Nuova Repubblica - anno I - n. 21 - 5 novembre 1953

III l o ho un debole per il me– dico generico nonostante le sue tempestose prese di posi- zione. Sarebbe opportuno retribuir– lo un po' M'leglio, aiutandolo così a vivere decorosamente e ad essere al t(;mpo stesso un buon medico, con un numero medio di clienti. Qualche milione di sterline var– rebbe a rafforzare l'Assistenza gra– tuita nel suo punto più vulnerabi– le: val~a dire le relazioni tra il medico e la famiglia. II medico di famiglia è sotto molti aspetti il per– sonaggio più importante dell'Assi· :;;tcnza gratuita. E lui che si trova in contatto continuo e immediato COI1 i membri della comunità. Rap– p resenta inoltre la porta d'ingresso a tutte le altre branche dell' A5~i­ stcnza. Se gli si chiede un inter– vento di cui non è capace, è b i a mettere in contatto il paziente ct:'11 g li specialisti, Egli è inoltre il membro più individualista del mondo medico. Appena fuori dal campo della me– dicina, sembra che non sappia pen– sare se non sotto forma di slogans, E li spara con una animosità poli– tica delle più virulente che si pos– sano immaginare: di solito con– servatrice. Alludo qui in primo Juo– ,,go alla British M edicai Associa– tion. L3. MedicaI Practitioners' Union è viceversa un'associazione progressista, affiliata alle Trade Unions e di vedute più larghe. Ma fu con la B.M.A. che dovetti ne– goziare. Di solito quei rappresen– tanti s'incontravano con me reduci da una bollente con ferenza nel cor– so della quale erano stati pronun– ziati j discorsi più accesi, spesso dagli stessi uomini che più tardi "vrebbero dovuto cercare di scende– re a patti con coloro che avevanO denunziato con tanta smodata foga. lo mi ci divertivo. La mia espe– rienza indacale mi aveva insegna– to a distinguere tra l'atmosfera delle manifestazioni di massa e il clima tutt'affatto diverso del tavo– lo verde. Ero perciò in grado di sminuire molto di quanto era stato NUOVA REPUBBLICA PAGINE DI CULTURA CONTEMPORANEA LR RIFORMR SRNIT RRIR In Inghilterra detto dal rostro, lnoltre mi riu· sciva faci le conceder loro un certo numero di vittorie, giacché di so– lito erano in preda a una vera febbre di protesta contro proposte che nessuno si cra mai sognato di avanzare. Così, non si sarebbero mai « lasciati trasformare in impie– gati statali». Poiché una cosa si– mi le non mi era neppure passata per la testa, fui in grado di accon– tentarli seoza difficoltà. Poi ci doveva essere la « Iibera scelta del medico », ]0 stesso ne ero convintissimo, giacché vedevo in essa una delle migliori salva– guarclie per il pubblico. Il dirit– to del paziente di lasciare il suo me– dico e scegliersene un altro in qua– lunque momento era una laom a doppio taglio, c di ciò la E.M.A. non si accorse se non più tardi, Poi c'era la richiesta del pieno di– ritto a esprimere liberamente la propria opinjone sia sull'Assisten– za g ratuita che su qualsiasi altro argomento. E ancora una volta cc– detti prontamenle, g iacché non ave– vo mai pensato che potesse essere altrimenti. E così via, da un acerrimo sloga}} all'altro. Feci, anzi, notare ai di– rigcnti di categoria ch'essi stava– no commettendo un fondamentale errore di strategia. Mobilitavano le loro forze per combattere una bat– taglia che non sarebbe probabil– mente mai cominciata. Quando, in seguito, fuj in g rado di fare al Padamento lIna dichiarazione pre– cisa, dando solenne assicurazione di attenermi a quei principi che erano stati miei fin Jall'inizio, la B.M.A. vide le proprie forze ab– bandonare il campo proprio nel momento cruciale della lotta. Quando parlo della categoria dei medici, non alludo, naturalmente, ai singoli uomini e donne che la costituiscono. N el loro caso, come in tanti altri, la psicologia di casta non è data da lIna somma delle parti individuali. Tanto più nel caso dei medici, mi pare, che di qualsiasi altro gruppo sociale. At– traverso i rapporti che ebbi con essi, giunsi ben presto a distin– guere due correnti di pensiero. In– primo luogo, il pubblico non ha molta fede nel corpo medico con– siderato come collettività il che non ostacola in alcun modo lo sta– bilirsi di un legame affettuoso tra singoli medici e singoli pazienti. Quei governanti che abbiano inten– zione di creare un'Assistenza sani– taria gratuita dovrebbero tenedo presente. In un conflitto tra la ca– tegoria e il pubblico, quesfultimo, se ben guidato, avrà" sempre il so– pravvento. Le pretese dei medici come gruppo sociale non sono be– ne accette alla generalità dei citta– dini. Ricordano troppo i privilegi di casta, L'esercizio della medici– na è ancora, più che una scienza, un'arte, e l'atmosfera di cui i me– dici amano circondarsi non sembra I ·t• .-•• tt...... 15 y~ çHfLD SAFE? -==-~"!"_~~~ I giustificata ai profani. la medicina generale non è qualcosa di assolu– to. .t una professione in cui una misurazione esatta non è facile, e l'assenza di un metro apre la via a interminabilt congetture circa l'efficacia di questo o quel tratta- -mento. Gli stessi medici insistono su questo elemento di imponderabili– tà nella reazione dei singoli pazien– ti alle varie forme di trattamento. Essi sostengono che gli individui differiscono tanto l'uno dall'altro che nell'esercizio della medicina c'è sempre un'alta percentuale di sog– gettività, La quale si manifesta nei modi più svariati: nella biografia cl inica del paziente, nel suo lavoro, nelle sue relazioni con la famiglia e COn la società di cui fa parte. Tutto ciò deve evidentemente esser tenuto presente nella diagnosi e nella cura. Non abbiamo difficoltà - a riconoscerlo, e ci pare, anzi, ab– bastanza ovvio. Non altrettanto·ov– via è che la media dei medici sia veramente in grado, per edu– cazione e per temperamento, di giudicare questi imponderabili. Nel suo delicato compito, il medico deve avere calore umano, sensibi– lità, e una educazione liberale; e queste cose non sono diffuse come molti di noi vorrebbero. Sappiamo dle di persone così dotate ce ne sono, le sofferenze dell'umanità vengono, per merito loro molto alleviate. Ma in un èampo dove il margine lasciato all'errore è così ampio, fioriscono anche i ciarlata– ni e gli impreparati, e iJ profano , non ha metro per salvaguardarsi, Molti tra i migliori esponenti delle professioni mediche in Gran Bretagna non hanno esitato, discu– tendo con me individualmente, ad ammettere la cosa con umiltà di veri scienziati. Ma la responsabili~ tà e la possibilità di sbagliare che fa parte della loro esperienza quo– tidiana non g iustifica quella che si può solo definire la loro arrogan– za collettiva, La quale si trasfor– ma in una specie di isteria di JUassa ogni qual volta si avanzano proposte che ledono la'"categoria. L·abbiamo vista in Inghilterra, l'ab– biamo vista in Australia e in Nuo– va Zelanda, e imperversa ora, a quanto pare, negli Stati Uniti. Doranle una campagna per la vaccinazione antidifterica, le aulorilà sanilarie hanno tfaUo girare allnverso i paesi deU'lnghillerra un aulobus allrmalo a c1inica_Un allro aulobus, più piccolo, lo precedeva di un giorno per annunziarne l'arrivo_ Nella folo a\cune madri, coi bimbi vaccinati, escono dalla parte posleriore dell'aulobus-c1inica_ Trattando con la categoria dei medici sarà bene distinguere le tre principali fonti d i ostilità COn– tro la creazione di un 'Assistenza sanitaria gratuita. C'è l'ostilità che nasce dalle opinioni politiche pure e semplici. Rientra, dunque, nella più generale opposizione Conserva– trice, ed è molto forte nella ca– tegoria dei medici, benché venga esasperata da moti passionali che in realtà coprono altri timori e altre ambizioni, In secondo luogo, c'è la difesa dello stato professio– nale e della rimunerazione econo– mica, Quest'ultima preoccupazione, naturalmente, è comune anche ad altre categorie. E infine si ha l'op- 11 posizione che nasce dal timore di una interferenza del laico che po– t[ebbe compromettere la libertà ac– cademica e inserirsi tra il medico e il suo paziente. E l'opposizione più legittima, e su di essa concor– deranno tutti i membri del mondo medico, dall'arrivista al più idea– lista. Un'Assistenza gratuita che vo– glia ottenere il consenso dei medici deve dissipare questi timori. Il timore di una interferenza statale in questioni accademiche è molto sentito nel mondo occidentale, ben– dlé poi si tenda ad ignorare l'in– Auenza che il patronato privato esercita sulle investigazioni medi– che, Tuttavia, qu~ll1nq~ professio– ne degna d i questo nome de e ge– losamente difendere il diritto di avanzamento basato solo sul merito personale, scevro da ogni forma di nepotismo politico. Né si dovrebbe permettere agli incompetenti di in– Auenzare la carriera medica. Non c'è nulla che possa sostituire il fecondo lavorio d'influenze dle si compie all'interno della professio– ne. La libertà di discussione e la capacità immediata di accrescere O modificare il corpo delle nozioni riconosciute è il solo modo finora a nostra conoscenza per salvaguar– dare ciò che abbiamo ottenuto e per aprire la via a nuove scoperte, La professione accetta le idee nuo– ve con molta cautela, troppa se– condo alcuni. Questo mi è stato detto e ridetto da quanti preten– dono di aver coperto metodi di trattamento e di cura diversi da quell i normalmente praticati dalla professione. D 'altro canto, so per esperienza che i medici non orto– dossi sono spesso ciarlatani della peggior specie e, quando potreb– bero farsi ascoltare imparzialmente, si mostrano riluttanti a esporsi alla disciplina di esperimenti e di veri– fiche controllate. Di regola offro– no testimonianze in luogo di prove e credibilità in luogo di dimostra– zione. Non c'è alternativa all'autogover– no della professione medica in tut– te le questioni relative alla sua vita accademica, benché sia piena– mente giustificata la cooperazione laica nelle questioni rel~tive a quella economica. l a distinzione tra l'una e l'altra è netta. Spetta alla comunità forn ire al medico l'apparato della medicina. E al medico spetta la libertà di servirse– ne secondo i canoni e le esigenze della professione. Lo stesso dicasi delle relazioni tra medico e paziente. Molte scioc– chezze si san dette a questo propo– s~to. Non c'è mai stato alcun pe– CIcalo che la medicina socializzata s'immischiasse nella relazione me– dico-paziente. Un pericolo del ge– nere riuscirebbe infatti fatale fin dall'inizio a un'assistenza medica, Sotto l'assistenza gratuita iJ pazien– te gode dei diritto di segretezza molto di più, ad esempio, che sot– to un'assicurazione privata. Il ga– binetto di consultazione è inviola– bile e nessuna persona sensata po– trebbe desiderare il contrario. r difetti dell"Assistenza sanita– ria gratuita venuti in luce attra– verso 1'esperienza pratica sono altri. Il Parlamento deve, necessariamen– te, es ere responsabile dell'Assisten– za, ma la nomina dci membri dei vari corpi amministrativi non d'o– vrebbe avvenire attraverso il Mini– stero della Sanità. Non già che vi ,sia pericol~ di nepotismi, giac– che tale nomina non è retribuita Il:a l'e.lez.iof!e è sempre un priaci: pIO nllgilore della selezione. Nes-

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