Nuova Repubblica - anno II - n. 12 - 20 giugno 1954

IV IJl\llTÀ.TEDES()A. E INTE– GRAZIONE EIJIIOPEA. Il Partito Socialista ha costante• mente avuto come prima preoccupa– zione quella dell'unità tedesca. La divisione della Germania, della quale sono responsabili i Sovietici, rappresenta una minaccia per la pace. I tedeschi, a qualsiasi partito ap– partengano, non possono accettare di essere divisi da 18 milioni di concit– tadini, e soprattutto di abbandonarli all'oppressione sovietica. Il problema dei territori situati al– l'est della linea Oder-Neissc, ammi– nistrati dalla Polonia od annessi dal– la Russia, resta perciò una delle fondamentali preoccupazioni delle forze politiche tedesche. Se un go– verno tentasse di dimenticarlo, 8 mi– lioni di rifugiati sono pronti a ri– cordarglielo. Il Partito Socialista tedesco ha costantemente affermato che l'inte– grazione della Repubblica Federale nel sistema di difesa militare dell'Oc– cidente, cosl come previsto dalla C.E.D., avrebbe per inevitabile cf– fcto l'approfondimento della divisio– ne della Germania. Come pensare che la Russia So– vietica - alla quale un recente pas– sato ha dimostrato che per vincere la Germania le occorre l'aiuto degli Stati Uniti, della Gran Bretagna e delle organizzazioni partigiane nei paesi occidentali - accetterebbe di restituire il territorio che occupa e cli aggiungere alla coalizione della Germania occidentale, della Gran Bretagna, degli Stati Uniti, della Francia, dell'Italia, e degli altri Pae– si della N.A. T.O. il potenziale uma– no cd economico che essa controlla e che può utilizzare a proprio van– taggio? Sarebbe domandarle di con– tribuire spontaneamente ad un raf– forzamento della potenza occidentale, a proprio danno. Per la verità, la questione di fondo non è stata ancora posta all'Unione Sovietica, neppure a Berlino: quale prezzo strategico sarebbe disposta a pagare per evitare. il riarmo tedesco? Un ripiegamento delle truppe so– vietiche verso est, la loro evacuazio• ne dalla Germania orientale, dalla Polonia, dalla Cecoslovacchia, dal– l'Austria, dalla Romania ·e dall'Un– gheria, sarebbe tale da valere ben più di quanto valga, sul piano strategico, l'apporto di qualche divisione tedesca alla N.A.T.O. /I disarmo può signi– ficare delle garanzie di sicurezza ben maggiori che non il riarmo della Ger– mania. Infine, non vi potrà essere pace durevole fin tanto che non saranno fissate le frontiere della Germania. L'incerto atteggiamento, a questo riguardo, della Francia e della Gran Bretagna per quanto concerne la frontiera Odcr-Ncisse, l'ambiguo at– teggiamento degli Stati Uniti di fron– te al medesimo problema, contribui. scono a sviluppare l'irredentismo te• desco, a provocare inquietudini nel popolo polaccq cd a respingerlo sem– pre più verso la Russia sovietica. Integrare la Germania occidentale nell'organizzazione militare europea significa accettare la divisione del paese e aggravare i rischi che essa comporta per la pace. La Conferenza di Berlino ha se– gnato l'inizio della ripresa dei nego– ziati tra Oriente cd Occidente. Ra– tificare la C.E.D. significa compro– metterne gli sviluppi, ed in partico– lare significa comprcmcttcrc la Con– ferenza di Ginevra che offre la spe– ranza di poter porre fine alla guerra d'Indocina. V LA. tJ.E.D. UOSTITIJIStJE IJ1\lPROGRESSO VERSO L' ORGA.l\llZZAZIOl\lE DELL' E1JROPA 1 « Un'intesa parziale del continen,. te, com.prendente, con la Francia, il Benelux e l'Italia, alla quale fatal– mente• la Germania di Bonn s'ag· giungerà un giorno o l'altro, e dalla quale la Gran Bretagna fosse assente, mi appare contemporaneamente co• me un non senso economico ed un NUOVA REPUBBLICA 3 INCHIESTE E DOCIJJt•ENTI CRITICHE SOCIALISTE ALLA C.E.D. Tantodal puntodi vista nazionale comeda quellos ocialis ta nonvi è contropartita al rischio eventuale di unanuova crisiavventurosa dellaGerman ia, né.al rischio sicuro di unamaggioranza reazionaria ·alt' interno dell' Europa d ei sei. grave errore d'orientamento politi• co > (Léon Blum, Le Populaire, 12 novembre 1949). Allo stato attuale del trattato, la Comunità europea di difesa è un organismo incaricato cli creare e amministrare un esercito comune. Questo esercito comune farà parte delle forze dell'organizzazione del Patto Atlantico ed il suo impiego di– penderà dal Consiglio dei Ministri atlantici per quanto si riferisce alla dichiarazione di guerra, e dal CO· mandante in capo delle forze atlan– tiche( americano) per ciò che si ri– ferisce alla sua preparazione cd ad– destramento. In realtà, l'esistenza delle due co– munità, del Carbone e dell'Acciaio e della difesa, tenderà ad accelerare la costituzione dell'Europa dei sci. Quando settori tanto importanti quanto le miniere di carbone, la si• dcrurgia, le forze armate, l'industria degli armamenti e la preparazione della mobilitazione economica sfug– giranno alla competenza degli stati nazionali per dipendere da un'orga• nizzazione sopranazionale, non sarà possibile mantenere più a lungo una autonomia per gli altri settori della vita economica. Il mercato comune e la moneta comune sono previsti da questi trattati. Il mercato comune è il fine al quale tutti i socialisti devono ten• dcre; tuttavia occorre che esso non si realizzi a beneficio dei paesi di bassi salari o di legislazione operaia del tipo francese. Occorre ottenere un aumento di occupazione e non un trasferimento di disoccupati. L'allineamento dei salari europei deve farsi al livello dei salari più alti e non già di quelli più bassi. Il Commissariato della Difesa euro– pea amministrerà più cli 3.000 miliar– di di franchi; esso sarà il più gran– de « organismo dispensatore> di Europa; esso fisserà il « soldo > di oltre un milione e mezzo di uffi. ciali e soldati. Le sue decisioni avran• no dunque ripercussione su tutte le , catçgorie di funzionari e ci si renderà conto molto rapidamente che le de– cisioni concernenti questi ultimi do• vranno perciò venire egualmente pre• se da un potere sopranazionale. La C.E.C.A. e la C.E.D. conten– gono, in gei-me, lo Stato unitario europeo a sci, che il Partito non ha mai voluto. La Commissione Costituzionale di Strasburgo l'aveva tradotto nel suo progetto di Comunità politica al quale il Partito Socialista si era op– posto a suo tempo, per bocca del suo Segretario Generale. L'accentuato carattere sopranazio• nate delle due comunità ha avuto per conseguenza di allontanare dall'ini– ziativa la Gran Bretagna e gli Stati Scandinavi. La Gran Bretagna accetterebbe un'associazione solo formale con quc• sta Europa in costruzione. Essa non accetta di farne parte. La conseguenza è che la Francia si trova pressoché isolata di fronte a 1Jouantacinque milioni di tedeschi e italiani, estremamente influe1Jzati da un clericalismo alleato alla gran– de industria, e che si affacciano alla vita democratica dopo anni di rcgi– n1c fascista o nazista. In questa fusione, il Partito Socia– lista francese è privato della parte– cipazione del Partito Laburista bri– tannico, e non trova l'appoggio na– turale che avrebbe potuto aspettarsi dalla Socialdemocrazia tedesca, poi– ché il Partito Socialista tedesco è ostile alla C.E.D. Tanto dal punto di vista nazionale come da quello socialista, non vi è contropartita al rischio eventuale di una nuova crisi avventurosa della Germania, né al rischio sicuro di una maggioranza reazionaria all'interno dell'Europa dei sci. La Francia sarà assorbita dalla sorveglianza dei pericoli ciel militari– smo tedesco, dal momento che la Gran Bretagna non prenderà la sua parte di responsabilità in un tale compito. In politica estera, a parte il co• munc timore del pericolo sovietico, non si concepisce come la Francia possa accettare gli imperativi di tut• ta la politica tedesca, come il ricu– pcfo dei territori al di là della linea Oder•Neissc, oppure le rivendicazioni italiane su Trieste. La Francia non avrà pili modo di svolgere nel mondo quella politica di pace e di democrazia che la sua storia e la sua geografia la incfucono a svolgere. Si tratta, per la verità, di scegliere fra l'Europa dei sci e quella dei quindici: l'una e l'altra politica non possono procedere di pari passo. L'Europa dei sci non è l'embrione dell'Europa dei quindici. Essa la ren– de impossibile. VI SONO SODDISFA'ITE LE ()01\lDIZIOl\ll POSTE DAL PARTITO SOtJIALISTA7 Al momento attuale, nessuna delle condizioni poste dal partito è soddi– sfatta. I) La Gran Bretagna rifiuta di partecipare alla C.E.D. e non am– mette altro che una vaga associa• zionc, senza anelar oltre i suoi impe• gni del Patto Atlantico. Sembra, oltre Manica e oltre Atlantico, che ci si orienti verso una strategia definita delle rappresaglie, secondo la quale saranno costituite negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, grandi forlc ·capaci, in caso di ag• gressione, di colpire l'avversario con mezzi potenti, tanto d'aviazione co• mc di truppe aerotrasportate. , Occorrerebbe invece che la costi– tuzione delle divisioni tedesche non comportasse la ritirata delle truppe britanniche e americane, se si vuole che il totale delle truppe di stanza in Europa non rimanga costante, e non sparisca quindi il piccolo vantaggio rappresentato dall'aumento delle truppe alleate a seguito della costi– tuzione delle divisioni tedesche. 2) Quanto all'autorità politica, l'argomento è ancora in discussione e nessun accordo è stato firmato. La Conferenza di Bruxelles, previ– . sta per il 31 marzo col compito di proseguire questo studio, è stata ag• giornata a tempo indeterminato. 3) S'ignora ancora la portata e la durata degli impegni americani, ammesso che vi siano. L'esperienza della Comunità Car– bone-Acciaio dimostra che non si tratta di attendere la successiva sod– disfazione di promesse, ma di esigere che siano in precedenza soddisfatte le condizioni indispensabili. Conviene quindi attendere che il govçrno abbia reso conto al Parla– mento di nuovi fatti, quando ne avrà, prima di riprendere l'esame di questi problemi. Noi ne riparleremo allora. VII LA ().E.O. E LO SFORZO llllLIT.AIIE FR.A~tJESE II governo e il Parlamento fran– cese hanno sempre affermato la ne– cessità di assicurare nell'eventuale esercito francese l'equilibrio nume- rico fra la partecipazione francese e tedesca. Quest'ultima sarà, nella sua fra• zionc terrestre, dell'ordine di 450.000 uomini: ipotesi ammessa in tutti gli studi di stato maggiore. Questi 450.000 uomini rappresentano· in cf. fetti la consistenza numerica delle previste dodici divisioni di coper– tura (180.000), dei loro servizi e de– gli clementi territoriali e di istru• zionc relativi. Se si parte da 450.000 uomini, ci– fra minima della partecipazione fran– cese, si constata che il mantenimento del desiderato equilibrio condurreb– be ad un totale di almeno 863.000 uomini, tenuto conto degli effettivi dcli' Africa del Nord ( I 00.000) degli altri possedimenti africani (52.000), della gendarmeria (57.000), dell'a• viazione (133.000), della marina (71.000). Con i 123.000 militari di carriera presenti in Indocina, la Francia si troverà sempre in condizioni analo• ghe a quelle odierne, obbligata a trat– tenere sotto le armi un milione cli uomini per assicurare il ricercato equilibrio franco-tedesco. Per ristabilire l'equilibrio con i te• deschi che saranno rapidamente pronti, avendo già fatto il loro censi– mento e predisposto il loro inquadra• mento e la loro coscrizione, ·occorre• rcbbe sperare che l'istituzione della C.E.D. conducesse rapidamente al– l'adozione della ferma di due anni, dato che le nostre classi povere di contingenti sparirebbero solo nel 1966, e già il massimo è stato rica– vato dal ricorso alle varie forme di arruolamento. A meno che per il futuro non ci si rassegni ad avere un esercito europeo a preponderanza te• dcsca. D'altra parte, )'applicazione, all'or•. ganizzazionc dell'esercito europeo, dei sistemi e delle dotazioni ameri• cane, provocherà necessariamente un sensibile aumento delle nostre spese militari già elevate, e ciò senza assi• curarci un apparato militare adeguato alle necessità della difesa dell'occi– dente europeo. Infine, in mancanza cli un'autorità politica europea, ci sembra pericoloso attribuire poteri praticamente illimi. tati, non soltanto sul piano militare ma anche nelle sue derivazioni· eco• nomiche e finanziarie, ad un organi• smo militare il cui capo è in effetti il generale americano comandante dell'organizzazione dcli' Atlantico del Nord. VIII LA ().E.D. E L'IJ1' 110.NE FRAl\ltJESE Se si può ammettere, per ciò che concerne il destino dell'Europa, che l'istituzione della C.E.D. nasconde alcuni aspetti oscuri (i cui sviluppi non si presentano a nostro favore), tuttavia ogni incertezza scompare quando si indaga sull'avvenire del– l'Unione Francese. Non è più que• stione di ipotesi: qui vi è la certezza del suo disfacimento in breve termine, o del suo assorbimento in un siste– ma neo.colonialista. li trattato ignora, nelle sue parti essenziali, la realtà dell'Unione Fran– cese, e perfino della stessa Repubbli– ca, e fa pes3re serie minacce sulla coesione della detta U nionc. I) La difesa dell'Unione Fran– cese è limitata ai suoi territori curo• pei. Noi non affronteremo qui la questione dell'incompatibilità di que– sta concezione con gli articoli della costituzione che affermano che la Repubblica rappresenta un tutto in– divisibile (art. I), costituito (art. 60) dalla Francia metropolitana, dai di- partimenti e territori cli oltre-mare, e che precisano per di più che la di– fesa dell'Unione è essa stessa un tut• to, il quale comporta la comune uti• lizzazionc delle ricchezze e delle ri– sorse. on vi è dubbio tuttavia che questo « tutto indivisibile > è grave• mente diviso; 2) In queste condizioni, la dife– sa dei territori non europei incombe esclusivamente sulla Francia, che do• vrà farvi fronte con le sue sole ri• sorse. Infatti, resta in vigore il prin– cipio di un esercito «nazionale> destinato particolarmente a questo scopo. Ma questo esercito sarà o CC· ccssivamcntc oneroso (perché il suo mantenimento si aggiungerà agli im– pegni già estremamente pesanti che ci sono attribuiti dalla C.E.D.), op– Dure derisorio, moralmente parente povero dell'esercito europeo, tecnica• mente incapace di adempiere alla propria funzione; 3) Senza poter esporre in questa sede tutte le ragioni tecniche della nostra incertezza, noi ci limiteremo a constatare che ì negoziatori del trattato non hanno mai ricordato l'c· sistenza dell'Unione Francese e quin• di i delicati problemi che provengono da questa realtà. Se la esistenza cli un Commonwealth con legami molto deboli ha pesato sulla posizione della Gran Bretagna, a maggior ragione i legami ben pii, precisi che uniscono i territori europei e quelli cl'oltrc•ma• re in una stessa Repubblica, dovrcb• bcro dettare prudenza e provocare qualche riflessione; 4) Poiché queste riflessioni non sono state fatte al momento dell'eia• borazione clc:,ltrattato, esse si tro\·c• ranno riportate all'esame dei proget• ti di comunità politica, co1nplcta• mento necessario della C.E.D. Ora, gli altri cinque paesi contraenti non sono disposti ad accettare una rap• presentanza proponionalc. Il Parla– mento francese (eccetto il Partito So– cialista) non ha neppur esso preso posizione a questo pr_oposito. Tutte le formule suggerite (di cui le miglio– ri sono puramente teoriche) conten• gono i germi della dissoluzione del– l'Unione Francese, e pongono fine alla missione della Francia nell'oltre– mare, tale quale i socialisti la conce– piscono: democratizzazione cd eleva• zionc del tenore di vita delle popo– lazioni. Le popolazioni d'oltre-mare, che non sono state consultate, sono in grande maggioranza ostili al progetto. Vi vedono la porta aperta ad un neo•colonialismo europeo chl' consi• dercrà quei territori soltanto alla stregua di serbatoi di materie prime, e consegnerà le popolazioni alla do– minazione economica di paesi la cui passata brutalità soHeva legittima in• quietudine. (Trad. di F. RA VA) li compagno Piel'O Calelfi commosso e grato n tulli i cotn• pagni che gli hanno fatto per• venire ht lor~ affettuosa pnrola confortatrice per la 111orte della sim MARY pregu di scusarlo se ha 01nesso di rispondere singolurn1entc, es• sendosi tro,•ato nella irnpossihi• lità di farlo. Egli è stat~ molto consolato dulia loro solidale partecipa• zione.

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