Nuova Repubblica - anno III - n. 4 - 25 febbraio 1955
6 GRUPPI al la,vor,, MILANO t stata eletta la Segreteria della Federazione nelle persone di: Rodelli, Camera, Veneziani, Gli stessi fanno parte del Direttivo insieme a: Bon– fanti, Caleffi, De Meis, Mantegazza, Morganti, Peduzzi, Schinetti. Parte– cipa alle riunioni regolarmente an– che il comp. Noventa della Direzio– ne Centrale. La Federazione svolge un'intensa attività in diversi settori: - il venerdl di ogni settimana ha luogo alla sede di Via Cerva 22 il « Circolo del Venerdì~, di cui è re• sponsabile il comp, Bonfanti: vi si svolgono incontri e discussioni fra amici e simpatizzanti; - i giovani di U. P. insieme ai giovani dell'USI e del P.S.D.I. han– no costituito un centro giovanile di studi socialisti, inaugurato con una conversazione di Parri nella sede di. U.P. il 9 c.m, Il 15 corr. il Centro ha iniziato il corso sul movimento operaio, con una conversazione di Giuliano Pischel su: < La nascita delle organizzazioni operaie come conseguenza della rivoluzione indu– striale >. La prossima conversazione sarà tenuta il 28 p. v. dal prof. Re– nato T reves ; - funziona un Ufficio Studi, di cui si occupano Landi, Oliyetti, Pa– ci, Pcduzzi, Rossi, Veneziani, nelle quattro ramificazioni di: Scuola; Revisione del marxismo; Sindacale; Inchiesta Tremelloni, GENOU L' 11 c,m. il compagno Vittorelli ha presieduto una riunione del lo• cale Comitato allargato ad altri ami– ci e simpatizzanti: è stata esaminata la situazione di città e provincia an– che in relazione allo sciopero dei por– tuali tuttora in corso, TRENTO Nei giorni 2-3 aprile prossimi avrà luogo a Trento un Convegno sulla Scuola, per discutere la situazione. particolare creatasi nella Regione in seguito all'approvazione da parte del Consiglio Provinciale di Trento di alcune leggi riguardanti il funzio– namento scolastico. Al Convegno parteciperanno anche ;appresentanti autorevoli di U.P. La relazione introduttiva sarà tenuta dal compagno prof. Piero Calamandrei. Per informazioni rivolgersi al Prof. Antonio Radice, via Grazioli, 16 Trento. TORINO Il Comitato Direttivo, eletto recen– temente, è cosi costituito: Casale, De Marchi, Galli, Giorgi, Gliozzi M., Malan F., Mazzù, eirotti, Sisto, Vitali, e quattro giovani: Amodei, Gliozzi E., Jona, Levi P.. Segretario politico il comp. Enzo Giorgi. Per il seminariQ di storia del so– cialismo, organizzato dal gruppo gio– vanile, hanno parlato: il 7 febbraio il prof. Serafini su e Socialismo e Federalismo > e il 19 febbraio il pro!. Franco Venturi. CARRARA Il comp. Vittorelli ha parlato il 10 corr. a un folto gruppo di com– pagni e simpatizzanti. t seguita un interessante discussione. FORLÌ L'avv. Leopoldo Piccardi il 13 febbraio ha parlato per la locale Consulta su: « La difesa delle isti– tuzioni democratiche >. Il comp. Piccardi ha preso inoltre proficui contatti con esponenti di U.P. di Forll, Ravenna, Lugo e zone limi– trofe e con altri rappresentanti della democrazia laica, BOLOGNA L'avv. Leopoldo Piccardi ha par– lato il 14 c.m. alla Consulta sul tema: < Miti e realtà politiche>, di– nanzi a un pubblico numeroso e vi– vamente interessato. Egli ha poi presieduto una riunio– ne di rappresentanti di U,P. di Bo– logna, Modena, Reggio Emilia, Fer– rara per gettare le basi di un Con• vegno Regionale di U. P. da tenersi a Bologna nel mese prossimo, PADOVA Per la serie delle riunioni di stu• dio su problemi politici, economici e amministrativi, il prof. avv. Ar– mando Pasello, assistente di Scienze Economiche nella Università di Pa– dova, ha' ampiamente illustrato il sistema tributario italiano. Al Circolo di Cultura Popolare il prof. Luigi Piccinato, docente di ur– banistica nell'Istituto Superiore di Architettura di Venezia, ha tenuto la seconda conferenza parlando ad un folto pubblico su « Padova e l'urbanistica >. SIENl Giovedl 17 c,m. Danilo Dolci è passato da Siena e si è incontrato con i giovani di Unità Popolare, che hanno lavorato con lui a Trappeto. Si è intrattenuto anche con un grup• po di amici, che ~ostengono da tem– po la sua iniziativa, per illustrare la situazione delle aree depresse della zona di Partinico. Gli stessi giovani continuano mensilmente la raccolta di fondi per sostenere le inieiative siciliane di Danilo Dolci, FERRARA L'assemblea degli iscritti al Mo• vimento di Unità Popolare, riunita in seduta ordinaria la sera del 24-1 u, s., ha eletto responsabile politico per la provincia di Ferrara il prof. Antonio Rinaldi, coadiuvato dai com– pagni Roveri (propaganda), Scabbia (stampa), Mazza (sindacale), Sani (amministraz. e organizzaz.). BRINDISI Domenica 20 corrente il comp. Co– dignola ha parlato in un cinema lo– cale dinanzi a un numeroso pubblico su: « Funzione politica di U. P. :o. t seguita una riunione fra compa– gni e simpatizzanti. LENTINI (Siraeusa) Alcuni compagni di Lentini per imz1auva del comp. ing. Carlo Ci– cero e del oomp. avv. Filadelfo Pu– pillo, si stanno interessando per il funzionamento del locale Circolo di Cultura « Notaro Jacopo :o, ripro– mettendosi di allargare la loro azio– ne in tutta la provincia di Siracusa. La Federazione fiorentina di U. P. ha organizzuto u Empoli un ciclo di conferenze sul tema: « PA ORAMA DELLE LOTTE POLITICHE I ITALIA EGLI ULTIMI CtNQUANT'A I>>· Il programmu della manifestazione è il seguente: Domenica 6 marzo • Prof. Giorgio Spini: Il perioclo liberale. Domenica 13 marzo • Prof. Umberto Segre: Dalla prima guerra mondiale al /a•cisnw. Martedì 15 marzo . Prof. Ferruccio Parri: Il fascismo. Domenica 20 marzo • Prof. Alberto Predieri: Dalla caduta del /asci•mo alla Liberazione. Mercoledì 23 marzo . Dr. Paolo Vitlorelli: Dalla Liberazione alla Repubblica. Domenica 27 murzo • Dr. Tristano Codignola: Avvento e caduta di De Ga•peri. ,-- Le conferenze avranno luogo al Teatro Excelsior o nella sala della Biblioteca Comunale. B1b110 UOVA REPUBBLICA LA PAROLA AI COMPAGNI SlGILil: OLIENTELE OPOL\TIOl di EnzoStolone L A Sicilia rimase geograficamente esclusa dall'ultima parte - la pii, gloriosa - della guerra '40- '45. Mentre altrove, in Piemonte, in Lo91bardia, in Toscana, la guerra di li– berazione incideva profondamente nel– la scorza di un ventennio, la Sicilia subì lo sbarco e i pochi mesi d'occu– pazione alleata come un'avventura ba– nale, dalla quale uscì indifferente. Molti giovani siciliani parteciparono attivamente alla guerra di liberazione, ma i loro padri e i loro fratelli minori o maggiori sentirono la morte solo come un fatto privato della famiglia. per nulla legandolo a una ragione su– periore. I superstiti, tornati nelle loro case, soffocarono gli ,ideali che per un momento li avevano illuminati e conti– nuarono ad aspettare che qualche cosa succedesse. Altri, per paura di muta– menti, pensarono d'imbarcarsi in un'av– ventura che per fortuna di tutti si arenò: separare la Sicilia dall'Italia, farne uno stato autonomo, con leggi proprie e un proprio capo, magari con il re. « I siciliani vogliono il re » disse qualcuno, ma non era vero. Te– mendo trasformazioni nella struttL1ra economica nazionale, i vecchi ceti con– servatori dell'isola volevano garantirsi. Bisognerebbe scrivere una storia del fascismo in Sicilia, in una regione che istintivamente 10 avversava, niente af– fatto per ragioni ideologiche, ma per– ché anche quello avrebbe potuto som– muovere l'ordine costituito. Non che i siciliani. avversino le no– vità, anzi spesso sono più contrari alla tradizione di tanti fratelli del continente, ma la società siciliana ha bisogno di una riforma più radicale che nelle altre zone della penisola. Esiste un individuo siciliano e una società siciliana, e mentre il pri– mo ha partecipato attivamente alla storia, in tutti i campi, la seconda gli si è trovata comt "1 peso ai piedi che mai gli ha permesso di andare più in là e ha frenato tutti gli impulsi. Si è visto così il siciliano trapiantato a Milano, a Firenze, a Roma, agire li– beramente senza miti, e ritrovarsi « mi– tologico » tornando a Palermo o Ca– tania. Tutti i regimi, tutte le forme di go– verno si sono trovate coinvolte, irretite dentro questa società siciliana, diffici– lissima a definirsi, ove l'immobilismo ha sempre regnato sovrano: a tutti se ne è data la colpa, salvo che a que– sto aggregato di miti, di pregiudizi, di piccoli interessi a salvaguardia di _un grande interesse che è stato impos– sibile finora detronizzare. Tale situazione ha prodotto anche ri– sultati positivi, l'enorme pazienza del nostro contadino e del nostro braccian– te, l'industriosità del nostro operaio, la volontà positiva di riuscire a supe– rare i limiti in cui si trovava il no– stro intellettuale borghese, ma tutto ciò ha ispirato solo casi personali, non è servito a modificare profondamente questa società. Molti hanno conce– pito piani di riforme ma nessuno è riuscito a fare in modo che qualcuno si attuasse. E' da tenere presente che, per quanto riguarda la Sicrlia, nell'azio– ne di ogni partito politico progressi– sta e consapevole sono impliciti dei pericoli. Il principale è quello di ri– dursi alla stregua delle altre forma– zioni politiche, quelle che esistono già o quelle che potrebbero formarsi (l'e– lettorato siciliano non è stato mai molto stabile); in questo caso si ven– gono a costituire un cartello elettora– le, una clientela, un capo-clientela, tutti a difesa di interessi particolari. Un'azione duratura s'inizia solo contro queste clientele, senza scendere a com– promessi come ha fatto qualche volta l'estrema sinistra. Potrebbe obbiettarsi che la politica usa i mezzi che frova: come nella Sicilia di un tempo c'erano le clientele di Rudinì o di San Giu– Ifano, ora ci sono le clientele comuni– ste perché il fondo è rimasto sempre quello. La politica non è però un gioco di clientele, è un rinnovamento dei mezzi oltre che un perfezionamento dei fini. Peccheremo di parzialità se dicessi– mo che la sinistra ha organizzato sol– tanto delle clientele, essa ha cercato di creare una coscienza di classe in larghe masse rurali. Dubitiamo però che quest'azione del P.C.I., in una società preborghese dove non ci sono confini netti fra le varie classi, dove l'unica costante è la qualità degli in– teressi, sia sufficiente a creare una classe dirigente di ricambio. Bisogna rendersi conto dell;aspetto particola– rissimo dei problemi dell'isola, non cercare di risolverli secondo un mo– dulo generale. In questo caso si aHan– no le « regie >> riforme, non la rifor– ma auspicata dai contadini e dai pic– coli proprietari, dagli operai e dagli artigiani. Ci sono in Sicilia due pericoli al– trettanto gravi. Da un lato il pericolo che si trasformino i modi di non rin- 11011ani, dall'altro il pericolo di una li• nea politica generale da ricalcare secon– do direttive dall'alto; questi pericoli sono di antica data: vi cadde tutta la classe dirigente italiana del post-risor– gimento da Depretis e De Gasperi, Una situazione politica nuova deve muovere dall'istituto costituzionale del– l'autonomia, tefiendo presente che la autonomia non è una concessione del governo centrale per tenere a posto certe « teste calde » né tanto meno un 1nezzo per dominare da Palermo, sen– za più il fastidio di recarsi fino a Roma. C'è solo un modo per realizzare quell'adeguamento auspicato da un se– colo e mezzo fra nord e questa parte di sud, e tale modo non potrà certo essere realizzato se il parlamento della sala d'Ercole continuerà ad esprimere u•n governo come l'attuale. La destra cerca di nascondere il suo vuoto sperperando soldi, parole, inco– raggiamenti. li gioco ha tutta la pos– sibilità di durare finchè la sinistra sperperi incoraggiamenti e parole nel– l'attesa di sperperare anche i sordi. ILOONVEGNO DELLA NOUVELLE GlOOHE di Andrea Paaluoll U N a11110 fa si costi111i11a il Centre d'action des Gauches indèpendan– ces(C.A.G.I,) i rni co111po11e111i, rappresenltlllli dei 1 1 ari 11101 1 ù11e111i del– la sinistra i11dipende11te,s'erano dati come compÌlo la f111io11e in u11 10/0 schieramento di trilli i gruppi della Nouvelle Gauche. Tale 1111ificazio11e '"' i11 effetti 1111a logica co11c/11sio11e di q11a11to era staio espresso da qual– che a11110 sulle pt1gi11ede L'Observa– teur e SII quelle di Jeune République, organi, del partilo omo11i1110. li loro li11g11aggioera lo stesso per quanto rig11arda,,a i t•ari problemi della politi– C(I.inlerna ed imer11azio11ale: la neceJ– sità di smuovere il /Mese da//'immobi. /is,110, di far cessare l'odiosa politica colonialistica nel Nord-Africa e di ri– solvere pacificamente il problema eu– ropeo scongiurando ogni riarmo della Germania. li Co11veg11011azioi1aledella Nou– velle Gauche, che ha avuto luogo il 4-5 dicembre 1954, dovev,l essere · il coronamento di q11e1li Jjo,-zi,· aJtrt1- 1•er,o 1111a formula co11federa1ivasi sarebbero assoctttti oltre al C.A.G.I. e Jeune République i gruppi dell'Union Progressiste. Se11011chégli intetlli dei promo– tori dove1 1 ano 1ubiJo u,·tare contro una ,·e,,/tà: l'Union Progressiste, nel/'azio– ne parlamentare ed a11,-a11er10 i 1110/ piri qualificati esponenti, ha legami di alleanza aJiai stretti con il partito co- 11111nis1a. A11dré De11is di Jeune Ré– publique, in 1111 s110i11terven10al co11- 1·egno,ha sintetizzalo auai bene il pro– blema: "Non basta - egli ha del· 10 - euere d'accordo SII di 1111 pro– gramma.... Vi so110due modi di fare la Nouvelle Gauche: l'uno d'euere /'appendice del P.C., l'altro di pre– sentarsi come 1111 compagno dì pari di– rilli e liberq .del suo orientamento ". Jeune République rifi11ta1·aq11i11didi aderire alla co11federazio11e dei gmppii e a chiarire maggiormente la s11apo– sizione è sopraggiulllfl dopo il co111•e– g110 la polemica 1,-a Cla11de Bo,mlet del C.A.G.I. e C,1111ille Via/, seg,-ettt– ,-io generale di Jeune République. Camille Via/ ha so110/i11eato il peri– colo di formare la Nouvelle Gauche co11 uomini di senlimenli diver1i; in– falli benché esista, come afferma B011r– det, una identità di JJ01izio11i t lla base, al vertice è chùll"tlla. sim/}(llia d 1 alc11- 11i per i com1111isJi, che potrebbe do- 111a11i essere fat"le al 11101'Ì/11e11to della 1ini11raindipendente. I motivi del 11w11cato appoggio di Jeune République esulano da q11alsia– si meschinità di sella, ma 10110impo– Ili dalla vo/0111àdi formm·e ,ma cott'. lizio11e poli(ica s11 basi assai chiare e con fini ben precisi, affi11ché 11ie11- te sùt compromeJJo in avvenire. Ed è in sosta11zaquanto non è. staio fat– to al convegno della Nouvelle Gau• che. // 110/erme/lere assieme molte per– sone, su temi programmatici assai ge– nerali, è pericoloso, Q11a11do Le Libé– rateur, orga110del C.A.G.I., scrive:" Il 11ostroscopo 11011 è di rad1111a,-e quegli mali delltt piccola borghesia pi,ì o meno prolettt,-izzata che il P.C.F. pe11- 1a non poler condurre a sé, ma di formare un vero partilo operaio. Q11e- 111 ul1imo sarà inevitabilmente un co11- corre11tedel pa,·tilo co1111111isttt e del– la S.F,l.O, ma 11011 loro a1•ve,-sario sistematico, poiché vi è posto a//11al- 11,e11te nella si11is1rafra11cese per 1111 nuovo Pt1rtilo ... 11 , è facile 1ro1 1 ani d'ac– cordo. E maggiormente d'accordo se tale dichiarazione viene pi1ì oltre pre– cisata nel so110/i11eare la 1•0/011tàde– mocratica della co11federazio11e, rispet– tosa di tutte le tendenze nel suo se110, e nel contestare tl qll(1/1ia1i parlito il 111011opolio delltt clasre operaia. Mtt riò è contraddeuo, o almeno auu– me per allri 1111 1ig11ificaloa.uai di- 1'eno, allorché nelle 111ozio11i program– matiche si parla della tallica d'azio– ne politica. Q11i si acce1111alla p,·o• s/1et1ivad'un Fro11le/1opolare che rac– colga " le forze popolari senza a/. c1111a esc/11sivae {,e/ m11tuorispetto dei diver1i pa,-1iti e organizzazioni". E nel 1111111ero del 30 ge1111aiode Le Libérateur, Marce/ Vttsse11r,parlando dei compiti della Nouvelle Gauche, raccomanda che 1111ecce11ivo ur11po– lo di differenziazione d'1i colf1111ti./ti 11011 abbia "per effe/lo di distoglie– ,., 1111a parte del corpo elellol'ale ro- 1111111ÌJ/a II perché in Ja/ caJo II es1a (!ti Nouvelle Gauche) at'rebbe i11deboli10 1111 partito operaio... ". Questa discordanza di linguaggio può ·recare con/111ione. Se è sentita l'e1igenza di 1111anuova formazione soci"listfl che svolga quella f1111zio11e che la S.F.1.O. ha da tempo cessalo di a1 1 ere, questa formazione deve non– dimeno caraJJerizzarJi e dù1i11guersi politicamente. E Jenza rtidere nel cie– co an1icomu11i.rmodi Guy Mo/lei, è s110 obbligo darsi 1111 compito che si differenzi da ogni pa,·tilò nellamente affi11ché 11011 possa. eJJel'f sospe1ta di perniciose co1111ivenze. O,·a, dopo la ct1- d11tadi Mendès-Fra11ce, spella alla Nou– velle Gauche 1111 grave compito: quel– lo di creare una futura alternaJÌI'a di 1inis1ra democratica, pronta a 10- 1ti11,irsi alla vecchia coalizione dei bie– tolieri e dei coloni che tenta ri– tol'llare sulla scena politica. Q11e110 è insieme l'augurio che tut– ti i socialisti for111ula110 alla Nou– velle Gauche, anche se il suo con, e– gno1 cotf i ris11/ta1iche ne 1ono 1ca- 1uriti, lascia pensosi e sce11ici,
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