Nuova Repubblica - anno II - n. 4 - 20 febbraio 1954
Nel 1952 sono usciti a Lo11dra i New fabian Essays (Nuovi Saggi Fabiani), a cui hanno collaborato Crossman, Crosland, Jenki11s, Cole, Albu, Mikardo, Healey e Strache)'· Essi ltslimo11iano della vitalità tlt>l pe11siero laburista, olla ricerra di ,woue strade per l'avvenire. Datl'edizione italiana, uscita presso «Comunità» nel 1953, stral– ciamo - per ge11tile concessio11e dell'editore - questo saggiq. Perdita di slaneio G ià prima delle elezioni del 1950, la spinta che aveva sostenuto l'ascesa al potere del governo la– burista cominciava ad allentarsi. Nono– tante il brusco passo indietro del 1931, questa spi!lta era andata costantemen– te aumentando in 15 anni di opposi– zione - anni spesi in una vigorosa campagna contro il regime capitalista. Ma, dopo appeoa quattro anni di eser– cizio del potere, il governo aveva as– solto la sua missione storica. la nazio– nalizzazione di una mezza dozzina d'in– dustrie-chiave, la creazione di un si– stema completo di sicurezza sociale e di un servizio sanitario gratuito, l'ap– plicazione sperimentale della pianifica– zione all'economia nazionale - la rea– lizzazione di queste riforme sembrava aver esaurito il contenuto del sociali– smo britannico. A quali ragioni attribuire questa per– dita di slancio politico? Non alla bat– tuta d'arresto delle elezioni 1950, né tanto meno, alla necessità del riarmo dopo l'aggressione alla Corea del Sud. La marcia verso il socialismo avrebbe battuto il passo anche se, nel 1950, il governo laburista avesse conquistato una forte maggioranza parlamentare. L'ala destra invocava in modo esplicito un consolidamento; la sinistra chiedeva più socialismo, ma doveva limitarsi a suggerire i provvedimenti,. necessari a questo fine. Il programma di riarmo (e la sconfitta elettorale del 195 I) giunsero come una liberazione dall'in– certezza, non come un ostacolo al– l'azione. Troppo facile sarebbe attribuire que– sta incertezza a una mancanza di guida. Certo, la. perdita quasi simultanea cli personalità forti come Stafford Cripps e Bevin indebolì seriamente la posizio– ne del Primo 'Ministro e rivelò l'esi– stenza di una pericolosa frattura in .se– no al gabinetto. Ma questi fattori per– sonali erano sintomi di un male ben più grave: la mancanza di quel senso sicuro dell'orientamento, che solo può tener unito e sostenere un grande parti– to politico. Il partito laburista non sapeva con esattezza dove andava. Si era lasciato dietro le note pietre milia– ri sulla via del socialismo; avanzava in terre sconosciute, esposto ai rigori cli un clima che non aveva previsto e contro il quale l'antico equipaggiamen– to offriva scarsa protezione. lacero e contuso, si trascinava avanti; ma il pas– so cominciò a rallentare non appena apparve chiaro che alla meta non si sa– rebbe mai giunti per la via tra– dizionale. Come può, ora, il partito laburista, riacquistare il senso dell'orientamento' L'assunto di questo mio saggio è che ciò sarà impossibile finché gli uomini politici si affideranno unicamente al proprio « intuito » e alla propria espe– rienza empirica. Il partito laburista ha smarrito la via non solo perché non possiede la carta geografica ciel paese che sta attraversando, ma perché non crede che, a viaggiatori esperti, le carte siano necessarie. Possiamo oggi veder chiaramente i difetti - come i pregi - di questo tenace empirismo. la politica laburi– sta è sempre stata un amalgama, con– sistente anzitutto in un certo numero di proposte concrete e, in secondo luo– go, nelle aspirazioni morali che forma– no- la nostra tradizione socialista. Nel B1b Gr NUOVA _,REPUBBLICA PAGINE DICULTURA CONTEMPORANEA ' VERSO UNA FILOSOFIA del Socialismo 1950, la maggior parte ·delle proposte concrete erano attuate, e il peso di un accumularsi di situazioni d'emergenza sulla politica governativa aveva con– fuso la tradizione. I sussidi alimen– tari e i controlli sui prezzi sono espe– dienti transitori ciel tempo di guer– ra, da lasciar cadere non appena si tor– ni a un'economia di mercato, o fanno parte della struttura di uno Stato socia– lista? li socialismo democratico impli– ca il permanere di un'economia mi– sta e, in raso affermativo, si deve ip– coraggiare o Iimitare nel settore pri– vato la corsa al profitto? Si deve la– sciare che i solari trovino il loro equi– librìo attraverso contrattazioni collet– tive, o appartiene ai compiti specifici cli un governo laburista modificare la struttura dei prezzi in funzione degli interessi nazionali e della giustizia so– ciale? Un'azienda pubblica centralizza– ta rappresenta un metodo di gestione dei servizi pubblici più socialista che la proprietà municipale o cooperativa' Il un postulato socialista che si riceva– no gratuitamente occhiali e dentiere, ma si paghi per viaggiare su ferrovie nazio– nalizzate? 1l da preferire una scuola aperta a tutti che sia lo strumento idea– le di un'istruzione secondaria socia– lista, ad una scuola fondata sull'as~e– gnazione dei posti in base a concorsi? Nel campo dei rappo_rti internazio– nali, una folla d'interrogativi non di– versi si presenta. Una politica socia– lista di difesa deve mirare a contene– re il comunismo, o a sventare un'ag– gressione russa? Nel primo caso, pos– siamo evitar di soffocare la rivoluzione sociale nelle colonie, o giustificare il riconoscimento della Cina comunista' La politica economica del governo la– burista in Persia e Malesia è concilia– bile col suo obiettivo dichiarato di elévare il tenor di vita dei popoli ar– retrati? Se è stato giusto concedere urfa completa indipendenza all'India nonostante il rischio del suo abbando– no del Commonwealth e perfino della sua adesione al blocco russo, perché, nel Medio Oriente, si è adottata la po– litica inversa? Come può, un· socialista, opporsi alla partecipazione britannica a un'Europa occidentale unita, nel– l'atto stess9 in cui si piega alla ri– chiesta americana di una Germania riar– mata? Basta porre queste domande perché balzi agli occhi la confusione che si crea in noi appena cerchiamo di ricol– legare la nostra pratica ai nostri ideali socialisti. Certo i marxisti continentali hanno spuntato l'arma della propria capacità di riforme pratiche costringen– do la loro politica entro gli schemi ri– gidi di una dottrina. Ma il partito la– burista è andato ali' estremo opposto: ha incapsulato la teoria in una serie di misure pratiche, e, una volta com– piute queste riforme, non gli è resta– ta per l'azione avvenire altra guida, che una tradizione interpretabile in una quantità di metodi contrastanti. Ora, i conservatori possono ben per– mettersi di far leva sulla tradizione, e sulla guida di uomini accettati come suoi interpreti. li conservatorismo può anzi definirsi _ciò che il dirigente con– servatore fa o dice col consenso ciel partito. Ma la tradizione, e il parti– to conservatore che ne è l'araldo, rap- presentano il freno della democrazia all'evoluzione sociale. Il dinamismo può essere dato solo da un partito che sfidi per ragioni cli principio lo ,1111m quo, e si valga della teoria per denun– ciare l'insufficienza della tradizione co– me guida all'agire. Che cosa atten– da i partiti laburisti che fanno getto del socialismo !"abbiamo visto in Au– stralia e Nuovo Zelanda. Ora ci tro– viamo di fronte a un pericolo analogo: che il nostro socialismo degeneri in la– burismo. Se ciò dovesse avvenire, la po– litica si ridurrebbe a un gioco di « dentro » e « fuori », ben presto ogni di R.H.S. CROSSJUN differenza fra i due partiti sarebbe cancellata, e il dinamismo del progres– so sociale passerebbe in eredità a nuo– vi e pericolosi movimenti politici. Pragmatismo e filosofia La maggioranza dei primi fabiani - unica e notevole eccezione, George Bernard Shaw - rigettavano la teo– ria socialista come una forma peri– colosa di capziosità teutonica. Essi partivano dal presupposto che chiun– que conosce la differenza fra giustizia e ingiustizia, tra felicità e infelicità, e che fosse compito della Fabia11So– ciety additare ai tradunionisti inglesi - e a qualsiasi uomo politico di– sposto ad ascoltarla - la via per fare dell'Inghilterra un esempio vivente di felicità socialmente pianificata. Questo modo benthamita di vedere il sociali– smo in contrasto con le teorie marxiste del continente europeo, presentava no– tevoli vantaggi. Corrispondeva all'im– pronta anti-intellettualistica del movi– mento laburista, ed esprimeva fedel– mente quel ripudio ben ponderato del dogma, sia teologico che politico, sul quale la concezione inglese della liber– tà personale riposa. Inoltre, ripudiando il marxismo classico, ha permesso al partito laburista, nei suoi anni forma– tivi, di accogliere nelle proprie file tut– ti gli uomini di buona volontà - per esempio il socialista cristiano e il libe- · raie della classe media in cerca di un nuovo veicolo di riforma sociale - invece del solo operaio dotato di co– scienza di classe. fu in gran_ parte per aver accettato quest'impostazione non filosofica fabiana, che il partito poté assurgere a partito nazionale, - e accettare responsabilità nazionali di governo, - più facilmente di qualun– que partito socialista in Europa. 1l tuttavia significativo che i Webbs, partiti come gli esponenti più fanatici ciel benthamismo non-filosofico, siano finiti evangelisti della civiltà sovietica. Semplice caso d'involuzione senile? Al contrario, credo che il fenomeno abbia in parte radice in un senso acuto del mutare della situazione mondiale nel quarto decennio del secolo. la riforma sociale pragmatista era sufficiente fin– ché l'equilibrio mondiale delle potenze e i I posto della Gran Bretagna in esso erano assunti come verità eterne. Quando si sgretolarono, divenne sempre più necessaria una filosofia della sto– ria, e il guaio per i Webbs non fu che riconoscessero questa necessità nella vecchiaia, ma che, cresciuti alla scuola delle scienze sociali pragmatiste, si ri– velassero degli ingenui studiosi di fi. losofia, accettando da vecchi la teoria e la prassi comuniste irriflessivamente come da giovani avevano accettato il benthamismo. Né i Webbs furono i soli intellet– tuali sociolisti ad abbandonare il prag– matismo fra il 1930 e il 1940. R. H. Tawney, la cui preparazione filosofica era ben più solida e compiuta, anda– va da tempo studiando il marxismo, e ne aveva felicemente assimilato i meto– di di analisi storica inquadrandoli nel– la sua filosofia cristiana. Per' contro, Harold Laskj, come i \1(/ebbs, sovrap– pose meccanicamente il marxismo al– l'utilitarismo, e non riuscì mai a fon– derli in un sistema coerente. John Strachey lo trangugiò in un'unica, ga– gliarda sorsata, ed è il solo inglese che abbia saputo non soltanto tradur– re Marx, ma ripensarne in termini an– glosassoni il sistema. Non è esagerato affermare che Tawney, laski, Strachey e i Webbs dominarono il pensiero dei giovani socialisti nel decennio 1930- 40 ed esercitarono una profonda in– fluenza su molti politici pratici del « Shadow Gabinet ». 1 . Il Left Book Club sostituì la· F11bù111 Society come focolare dell'intellettualità d'avanguar– dia. Ma questa vittoria del marxismo fu di breve durata. 1·opposizione comu– nista alla guerra nel 1939 frantumò e infine distrusse il Left Book Club, e la vittoria laburista del 1945 ebbe per riflesso un ritorno all'impostazione vec– chio-stile dei fabiani. Intellettuali che, fra il 1930 e il 1940, avevano gio– cherellato con Marx e predicato la lotta di classe, ora andavano a gara nel presentarsi c~me persone di buon senso, troppo indaffarate per mettersi a teorizzare. l'attenzione che il gabi– netto laburisfa prestò agli scritti di Tawney e laski non incoraggiò nes– suno a seguirne le orme filosofiche. Dopo la guerra, un solo libro che si proponesse di analizzare i principi o la filosofia del socialismo democratico ha visto la luce in Inghilterra 2 ; spe– culazioni simili si lasciano agli espo– nenti della libera impresa americana e del comunismo russo. Ora io affermo che quest'assenza di base teorica per i programmi pratici di azione è la causa prima del fat– to che il governo laburista postbellico segnò la fine di un secolo di riforme sociali, anziché l'inizio di una nuova epoca, come i suoi sostenitori sociali– sti speravano. Dir questo non è con– dannarlo. Occorreva si completasse l'evoluzione dal liberalismo del 1906 al moderno lii' elf111·eState 3 , così co– me la trnsformazio9e dall'Impero al Commonwealth. Ma né l'uno né l'al– tro di questi processi erano esplicita– mente socialisti. Il principio della auto– decisione nazionale, eh~ il laburismo ha seguito nella sua politica indiana e sul quale va operando nell'impero co– loniale, è essenzialmente liberale; e lo 7 « Stato assistenziale» pianificato è, in realtà,_ un adattamento del capitalismo alle esigenze del moderno tradunioni– smo. L'economia mista sviluppata nel decennio 1940-1950 non ha abolito l'impresa libera basata sulla concorren– za, ma l'ha adattata alla necessità di ri– spondere alle rivendicazioni sociali ed economiche del lavoro organizzato. In effetti, !"opera del primo governo la– burista rappresenta il vertice di un lungo processo attraverso il quale il capitalismo si è incivilito e, in larga misura, conciliato coi principi della democrazia. Rifiutando di accogliere la filosofia marxista, siamo quasi riusci– ti a smontarne le profezie di inevita– bile conflitto. I, un risultato storico; rimane però il fatto che, nel realizzar– lo, il partito laburista corre pericolo di divenire non il partito del progres– so, ma il difensore dello ,111111, quo postbellico. La filosofia comincia dove il prag– matismo esaurisce il suo compito. Quando il socialista del senso comu– ne ha portato a termine il suo pro– gramma, e non esiste più quel certo numero di riforme elementari che uo– mini di buona volontà ritengono ne– cessario introdurre, è tempo di fer– marsi a riflettere. Quale il modo mi– gliore cli dare avvio a un simile pro– cesso di autoanalisi' Non certo quello di prendere affrettatamente a prestito, dove che sia, una filosofia bell'e pron– ta, e di forzare negli schemi rigidi del la sua dottrina i fatti della nostra storia e gli ideali del nostro movimen– to. Il stato, questo, l'errore cli Laski e dei Webbs, come di John Strachey fra il 1930 e il 1940. Una sana 'filo– sofia del socialismo çlemocratico, come quella delineata da Evan Durbin nel– la sua purtroppo sottovalutata Politia of Democr111ic Sociali,~11. dev'essere de– dotta da un esame dei nostri princi– pi impliciti ed espliciti di azione, e do una spregiudirnta valutazione dei fatti reali. (co111i1111a) t « Gabinetto ombra »: il Comitato par• lamentare laburista, che ha un peso de• terminante nella definizione del programma parlamentare e governativo del Partito (N. d. T.). 2 Il Restateme11t o/ l.ibuty, di P. C. Gordon (cd. Hutchinson). 3 Lo « Stato assistenziale », che fa pro– pria l'organizzazione dell'assistenza e delle assicurazioni soCiali, del servizio medico gnr– tuito ccc. (N. d. T.). FACILITAZIONI SPECIALI PER GLI ABBONATI a) - All'atto del versamento, l'abbonato potrà richiedere fino a tre libri editi da << La Nuova Italia» nelle collezioni Doc1mle11ti della cri.si contemporanea e Biblioteca Leone Ginzb11rg, con lo sconto del 30%. Inoltre, durante l'anno avrà diritto allo sconto del 10%, porto e im• ballo gratis, su qualsiasi pubblica– zione della stessa Casa. b) • A coloro che procureranno almeno 5 nuovi abbonati, l'Amministrazione farà pervenire gratuitamente un volume scelto tra i seguenti: BARKER: L'impero britannico DELLE PIANE: Il C.L.N. 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