Nuova Repubblica - anno II - n. 3 - 5 febbraio 1954

6 GRUPPI ,1l ltll)t>r<J MILUO Il Gruppo milanese ha dato vita a un bollettino a stampa, dal titolo « Autonomia Socialista », il cui primo numero reca la data del 23 gennaio. Consideriamo questa iniziativa partico– larmente importante, per risvegliare intorno al Movimento vivi interessi locali. Sempre a Milano si è dato vita a una serie di dibattiti sui movimenti socialisti in Euroea. Sul laburismo in– glese ha parlato il doti. Pozzani, di– rettore di « Mondo economico »; sulla socialdemocrazia in Germania il prof. U. Segre. Seguiranno analoghi dibat– titi sul socialismo francese e sul mo– vimento operaio in Italia. Una confe– renza con dibattito ha tenuta Greppi sulla questione dei preti-operai in Francia. Il gruppo di Milano sta ora occu– pandosi anche di un'altra iniziativa, la diffusione cioè fra gli studenti del– la scuola media delle nozioni fonda– mentali sulla Costituzione italiana. Il Comitato direttivo milanese, re– centemente eletto, è risultato così costi– tuito: Greppi, De Vecchi, Peduzzi, Trentini, Veneziani. COMO Lo sviluppo del nostro Gruppo procede in modo assai soddisfacen– te, avendo raggiunto ora le )2 uni– tà. Segretario ne è stato eletto re– centemente il compagno Gracco Azzi, già segretario lgcale del P.S.D.I. So– no state istituite due commissioni mi– ste col P.S.I. locale per l'esame dei problemi sindacali e di quelli riguar– danti l'amministrazione comunale e provinciale. PISl Il compagno Favati è stato nomina– to responsabile del Gruppo. In una successiva riunione di compagni e simpatizzanti, Favati ha illustrato la funzione di Nuova Repubblica, l'atti– vità del suo primo anno di vita e le prospettive future. Ne è seguita una larga discussione, anche sui temi po– litici (particolarmente sulla C.E.D., in merito alla quale si è manifestato un atteggiamento contrario del Grup– po), conclusa con l'impegno di prose– guire gli incontri e approfondire i motivi della nostra azione. FIRENZE La seconda serie di dibattiti al cir– colo « Rosselli » si è aperta con una conferenza di Vittorelli su « Proble– mi vecchi e nuovi del socialismo eu– ropeo ». Seguirà De Benedetti su « Pressione demografica e controllo delle nascite». Il programma definiti– •o sarà pubblicato nel prossimo nu– mero. Il 14 gennaio si è avuta una riu– nione di « Unità Popolare » nel suo complesso, con la partecipazione di Parri. Il 22 gennaio il comitato pro– vinciale ha deliberato di continuare le riunioni con la partecipazione dei partiti già invitati in precedenza, sul tema delle autonomie comunali, in vista anche delle non lontane ele– zioni amministrative. Il compagno Pa– lestra è stato nominato segretario del Gruppo. BOVA URINA (Reggio C.) Un comitato d'iniziativa facente ca– po al prof. Violi ha dato vita ad un circolo di cultura, allo scopo di illu– minare e orientare la gioventù stu– diosa verso una cultura innestata nel– le migliori tradizioni democratiche e liberali del paese. Con questo Circo– lo, il nostro Movimento ha preso con– tatto. MODBH Si è costituito il Circolo di cultura sociale. Fanno parte del Comitato pro– motore due socialdemocratici, due de- mocnsl.lani, un indipendente di sini– stra, e un rappresentante di A.S. Il circolo, che si propone di dibattere i più urgenti problemi sociali del pae– se, tende a liberare le forze « lai– che » da una sterile accentuazione dcl– i' anticlericalismo, e contemporaneamen– te ad arrestare la involuzione clerica– le degli ambienti cattolici. · MOLFETTA Il Gruppo locale, sotto la guida di Finocchiaro, sta lavorando a un'inchie– sta sulla crisi del M.S.I. in Puglia, e ad un'altra sulle condizioni econo– miche-sociali-scolastiche ed assisten– ziali della provincia di Bari. PADOVA nostri compagni si sono riunti! in assemblea generale per discutere sulla situazione politica e per il rin– novo degli organi direttivi. Il Comitato direttivo eletto ha suc– cessivamente designato alle cariche ese– cutive: Lanfranchi (Segretario poli– tico), -Grego (Vice segr. politico), Guolo (Segr. amministrativo), Rebe– schini (addetto alta propaganda), Driussi (per il gruppo universitario). Altri incarichi sono stati affidati ai compagni Spinelli, Spigol_on, Feltrin e Pagnin. Sono in corso contatti e riunioni con i rappresentanti del P.S.I. e del P.S.D.I. in merito alla legge elettorale. nostri compagni partecipano atti– vamente all'iniziativa promossa dalla Associazione Italiàna per la Libertà della Cultura, di un Circolo Aquilano di Cultura Politica. Hanno già parlato Anioni e Ciardo, cui seguiranno Tec– chi, Bolis, Assunto, Garosci, Pane, Capitini e Paresce. NAPOLI A quanto ci risulta, è in via di co– stituzione un circolo politico, nel quale raccogliere socialisti di ogni partito e indipendenti intorno a problemi con– creti di vita nazionale e locale. Ci au– guriamo che questa iniziativa abbia effettivamente seguito, e ci dichiaria– mo fin d'ora disposti a darle tutto il nostro appoggio, considerata anche la sua particolare importanza per la ri– presa di forze giovanili socialiste in Campania. REFERENDUM sulla seuola italiana Non v'è chi non veda come l'incremento, la diffusione e la qualità del pubblico insegna– mento sia un elemento essen– ziale per il consolidamento del– la democrazia in Italia. Ma vi sono governi e partiti politici che non l'hanno a cuore. Dedicare un po' di tempo a raccogliere fatti, episodi, dati, che possano contribuire a for– mare un quadro critico della situazione attuale, è la pren1cssa indispensabile per passare alla formulazione di proposte di rin– novamento e di riforme orga– niche. A questo scopo chiediamo la collaborazione degli amici di « Nuova Repubblica » per• ché la conoscenza sempre più approfondita di questi proble– n1i ci aiuti ad impostare una vasta campagna di rinnova– mento. Per creare un coordinamento di notizie, si propone che ognu– no, guardandosi attorno e ten• dendo l'orecchio, prenda nota del seguente ordine di fatti: a) Condi~ionl generali e par• NUOVA REPUBBLICA LA PA.ROLA AI COMPAGNI UNITÀ SINDACALE ALLA BASE di PietroBianconi e OMB un uomo d'affari che si rispetti, il quale si fa notare nor. solo per la capacità che possie de d'impinguarsi, ma anch~ per le gesuitiche « opere d1 beneficenza » che compie, il ministero « d'affari » Pella, all'indomani delle copiose ~udate di mezzagosto, prometteva una politica di elemosine, fatta a base di pacchi– dono, di sussidi, di refez10ru calde ai disoccupati. Tutto il programma sociale di que– sto governo tendeva naturalmente ad esaurirsi in un pranzo di Befana, cu– cinato per i figli di alcuni disoccupati, con I' tmmancabile partecipazione di ragguardevoli dame, spose di altolo– cati funzionari, con la graziosa pre~ senza del Sindaco, del Pretore, del Par– roco e del fotografo ufficiale, il quale avrebbero ritratto le loro eminenze in– tente a carezzare i bambini. Queste cose erano di moda sin dall'epoca della Befana fascista, solo che allora i ragazzi dovevano recarsi al pranz , vestiti da balilla. Ma gli ultimi mesi del· 1953 non erano caratterizzati soltanto da quest~ politica di elemosine: v'è tutto un giuoco che la borghesia ha creato, tut– to un imbroglio abilissfmo quanto istin– tivo perché suggerito dalla quotidi,i– na lotta di classe. Un giuoco che va ~mascherato, non, evidentemente, per ti puro gusto della verità, ma perché a questo giuoco son legati inconsape– volmente i lavoratori e, complici e no, le organizzazioni sindacali che li rap presentano. .B curioso e insieme istruttivo osse1- vare lo stato d'equivoco in cui l'uno rispetto all'altro, e rispetto a tutti, si tengono l'incipiente sindacalismo della CISNAL e la Confindustria, il fronte cattolico e il governo; ma balza da– vanti a gli occhi di tutti i poveri bef– fati la verità: i giornali borghesi stnl– lano che si rende necessaria una legge sindacale ( ?) o arrivano addirittura, come il Tempo, a rimpiangere il « buon corporativismo » della legislazione sm– dacale fascista. .B accaduto questo: le organizzaztoai sindacali, mosse anche da ragioni di prestigio presso ·Je masse popolari, si presentavano unite nel rivendicare i sacrosanti diritti dei lavoratori. I sin– dacalisti democristiani prendevano ad– dirittura l'iniziativa di scioperi nazio– nali dell'industria e degli statali. In campo sindacale abbiamo avuto infatti scioperi unitari proposti dai sin– dacalisti delle Cl~L. di scioperi cioè diretti dall'organizzazione che si ispira al Partito di governo, cui fa capo l'Azione Cattolica, l'Episcopato, le ticolari dell'edilizia scolastica (elementare e media) nel pro– prio paese o quartiere. Ne sol• tolinei le necessità, ne valuti la spesa in danaro, la con– fronti con quella di altre ini– ziative di 1ninore importanza sociale prese dal Comune o da altri enti locali. b) Ottemperanza all'obbligo scolastico. Suggerimenti e pro– poste concrete per rimuovere certi ostacoli particolari o ge– nerali. c) Rispondenza del funzio– namento della scuola elementare e media allo spirito della de– mocrazia. Portare le prove di atti di autoritarismo e di so– praffazione compiuti da que– sto o da quell'insegnante sugli alunni o da questo o quel pre– side o direttore sugli insegnan– ti o sugli scolari. Studiare lu reazione delle famiglie ai me– todi autoritari. Favorire la ma• nÌfestazione del pensiero e del– l'azione degli insegnanti per quel che concerne la libera formazione intellettuale degli allievi. d) Casi d'opposizione alle pressioni di presidi e di diret– tori intese ad ottenere la par– tecipazione di insegnanti e alun– ni a manlfesta::sioni di carat- ACLJ, la Confindustria e la Confa– gricoltura e quella stessa classe diri– gente contro cui gli scioperi dovreb– bero essere rivolti. Si sosteneva che l'onorevole Pasto– re, novello 'talleyrand, intendesse dare una mano all'onorevole De Gasperi nel recente dissidio in famiglia, che ha portato alla crisi governativa; può es– sere vero, ma, secondo il nostro mo– desto pensiero, ragioni ben più com– plesse stanno alla base di questa sup– posta « volontà unitaria sindacale». Gli ultimi scioperi nazionali (come del resto tutti quelli promossi nel pas– sato) congenitamente incapaci di risol– versi a beneficio dei lavoratori, anche perché viziati dalla consueta formula che li vuole « generali » sì, ma con l'autorizzata esclusione dei lavoratori addetti a importanti servizi in seno alle categorie scioperanti o, per essere più chiari, di quei lavoratori che sciope– rando arrecherebbero seri danni agli industriali, non esercitano, cosi come son diretti e suggeriti, la funzione che allo sciopero assegnano i lavoratori. Tuttavia mentre questi scioperi non ostacolano per niente il piano di predominio monopolistico della Con– findustria, o la tirannica ambizione di un qualunque panciuto industriale, la stampa borghese si mette a strillare e vede in essi, o finge di vedere, la sot– terranea mano della quinta colonna comunista, blatera di prossimi sconvol– gimenti sociali, urla ai 'quattro venti che urge una legge sindacale capace d'impedire che le organizzazioni dei lavoratori pongano lo Stato nelle mani dei comunisti. In ciò sta dunque il giuoco: i sin– dacalisti d.c., i preti, i fascisti, pre– tendono di mostrare· con questi scio– peri un'anima sinistrorsa e sociale, pre– tendono di mostrarsi presso le masse lavoratrici come capaci di risolvere, con metodi democratici, gli annosi pro– blemi che vanno sotto il nome di di– soccupazione, miseria, analfabetismo; chiedono tutto il potere nelle loro ma- · ni e lo chiedono corteggiando i poveri e mascherandosi da democratici e per– sino da socialisti. Non ci stancheremo mai di ripete– re che i lavoratori debbono ritrovare sindacalmente la loro unità di classe. Rivedere - perché ,no, s·è necessario? - i quadri che compongono i diret– tivi delle organizzazioni sindacali. L'unità sindacale non può essere di comodo ~ artata, ma permanente; non può essere suggerita di volta in volta dai vertici, ma pretesa alla base. Infine che cosa chiedono i lavora– tori e che cosa suggeriscono ai loro dirigenti sindacali? Se questi si pren– dessero il tempo di svolgere una sia pur rapida inchiesta nell'ambiente stesso dove i lavoratori vivono, e cioè, nelle fabbriche, nelle piazze affollate delle città industriali recentemente tan– to provate dalla guerra dei licenzia- tere politico o confessionale. Illuminare gli stessi insegnanti sui loro diritti alla libertà del pensiero e dell'insegnamento, diritti che le autorità scolasti– che non possono non ricono– scere quando dagli insegnanti siano fotti debitamente valere. e) Programmi scolastici e lo– ro applica::sio11e. Indicare gli episodi che rivelano in modo appariscente il contrasto esi– stente fra gli attuali program– mi e i bisogni effettivi della società in cui viviamo: e, più ancora dei progrun1n1i, i modi della loro applicazione - ac– cade1nica, pedantesca, nu1emo– nica :..._ che richiede spesso ai giovani e ai giovanissimi sfor• zi f,sici e mentali completa• mente inadeguati alle esigen– ze di formazione morale e tecnica cui una scuola moder– na deve ispirarsi. Ci auguriamo che da questo referendum possano nascere le basi di proposte costruttive. NUOVA REPUBBLICA Le notizie e comunicazioni di qualsiasi genere relative a questo referendum dovranno essere indi– rizzate esclusivamente alla reda– zione del giornale, in piazza del– la Libertà 15, Firell7.e. menti, fra i disoccupati che affollano incontenibili gli uffici del lavoro, e ne interroggassero l'ansietà e l'angoscia del domani, udrebbero da comunisti, socialisti, socialdemocratici, repubblica– ni e anche democristiani, le solite ri– sposte. I loro discorsi si richiamano sempre alla fame, alla miseria, alla casa, all'assistenza sanitaria insufficien– te, all'ineducazione dei figli costretti a vivere in un unica stanza e dormire nel solito letto dei genitori.... Chiedo– no che siano risolte queste cose, ma la loro fiducia nelle organizzazioni sin– dacali è scossa. Chiedono tutti fun– zionalità degli scioperi e non inutili sacrifici, chiedono una rinnovata uni– tà sindacale, un'unica organizzazione dove anche gli umili compagni di base abbiano voce in capitolo, do– ve i lavoratori non soggiacciano alle manovre più o meno palesi, o alle tra– me segrete dei dirigenti, certo abili e « illuminati », ma troppo spesso di– mentichi delle ben definite aspirazio– ni dei lavoratori. IL LIBERAL1SMDEL "CORRIERE .. di tlarloPlncln S 11/ Mondo 11.52 (254°) 1i uigma– tizza la 1it11azione de/1111/ampa trie!lina con /111/ele comeguen– ze politiche che ne derivano. Ma certi falli 11011 0no prerogativa di Trie!le. A11chein Italia mancano del 111110 gior- 11ali i11dipende111i, e i gruppi mrmo– poliJtici 1i contrastano a 111011 di milio– ni il poueuo delle te1tate. Uno dei tanti gio.-nali « indipe11- de111i » o « d'i11for111azio11e » è il Cor– riere della Sera cui nel Tac cui 11o del Mondo cit. 1i attribuiJce la fama di « liberale » e « bene i11formato ». In verità, 111aredi tali vocaboli nei ri– guardi del Corriere, 11110/ dir-,1are di « parole i11libertà». Nei falli 1alie111i che co1tit11iJco110 il banco di prova del liberali11110di 1111 giomale, 11011i può dire di aver vi!lo mai il Corriere mila breccia; e quando Ii tra/la di dife,,– dere la libertà anche per gli avver1a,·i politici, allora il m/lodato quotidiano no11 auolve neppure il compito ele– mentare di 1111 1 obie11iva i11formazio11e. Ad eumpio i ,·e1oconti parlamentari wno commenti conf111i e tendenzio1i nei quali a 1te1110 il lei/ore rince a pe– JCare qualche notizia ben !temperata nel beverone. Sembra che riau11mere decentemente le te1i delle oppo1izio- 11i11011 rientri nei compiti del giomale, che preferiJCe riportare bat111tedi 1pi– rito o i1110/enze utili 10/0 a JCreditare le iJ1it11zionidemocratiche. Sempre nel mede1imo numero del Mondo, Bartoli è definito 11110 dei più acuti ouvvatori della 1it11azio11ein– ternazionale. Del 'acutezza di Bartoli non Ii dubita, 10/0 Ii vorrebbe veder– la impiegata nel 'informare i lei/ori m/l'alleggiamento della 1tampa ingle1e anziché nel laborio10 tentativo di ma- 1cherare la vera 101ta11zadegli articoli ogni volta che rimlterebbe 1gradita a, g111ti delicati dei lettori del Corriere. A me pare che 11011 Ii poua au11- mere un alleggiamento i11dul?,e111e. Je non co1111ive11te, nei co11fro111i di codt– !la famo1a Jtampa italiana. La quale è talmente arretrata, provinciale e !ti· /aria che 110110/0 11011 Ii può paragQ• nare alla grande 1/ampa e!lera, ma h:t 111110 da invidiare a quei fogli che IO· 110co111ideraticome vergogne nei loro pae1i. Il Mondo, che già coJtituÌ!ce un modello di co1t11111e giornalùtico, 1i è ocrnpato recentemente de/1,1 p11b: blicità. Speriamo voglia pre1to occ11- par1i in modo 1pecifico della 1tamp... Eua rapprnenta un problema auai più grave e delicato, il problema cen– trale della democrazia moderna.

RkJQdWJsaXNoZXIy