Nuova Repubblica - anno I - n. 14 - 20 luglio 1953
Jvfa il Partito Conservatore non er:1 disposto a cede~ pacificamente il po– tere alle prossime ele7ioni. Non era pili quello di una volta, ma aveva più iliusioni democratiche e scrupoli lega– litari. Nell'esperienza dei fascismi eu– ropei aveva rinnovato l'antica ferocia sanfedista, e per bocca del Dott. Lau– reano Gomez, recentemente tornato dal– la Spagna di Franco, proclamava ogni giorno la necessità di distruggere le odiate istituzioni democratiche, di can– cellare dalla storia lo « stupido » se– colo XJX, di celebrare nell'eliminazio– ne fisica degli avversari la vendetta sul 1789. L'assassinio di Jorge Eliécer Gai– tàn fu freddamente e coscientemente preparato dalla reazione al potere. li 9 aprile 1948 il popolare le"der della sinistra liberale, e/ caudillo del pueblo, era assassinato a tolpi cl i pistola nel centro di Bogotà. La pontanea reazione popolare, che istintivamente identificava i motivi e i mandanti del delitto, si espresse in for– ma grandiosa per tutto il Paese, e con un minimo di direzione cosciente si sarebbe trasformata in una rivoluzione che avrebbe rinnovato per sempre la Colombia. Ma, mentre agc.nti del governo svol– gevano fra le masse eccitate un'azio– ne provoca.toria,c;;pingendole a saccheg– gi, incendi ed inutili violenze, la direzione libC!rale,caduta in mano alla destra del partito, non esitava ad of– frire la sua collahorazione ai conserva– tori per ristabilire l'ordine. orse così un effimero governo di coalizione, di cui i conservatori si servirono per disorientare le masse e restaurare - epurandole dagli avver– sari - le forze di polizia. Allora scatenarono apertamente la violenza, dichiarando cinicamente cli 'non aver più bisogno di collaborazione. Da allora, la Colombia vive nel– l'atmosfera della più selvaggia e spie– tata guerr~ civile. Migliaia di cittadini sono stati per– seguitati, arrestati, sottoposti alle pili n.trocitorture, assassinn.ti ,spesso in pre– enza dei familiari. Proclamato lo sta– to d'assedio, la stampa era sottoposta a una stretta censura, controllata la posta e i telefoni, le elezioni ridotte ad una tragica farsa in cui il liberale che osasse partecipare sapeva di espor– si all'assassinio. Dal dolore e d.tlla disperazione delle masse sorgevano. in ogni angolo del Paese, le forze della Resistenza. J re– parti partigiani d1 Condinamarca, del Tolima, del Chocò, e soprattutto dei Ua1101 1 le grandi pianure dell'oriente, resistevano a feroci rastrellamenti e a repressioni indiscriminate, si rafforza– vano e si allargavano, diventando ri– fugio di tutti i perseguitati, rispon– devano colpo per colpo alla violenza della reazione. O,>ntrariamente a quanto il Gover– no cercò sempre di fare credere, la Resistenza non fu diretta da comuni– sti, ma da liberali, quasi sempre libe– rali di sinistra, e da alcuni indipen– denti di tendenza socialdemocratica. Anzi, fino al 1952, il P. C. colombia– no sconfessò la Resistenza, dichiaran– dola movimento terroristico, e giunse perfino ad espellere i propri militan– ti che vi partecipavano. In questa situazione il Partito Con– servatore, caduto in mano al gruppo estremista e tendenzialmente fascista <li Laurano Gomez e Lufs Ignacio Andrade, non trovava di meglio che convocare una « Costituente » che avrebbe dovuto togliere alle istituzio– ni ogni residuo di liberalismo. Il pro– getto della nuova Costituzione, ispi– rato in gran parte al regime porto– gheSc di Salazar, contemplava la cle– ricalizzazione integrale della cultura, la completa distruzione della libertà di stampa e perfino di parola, la proi– bizione (sic) della lotta di classe, lo scioglimento dei partiti'« che non si ispirassero ai principi della democra– zia cristiana », la soppressione del re– gime parlamentare e l'istituzione di una « rappresentanza » corporativa. eanche la maggioranza del Parti– to Conservatore era disposta ad ap– poggiare simili deliri reazionari. Per– ciò il gruppo governista fece un colpo di stato nel suo stesso partito. e giunse a far sequestrare giornali conservatori. Ma evidentemente, gli elementi più responsabili del conservatorismo si ren– devano conto che la strada intrapre– sa dal governo portava alla rivolu– zione. Perciò hanno organizzato il colpo di stato, di cui è stato artefice il Co– mandante delle Forze Armate, tenen– te generale Gustavo Rojas Pinilla, col– l'evidente ispirazione dell'ex presidente Mariano Ospina Perez, leade,- dell'ala relativamente moderata del Partito Con– servatore. on c'è da farsi illusioni. La liber– tà non è restaurata in Colombia. Re– parti armati perlustrano le strade e controllano gli edifici pubblici. li dit– tatore, se anche fa offerta di parte– cipazione, è colui che fu diretto stru– mento delle più feroci repressioni. Con questo colpo di stato le forze reazionarie hanno cercato di consoli– darsi, di unificarsi, cli liberarsi degli uomini più compromettenti. Se in questi anni di dolore e di lotte si sono formati in Colombia di– rigenti popolari legati alle masse e dotati di senso di responsabilità, è loro dovere opporsi agli inganni unanimi– stici della nuova dittatura, e ad even– tuali tentativi della destra liberale di disarmare le masse e di liquidare la Resistenza. f'AHWS GOXZALEZ Hl\'•:HA EMIGRAZIONE OLTRE OCEANO Si riparie, fi11alme11/edi emigrazio– ne 1ra,uocea11ica e 1i a11111mcia che i11 1111piano, di ali l 1 i11iziatir•ade,•e far capo al Bureau Jnternational du Tra– vail, l'Italia sa,-ebbe ro1;,e1J1platape,- 5000 emigranti al mese per la sola Repubblica Argentina. Nonosta11te1(1111odestù1 della cifrari– spelto ai nostri bisogni, uoi dovremmo 11ccogliere co11 JJl(IIIJO queJta 1101izia. Je purtroppo dit•ene ragioni non ri induceuero ad 1111 cerio ue11icismo, od fllmeno ad 1111agrande prudenza. A queste rùer1·e ci i11d11re pro/,rio l'e1pe– rie11zare/a1h•a11:e11te r ce111e di 1111,nero– si gruppi di 11osJrilm•oratori agricoli che, emigrali i11 Arge111iua, Ira il 1948 e il 'SO, 11011 ha11110 potuto ada1- 1ar1ialle condizioni di 1 1 ita che han tro– vato ÌJI quelle ra111p"g11e dopo po– chi mni 1i son decisi nl 1ùnpa1,-io. Ma soprafluflo i nostri dubbi 10110 fon– dati sui ri111/tati disastrosi della poli- 1ica economica 1eg11Ìlain quel paese negli 11/JimiJelle anni, col program– ma di mggiu11ge,·e un rapido sviluppo i11d11strù1le (I 1pese de// 1 agrico/J11ra e e de/l'alleimJ1etllo: delle due aflivi- 1à, cioè, che co1til11iz•a110 la grande ric– chezza di que//'imme,ua regione, e che do1 1 ra11110 ug11ilare a cos/Ìluirl,, finché la popolazione non abbia raggi111110 1111a densilfì tre o q11a11ro110/Jemag– -~iore del b,wissimo livello al/11ale. Perciò 1111a forJe e bene orga11izzf1la emigrazione (1gricola potrtì 110 11solo offrire 1111 101evole11a11taggio ai pae.si pitì poveri e so,·rapopolati del 'Euro pa occide111ale,ma po1rà rapprnentare la 1al11ezzade/l'economia arge111ina,a condizione che agli emigra111i1i assi– curi ml abitazione, 1 1 acqua, I' aJJis1e11- za medica, vie di com1111icazio11e e la sicurezza di poter invù,re i loro ·ri– spar,ni alle famiglie rima11e in patria. Se q11es/(1.sicurezza non ci Jarà, è - pitì che inutile - dam1010 creare delle nuove illusioni. NUOVA REPUBBLICA 7 --------------------------- I PAGINE DI CULTURA CONTEMPORANEA I ECONOMIR roTRLITR E DEMOCRRZI II Teologismo e totali• tarlsn10 Avvenimenti che non sono mes– si in dubbio confermano la con– clusione tratta da altri esempi sto– rici che pei principi assoluti non sopportano dissensi, perché dissen– tire dalla « Verità » costituisce qualcosa di più di un errore intel– lettuale. :e prova di cattiva e peri– colosa volontà. Quando il dogma dominante è teologico in modo de– finito, la cattiva volontà è rappre– sentata su un certo piano; quando è politico, la fraseologia è differen– te e « contro-rivoluzione » prende il posto di « eresia ». Gli atteggiamenti psicologici e morali che vengono suscitati e il tipo di attività in cui si esprimo– no sono straordinariamente simili. Nessuna teoria generale inoltre può da sé tradursi in un'applicazione a avvenimenti particolari. Vi deve es– sere un corpo di persone per sta– bilire il suo preciso significato, nel– la sua portata su questa o quella situazione, e un corpo_ che funge semplicemente da interprete è im– potente, se non ba il potere di far eseguire certe decisioni. L'estremo pericolo di attribuire a un corpo di persone un'autorità del cui eser– cizio non siano tenute a render con– to è noto a tutti quelli che vivono in regimi democratici. L'arbitraria mancanza di responsabilità varia in ragione diretta della pretesa di assolutezza da parte del principio a sostegno del quale l'autorità è esercitata. Per sostenere quel prin– cipio contro l'eresia o l'azione con– tro-rivoluzionaria, alla fine diviene necessario rivestire i funzionari umani, che si suppone che rappre– sentino il principio, della finalità della mèta professata. Un tempo la divinità proteggeva i re. La pri– mitiva condanna in Russia della glorificazione degli individui a cau– sa della importanza immensamente superiore dell'azione collettiva è so– stituita dall'adulaziooe bizantina del Capo. Che lo stato come potere coer– citivo governativo non stia scom– parendo è un altro fatto indiscuti– bile. Anzi c'è stato un aumento dell'intensità e della portata del– l'azione dello stato; l'attività indi– pendente di frazioni dentro al par– tito, di unioni sindacali e dei so– vieti originari, è ora giudicata se nop contro-rivoluzionaria, almeno contraria al mantenimento della dittatura del proletariato. Fa parte dell'originaria dottrina marxista la teoria che nessuna classe che sia al potere lo ceqe se non vi sia costretta da una forza a lei supe– riore. L'applicazione di questa par– ticolare fase della dottrina a quel– li cbe detengono ora il potere è una delle « contraddizioni » della teoria dialettica. Potrebbe valer la pena di domandarsi se il continuo dividersi di coloro che si procla– mano marxisti in fazioni che si combattono fra loro così aspra– mente come combattono i loro ne- porto simile con la teoria della lotta di classe. Infatti, mentre faceva parte del– la dottrina originaria l'affermazio– ne che l'odio individuale esorbita dal campo dell'impersonale opera distruttiva delle forze economiche, è dubbio se vi sia nella storia un esempio di odit1m theologicmn che superi io intensità la velenosità di cui hanno dato prova i discepoli convinti della fede marxista orto– dossa verso i dissenzienti, veleno– sità che è ancor maggiore contro quelli che su qualche punto sono d'accordo che non contro i rappre– sentanti dichiarati del capitalismo. Infatti i primi sono eretici, mentre i secondi sono soltanto dei creden– ti in una fede che per loro è na– turale. Come i pagani, che in que– sto si dist'inguono dagli eretici, perché essi non conoscono qualco– sa di meglio. In paesi come gli Stati Uniti le parole offensive so– stituiscono il potere materiale che viene esercitato là dove esiste la dittatura, e gli epiteti più gentiii a cui si ricorre sono quelli di fascista o amico del fascismo. La grande simpatia dimostrata da liberali americani per il tota– litarismo russo - fino al punto di affermare che quel paese è es– senzialmente una democrazia, con la quale si deve fare causa comune contro gli stati fascisti - non è sorprendente. Indubbi sono i pro– gressi realizzati in molte direzioni nell'U. R. S. S., dall'abbattimento dello zarismo in poi; sono ben vi– sibili e se ne fa una gran pubbli– cità. Ma la condotta degli affari po– litici è un libro chiuso. Ancora più importante è che coloro che vedono la forza ostacolante del si– stema economico vigente nel ~ostro paese sono impressionati dal fatto che un altro paese abbia fatto qualcosa per abbat:ere tale sistema. Inoltre noi non abbiamo l'abitudi– ne di prendere le filosofie sociali e politiche molto sul serio; le con– sideriamo empiricamente e « prag– maticamente » come utili bandiere sotto cui raccogliersi. Non ci ren– diamo conto che gli europei dd continente, specialmente quelli edu– cati sotto l'influenza delle idee te– desche, hanno per l'attività ct.n– dotta « empiricamente » un di– sprezzo ancor maggiore di quello che noi nutriamo per la teoria astratta. Ancora, quando capitano degli avvenimenti che sono palese– mente spiacevoli, è facile spiegarli come resultato del sopravvivere di tendenze alimentate dal dispotismo anteriore, o come espressioni di um mentalità ancora quasi asiatica, benché in realtà siano proprio que– gli atteggiamenti che hanno reso possibile il fiorire,. di una teoria monolitica del tipo marxista. I metodi demoeratlel per le trasforma– zioni eeonomlehe Mentre nulla di quanto si è detto disconosce l'influenza dei fat– tori economici sugli altri elementi della cultura (e specialmente su quelli politici del momento pre– sente), nondimeno i metodi demo– cratici si sono dimostrati indispen– sabili, anche se mancano di una consistenza adeguata, per attuare le trasformazioni economiche nell' in– teresse della libertà. Ho di tanto in tanto messo in rilievo, insieme con molti altri scrittori, le dannose conseguenze che l'attuale regime industriale e finanziario ha sulla realtà dei metodi e dei fini demo– cratici. Non ho niente da ritrat– tare. Ma le condizioni dei paesi totalitari hanno dimostrato il fat– to non sufficientemente realizzato dai critici, me incluso, che le forme democratiche che ancora esistono incoraggiano la libertà di dìscus– sione, le critiche e le associazioni volontarie, e perciò sta,biliscono un ·abisso fra un paese cl1e ha suffra– gio e rappresentanza popolare e uno retto da una dittatura, sia essa di destra o di sinistra, dato cl1e le diversità fra le due vanno sempre più attenuandosi in quanto le loro tecniche si modellano l'una sull'al– tra. La teoria marxista sostiene che il governo negli stati cosiddetti de– mocratici è soltanto l'organo di una classe capitalista, che usa le– gislature, tribunali, esercito e po– Iizia per fate ciò che vuole e man– tenere la sua supremazia di classe. Ma l'effetto delle critiche costanti rivolte all'azione del governo, l'ef– fetto della presenza di più partiti che formulano programmi antago– nisti, di eiezioni frequenti, della di– scussione, dell'educazione pubblica, che si accompagnano al governo di maggioranza, e soprattutto il fatto che l'~zione politica non costituisce altro d1e un fattore nell'azione re– ciproca di un gran numero di fat– tori culturali, hanno un valore che i critici della democrazia parziale non hanno realizzato. E questo punto è rafforzato, se si accetta la critica che gran parte della no– stra democrazia politica è più for– male che sostanziale, purché sia messa in contrapposizione con il controllo politico totalitario. La su– bordinazione della politica ali' eco– nomia ha un signifi.cato per coloro che sono aoituati ad accettare per pacilica l'azione di una indefinita pluralità di tendenze sociali, molte delle quali non sono né politiche né economiche, che non è possibi– le trovare in paesi privi della tra– dizione democratica. f: difficile per– fino per un inglese comprendere perché e come avviene che la poli– tica non rappresenti nel nostro pae– se lo stesso interesse preàomi:1ante d1e in Inghilterra. Se da noi il resultato è spesso mancanza· di coe– sione e incertuza nella direzione dell'azione, ne deriva però una cer– ta misura nel giudizio e una specie di equilibrio nelle varie questioni sociali. JOll:1'DEWEY (continua)
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