Nuova Repubblica - anno III - n. 10 - 15 maggio 1955

Bi 2 chiederà di passare da questore a vice-pl'esidente, l'onore• vole Mazza da segrntario a questore e via arrampicandosi: dove andiamo a finire? La seconda difficoltà sembra1,a essere costituita dal tempe,.amento dell'onorevole Leone. Abbiamo detto dal te,nperamento e ci spieghiamo: l'onorevole Leone, uomo d'i. vasta cultura e di specchiata moralità, non è il caso di aggiungere altrn, ha meritato la stima e raccolto le sim– patie di tutti i settori. A differenza dell'onorevole Gron– chi, freddo e distante, dell'onorevole Martino, compassato e irascibile, dell'on_orevole llfacrelli, casalingo e dialettale, l'onorevole Leone è sempre stato, a simiglianza dell'onore– vole Targetti, umanissimo, equilibrato e cordiale. Con un solo, del resto innocente, vezzo in pi,,: qu.ello di fa.re dello spirito. Un po' troppo, forse, e un po' troppo spesso, a eletta dei più esigenti. Una volta è arrivato a dire. a tm de– putato che, accingendosi a parlare, minacciava di tirarla eccessivamente in lungo: ~ Onorevole collega, sia succinto: parli in bikini, per favore>. La battuta fece aggrottare le ciglia all'onorevole Scalfaro, a cui fu riferita da qualcuno dei giovani, tetri e_severissimi deputati di « Iniziativa de– mocratica > e pochi giorni or sono, nel Transatlantico, qual– cuno la ricordava come un punto a sfavore dell'onorevole Leone. !Ifa le qualiti~ di fondo dell'uomo sono indubbia– mente superiori ai difetti; e l'onorevole Leone, napole– tano prontissimo e sensibilissimo, è anche capace di mo– strarsi, ora che è Presidente, severo come Papirio, rima– nendo arguto come Eduardo. A commento della elezione di martedì, un deputato liberale ha detto con malinconia a un collega democristiano delJa corrente fan[aniana: « Se avessimo portato il nostro Martino non sarebbe riuscito, perchè avrebbe ottenuto an– che i vostri voti, che sono ormai quelli di un'inlirna maggioranza >. * LETTERE AL JVORD NOVARA, maggio Carissimo, la polemica Nord e Sud è sempre vivace nei rme, studi e nei miei ripensamenti, sicchè, quando llfoncladori ha cominciato a .: tira.re > la rivista Nord e Sud, ho pre– gato il mio giornalaio, al quale consegno more solito qual– che foglio da mille ogni, mese, di ritirarne puntualmente una copia. A Novara sono l'ttnico lettore di Nord e Sud: a Novara, dove sono famiglie benestanti che hanno fra i loro componenti professionisti, insegnanti, funzionari di banca. E' una amara constatazione che ci conferma come, n onostante tutto, esistano due Italie, nettamente separa.te e divise. Anche qui molti sono i meridionali, mal tollerati dai nordici, nelle grandi fabbriche (Montecatini), negli im– pieghi statali (Catasto, Intendenza di Finanza: l'inten-' dente è un napoletano classico con abi to a. doppio petto, cortese, loquacissimo, pratjço, il qua.le candidamente mi clisse di non credere alle mie letture economiche: « Lasci staro - mi ba detto - l'economia. politica è una scienza astratta, basta spostare una virgola e tutto cambia! ) ) - tutti un tantino meravigliati del benessere diffuso: ca.- 1·atteristico di queste regioni e notevolmente preoccupati dell'alto costo della vita. A tutti gli amici del Sud ha risposto con un discu– tibile ai·ticolo il dottor Al.pino, già deputato di parte li– bera.Io, il quale su un giornaletto loca.le (un po' monar– chico, un po' così, un po' cosà) ha scritto: « Chi pensa al Nord?,, ed ha reclamato minori investimenti per il. M·ezzogiorno e massicci interventi per le zone dep,·esse della montagna (sic). E' supernuo aggiungere che - ove l'occasione si ma– nHesti - i meridionali fanno il buon matrimonio con donne ricche e terriere, felici di rompere il tran-tran freddo e consueto dei nordici con la estrosità di cui, nelle alcove, i meridionali stessi sono maestri! Queste conside– razioni immelanconiscono, ma non possono s[uggire a chi appena si soHermi ad osserva.re alcuni aspetti della. vita di una piccola città del Nord. • Intellettualmente esistono qui due circoli culturali: uno cattolico ed uno laico a sottofondo comunista. Io frequen– tavo il secondo e da, tempo me ne sono distaccato perchè ci sono troppi atteggiamenti, troppe giovani signore eter– namente a[flitte da esaurimento nervoso e con la erre mo• scia, che infastidiscono e mortificano le istanze per le qua.li il circolo è sorto. Alle prossime elezioni politiche vincerà quella. orga– nizzazione che avrà nel suo circolo il televisore più perfe• zionato. Tutte le organizzazioni politiche hanno un loro cir• colo (anche il PSDI, sì, anche il PSDI) e la sera le brave signore si trascinano a vedere Kramer e il Mike Buongiorno. Ai frequentatori, immagino, verrà chiesto l'obolo del t>oto a tempo opportuno I Questa è una. panoramica superficialissima di Novara. Identica, mi dicono gli amici con cui ne ho parlato, a nuova repubblica ITALlA PO.LITICA La DC deve scegliere S UPERATO IL CAPO della elezione presidenziale, il problema immediato è quello del governo. Si è a lungo dibattuta la questione se si debba « fare crisi », e se la crisi sarà « formale » o « sostanziale ». Che il go– verno debba dimettersi all'atto della successione presiden– ziale, è, da. tutti concesso; che non dipenda dall'onorevole Granchi dimettere sostanzialmente un governo che, o non abbia rotto da solo la sua compagine, o non sia stato con– gedato da un voto di sfiducia del parlamento, sembra ac– cettato con più o meno buona grazia da tutti. llfa an– che questa distinzfone è formale. Infatti, supponiamo che il Presidente Granchi giudichi la crisi puramente formale, e non proceda ad altre immediate consul– tazioni; o accettiamo la tesi opposta, che Saragat abbia ragione delle esita.nze sue proprie, di Paolo Rossi e di Paolo Treves, e apra decisamente la via a una crisi sostanziale. Le cose, tuttavia, non mutano: quello che era il dato di ieri, cioè l'immobilizzazione del governo centrista nelle sue contraddizioni, ad onta di una mag– gioranza parlamentare ancora persistente, costittùsce il problema così della vigilia, come del domani della ele– zione presidenziale. Non muta neanche in rapporto alle ele– zioni siciliane, che, male che vadano alla DC (cosa an– cora da vedere), torneranno al punto di partenza, di un governo regionale dei cattolici con le destre. Sciolti così gl' idoli della situazione, vediamo di venire al nucleo con– sistente della congiuntura politica: si tratta in un modo o nell'altro, di formare un altro governo. La questione che ora deve risolvere la_ DC è questa. E' essa in grado di considerarsi un grande partito < dia– lettico >, con una sinistra e una destra, nel quale governa la parte preponderante per rappresentanza, e la minoranza DIRETTORE e SUD quella di tante altro città del Nord, dove il vento del 1945 è ormai uno stanco e assai spesso fastidioso ricordo. Ver– ceÌli, Vigevano e tante altre comttnità del Nord vivono un po• questa stessa vita sullo sfondo di una crisi impo– nente ed auguriamoci determinante. Di questa crisi non ti sfuggiranno gli estrenù: i no– stri ottimi indu striali, specie - in tal caso - i coto– nieri, riteneva.no che la Corea durasse ancora qualche anno, quanto bastasse per continuare a far milioni, a vendere manufatti e a fregare il prossimo. Va bene, la pace, la distensione, quello che vuoi - ma. un industriale ha le sue esigenze ed il ménage di un magnate è costosissimo (c'è sempre l'a.nùchetta capricciosa, la villa al mare, ec– cetera). Ternùnata la Corea e debellato, a.Imeno per ora, il pericolo di una ter-La guerra, impossibilitati a trovarn, un diversivo coloniale, magari in Egitto o in Tunisia, · questa gente (i cotonieri, intendo) si sono tl'Ovati i ma– gazzini pie1ù. Che si fa? Si licenzia, si ridimensiona. De– cine cli migliaia di operai altamente specializzati verranno licenziati tra una quindicina cli giorni. Nel settore siderurgico il fiato è grosso e tu ne co– nosci le cause: autarchia! Negli altri settori, la spectùa.– zione è vistosa ma non c'è da preoccuparsi: abbiamo sì o no le 600 Fiat? Il resto è nelle mani di Dio. L'essen– ziale sembra oggi avere assinùlato, a.Imeno qui nel Nord, tutto un tecnicismo domestico di tipo americano (frigo, scalda toast, televisore, 600 Fiat, campeggio) ripudiando di americano quelle notevoli spregiudicatezze, che costitui– scono il ·lato più interessante, e più ignorato, dei po- poli USA. ' Quando mi accade di scrivere o cli pensare di queste cose mi rammento di Guido Dorso nella « Occasione storica». Non è servita la Resistenza che ad isolarci e a farci perdere gli uomini rniglio1·i e più disinte1·essati. Non ci ha dato' se non questa scoperta. di un grosso bubbone che un po' tutti abbia.mo la paura cli aggredire con un affi. lato bisturi e di far s chizzare via. Sembriamo tanti medici al capezzale di una illustre ammalata, cui si vuol nascondere la graYità del male ed alla quale non è possibile praticare a freddo, senza ane– stesia, un intervento deciso ed energico (già, perchè fa– coltosi, influenti parenti ci dicono: mi raccomando, fate piano, non le fate male). Continuiamo così a studia,·e pap– pette, cachets, sedativi. Un giorno· però, tm chirurgo verrà, deciso, energico, razionale e la nostra ammalata sarà operata. Si tratterà di resistere senza svenire a.I gran fetore che il bubbone emanerà e · di porgere con destrezza, tempe– stività ed intelligenza gli arnesi al chirurgo di cui ti ho detto: se ce ne resterà il terppo. Gli arnesi tutti,. tranne gli anestetici : il che, nù pa1·e, non è assistenza da poco, Speriamo di farcela I ,'.l'uo DANILO NASCIMBENE (compone» con la maggioranza, come usa nei partiti ci– vili, ma. non «impone» la sua politica.? Se la situazione fosse questa, l'alternativa. al quadripartito non difette• rebbe: si costituirebbe un governo monocolore a pl'esi– denza Segni o Zoli o Vanoni, non si darebbero gli Esteri a Pella che in tal qualità ha dato pessima. prova, e si . tenterebbe quella « preapertura> a sinistra, che Nenni ha determinato al congresso socialista di Torino, quando ha dichiarato che il PSI non avrebbe fatto manca.re il suo appoggio continuo e leale ad un govern o che ogg i deno– mina di < restaurazione democratica», cioè antidiscrinùna– torio nei riguardi dei comunisti, e capace di portare a termine due o t.re fatti importanti : una garanzia « nazio– nale> agli idr ocarb uri, il distacco IRI-Confindustria, la legge fiscale Tremelloni, e poche altre cose, che non sono nel programma socialista, ma. in quello democristiano. Temiamo tuttavia che a questa soluzione la DC non sia pronta. Gia.cchè essa non è punto, e non ha mai voluto nè tentato di essere, un grande partito dialettico; bensì una consociazione di atmosfera difficile, più fra.tturata che mai; più gravemente anzi che per il passato, perchè si sono· vieppiù indebolite in essa le frazioni centriste, quelle cioè che sogliono ragionare cli politica sulla base del com– promesso, anzichè su quella dell'iniziativa ideologica.. Questo significa che nella DC stanno rafforzandosi da un lato l'intogrnlismo fanfa.niano, dall'altro il moderatismo conservatore; a queste condizioni tuttavia, del resto ben note: che il primo si diffonde nei . militanti, a mano a mano che prosegue e si sviluppa lo sforzo organizzativo operato dall'onoreYole Fanfani; il secondo continua a con– ficlaré sulla massa dell'elettorato qualw1quistico medio e piccolo borghese, già legato di fedeltà alla DC, e ancora estensibiÌe, in concorrenza con i liberali e i monarchici, sia nel nord che nel sud d'Italia. La « fase » . democri– stiana è oggi questa: ed in essa sia «Iniziativa.» che « Concentrazione » non sono ancora maturi per attuare in pieno la loro politica, una di apertura. a. destra l'altra di apertura a. sinistra; e siccome il prezzo dell'allarga.mento dall'una e dall'altra parte è la polemica. aperta, o il di– sprezzo coperto e pur visibile verso le forze centriste, sia l'una che l'altra ala democristiana sono oggi nella <:l)ncli– zione di avere virtualmente ancora bisogno cli un residuo centrista, per occupare il governo, e sono nello stesso, tempo indotti a « ridu rio », o a non sostenerlo, per acquista.re espansione e JJrecisazione ideologica. E CCO PERCHE', quando diciamo che la DC de,·e se - gliere, in Yista del proprio terzo governo di questa legislatura del 7 giugno, dobbiamo realisticamente ag– giungere: « se può ». Torniamo perciò a rivedere l'ipotesi di un governo di « Iniziativa » garantito dal PSI, su quel– l'indirizzo cli « restaura.zione democratica» che la dire– zione socialista ba genericamente deliriea.to, ma che sap– piamo tutti ciò che potrebbe essere. La domanda alla quale si deve rispondere per sapere se la DC possa for– mare un «monocolore» appoggiato al PSI, ò: può l'ono– revole Fanfani preparare politicamente le elezioni ammini– strativo del 1!)56 con una preapertura a sinistra., che i socialisti giudicheranno come la caparra per una auten– tica apertura, mentre la DC dovrà tollerarla, ma non adot– tarla., per potersi presentare al giudizio popolare come un partito unitario; come un partito, cioè, nel quale la si– nistra non ha ignorato ciò che fa la destra, <lacchè in politica non ha corso la massima religilisa del Vangelo? Se la sinistra DC fosse già oggi abbastanza forte da sa– pere che la sua destra è sgonùnaliile di qui alle prnssime ·amministrath·e, il colpo sarebbe facile; ma la sinistra (se così Yogliamo chiamare la parte da Fanfani in giù) in questi giorni ha fatto esperienza del contrario; non può dunque per ora dubitare, che quel governo di tacito so– stegno socialista sarebbe continuamente esposto all'ero– sione, ad opera della stessa parte ·democristiana da Pe!la in giù: col rischio che il partito debba arrivare a.Ile ele– zioni amministrntive in due tronconi. Se, alla fine, i cattolici si troveranno a fare anche una scelta di fondo di tal genere, attraverso una separa– zione dei « progressisti » dai « conservatori », è dubbio ma possibile: dipenderà anche, e in non piccola misurn, dalla maturazione della politica socialista. Ma, certo, il problema non si pone in questi termini, ora: sicchè sembra che la. scelta concretamente possibile oggi a Fan– fani, senza rischiare la graYe crisi politico-elettorale del partito, sia una. mezza scelta, tuttavia significativa. Un &ecordo di governo coi repubblicani, che lasciasse i li– berali all'opposizione, e accogliesse l'astensione, e in qual– che caso il voto favorevole dei socialisti potrebb'essere il passo più lungo che sia oggi consentito all'onorevole Fanfani: e il suo maggior significato consisterebbe nel– l'astensione dei socialdemocratici, come concreto mezzo di pressione per la ricerca del terreno necessario alla successiva, e più decisiva, scelta. D'altronde, la presenza repubblicana garantirebbe a Fanfani per lo meno la neu• tralità dei centristi del suo partito, di cui ha ancora bi• sogno; e ai laici in generale un controllo non inutile al– l'interno dell'Esecutivo. Sembra tuttavia più probabile che a tutti i protngo– nisti mancherà il coraggio necessario : e che soprattutto i socialdemocratici, pur di ritardare .l'esperienza di una «preapertura~ a sinistra, siano · ancora, una volta di– sposti ad arrischiare le rose e le spine del potere. ALADINO

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