Nuova Repubblica - anno II - n. 1 - 5 gennaio 1954
I L. 35 Spedizione In abbonamento postalo (Gruppo Il) A pag. 4 : Parri : Autonomia dell'Europa =- ,,,,,.. ,·irnu,e. ,,,..,,,,., lu ahh, poat. o,. li Il Nl.'OVA l!ld'lìHllLlt:_\ Claudio Cesa e/o Bendinelli via Chiarini, 4 LIVORNO Anno II • N. I 125) QUIND!CINALE POLIT .. i ..-v Firenze - 5 gennaio I 954 rc~!~J:~~~p~2°i,G~Otr~~a~acr d~,a è~~:e';nt!1va i"tt %l:~::ia lPS!~iads,: '?p;g_a.~) = _kfiE~ NIAMINO FINOCCHIARO: L'espe,ienza di Molfe'Ua (pag. 3) - FERRUCCIO PARRI: Autonomia dell'Europa (pagg. 4 e 5) - AURELIA !RUB R-BENCO: Discorso al Con– siglio Comunale di Trieste (pag. 5) - MERCUZIO: e « porcherie » del Giornale d'Italia (pag. 5) - PIERO CALEFF!: La sentenza di Ponz· Pilato (pag. 7) - FRANCO GIO– VANNELLI: Il delta inquieto (pag. 8). Obiellitii e strumenti Diamo il testo della mozione appro– vato. al II Convegno Nazionalo del Mo– vimento cli Autonomia Socjallsta. I I Convegno Nazionale di A.S. rivendica per lu propria for– mazione una funzione diversa e distinta da quella dei partiti politici nello schieramento politico italiano. Questa funzione è essen– zialmente di stimolo, di critica, di costante presentazione, anche di fronte alla carenza dei vari gruppi socialisti e de1nocratici, delle esi– genze di lotta della classe lavo– ratrice e della parte più avanzata della democrazia italiana. In tali condizioni il Convegno non ritiene che si ponga oggi al– cun problema di affrettata unifi– cazione organica con altre forze. La costituzione di un efficiente schieramento unitario socialista de– mocratico è infatti condizionata ad una provata identità di indirizzo politico che deve trovare adegua– ta e durevole dimostrazione nei fatti. Tuttavia, sulla base di un progran1ma di azione, un ampio •· <·l'",rdi.;.tle. colloqui·~ rhie .. ifìcatore deve essere rist.abiHto e mantenuto con tutte le forze socialiste ai fini di affrettare quella maturazione politica che sola può risolvere, in org~nica unità, gli attuali contra– sti. A. S. ravvisa nella formula di U. P. non soltanto un'utile for– mula elettorale ma un tentativo originale di schierare accanto ed in intimo legame con la lotta del– la classe operaia, tutte quelle for– ze varie di de111ocrazia (in Ita– lia particolarmente i valori della Resistenza) che possono dare al socialismo la sua probabilità di successo ed il suo significato umano. A. S., pertanto, contribuirà a far valere nella pratica le se– guenti direttive d'azione di Unità Popolare: 1) Azione antifascista per la difesa della legalità costituzionale e democratica. Al primo posto so– luzione dei problemi dell'educa– zione, della scuola e della giu– stizia. 2) Elevazione economica e culturale della classe lavoratrice e sua partecipazione alla direzione dello Stato e dell'economia. Poli– tica sociale perequatricc a vantag– gio degli individui e dei ceti de– pressi servita da una appropriata politica economica e di giustizia fiscale, Sviluppo della produzione attraverso una programmata po– litica di incentivo, una chiara de– finizione dei can1pi e degli ob– biettivi dell'economia pubblica, lotta contro la formazione monopo– listica dei prezzi. 3) Modernità ed efficienza dell'amministrazione pubblica, svi– luppo degli istituti e forze locali di autogoverno e di controllo de– mocratico. 4) Politica internazionale per la difesa della p,·ce, maggiore au– tono1nia nel quadro atlantico, uni.– là europea co1ne strumento ed ob– biettivo di salvaguardia econon1ica, di indipendenza politica e di pa– ce tra Occidente ed Oriente. li Convegno si impegna a dare la massima efficacia a questi ob– biettivi, traducendoli in direttive conutni attraverso organi adatti, e ì I a discussione aperta su queste colonne dal mio articolo del J 5 settembre, alla quale hanno partecipato una trentina di compa– gni qualificati, non poteva trovare una conclusione più responsabile e più seria della risoluzione votata al Convegno di Firenze del 20 dicem– bre p.v., di ·cui riportiamo qui di fianco il testo. La fondamentale ma differenziata unità che si è manife– stata in quel Convegno è infatti an– che il frutto delle riflessioni alle quali la libera discussione che si è svolta su ' Nuova Repubblica ' ha certa– mente indotto i compagni: sicché, dall'apparente discordanza di punti di vista, si è espressa, alla fine, un'im– postazione comune per la risoluzione d'un problema tanto arduo cd irto di contraddizioni come quello della politica socialista in Italia. Questo problem« non si è mai presentato cosi acuto, il senso della impotenza dei socialisti non è -ap– parso mai cosi drammatico come in questi giorni, in cui si manifesta per segni appariscenti come non mai un fatto nuovo della nostra vita politica: la crisi che investe frontal– ment..· il più g.-o,,so partit·J ddla ,·on– servazione e degli interessi costituiti: la D.C. Il dissidio De Gaspcri-Pclla, il , caso ' La Pira coi relativi inter– venti di alti prelati della Chiesa, lo stato di disagio in cui si trovano ogni giorno di più molte coscienze di cri– stiani nelle file della D.C., lo stesso ritiro di Tupini, sono simboli di una frattura vera, politica, che si è aper– ta nella D.C. all'indomani del 7 giugno e che pone ormai problemi di fondo. Ma tutti questi problemi, per essere risolti democraticamente, han– no bisogno di una seria alternativa democratica: che è appunto quella che manca, poiché tale non può con– siderarsi il tentativo di risuscitare il demanda al nuovo Comitato Di– rettivo Nazionale il compito di provvedere in proposito. Il Convegno rileva, in partico– lare, che premessa ad una libera ed efficace lotta politica è non soltanto il ripudio alla legge elet– torale maggioritaria ed alle di– sposizioni che danneggiano i pic– coli gruppi, ma l'abolizione della legge elettorale amministrativa col rito,·no, anche in questo campo, al– la proporzionale pura e l'autono– mia politica di tutti i gruppi che si affern1nno democratici in seno alle grandi amministrazioni co– n1unali. Su questo e su altri punti im– mediati di lotta contro il privile– gio si misurerà il valore effettivo delle formali conversioni avvenute dopo il 7 giugno specie nel settore dei Partiti minori. A. S. in particolare, come sua peculiare funzione, si propone di rivolgersi costantemente alle gio– vani generazioni per contribuire alla preparazione delle nuove clas– si dirigenti, con un assiduo esame e concrete prospettive di soluzio– ne dei problemi che ancora osla– colano il consolidamento della de– mocrazia italiana, nello spirito che animò la Resistenza vittoriosa con– tro il fascismo. o SOMMARIO RASSEGNE: Italia, oggi: Due trasformismi (pag. 6) - Lauoro e sindacati: Prospettive oscure (pag. 6) - 15 giorni nt!l mondo: La lotta pel' la successione nelPURSS, di PAOLO V1T– TOR.ELLI (pag. 7) - Paçine di cultura contemporanea: Capitalismo e anticapitalismo nel quadro democratico, d1 Jou.N STRACHE\' (pag. 9) - Posta del direttore: Socialiaare il latifondo, di ANT'ONJO PASTORINO (pag. 10) - Libri e problemi: Storia della Resistenza Italiana di Roberto Battaglia (CARLO FRANOOVICH) (pag. 10). INVITO ALL'AZIONE PER UNRLTERNRTIVR PERMRN ' blocco laico ' cui sta attendendo in queste settimane con p:>:rticolare cura l'on. La ,Malfa. Se la situazione non evolverà abbastanza r..pidamente e non attraverso gli abus<l;ti ingredienti del trasformismo nostrano, bensi at-. traverso un serio sforzo di determi– nare una linea politica socialista e democratica, non è da escludere che della crisi cl.e. l'unico a profittare sia, in una prima fase, il partito co– munista, con l'inevitabile riflusso rea– zionario che ne seguirebbe nella fase "successiva. Che conclusioni si posson dunque trarre, in queste condi7ioni, dalla diScussione protrattasi per tre mesi SJ.JUenostre colonne, fino al Conve– gno di Firenze? Mi pare sia giunta l'ora di fare il punto, anche perché il necessario chiarimo"""" ùel· , 1der non finis~:.1per dcgeMre in acca– demia. Sul tema dell'unifica,.ione sociali– sta, molti degli equivoci che io de– nunciavo nel precedente articolo so– no ormai, mi pare, abbastanza chiari a tutti. La contrarietà a qualsiasi nuovo ' pasticcio' unificatorio com– binato da alcuni gruppi dirigenti si è manifestata così generale e cosi seriamente giustificata, da rendere inutile ogni parola di più: il male è troppo profondo perché si possa ancora presumere di curarlo attra– verso l'opera dei ciarlatani o dei rabdomanti. E quanto alla cosiddet– ta ' ribellione di base ', lo stesso fatto che alla discussione da noi aperta non abbia partecipato neanche un militante del PSI (e due soltanto del PSDI) è una riprova convincente dello ·stato di timidezza, che invischia i militanti di quei partiti agli apparati, non consentendo loro di partecipare liberamente a dibattiti che non siano ' ufficiali ' e convenien– temente benedetti dalle rispettive se– greterie. Ancor più notevole è però il fatto che da queste constatazioni nessuno abbia tratto la conclusione (che poteva essere pericolosa) che dunque non resta che fare un altro partito: prova di maturità (e - pur– troppo - anche di esperienza.!) di cui non possiam6' che rallegrarci. Eliminati questi ostacoli, il. centro del dibattito si è spostato, con più attenta sensibilità politira, sul fondo vero della questione, e cioè: I) quale è l'alternativa democratica possib:l,· e necessaria in Italia? 2) a quale tipo di struttura si vuole arrivare? 3) per quali vie? t opinione generale, mi sembra, che vi sia in realtà un'unica alter– nativa degna di questo nome, ed è quella dei sooialisti. Poiché si traila di identificare i centri di tras(orma- zionc della società e dello stato da cui dipende la possibilità di un ra– dicale cambiamento della vita del paese, poiché si tratta di intervenire come collettività organizzata contro i detentori di privilegi politico-eco- · nomici, poiché si tratta infine di for– giare lo strumento statale in modo adeguato a questo intervento, non si vede dove trovare le forze necessarie a tutto questo se non sul terreno so– cialista. E poiché s'intende arrivare a questi scopi mantenendo integro quel costume di vita, quel meccani– smo di istituzioni, quel tipo di civiltà che va sotto il nome di democrazia, non si vede ancora una volta dove trovare codeste forze se non sul ter– reno socialista. t dunque indubitato che solo l'elettorato socialista e qucl- 1..,ul•e, i'lre pc.T1ion,. di , lr•-;-..,r~to i::'..:r s1 possa conquistar<" ai ni,•desimi fmi possono operare il miracolo ùi offrire alla latente, e ormai patente crisi, della D.C., quella alternativa demo– cratica che andrebbe altrimenti per– duta a beneficio dei comunisti. Sta in questa fondamentale per– suasione non soltanto la ragione del– la nascita di ? Autonomia Socialista' ma direi la ragione della nascita di noi stessi come militanti politici. t tuttavia ragione di compiacimento che non si sia smarrita la bussola d'orientamento, e che ci siamo tro~ vati tutti concordi in questa dia– gnosi: la quale importa, di conse– guenza, anche un giudizio sull'agi– tata questione del ' blocco laico ' che una volta ancora ci viene pre– sentata da chi ha fin qui abusato di codesta formula per fare, v.olutamen– te o no, il giuoco della D.C. Giudi– zio, è bene dirlo senza ambagi, net– tamente negativo, finché non ci ven– ga dimostrato con le iniziative poli– tiche e coi fatti che le forze del blocco laico sono appunto pronte non dico a dichiararsi socialiste, ma a fare una politica socialista, e quindi necessariamente di rottura col dega– sperismo. Ed invece è chiaro anche agli orbi che blocco laico vuol dire, per ora, nient'altro che il ritorno a quell'immobilismo paternalistico in cui si sostanziò la politica del quadri– partito, e che il 7 giugno ha avuto l'altissimo merito di spazzar via. La risposta alla prima domanda, risulta quindi netta cd inequivoca: solo una politica socialista, che si proponga mete immediate e remote di trasfor– mazione radicale della nostra società, al fine preciso di modificare i rap– porti di forza e prima di tutto i rapporti economici fra minoranze mo– nopolistiche, privilegiate, parassitarie e maggioranza di poveri e di lavora– tori, può rappresentare l'alternativa; i succedanei, che mirano in realtà ad una specie di compromesso im– possibile fra quelle minoranze e quel– la maggioranza, attraverso i buoni uffici di alcuni uomini ' illuminati i, sono pericolosi come tutti i succe– danei: e, nel -nostro caso, possono essere il migliore veicolo per le mino– ranze ad una affermazione ancora più pesante e definitiva dei loro privi– lc·g' Ma se relativamcrJII chiay.appa– re la politica ido€°';m essere al– ternativa, il problema si complica quando si passa a determinare il tipo di struttura che potrebbe essere ca– pace di realizzare quella p<llitica. In fondo, tutta la ' discussione aperta ' si è svolta proprio intorno a questo punto. Si entra qui nel vivo del pro– blema più specifico dell'unificazione socialista. Parecchi interventi si sono limitati, in verità, ad esprimere una speranza, una invocazione all'unità socialista, legittime naturalmente ma non risolutive. Altri sono andati più in fondo, ed hanno impostato prati– camente una scelta fra unificazione socialdemocratica e unificazione so– cialista in senso ampio. Il senso della impotenza e della disperazione che si prova di fronte al PSI, alla timi– dezza dei suoi spunti autonomistici sempre poi regolarmente contraddet– ti a breve scadenza, ha fatto conclu– dere ad alcuni (una minoranza in verità) che dunque sia nrcessario ac– conciarsi intanto ad una unità social– democratica, e che il problema della maggiore unità vada posto solo più tardi. La risposta della maggioranza è stata tuttavia nellissima: il proble– ma dell'alternativa è un problema di politica; ma questo problema della politica è anche un problema di forza. t certamente una buona cosa se, p. es., Saragat cerca oggi d'im– postare una migliore politica del pas– sato (a prescindere in questo mo- Il nuovo Con1itato Direttivo del Moviinento di Autonomia Socialista, eletto al Convegno di cui diamo an1pia cronaca in 3.a pag., risulta formato dai seguenti compagni: ALBERTONI - CALAMANDREI - CALEFFI - CARTA - CASTO– RINA .- CIUCHI - CODIGNOLA - COSSU - COSTANTINI - DEAN - DUCA - FINOCCHIARO - GAROSCI - GIORGI - GREPPI - MARTINELLI - MAZZOLI - NOVENTA - ULACCO - VITI'O– RELLI . ZANFAGNINI.
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