Nuova Repubblica - anno I - n. 22 - 20 novembre 1953

NUOVA REPUBBLICA 3 TEMA PROIBITO Un'a.ssociazio11e p r la rego– lazione delle nascite U N gruppo di cittadini italiani, donne e uomi,,i,, appartenenti a ceti, professioni e correnti di idee tliuerse., avendo considerato e discusso le tristi condizioni economi• che, morali, igieniche in cui .ri troua a vivere molta parte d,!lla nostra popolazione, e in partic~lare: a) l'altissimo indice di affolla– mento nelle abitazioni di molti cen– tri "urbani, causa di indecorose pro– miscuit.à, 1>1alattie,accattonaggio; b) l'esistenza di un gra11de 11u– mero di abitatori di tugurt e caver– ne in certe zone agricole; e) la carenza alimentare, quali– tativa e quantitativa., di una parte della nostra popolazione, paragona– bile a quella dei paesi più depressi dell'Oriente; d) l'alto numero di disoccupa– ti e di inoccupati, le difficoltà che incontrano i giovani a trovare un la– voro e ad addestraruisi, con le conse• gu.enti tentazioni uerso attiuità cri• minose; e) la scarsa o nulla educazione politica e sociale di moltitudini, le quali, pur avendo diritto di voto, sono sostanzialmente indifferenti al– le cose dello Stato e alla propria condizione di cittadini; essendo eui• dentemente connessa questa indi./• ferenza alla pressione delle necessità materiali elementari; f) l'insufficienza delle scuole e ESERCITO E SOCIETÀ I L caso Jei giornalisti Rcnzi ed Aristarco riporta a galla un proble– ma t.he . ,tram<:nte, mai è scaduto di attualità, ma di cui nessuno si è, fino ad oggi, degnato di parlare. Intendo riferirmi non già alla que– stione del comportamento - dirò così - e11en,o del nostro esercito durante l"ultimo, disgraziato conflitto (compor– tamento che, nonostante l"impopolarità e la bestialità della guerra voluta dalla monarchia e dal fascismo, non fu cer– to peggiore, specialmente per quanto riguarda la condotta delle nostre trup– pe verso le popolazioni dei territori occupati, di quello cli altri eserciti com– battenti), bensì alla questione dell"or– dinamento interno di esso esercito. Ta– le ordinamento era - e ritengo che sia - quanto di più ingiusto e sorpas– sato si possa immaginare:. La profonda frattu(:, che tra, aglia la vita associata del hostro paese e che vede schierata da un lato i-esigua clas– ~e aristocratico-borghese, arroccata sul– le sue tradizionali, anacronistiche posi– zioni di predominio e <li privilegio, chiusa nel suo spirito egoistico, preten– sioso e settario, e dall"altro l"infinita moltitudine degli umili e dei lavorato– ri, si riflette nell'esercito in termini di estrema esasperazione. La divisione in CilJte, in organismi chiusi e spesso osti– li, non accomunati fra loro da un mi– nimo contatto, da un minimo affiato umano, è qui ovviamente più rigida e netta che altrove. L'ufficiale superiore - dal maggiore al generale - non certo dimentico del– le sue origini sociali, sembra credersi in tutto veramente << superiore » e guarda con distacco al proprio diretto subalterno, tanto più se questi provie– ne, come suol dirsi, dalla ga11~//a. é molto più cordiali sono i rapporti fra l"ufficiale di bassa forza e il sottufficia– le (mi riferisco sempre principalmente al personale militare di carriera) nono– >tante, di ,otite, tra.gano entrambi i propri natali da quel ,!;rigio, miserrimo strato del sottoproletariato unu né tJrle né p"rte - ma imbevuto, ad onta di ciò, di una radicata, atavica inclina– zione al conformismo e al servilismo - che trova nel 111e1tiel'e delle m·mi l'uni– ca possibilità di vita. Altra categoria a sé è costituita dagli ufficialetti appe– na sfornati dalla scuola- o dall'accade– mia, figli di papà senza alcuna espe– rienza della vita, gonfi, ìutt"al più, di vieta rc:torica patriottarda, nei quali vanità e snobismo gareggiano quasi sempre con una paurosa assenza di convinzioni e di tdeali propri. Nono– stante tutte queste diversità, tutti questi diaframmi posti fra casta e casta, una stessa mentalità « bor.bonica » o - per dirla col levi - « luiginesca », acco– muna ufficiali di vario ordine e grado e sottufficiali per quanto concerne 1;i. nessuna considerazione che essi hanno per il soldato, ossia per il ro111adi110 povero, la cui classe costituisce, ,:,er l'appunto, l'ossatura, il nerbo vivo e vi– tale sia dell"esercito che della societ:i. Ebbi già occasione di accennare, tem– po fa, su // Po111e (nn. )-6, maggio– giugno 1952) ad una delle più gravi ingiustizie cui è sottoposto il soldato italiano. Trattando del dispositivo di– sciplin:ire e puniti\·o prop.rio dt-1 no– ~stro esercito, facevo rilevare allora co– me venga negato al militare cli tfuppa .accusato, a torto o a ragione, di una qualsiasi infrazione alla disciplina mi– litare, il diritto alla giustificazion~ t: alla difesa e come, alla base di una sif– fatta concezione della giustizia, ~(ia !"assurdo convincimento, di origine me– dioevale, che il cittadino, una voha indossata la divisa militare, perda di colpo ogni attributo umano, ogni dirit– to ad un minimo di rispetto e divenga né più né meno che un numero, un'c:i.– tità meccanica e, in fondo, trascurab;. lissima del più vasto apparato militare. Ora, la situazione esistente nell'eser– cito - situazione che, come dicevo in principio, non è che una esasperata proiezione di quella the C1ratterizz• la nostra ,·ita asseciata - sta a dimo– strare, nel mod<1 più, <#aro, ~he l'odio di classe veramente individuale ed ot– tuso è quello delle caste dirigenti, af– fette da inguaribile i11egalomania, con– tro le classi indifese, ritenute incapaci di governarsi e di governare. In verità, se un appunto deve m~oversi alle classi che atresercito forniscono le forze più cospicue e più sane, tale appunto è semmai quello di non 3\'ere ancora as• sunto un'esatta coscienza dell'importan– za e della insostituibilità della funzio– ne da esse svolta in tutte le branche della vita nazionale e di sopportare con eccessiva rass.egnazione il perp~t~arsi. di simile stato di cose. Se la mania, il mito tipicamente e stupidamente borghese - e 11011m110 - della lau.-ea o Jet diploma. non offuscasse a tal punto la mente dei nostri reggitori da far loro dimenticare l'importanza di quelli i:he sono gli au– tentici valori morali ed umani e se fosse data la possibilitÌl, a tutti coloro che posseggono le doti intrinseche ne– cessarie, di ascendere sino ai più alti gradi rr.ilitari, assisteremmo indubbia– mente, in breve volger di tempo, ad un deciso rinnovamento dei quadri del– le nostre forze armate ed anche la necessiti\ della subordinazione e della disciplina apparirebbe cosa più natu– rale e meno ostica a chi, in ogni caso, deve pur sottoporvisi. Ma vano è spe– rare che, con la mentalità che cttratte– rizia la .nostra classe Jirigente. la pos· sibilità di una simile innovazione poss:1 esser presa in considerazione. Alla base citi rinnovamento -democra– tico del nostro apparato milita~e rimn– ne pertanto, essenzialmente, un proble– ma di educazione, o meglio, di co1111- me, lo stesso problema che interessa del resto la nostra compagine sociale. t: evidente che non potremo risolverlo fintantoché non si sarà riscoperto, nel cittadino e nel soldato, innanzitutto l'11omo 1 l'uguale, cd un nuovo clima cli comprensione e di reciproca stima non verrà :1d illuminare i nostd rap– portL sociali. altre graui mancheuolezze della rv– stra struttura sociale; e avendo ravvisato fra le cause più gravi di trllti questi mali: I) l'alta densità di popolazio- 1te tlel nostro paese, alta non solo se commisurata con l'estensione geogra– fica generale, ma soprattutto rispet– to all'estensione coltivabile; 2) l'i11controllata prolificità del– la frazione più misera, ineducata, de- 11 utritn della popolazione; Ira deciso di riunirsi in un'associa– zione di studio e azione in favore di una ragionata regolazione delle nascite; con un'opera di persuasio– ne e di educazione da condurre non solo in favore di queste sofferenti popolazioni, ma nell'interesse della intera società italiana, e dello stesso rafforzame.nto delle libere istituzioni. L'associazione, collegata con l'In– tcrnational Fedcration of planned Parcnthood, si propone di. svolgere la sua azione nei seguenti modi: 1) Fare opera di istruzione, ver– bale e scritta, di concetti e principi sanitari familiari che hanno già avu• . to in Paesi di alta civiltà il vaglio di risultati benefici ai fini della compa– gine e della serietà dell'istituto fa– miliare; soprattutto richiamando i genitori alla responsabilità che loro incombe di nutrire ed educare con– uenientenzente la prole. 2) Affiancare a questa azio11e consigli pratici ed indicazioni di igie• ne generale, atti a rafforzare il sen– so di dignità della persona umana. 3) Promuovere l'abolizio11e del– le legislazione fascista tuttora in vi– gore, diretta a incrementare le na– scite, e in particolare dell'art. 553 del Codice Penale. A questo scopo l'Associazione Ìtl· tende ramificarsi e raggiungere tutti coloro, uomini e donne, di ogni con• dizione sociale e ogni opinione poli– tica e religiosa, che condividono que• sie preoccupazioni e che si sentono di cooperare a questo scopo. A ciascu1ta di q11.estepersone l'As• sociazione chiede per ora: !) - di dare l'adesione di massi– ma ai principi ed al programma suesposti, diventando in tal modo soci di fatto; 2) • di indicare nomi di persoue. enti, conoscenti che si sappiano o si presuma condividano la stessa idea, a cui poter fare peruenire la voce e l'invito dell'Associazione. Nel numero delle adesioni, dei soci, degli aiuti, sta riposto l'esito di questa iniziativa, per gli sviluppi della quale saranno ascoltati vaglia– ti ed attuati i co11sigli degli as– sociati. L'iniziativa, che ha già avuto au• torcvoli adesioni, merita di essere vivamente appoggiata. Ogni ulteriore richiesta d'infor mazion i può essere indirizzata alla sig.ra Vittoria Oli• vctti. via Cappuc cini 11, Milano. Codicee t)regiudizi I I 1,roble1nu dellu llOJ>oluzione va facendosi strudu ncll1l co– scienza degli ituliuni, benché Mia annebbiato du vurii tabla, bene 11lleati fra di loro u i1n1>cdire che se ne· parli con Jibcrtà di giudizio e spregiudicatezza di itlee, o a im• pcdire se111plicen1cnte che se ne parli. Ma, tra gli ostacoli che in– •·ontra una chiura forn1uluzionc di questo prob1e1nu, c'è anche un articolo del codice: una di quelle ,nu)e erbacce del passalo regime, ,la cui sen1bra che il gio,•unc tron– co della nuova repubblica non rie• ;.ci, a districarsi; ed è prec.isun1en– te l'nrticolo 553 del codice pennie, il quale con1n1ina pe,1e a chi fac• eia propaganda di 1.nezzi atti a limitare le nascite; c'è inoltre una tradizione (più o 1neno- coscien– temente ancorata con )a religione) che, fino n poco fu, non sen1brava un1n1ettere ulternulive. per un ga• lttntuon10 .tra il rigo1·0so celibato e ln « benedizione » di una fami– glia numero!a; c'è infine una ahi• tudine in alcuni di noi di vantare le nol'llrc ,rere o Hl}lt>ostc qualità ,ririli, conunisurandole miche, con puerile. criterio, ul uumcro dellu prole. Perci{) accade che, 1nentre do– vun<Jue si sente discorr·cre in lta– liu dei noslri guai, dei nostri gros• :i-i, uttunugliunti problemi (conte alcuni scritti apJ>arsi su t1ucs10 J>e– riodico · hanno ben lumeggiato): l'insuUicienza delle scuole e tlei tnncstri per i troppi bin,hi; la ca– renza ulimentare in vasti ceti del– le nostre 1>opolazioni; lu muncun– za di uhituzioni, r,er cui 111ilioni di ituliuni non hanno cusu e si nduttano a vh,ere in cu,•crne, lu• guri, buracche e grotte; l'insu ffi– cenzu di ospeduli e letti J>cr gli infer1ni; la pochezzu dei n,ezzi destinati ae-li inftniti e crescenti bisogni deff'ass.istenzu; la scursilà dei posti di lavoro per gli ttspi– ranti a un'occupazione rctribuitu:. si dicono tutte queste cose e si citano inoltre epi:mdi significativi come quello del mercato dei gua• luni in Lucania; nta non si ac• cenna quasi rnai alla causa pritna di questi guai: e cioè ull'cccee!o di popolazione in Jtulin rispetto ui mezzi di sussistenza della po– polazione. Si {' tenuto, non è 1nolto, unn serie di giornale di studio sulJa ali,nentuzione: e in esso non ci si i– fermati a considerare l'eccesso di popolazione, corue se l'alirncnla– zionc fosse un 1>rob)cnu1 che stia u sé. i è tenuto un convebrito sul– le sistenu1zioni idriche e Ouvinli; su quel disordine delle acque d.i cui si è ancora ·trugicun1cnte sof• ferto di questi giorni: e solo una ,·oce isolata, tra 111ohe, ha avuto il coraggio di indicurc che i danni delle alluvioni sono dovuti « an• che» u quell'eccesso di popo)uzione che nei monti hn contribuito adira• dnre le foreste (perché le foreste non slunno in piedi accunto a popo– luzioni troppo folte e ufl-.unate, che hanno bisogno dalla terra di più copiosi frulli di quelli che 1mò da– re il bosco); e nel piano sono do– ,•ute anche a11a fìttezzn crescen• te degli abitati, al.le crescenti si• slen1uzioni locali <li fognalure e di cunulizzuzioni che rendono ru• pidissirnu la risposta dei fìurni ul• le 1>recipilazioni, con1e UJ>punto accade con crescente frce:1ucnzu in <1uesti unni. Anche nelle recenti inchieste sulla n1iseriu e sullu di– soccu1>uzione, il fut1orc « popo)a– zionc » non è stato n1esso nella dovutu e,•idcnza. Oppure quando si parla del– J'ecccsso di popolazione, come si è fullo in un recente congresso u Pa1crrno (e 1>arlarnc qualche ,,o). tu bisogna J>Crché dh,cntu difficile lucerne, come ap1>unto i1 J\,lanzoni dicevu succedere per )a peste di ft,1iluno): e si umn1et1e ntagari l'itnportunzu del problernu e si dichiura che esso è il J>iÙ urgcnle dei 11rohlenai uttuuli; dopo si sen– tono p.-oporre dei rin1edi « su) J>iuno 1nondia)c » (e cioè uspettnre che siuno stati costituiti gli Stati Uniti del Mondo, per risolverlo, t1ucs10 prob)e1na): o uncora ruc• ,·on111ndure quell'en1i,:ruzio11e cl1e ri ha duto tuntc soddisfazioni, CO· mc in1'.'cgnuno i recenti Juttuosi t:1,isodi tlcl Belgio; o anche u far credito u non bene SJ>ccifìcati pro– gressi della scienza; a terre in• colte di paesi lontuni; e insonuna a t111ellc generalità, a quei luoghi comuni che in realtù sen1bn1110 de• nunciu1·e un sostanziale disinte– resse per l'un1anu esigenza di so)– Jevure in n1odo J>OSith•o <ruelle ntiserie: 1niserie che uno stato non può tollerare a lungo in se stesso, senza che 1utt11 la Sll'utluru socia• le crolli. Oissi1>arc queste co1·ti11c di ini– hizioni, far sì che in ltulia si possu parlure di queste cose con la stessa onesla spregi1ulicatczza che "iene 1cnuta in paesi di uha civil• tà; prontuovere la consapevolezza di tiuesto aspetto vitale della 111ag– gior purte dei problemi nostri, ado• perarsi perché ,•engn rimo ea una legislazione ar1·elrntn e nociva: sono urgentissitne ietitnze 1>er coJo. ro che hanno verainente a cuore– le !orti del nostro infelice paese. Rl:ULDO DE BE~EDETTI

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