopratutto la SFIO. Ma essa non saprebbe dire poi neppure che cosa questo grnppo dovrebbe farn. Legare un partito strettamente a un'iùeologia può essere pel'icoloso; l'inun• ciarvi, è peggio. · GIUSEPPE ANDRICH , STAMPA INGLESE E CRISITALIANA I N ITALIA CI SI RAJ\1i\-IAR1CA clte gli osservatoti diplomatici ed i corrispondenti stranieri sopravva– lutino il pe,·icolo eomunista nel paese. Ci si lamenta altrnsì che gli stranieri (inglesi e arne,·icani) tendano a scandalizzarsi ed a preoccnparsi ogni qualvolta avvenga, o minacci di avvenire, un n1utarnento di governo quasi che gli italiani non abbiano il diritto di regolare, a loro beneplacito; i lo,·o a.frari intet"ni. T'ure li Mondo, in un .. recente «Taccuino», ha ripre:;;o quf'sto tema già dibattuto nella stampa italiana anche in occasione del– l'ultima crisi. I gra.ndi quotidiani .inglesi cli informa– zione (quelli cioè, non molti in vero, che pubblicano giornaln1ente una iòtera pagina di in fo1:rnazioni dal– l'este1·0) }1anno la consuetudine di seguire un criterio,. non molto elastico, cli precedenze. Cli Stati Uniti hanno il primo posto ed occupano un buon terzo dello spazio disponibile; alcuni giornalj, i pili grandi, hanno dne cor– rispondenti permanenti, uno a. \Vashington, l'altro ·a New York; escludendo i paesi del Common"'ealth, che hanno logicamente un cli,·itto cli prio,·ità sullo spaziò, il secondo posto dovrebbe essere assegnato all'URSS se, per note ra– gioni, le infor1nazioni, da que.sta parte, non fossero scarse. Segue Parigi più per tmclizione che per ,·alutazione del suo peso politico; quindi Bonn che tende a soqJassare la Francia pee 1a netta. tenden½a anglosassone di seguìre con sempre n1aggiore attenzione gli fi\·venimenti e gli sviluppi politici nella Repubblica. Fedel'81e. Infine l'.ltalia, ultimo dei grandi paesi stranieri le cui vicende politiche sono osservate con una certa :regolarità. Nel giudizio dei pro– prietari e dei direttori dei giornali inglesi il servizio dal– l'Italia, però, è considerato quasi n1arginale, cioè d_eve sop– portare la deficienza cli spazio, quando le notizie non siano cli primo piano (caduta cli governo, elezioni, eccetera). Le notizie da Washington o da. .Bonn assumono importanza
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy