Nuova Repubblica - anno III - n. 3 - 10 febbraio 1955

• lllllll•lllllllllllllllllllllllllllllllilllllllllllllllllllllll'llllllllllllllllllllllll oi ci auguriun10 che i lavora– tori del porto di Venezia, co1ne degli altri porti italiani, sappiano resistere all'offensiva del ntinistro 'l'an1broni, soslenutn e aggru vuta dai capoccia loculi. Dopo, si po– lrÌl disculere sui modi dellu loro organizzazione; adesso è nccessa• rio !ollare. _ j h\ 111111111111111111111111111111111111111111111111111111!111111111111111111111111111111111 VENEZIA, 9 f,bbraio C 'E' un malcont;nto profondo tra i portuali italiani; esso ha raggiunto fasi drammatiche a Genova, dove i portuali scesero due volte in sciopero e due volte l'agitazione fu combattuta dai ~a– tori di lavoro con mezzi di crum'i– raggio obbligatorio, degni dei tem– pi in cui scioperare era considerato un delitto contro l'ordine costituito. Ma anche nei porti veneti il fer– mento è notevole e tutta la situa– zione è stata esaminatà a Venezia, il 30 gennaio scorso, in una grande e animata assemblea, alla quale ave– vano aderito anche i portuali di Chioggia e di Monfalcone. A Ve– nezia, come si sa, il disagio è maggiore per la crisi derivante dalle limitazioni poste all'attività com– merciale da provvedimenti gover– nativi che hannp manifestamente favorito altri porti, specialmente tirrenici, a scapito di quello di Venezia. Tali provvedimenti fu– rono a suo tempo discussi e la– mentati .dalla cittadinanza, all'in– fuori d'ogni divisione di partito, unita di fronte all'importanza de– gli interessi della città e del lavoro veneziano. Ma al disagio del porto s'uni– sce da tempo un secondo disagio dei lavoratori del porto, che non è affatto la necessaria conseguen– za del primo; tant'è vero che per molti aspetti esso accomuna tutti i portuali italiani. Basti pensare che i compensi dei lavoratori del– ['industria hanno avuto, dal 1951 ad oggi, un awnento complessivo del lb %, mentre l'aumento dei portuali e stato solo del 5 % . Si tratta, per la preos1one, di un au- mentoconcessonelÌascorsaestate, di fronte a richieste ben mag– giori-che sono ~lide ttii:tora-;-;inche se finora non sono state, né sem– bra stiano per essere soddisfatte. iò stato chiesto dai portuali che vengano meglio definiti i loro di– ritti sui carichi liquidi e d'aver parte anch'essi nello scarico del sale a Porto Marghera, che ora è affidato soltanto alle maestran– ze degli stabilimenti. S ONO poi venute, nel dicembre scorso, alcune circolari del mi– nistro Tambroni che, innocue e ad– diritture persuasive a prima vista, traggono invece dal loro confronto e dal momento in cui sono state emanate, una ben diversa e ben allarmante interpretazione; sono le circolari che hanno mosso ~lo s~iopero i lavoratori genovesi, che ~anno.profondamente mortificato ~ irritato i portuali veneti. Una di esse regola l'esazione dei contributi ~ndacali e impone ch'es– si siano versati personalmente da– gl'i!:teressati e non attraverso 1~ ~UOVA I{ E PUB_BLI_CA 3 ALLARME SULLA LAGUNA ·Il fascismo • nei porti con le circolari -del 01inistro T antbroni «compagnie» e i gruppi in cui sono raccolti i lavoratori del por– to; un'altra vieta alle « compagnie portuali » l'abbonamento a gior– nali politici e perfino sindacali e stabilisce che i lavoratori, se vo– gliono, vi si abbonino ciascuno per proprio conto. Due provvedimenti, come si vede, che sembrano ri– vendicare nient'altro che la libertà individuale dei lavoratori, ma che in realtà tendono a isolari i e a render più difficile l'esercizio dei loro diritti, come quello di iscri– versi ai sindacati, e l'altro a leg– géré la stampa politica e sinda– cale. .1ò noto infatti, per fare un esempio, che gli abbonamenti ·a giornali, settimanali, periodici di qualsiasi· tipo, sono assai più facili se collettivi che non se individuali. Sono considerazioni ovvie, notissi– me a 'chi ha ~n minimo di. cono– scenza degli usi sociali : note pro– babilmente anche all'on. Tam– broni. Può darsi, pensiamo anzi che -più d'una volta sia avvenuto, che le compagnie nella scelta degli abbo– namenti non siano state sempre obiettive, siano state talvolta set– tarie; noi pensiamo che quest' in– conveniente ci sia stato e, natu– ralmente, lp deploriamo. Ma la pro– testa spetta, in tal caso, evidente– mente agli iscritti; e il fatto non, autorizza in nessun modo il mini– stro Tambroni a inviare delle cir– colari il cui contenuto ha un così marcato « sapore fasèista » o, al– meno, paternalistico, di quel pa– ternalismo pel quale le libertà so– no delle concessioni - ritirabili a d1i ne fa un « cattivo » uso - e non dei diritti d1e non si alienano e non si tolgono. E non parliamo poi del modo come localmente, presso il Prov– veditorato al Porto, le circolari ve.1- gono applicate. Sono state inter– pretate come dei divieti a ogni pro– paganda politica e sindacale nel– l'ambito del porto; sono divenute occasione d'azioni di spionaggio; perché in Italia un potente che dall'alto limita o nega la liber– tà, trova sempre in basso chi s'af– fretta a caricar la dose, trova sempre qualcuno che pareva aspet– tasse solo quell'occasione per da– re sfogo alle sue nostalgie fasci– ste, per mostrare tutto il suo ze– lo o interessatQ o servile. E men– tre si vieta. l'azione sindacale nel porto, si invitano, non si sa se di propria iniziativa o per sugge– rimento dall'alto, i proprietari di sale cinematografiche a non conce– derle per assemblee sindacali. N ON basta. Un'altra disposizione, non ancora attuata a Venezia, ma attuata, per esempio, a Paler– mo, vuole che i lavoratori siano sottoposti a visita medica obbliga– toria,. per constatare la loro ido– neità al lavoro. E non è una cir- colare che si riferisca solo alle nuo– ve assunzioni. I non idonei sar-an– no allontanati senza possibilità d'appello. La disposizione sembra avere lo scopo di ridimensionare - come ora si dice - le com– pagnie portuali. Ai provvedimen• ti per aumentare il lavoro si sosti- . tuiscono così quelli per diminuire i lavoratori; è.più comodo e sbriga– tivo, ma non è più onesto; special– mente quando io si fa per vie così traverse. L'inappellabilità del verdetto fa del resto eh' esso abbia anche uno scopo politico; precisa– mente uno scopo discriminatorio. Intanto a Palermo la prima applica– zione di questa disposizione ha avu– to la conseguenza che una ventina di lavoratori, licenziati in seguito a visita medica, sono ricorsi inva– no ai sussidi e alle pensioni della Previdenza sociale. Quest'ultima non ha riconosciuto loro nessuna menomazione fisica! MA v'è un'altra disposizione an- cora : quella che impone il controllo dei certificati penali e l'al– lontanamento di coloro che non li abbiano integri. E qui veramente par di avere le traveggole. C'è for– se una legge, in Italia, che impo– ne agli usciti dal carcere, anzi a tutti coloro che non hanno la fedina pe– nale pulita, di rinunciare al lavo– ro pel resto della loro vita? o cli non ace.edere a certi lavori? E allo– ra, dove ha trovato il Ministro il fondamento alle sue disposìzioni? Dove esse vogliano andare a pa– rare, quale fine discriminatorio abbiano è abbastanza evidente; ma non era stato detto, finora, che an– che l'azione discriminatrice si sa– rebbe mantenuta nei limiti dell t legge? E dov'è qui la legge? Apriamo una breve parentesi. Non vorremmo che l'attribuire in– tenzioni · discriminatorie a queste circolari suonasse offensivo ai par– titi di sinistra, quasi che noi pen– siamo che tutti i lavoratori che non hanno la fedina pulita appar– tengano a loro. ·Non siamo eviden– temente noi : è il ministro che io pensa; o, se non proprio questo, egli pensa per lo meno, che qual– cuno ve ne sarà anche in quei par– titi e che eliminarne anche solo qualcuno può essere utile, per la buona causa che sta tanto a cuore al governo attuale. S I è parlato di compagnie portua– li. Esse sono, per chi non lo sapesse, dell~ cooperative che rac– colgono insieme gruppi più o me– no vasti di lavoratori, fanno i con– tratti, distribuiscono il lavoro; han– no tradizioni gloriose che risal– gono a un passato lontano; hanno resistito a tirannidi; resistito tal– volta attivamente, come sa chi co– nosce alcune poco note ma molto belle ed eroiche pagine della re– sistenza al fascismo; hanno una funzione sociale e morale. Ma han– no un grave difetto; sono società cooperative; ed è nota la sfiduci:i che hanno per le cooperative i go– vernanti della discriminazione. Così questa cooperazione che, anche presso i seguaci della scuola so– ciale cristiana, dovrebbe essere un titolo di merito e di gloria, diventa un motivo di sorveglianza, di cir– cuizione, di ridimensionamento. Noi speriamo che i portùali re– sistano a tutto guesto. Vorremmo che, dopo, fossero anche talvolta più attenti nell'assecondare l'azio– ne di forze sindacali che non sem– pre- si sono forse preoccupate d'in– teressi effettivi o hanno abbastan– za rispettato la loro libertà di de– cisione. Ma, prima, auguriamo che con tutta la loro maturità civile e ~indacale riescano a resistere a que– sti sistemi; se vinceranno, non avranno lottato solo per se stessi, ma per la causa della libertà. E noi siamo solidali con loro in que– sta resistenza; solidali, in questa azione d'effettiva e necessaria difesa guidata dai loro sindacati di si– nistra; certi che, dai sindacati del– !' altra parte, essa non sarebbe sta– ta intrapresa. In seguito, sarà utile serenamente discutere sui modi del– la loro organizzazione; oggi, certa– mente, è necessario lottare. GRAtCO Scioperi e spaghetti A LCUNI giorni fa cinquantami– la lavoratori alimentaristi (mu- gnai e pastai) elfettuarono uno scio– pero per protestare contro il man– cato inizio delle trattative, da parte degli ind,utriali, per il rinnuovo del contratto di lavoro. Gli industriali a/fermano di tro– varsi in. crisi di sovrapproduzione e minacciano grandi licenziamenti. Per essi la crisi • determinata dalle di– minuite possibilità di esporta;ione e dal sorgere, dopo l'ultima gu.erra, di nuovi pastifici. Si tratta dunque di dif,ndere la continuità di lavoro e di vita a mi– gliaia di op,rai e di impedire, nel– lo stesso tempo, il rincaro dei prez– zi della pasta, a seguito, come vor– rebbero naturalmente i capataz dei maccheroni, della costituzione di mo– nopoli anche in questo vitale set– 'ore dell'economia nazionale. Nel dicembre u. s. ha avuto luo– go a Ro,na un i,icontro dei rappre– sentanti industriali molitori e pastifi– catori del nord e md d'Italia, ali« presenza del Ministro del Lavoro onorevole Vigore/li. I problemi in discussione finivano sempre per _tro– vare la loro soluzione in proposte tendenti alla costituzione tli consor- zi o simili: si trattava., di mandare a carte quarantotto migliaia di mu– lini e pastifici. In questa' illuminata assemblea, /,re;ente l'onorevole Vigore/li, gli in– dustriali più grossi, mentre già tante piccole industrie fallite o « assorbi– te» avevano tolto l'incomodo, fan– tasticavano come proporre la man– giata dei più piccoli sulla tavola di apposite leggi, e il riassorbimento del prodotto sul mercato per arri– vare gradatam,nte alla sottoprodu– zione e quindi al rincaro dei prezzi. E mentre, presumibilmente, l'onore– vole Vigore/li assicurava il suo int,– ressamento, ponza, ponza, alfine le proposte al Governo vennero for– mulate in questi termini: e agevola– zioni fiscali; riduzione adeguata dei tassi bancari; divieto di costruire o amplificare pastifici, ecc. ecc... >. In quella sed!_ era illogico sp,– rare che venissero prese in esame le esigenze della povera gente, la necessita di dif,ndere il lavoro de– gli operai, le speranze dei ,consu– matori; altrimenti le propost, sareb– bero state quelle che formuliamo noi: controllo da parie di organi– smi di carattere pubblico sia delle fonti di energia sia dei 1raspor1i così da determinare, anche in que– sto settore, un minor costo di pro– duzion,; non proiezione della gra– nicoltura per favorire l'acquisto del grano duro al prezzo internazionale; incremento dei consumi dando mag– giori possibilità di acquisto ai salari e lavoro ai disoccu,pati. Invece, nel settore molitorio, è stato formulato un piano, conosc,iu– to come « piano Battaglia >, com– prendente una « Cassa assorbimento impianti >, per risarcire tutti quei mulini di cui è prevista In chiusura; e non si è pensato a « riassorbire > gli operai che verranno a trovarsi senza lavoro o a risarcirli in altro mo-do. Per i pastifici che dovranno chiudere è previsto addirittura un bel niente! Ecco in breve la situazione: da una inchiesta compiuta dal Mi– nistero dell'industria e commercio risulterebbero costretti a chiudere (per presunte inadempienze tecniche) 7300 mulini. Ignoriamo il numero dei pastifici a cui toccherà la mede– sima Sorte., ma è certo che stanno pensando anche a un « piano > che chiameranno « per il ridimensiona- 1nento dei maccheroni». rlF.TRO BIAXCOXI Biblioteca Gino Bianco

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