Nuova Repubblica - anno III - n. 13 - 5 giugno 1955

nuova repubblica 3 CAROSELLO SICILIANO I MASSARI DELLA D. C. La Sicilia, che pure forni~ce al paese quadri dirigenti, manca ancora di una classe politica capace di gover– nare degnamente . 1a regione - Occorre prepararla con pazienza, affidandosi alla buona volontà degli uomini migliori - Uno dei compiti di Unità Popolare, che faticosamente sta facendo la sua apparizione nell'isola, sarà quello .di far sentire ai siciliani il peso della doppia personalità politica che · hanno sull'isola e sul continente L A SICILIA, SI SA, è piena di colore, una nòta nuova, ma stonata accanto alle altre intesissi– me deUa sua p1·imavera, è costituita dai manifesti elettorali. Primi e, numerosissimi sono apparsi quelli di Lauro: Jiinc sunt leones potrà dirsi ora a buon pl'Oposito, tuttavia non è possibile pre,·edere quanti voti avmnno. L'unico loro candidato di un certo nome (almeno intorno a Paler– mo) è l'ex deputato qualunquista Gennaro Patricolo, tutti tli altri sono stati raccolti affannosamente. Ero l'altro ieri nel treno: a Gela salì nn mentecatto oon foglio d·i via, di retto verso Caltanissetta per essere - accolto in un riftigio di mendicità. Aveva tessera e distin– tivo laUI"ino. AltroYe - sezioni sono state aperte nel giro ili pochi giorni almeno in tutti i comuni della Sicilia - hanno assoldato elementi disparati. Rottami pronti a nau– fragare tosto che di elezioni e quattrini per altri tre anni non si parlcr/,. piì:1. Parlano dell'umiltà del penultimo re, del matrimonio della nipote ed illustrano diffusamente la figura di Lauro: ne hanno fatto un mito attaccandone perfino l'immagino su tutte le cantonate. I loro antagonisti con la stella e la co1·ona hanno invece aspetto, apparato e forze diverse, posseggono l'attivo della comp'a rtecipazione al governo e la voglia di restarci il più possibile. Quindi sono interessati, quanto la DC, ad illustrarne l'opera, a promettere la continuazione del lavoro intrapreso, a richiamare l'attenzione dell'elettorato sulla necessità di non mutarn rotta, di non indursi a correre rischi tremendi e paurosi. Quegli stessi Tischi che i demo– cratici cristiani sconsigliano, ma con voci più forti di mini– stri e sottosegretari (il pezzo più grosso del PNM è lo ono1·evole Castiglia, assessore della P. I.: Palermo, affi– nando la direzione culturale .dell'isola a un ·deputato di estrema destra, ha voluto evitare antipatiche rivalità con Roma!). Questi ultimi parlano di difesa della democrazia, prin– ..llipalmente, ma da uno schieramento più omogeneo e com– 'patto che non siano le coalizioni con altri partiti. Vorreb– bero, in una parola, che il 5 giugno non somigliasse al 7, Ìna al 18 aprile. E' ancora azzardato far previsioni nell'un senso o nell'altro. Certo è che le condizioni del grosso 'partito non sono invidiabili. Anche qui è andato assu– mendo i due aspetti caratteristici: quello di partito nuovo, ili rinnovamento del costume politico, l'altro, opposto, cli conservazione. Tuttavia, Togn.i, Pella e i loro amici una cl.irettiva politica ce l'hanno; qui, invece, i rappresentati di tutte le destre sono succubi dell'immobilismo, delle sue :Organizzazioni, di vecchie tradizioni. Dove il latifondo non esiste, o se c'è non è cosi lato, diciamo nella Sicilia orientale, la DC si è appoggiata ai « gabelloti », ai « massari >, ai coltivatori diretti prevalen– temente. Sono i capitalisti della campagna, ai quali, i bene– fici economici della regione hanno in qualche modo giovato: non sono ancora padroni della terra, ma cominciano a diventarlo piì:1 frequentemente, con mentalità - qui è il punto critico -, usi, tradizioni e aspirazioni padronali. Una politica che li favorisce non è certo deplorevole, ma è limitata e miope se favorisce solo loro, che non versa– :vano in condizioni così disgraziate come il bracciante. Questo ha ottenuto qualche possibilità maggiore di lavoro, ma non ancora migliore. Ed è ancora ben lontano dal potere almeno contare su 300 giornate lavorative l'anno. Di più, si è trovato a vive1·e in un regime di vita dal teno1·e genera:lmente miglloratol; di questo fatto econo– misti e amministratori dovrebbero _tener conto. '.A far le spese della politica regionale del passato qua– llriennio sono state la classe bracciantile e subito dopo la classe piccolo-proprietaria, che quando non ha modo di sopperu'e con al tre 1·isorse che non vengano dalla cam– pagna si trova ridotta in condizioni estremamente disagevoli. In dispetto alla DC molli cli questa classe comin– ciano ad orientarsi verso altri partiti; sono borghesi, intel– lettuall, per lo più nella m·aniera meno organica. Sentono qualche richiamo verso posizioni liberali, ma non si sa se siano decisi a trarne tutte le conseguenze; l'idea del , baluardo, più che anticomunista conformista, carezza una forma di mentalità ancora molto diffusa. Dopo tutto non si sa che garanzia possano ricevere dal PLI, che ospita il ric– chissimo Don Lucio Tasca, contro la DC che qualche bene– :vola simpatia ha dimostrato verso gli amici di Don Lucio. La DC, come si diceva prima, si trova innanzi ad una emoraggia di elettori, di retti alcuni verso il PLI, altri :verso il PNM, al quale paga lo scotto della comparteci– pazione al governo (chi ha avuto o spera favori dai monarchici voterà per loro). I\Ia non si sa se i vecchi elettol'Ì monarchici resteranno fedeli alla bandiera; insom– ma tra DC, PLI e PNM c'è un carosello elettorale, un conto :aperto di entrate e di uscite. I fascisti si sono messi 111 posizione concorrenzialo con tutti e tre; si presentano CASTELVETRANO - La C.I.S.L. nella Chiesa infatti ill'elettorato come manovratori di gruppi cliente– listici, come dispensatori di favori. Anche rispetto alla struttnra e alle organizza.zioni di partito i cattolici attraversano una crisi; la segreterfa Fan– fani, infatti, nell'idea di mettere ordine ha aumentato il 1Jrecedente disordine. Pur cli trovarsi ai posti chiave, parecchi che prima non erano nè scelbiani, nò pelliani, nè fanfaniani, ma solo aderenti o al partito clericale o al partito di governo, sono diventati di punto in bianco ini– ziativisti ~ ora, uella · compilazione delle liste, hanno dato riprova del loro arrivismo: dove han potuto si sono messi io. lista o hanno favorito nomi e persone estranee al giuoco delle correnti o acldit-ittura dell'ideologia. A onore del vero va rilevato che meno confusione e dilettantismo è Ira i sindacalisti, che, forse proprio in forza della loro qua– lifìca, sono quasi assenti o per lo meno troppo poco pre– senti iri questa campagna elettorale. Q UES'l'E CONDIZIONI - il discorso vale per tutto lo schieramento politico - sono determinate dalla mas– sima limitazione di uomini ben preparati e orientati, chè anche i democratici cristiani di sinistta non sono fermi e precisi nel loro orientamento: sanno enunciare dei prin– cipii, non attuare o cercare di fare attuare una politica. E' il caso di citare l'ex presidente Alessi, uomo di grande ingegno e fede, ma privo di riso1·se e senso della realtà. Peggiore è la situazione dei repubblicani e socialdemo– cratici, bloccati insieme, in primo luogo perchè in Sicilia la differenziazione fra destra e sinistra è molto netta, più che nel resto d'Italia, in secondo per6h~ i· due partiti della coalizione governativa banno perduto in Sicilia tutte le loro possibilità. Il 7 giugno i socialdemocratici non ripre– sero più i t,·e quozienti nazionali che avevano ottenuto in Sicilia nelle elezioni precedenti. E' difficile perciò - sem– pre restando dentro i limiti delle previsioni - che ritor– nino ad avere i loro tre seggi regionali del '51. I voti repub– blicani sono pòchi (in provincia di Enna contavano il massimo numero di suffragi, ma i repubblicani ennesi hanno stretto alleanza col PSI), i socialdemocratici, in gran parte, si sono orientati, spec)almente in alcune province, verso il PSI. Nemmeno il PCI lascia far previsioni sul suo conto. La sua posizione è divenuta assai rigida dopo alcune defe– zioni avvenute negll · ultimi anni, perciò gli è possibile controllare uno per uno tutti i snoi voti. Riotterrà, come è naturale, qnelli dei suoi iscritti, ma certamente non è più il centl'O di gravitazione delle forze non conformiste, seb– bene, ad onore ciel vero, abbia cercato di assumere un contegno coerente. Secondo il solito i suoi uomini, nella carenza generale di uomini preparati, hanno in genere una certa competenza dei problemi che trattano, anche perchè questa volta s1 e resa necessa1·ia. una preparazione tecnica precisa, discutendosi j[ problema ciel petrolio, prin– cipalmente. Questo è stato il tema centrale della loro campagna elettorale, ma non hanno trascurnto i soliti altri, anche quelli abusati. Alle fortune ciel P, I sono legate un po' quelle del risYeglio democratico. Si notano dovunque grandi fermenti e si arrischiano molte speranze, ma tutto è ancora assai vago. Il partito si è impegnato al massimo e localmente sta svolgendo un lavoro vasto e profondo; è però la prima volta che il PSI s'impegna in un tale lavoro, bisogna qujncli aspettate i risultato. Le possibilità da considerare sono tre: 1) o cbi aveva già votato pe.,.· una politica di sinistra sente più attrazione verso i comunisti e se no sente ptù garnntito, e allota il PSI si limiterà a conse1·varc i voti ciel 7 giugno; 2) o chi vorrebbe votare la prima volta per il PSI cede alla propaganda che designa il par– tito socialista corno strumento passivo ciel partito comu– nista - tutti gli avversari han predicato a gran voce questo pericolo - e allora forse si assottiglieranno i voli che il 7 giugno furono dati all'alternativa socialista; 3) gli elettori si decidono a dare il loro appoggio alla politica del PSI come atto di fiducia per la funzione che esso sembra voler assumere e non solo in campo regionale. E' una ipotesi problematica, ma molte ragioni fanno crndere che possa realizxarsi. Soffriamo però tutti di un malo comune. Alla Sicilia, che pur offre quadri per quella nazionale. manca ancora una. classe dirigente in campo regionale. Bisog"'a prepararla lentamente e affidarsi alla buona volontà di ciascuno. Finora ~~ è provveduto solo a qual– che esigenza della Sicilia, ma a nessuna dei siciliani. Fa, 101·0 sentil'e il peso della doppia personalità politica eh(' hanno, sull'isola come sul continente, dovrà essere fra i compiti di Unità Popolare, che travagliosamente e timi clamente sta facendo la sua apparizione. Resta ultima una considerazione positiva. Il tono di questa cam1,agna elettorale è più sereno ed elevato rispcttc .alle precedenti, una certa chiarezza d'idee è comune a chi parla e a chi ascolta. Se di questo passo in avanti rester,\ trnccia al momento della YOtazione, se ne trarrà qualche Yantaggio. l\fa sia chiaro fin d'ora che il prossimo parlament, non t1·overà condizioni facili, sia per la sua con1posizionf che per l'importanza delle questioni che verranno io discus sione. Occone i) massimo sforzo perchè sappia render;,, utile, altrimenti tutto le buone occasioni andranno perclut, per la Sicilia. ENZO SIPIONE L'INFEDEL di ANNA GAROFALO N EL FEBBRAIO SCORSO, la commissione della ginstizia del Senato respinge\'a la proposta di leggo ciel senatore democristiano Salad tendente ad equiparal'e le sanzioni penali per l'adulterio del marito a quelle previste por l'acln'fterio della moglie. La maggio– ranza della commissione, non entrò nel merito della que– stione, ma rilevò soltanto che alcuni articoli ciel codice penale dovrebbero essere modificati a seguito di tale pro– posta e che un codice « non va mutato per singoli arti– coli ma nel suo complesso, per cui si ritiene opportuno cli rimandare la riforma degli articoli interessanti l'adulterio alla più completa riforma dei codici>. E' il caso di dire: campa cavallo, e cli constatare. ancora una volta, cbe quando si vuole respingere una proposta cli rinnovamento del costume non ci si dà nem– meno la pena di discuterla, ma si rinvia la decisioni• sine die, con delle scuse che non stanno in piedi. « La più completa riforma dei codici » esigerà un la voro di anni - se mai sa;·à fatta - ed è intanto comocl, il permanere dello statu quo, soprattutto per quella alt,J percentuale di mariti che si vedono protetti eia una leg,:,e ingiusta. L'ar-ticolo 550 del C.P., che prevede la punibi lità della donna in caso di adulterio e l'articolo 560 eh, stabilisce la punizione dell'uomo « solo nel caso in c11 mantenga una concubina sotto il suo tetto o altrove: sono in netto contrasto con l'articolo 143 del O.O. cJ,, impone ad entrambi i coniugi il dovere della ledelli, con l'art. 20 della Costituzione, che afferma il matrimo,

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