Nuova Repubblica - anno III - n. 16 - 26 giugno 1955

Bi 6 DUE OPINIONI AZZECC-AGARB.UGLl IN 'TONACA Caro Codignola, permettici qualche osservazione ul recente articolo di Pavolini « A~zeccagarbugli in tonaca». In tale arti– colo, ci .sembra di notare una contraddizione, là dove si afferma che « l'affare• deveva considerarsi esaurito dal momento che lo Iacopetti e la zingarella si erano spo– sati II Regina Coeli « con matrimonio valido >. Questo è il punto: la legge ammette che ·certi reati siano conside– rati estinti al momento in cui interviene un'azione ripa• ratrice (nella specie, il matrimonio) ; implicitamente, tut– tavia, è chiru·o che essa deve pretendere che una tale azio– ne non sia subordinata ad. alcuna condizione che, posta per ottenere il successivo annullamento dell'azione mede– sima, fa in realtà si che questa debba considerarsi come non mai avvenuta. Quando lacopetti si preoccupa, prima di sposarsi, di far qua.nto può perchè il matrimonio ri– sulti facilmente annullabile, · egli rinuncia in quel mo– mento stesso a compiere « nn matrimonio valido>, e di– mostra al contrnrio di volersi soltanto sottrarre ·- non importa per quale motivo - al gindizio della Ma– gistratura. Il fatto grave, che emerge da questo episodio, è so– prattutto questo: che chi è provvisto di mezzi, e può largamente ricompensare la parte lesa, e fornirsi di abili avvocati,. può, .in certe occasioni e con una certa faci. lità, · sottrarsi alle conseguenze di un proprio gesto. Dob– biàmo dire che ci è parso strn.no che un fatto del genere, rappresentativo di un costume e di una società, non sia stato posto in rilievo da N .R. Alcuni dei giuristi criticati da Pavolini hanno indi,·et– tamente prop.rio denunciato questa situazione, quando hanno espresso la loro meraviglia per l'avvenuta celebrazione delle nozze, che si sono potute contrane solo perchè non è stato tenuto conto degli a.,·ticoli 84, 102 e 120 del C.C., i quali avrebbero 1·ichiesto: 1) che non venisse dato dal Procuratore Generale il permesso alla zingarella a S\JO• sarsi; 2) che l'ufficiale dello stato civile non celebrasse egualmente le nozze essendo a conoscenza dell'esistenza di un impedimento (dichiarazione rilasciata da Iolanda CaJcle1·as ad un notaio). A queste affermazioni ci si sa– rebbe dovnti affiancare, senza till'.)ore, trasferendo però il caso dal puro piano giuridico a quello politico-sociale, fino a fame un'occasione cli più per denunciare una so– cietà che permette che privilegi si creino all'ombra di una legge eguale per tutti. Così facendo si sarebbe stati anche meglio legitti– mati a denunciare l'intervento nella questione dell'Osser– vatore Roma.no, non per il solo motivo ricordato da Pa– volini, · ma. per il fatto che proprio il diritto canonico si presta ancor più di quello civile italiano a fornire occa– sioni per sfuggire subdolamente al legame matrimoniale e quindi, in questo caso, alle giuste conseguenze che de– vono colpire chi si è macchiato di un reato. Noi non siamo certo per l'indissolubilità del matri- D O-PO CHE HO PREMUTO il bottone del campa– nello, avverto appena dietro la porta chiusa l'a.v– . vicinarsi _di un passo lento e un. po' s_olenne; e di lì a poco la porta si apre, e ne·1 vano appare la figura jerntica di ·Mandolfo. - Ah, sei tu ; vieni -. Mi precede nello studio soffocato dagli scaffali gremiti di libri e qui mi indica una poltroncina, la solita nell'angolo. Egli sorride, e sorride sempre così quando ha vicino un amico fedele: un sorriso affettuoso al quale partecipa. tutto il viso e specialmente ·gli occhi dietro le lenti balu– ginanti, e la. bocca un po' piegata all'ironia, quasi per noµ confessarsi interamente. Una volta., quando ero giovane, quasi ancorà un ra– gazzo, il suo nome mi appariva. sulle colonne di Critica Sociale fra i grandi nomi de! tempo: Turati, 'freves, Mo– digliani, Matteotti, Griziotti, Rignano, Einaudi. Erano gli anni foschi dell'incertezza, del provvisorio, delle cupe pre– visioni: 1921, 1922, fino al termine della pai·abola, 1926. Fu allora vice direttore, e poi di fatto direttore della grande rivista. Dalla provincia, come 11ccade, quelle figure nù appa.ri vano popolanti una specie di olimpo e le 101·0 parole infallibili, perchè tutto quanto avveniva era stato puntualmente previsto. I loro ammonimenti angosciosi, i loro appelli a.i compagni e alle folle frementi di facili en– tusiasmi e di collere irrazionali, lasciati cadere e respinti e· talora irl'isi, tornavano alla memoria man ma.no che il bestione trionfante conquistava nuove posizioni: fino ai trandi delitti e ali~ conquista del potere. Era un .socialista di « destrn » allora Mandolfo: era un « riformista »; ed ora, ecco, egli non ha cambiato, la sua concezione della lotta politica, la sua maturazione storica e filosofica lo hanno. portato a una continua riconfe.rma dei pdncìpi da.i quali tutta la sua azione di politico e di educatore ha trntto origine, mentr~ tante coscienze si pie– gano e si traviano nel compromesso più avvilente. Egli non riesce spesso a distinguere morale politica. da morale corrente, ·anche se indulge agli errori degli uomini. Ma non si erige a giudice delle persone, bensì delle azioni po– litiche; ed è sufficientemente addestrato alla critica marxi– sta per comprendere che la vicenda politica e l'errore po– litico perdono l'uomo anche di buone intenzioni. Mi chiede cosa penso della attuale fase -0ella crisi ita– liana; e mi ascolta. assorto, senza interrompermi, acca- monio; ma chiecliamo che tutti abbiano veramente le stesse possibilità di 'riacquistare la propria libertà quando fatti importanti lo gi-ustifichino, e chiediamo perciò ehe sia riveduta una legge che consente, in casi deJ genere; solo a chi è ricco di infischiarsi di essa. Cari saluti, Anna e Prnnco· Ravà Caro Pavolini, ti prego, non darmi subito del laico di complemento, del collo-torto effettivo o del!' Azzeccagarbugli, sia pure in pantaloni. lo non sono rimasto molto persuaso del tuo articolo sul caso l.acopetti. Vere molte delle cose che hai dette, ma non giuste altre. Per quanto del mestiere, non voglio addurre argomenti gmridici nè éitare latinetti. Non parlo in nome della giustizia con la spada, l'elmo, le bi– lance e le forme prosperose; nonostante le apparenze que– sta austera matrona è assai accomodante. Estinzione-nul– lità-vizi del consenso-rato non consumato, credimi, pos– sono essere fo1:mulette magiche, capaci di far divenire bianco il nero e nero il bianco (dammi atto che, contro tutte le tentazioni, non ho fatto ricorso nemmeno al più innocente dei lati netti). Ti parlo in nome di una signora assai più dimessa, semplice ed umana: la coscienza popo– lare. Non conosce nè bandi nè grida, non distingue gli im– pedimenti dai dirimenti, la invalidità ·assoluta dalla rela– tiva. ed è indifferente alle opinioni di Bartolo o di Baldo, ma va diritta alla sostanza delle cose, con un senso assai preciso del giusto e dell'ingiusto. Ebbene la coscienza po– pola.re non capisce e non approva che un fatto delittuoso possa essere estinto da nn ma.ti ·imonio e che, annullato successivamente il matritnonio. stesso, uno possa andarsene tranquillo, senza ceppi e senza moglie, per le vie del inondo, in cerca di nuove avventure. Corruzione di mino~ renni - violenza carnale - atti di libidine sono cose gravi anche per una repubblica meno arcigna della nostra! (ma è veramente tànto arcigna questa repubblica co~\ pl'Opensa all'oblio?). Può darsi che questi fatti delittuosi non Sussistano, ma allo.ra ne emergono altri: 1rierc1n1onio, ricatto, falso, non più lodevoli dei primi e che non era male risultassero da un processo. Infine, non è escluso che il processo si sia evitato per motivi che rimangono celati dal segreto dei protagonisti; non voglio indagarli perchè, nefl'eventualità che sussistano, possono meritare un riserbato rispetto, tuttavia in questa ipotesi èhi ha il coraggio di tacere, deve, 'con ·1a stessa abnegazione, ac– cetta.re le conseguenze del suo silenzio. Sono io troppo ar– cigno o troppo... romantico? .ìtllbra, mi obbietterai, la condanna. deve essere il ma– trimonio a vita? Mi sono impegnato a non esprimerti la mia, sia pur modesta, opinione giuridica e non ti rispondo, però devi riconoscere che il caso è complesso, merita l'in– teresse dell'uomo della strada e tanto più quella del– l'uomo di diritto.·D'accordo, non tutti i commenti e .gli in– terventi sono stati dettati da moventi chiari ed onesti, GLI 80ANNI D1U. · G.MONDOLFO rezzandosi la barbetta riquadra e ondulata. con un gesto che sembra radicarsi in una tradizione di secoli. Crisi di strutture, crisi di costume, annaspa1·e cli una classe dirigente politica. ancora in via di formazione, cla.n inamovibili di partiti. Non si fa la storia in dieci anni. Consente con un ·cenno del capo, e dmane ancora si- lenzioso dopo che mi sono sfogato. . ·_ Avessi vent'anni meno! - prorompe a un .tratto, come sdegnato per l'inesorabile ,fluhe del tempo. E la sua amarezza nulla ha di egoistico, nuna' ha del ta.mmarico della maggior parte dei vecchi 'per quanto avrebbe potµto essere e non è stato. E' l'amarer,za del sacerdote che vede troppi mercanti nel tempio e non ha più vigore per im– pugna.re la frusta; è l'amarezza dell'educatore che vede i discepoli travisare e tradire il. suo insegnamento, e _com– prende che sono orma.i troppo grandi (gra.ndi di età) per pii:l ascoltarlo. _ Caro Mondolfo, se tu avessi vent'anni meno, certo, po– tresti fustiga.re con maggior vigore mercanti e discepoli in– fedeli, e indicare ai fedeli la strada non facile e tanto lnnga per arrivare alla mèta. cosi· lontana che sembra un mi– raggio, e riassumere in pugno il timone. Ma intanto la tua voce è ancora. sufficientemente ferma. e vibrata per costi– tuire sprone agli ignavi .ed esortazione agli uomini di buona volontà. Perchè nessuno può dimenticare che dal 1895 il socialismo è in te più che un convincimento, è parte del tuo sangue. Egli prende a parlare lento, con lunghe pause. Il suo giudizio ·è ca.uto e sicuro. Il discorso cade sulla scuola., snl recente sciopero dei professori. Il tentativo sempre pit1 palese di. soffocare la scuola pubblica, di 1tffidàre l'inse– gna.mento alle scuole clericali, urta. antiche convinzioni, ma la tua reazione brillante e generosa è andata, Jmpeto gar,ibaldino, al di là del segno. Cordialmente, P-iero Zerboglio per Evidentemente non mi sono· spiegato. A me non mte– ressava l' << alfa-re » i'1tsè ·e v,tf sr' ma, sola la - pressione dell'organ,;>: ,di uno stato estcr.o (l'Osservatore Romano) sulle decìsioni 'della;, magistratttrQ,} italiana: nessuno· in Italia ha p,·otestato 1 _non.. è ·stat6· male che protestasse Nuov_a Repubblica. _ · Quanto a.l sottofondo giuridico-ecclesiastico-canonico– privato-pttbblico-procedttraie, Federico Il re di Prussia, che era un grnn sovrano ed ttn uomo colto, amava af/èr– mare: « quando ho bisogno di ttna provincia me la prendo: trovo sempre ttn gittrista il qttale dice che ne avevo di– ritto ». La questione d§l clericalismo in Italia non si risolve con ·gli articoli di legge. p. p. PER I GIOVANIDI U. P. CORSI RESIOENZIAU Allo scopo di dibattere le'direttive ideali e politiche del Movimento, il Direttivo Nazionale di U.P. ha orga– nizzato per le prossime vacanze estive due corsi residen– ziali destinati ai giovani iscritti al Movimento o simpa– tizzanti. Il primo co'rso si svolgerà da domenica 17 luglio a sabato 23 "luglio; il secondo da domenica 24 luglio a sa– bato 30 luglio; entrambi i corsi saranno tenuti a Bruna re– (Como), e vi potranno partecipare complessivamente 50 giovani d'ambo i sessi, fra i 18 e j 25 anni d'età, divisi in due gruppi di 25. La quota pei- l'intera dmata del corso è fissata in 10.000 lire; le iscrizioni vanno trasmesse al Comitato Organizzatore, presso la sede di U.P. in Milano (via Cerva 22). Le discussioni, precedute da una introduzione gene– rale, si svolgel'anno sui problemi di politica interna e in– ternazionale, economici e sociali, della cultul'a, dei gio– vapi, dell'azione politica immediata, visti secondo la pro– spettiv_a di U ljlità Popolare. Le relazioni _di apertura per ogni tema saranno tenute da Ca.leffi, Cod,gnola, Noventa, Oril.ia, Paci, Parri, Piccardi, Revel, Valiani, Vittorelli ed altri. VIAGGIO INJUGOSLAVIA · A seguito di accordi intervenuti con la Gioventù Po– polare Jugoslava, è stato organizzato, per il periodo dal 10 al 23 agosto, un viaggio in Jugoslavia d'un gruppo di giovani di U:P. ( 15 complessivamente). Il Movimento di Unità Popolare provvederà da parte sua ad organizzare nel prossimo autunno u..;a visita in Italia di altrettanti giovani _della vicina repubblica. L'itinerario del viaggio prevede l'arrivo a Rijeka il 10 agosto, e successivamente la visita (con particolaro riferimento a stabilimenti industriali e a realizzaz,ioni di carattere sociale) a Opatija, Spalato, Solin, Trogir, Za– gabria, Lubiana. Il costo ·complessivo, per persona, è qi 24.000 lire (di cui 6.500 lire per il viaggio e 17.500 li1·è per vitto ed alloggio). Le sottoscrizioni si ricevono tanto presso la Segre– teria_ Organizzativa Nazionale di Firenze (p.za · Libertà 15) ·quanto presso la sede di Milano (via Cerva 22). tutta una vita dedicata all'insegnamento e alla elevazione, delrinsegnàmento. - Sono stato uno dei fondatori e animatori della Fe.' derazione nazionale degli insegnanti nelle scuole medie; e ,nel 1905 sono stato eletto vice pres.idente, nel 1908 presi– dente. Nel congresso del 1909 che si è tenuto a Firenze ho 1~romosso un grande dibattito sulla riforma scolastica. . All'Università di Firenze, ancora studente, strinse ami-: cizia personale e politica con Gaetano Salvemini, Cesare Battisti, Ernesta Bittanti che poi divenne la signora Batti– sti. Fa.cevano· un settimanale, ll Domani. Poi Mandolfo, a Siena, diresse La. Riscossa, altro settimanale socialista · soppresso durante lo stato d'assedio in Toscana, nel 1898: Nella rievocazione sorgono altre figure, altri fatti, trat• teggiati con un pudore che non si dimette nemmeno di– nanzi all'amico fedele. La Giunta Caldara, riel 1914, nella quale Mandolfo è assessore del piano regolatore e della edilizia privata; poi la guerra del 1915 e gli anni burra– scosi del dopoguerra, Critica Sociale, il fascismo, la cauta azione ed,1cativa nella scuola contro la violenza e il mal, costume imperante. E poì la campagna razziale, il car– cere, la foga in Svizzera. E infine le lotte comuni, la dolo, rosa scissione del· 1047, le speranze e le delusioni, il tor, mento di questi anni. E gli amici in diversa rnilizia ma uniti sempre da legami di stima e di comprensione, e tante volte 1·icorrenti a lui per avere una nuova ispirazion<j e anco1·a vigore e coraggio per altre battaglie. - Già, domenica 2()'"compirò ottant'anni - dice im, prov".isamente, con una certa civetteria .. Mi alzo e mi avvicino, ma mi trattengo dalla effu– sione di un abbraccio._ Gli metto una mano sulla spalla. - Perbacco_ - dice arrotando la erre - sono tanti. Entra donna Lavif\ia chiedendo se vogliamo il tè. Ha press'a poco l'età del· marito; ed è fresca e viva, con certi occhi nei'i che fruga.no ogni pensiero riposto. Mi rivolgo a lei: - Gli dica lei, signora. Lavinia, che non sono tanti perchè il -suo pensiero è così vigoroso, e che vorremmo averlo con noi pe:r molti anni ancora, per– chè abbiamo bisogno di lui, del suo .esempio, del suo consiglio. Donna Lavinia non . vuol mostrare la commozione. Dice: ,- _Quanto zucchero? rIERO CALf:FFJ;

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