Nuova Repubblica - anno I - n. 13 - 5 luglio 1953

NUOVA REPUIJBLICA Un'ombra sullapoltron~ di lke Il caso Rosenberg 15GIORNIEL ~IONDO di PaoloVittorclli L 'ESECUZIONE deUa condanna a morte contro i Rosrnbcrg non ci ha persuasi. Noi non sappia– mo se i Rosenberg fossero o no delle spie atomiche. Vogliamo anche am– mettere che lo fossero, ma prima di togliere loro la vita bisognava essere persuasi in modo da persuadere tutti quanti che quella sentenza cr..a giu– sta e a riparo eia qualunque critica. Che cosa non ci ha persuaso? 1°) I Roscnberg erano stati impu– tati di· spionaggio militare a favore della Russia in tempo di guerra. E solo per il fatto rhe il reato era stato commesso in tempo di guerra si era potuto applicare loro la pena di 1 morte. Ma cli quale guerra si trat– tava e contro di chi? li reato aveva cominciato ad essere commesso nel 1944, alla fine della seconda guerra mondiale contro la Germania hitle– riana. nella quale Russia r Amc~rica erano alleale e non ,,emiche. \ '1 sa– rebbe stato un solo giudice americano che avrebbe Londannato a morte i Rosenberg se fossero stati spie del– l'Inghilterra o della Francia nel 1944? Non lo crediamo. E allora perché sono stati condannati a mor– te? Perché spie della Russia. Questo può essere un buon motivo di consi– derare i-i reato politicamente pili gra– ve. ma in diritto e in equità la sua natura rimane identica. E allora ecco un primo motivo di afferma re che essi sono stati giustiziati p<•r ragioni politiche e non penali. 2°) Vi erano due leggi sullo spio– naggio militare, quella dr! 1917, più generale. che conferisce al Presidente del tribunale il potere di applicare la pena di morte anche se la giuria non l'abbia esplicitamente raccoman– data, e quella del 1946, sullo spio– naggio atomico. che non gli conreri– sce tali poteri se la giuria non ne abbia fatto esplicita raccomanda7ÌO– ne. 1 Rosenberg sono stati condannati a morte r giustiziati pl'r spionaggio atomico senza che la giu1 ia avrssc esplicitamente raccomandato la loro condanna a morte, in base alla legge del 1917. L'inapplicabilità della legge del 1917 non è stata eccepita dai difen– sori dei Rosenberg (e questa loro ne– gligenza è inspiegabile), ma eia gente estranea al processo, che secondo la o a procedura americana ha il diritto di farsi ascoltare. Non è stata accolta dalla Corte Suprema che in seduta plenaria ha cassato la decisione ciel giudice Douglas, di rinvio dell'ese– cuzione proprio per quel motivo. Il verdetto della Corte Suprema adduce a suo fondamento: a) che la lc!ge del 1946 non si poteva appli– care a fatti antecedenti perché in tal modo si sarebbe creato un precedente contrario alla tradizione della giusti– zia penale che nega la retroattività della legge penale; b) non nega però il principio vigente anche nel diritto americano, che in materia penale si applica sempre la legge più favorevo– le all'imputato. Fra i due principi, quello favorevole ngl'imputati ~ quel– lo sfavorevole, la Corte Suprema anwricana ha sn:lto il secondo. E lo ha scelto perché nl' ha ricevuto ri– chiesta dal procuratore generale su ordine- del governo e perché ha te– muto, nel cliri1a d'inquisizione errato dal senatore McCarthy, cli essere giu– sta e cli anelare contro l'atmosfrra di linciaggio collettirn che sarebbe esplo– sa dal suo verdNto. Le tradizioni della giustizia ame– ricana erano di ben alu·a natura. Che cosa ne avrebbe detto il giu– dice Marshall un secolo fa? Che cosa ne dice il giudice Frankfurter, che fa parte della Corte Suprema e che è uno dei maggiori giuristi americani viventi e non un uomo politico, co– me la maggior parte dei suoi col– leghi della maggioranza? li Frank– furter è rimasto sbalordito dalla fret– ta con la quale si sono mandati a morte i Rosenbcrg quando una que– stione giuridica eosi grave era stata sol1evata. 3°) li Presidente degli Stati mli ha rifiutato la grazia perché ritrneva rhr tutte. le istanze giudiziarie fos– sero state esaurite e che la giustizia an."ssc seguito intt'ramrnte il suo cor– so. Ma se Eisenhower fosse stato quel re d'Inghilterra contro il quale i coloni americani si ribdlarono. e a ragione. quasi due secoli fa, avrebbe saputo che il diritto di grazia è con• cesso al capo di uno Stato, non già per sovrapporre una specie di supt.·r• corte suprema alle istanze giudiziarie normali, ma per completare il corso della giustizia giudiziaria con un atto di carità umana. Come si vede iI piccolo caso Ro– scnberg è di gran lunga superato. Si tratta del caso ben più grave della democrazia americana. Noi non pr<'– tendiamo rht.~ l'esecuzione clri Rosc11- berg abbia introdotto il fosrismo in America. Ma la dcmocrazi:1 dev'essere come la moglie di Cesare: al cli so• pra cli ogni sospetto; e in questo h:tn– no peccato gli attuali dirigenti amr• ricani: che non sono al di sopra di ogni sospetto. Per questo l'Europa li ha condannati. Per questo li condan– niamo decisamente: davanti all'in– giustizia eretta a sistema, come in Europa orientale, essi non hanno sa– puto opporre una giustizia fondata sulla tolleranza, che è all'origine pri• ma della democrazia moderna, che è il proprio dei regimi liberi e forti. lloneCo flltnLllc e prezzi In ouu1eoco L.1 Ba11c,1 dei ReJ?,ol,1111u1JJ 111erna– zio11a/1nella JUa rtft11le rei1:.;1one au• uuale. 1egi1:da la rela111a /.1e1htà con cui, nei cono del L9S2, .r, è anestt1t.1 in tutto. o q11a11 111 111110 il mondo, I' mfla:uo,u 1e11zadtlermmare i ben 1101i effelli della defl.1:u,11• ,opra/1111/0 ,I 1emu10 11uremen10 dtlla disoccupa– zione. Ciò ro1111a1a10. c1.1ag11111ge .1l– l1a11g11ru)che 1i poua an11·are du· v1mq1u ad una maggiore /,br.-rtà dl,• gli Jcambi. che JÌ sopJn1111a110 i di– t'lell cd i ro111roll1 1111 11101 i 1u11!0 delle 1.1l111c. e che ci .1n11i an.., ,11 più pn11u allt1 libu., rm11u1ibi/11,i delle 111011c/c. Chi seg11r1 nei xwr11t1li i lirtiui dri cambi e dei J,rezzi "l/'11111.roJJo tror·er/ 1 pie11a111e111e gi11r11fic111e que_r/c ro11cl11- 1io11i, ma eh, i111 ecc 1ie11eq1101idù111a• 111e11/e co11/J d, Ct1J,1 t.'- coJlnllo ad npri– mere 1111gU,dizio dia111e1ral111c11te oJ,. po1lo. Negli ultimi 18 mui il corto dellt, sol,, ,,li111e111t1zio11e /H.T 111111 f. 111i• gliq media è Jttlilo d,r s2 11 6-1 1 olle il lire/lo del 1938; e u .11 Jun·Hc conio degli oggelli di 1, c1i,1rio e di t1!1r,· 1J,ese i11di1pe,uabil1 1 ,ul ,:cu ... iom· dei fini ancora bloccali, fi ,nrit crebbe ,,d ml a11111e1110 anche 111.1gg.1rn·c Come sjJeJJo ,,cr,1d1: 1 il pubblico mi• 111110 getta /11 colpa q11111i t:Jcl11sframe11• le rnll'i11go.-digia dei dell11?.li,1111i o - Je è un po' più c1ol1110 - ud/a cal/n(I orga11izzazio11c dd commeroo 5 SIMORDONO LAC D D OPO i tremori improvvisi e le effusioni di gioia che hanno ac– compagnato la felice caduta del– la legge maggioritaria, si sono an• d.,t i via via moltiplicando i sugse– rimc.nti per una nuo,·a combinaziont go\ernat1\·a e un nU0\O equilibrio par· l.unentare. l c-omunisti presentarono subito la nt.:cessità di una larga concentrazione nJàonale, in modo labile e vago, sen– z.1 far capire quale dovesse esserne l.t caratterizzazione programmatica, oJ. lrt' d1e la struttura dei rapporti e delle responsabilità politiche. Ma natu– rtlmente sapevano di riprendere lì per lì una vecchia arma a scopo puramente Jimostrativo. Poi ironizzarono con • 1 ·,prezza sulle manovre volte a tra• , mare il P.S.I. nella palude del col– I iborazionismo borghese ed erano e :.ono in vantaggio dinanzi a un S:.t· 1.1gat che, in un battibaleno, tentava l:i metamorfasarsi da mosca cocchiera l 1 ell'immobilismo centrista a benevola ,hioccia della c.d. « operazione Nen– ni ». :Ma anche qui affioravano una am– biguità e un impaccio che sono inevi. 1.,bilmente connessi alla difficile posi– ll0ne del P.C.I. o·accordo che enni non possa rompersi rosso del collo ; 1 !la maniera socialdemocratica, ma in– :-.omma questa famosa alternativa come ha da sostanziarsi? Indipendentemente dal patto cli unità d"azione Nenni è liberissimo di andare al governo? Be· ne, forse è un passo in avanti, ma ,;arebbe interessante conoscere quale intensità e quale direzione si pretenda di imprimere ai suoi movimenti. Ora spremi spremi la intima sostanziale conclusione di un Togliatti sidentifica con quella già da tempo espressa da un .lvlorandi: che l'alternativa sociali– sta nient'altro è se non una alterna• ti\·a di distensione interna e interna• zionale, ma soprattutto internazionale; e di fronte a quest"ultima, che signi– fica consenso 1010 corde alla politica estera russa, la puntualizzazione di am– pie riforme sociali viene bravamente .1tcantonata. Del resto è fatale che tosi accada, quando una politica segua fedelissimamente le mosse strategiche e tattiche di una grande potenza stra• niera. Non solo, ma la stessa realizza– zione degli istituti costituzionali su– birebbe una remora ad opera dei vec– chi paladini: concepireste una inizia• tiva di referendum, per quanto legit– tima e giustificatissima, se anche di poco intralciasse una sola mossa tat• tica dell"Unione Sovietica? Basterebbe per farla naufragare, la e!iigenza di mobilitare le masse lavoratrici intorno al fri1.11101i,1 del momento, lanciato dai Partigiani della pace, con il dor•ere ddl"assoluta priorità. al 111i1111/t). Che que11e r1111re.e J/JC· ci,,/11101/ela recondtt, poua110 111mol– li caci SUH/flcr,, 11011 si può 111e11cre iu dubbio. ma fec ondo no i 11011de. 10110a/fallo e.ner, 111e1.re al pr,mo po– JIO: 111re,po11Jab,/11àmaggiore der 1 es– ure attribuila ,1/l'a11me11torapido ed erceJJiro della ,pe,a pubblica e - di co111eg1te11z~1 - dei gratami fiuali. Troppe colle 1101 leggiamo e ,peJJo ri– peliamo che 1/ co11trib11enle 1/aliano è ,11sa1molto m~no grat,:afo del contr1- b11011e b11t,mn1co o 11ord•america110. J\la quest'affcrnu,;.ione è e1attt1 .se noi /!J/ftrd/(//110.rolla/Ilo al ge1tilo del/e i111po1te d1rellc. rhc i11 quei paeJi, per I rt-ddili maggiori, ragg11111go110 1tl1c ... ze che da 11oi sarebbero addirll• 111rc1 111pe1u11bil1. J\ia lt1 .sil11azio11c è bc11 direr.ct1 .fl' 1,11ardiflmoalle enlra/c complcr.rfre. rhe in Italia hmrno r1.r:• 1,.iu11/o ,I 36 /1e1· renio del reddilo 1u1- zi01ude; e che - coJa molto pi,ì gfal'f! 10110CfJJJil11ile pc,- puì della 111e1à J11ilei111po11e i//dll"elle (impoua ge11e– rt1le wl/1e11/mlt1, dogm1e 1 111011opol1), che JnlÌ delle im/101/e direi/e iucidono i111111ediat11me11te .wi f,rezzi dei generi di pi,( largo co1JJ111110. Allo J/<1/tJi dao110 aggiu//gere gli , 11/i locali e iu parlicolare i co1111111i 1 d, cui gli oneri fucali rt1ggi1111go110, re 11011 e,-riamo, 1111 qum·:o dello S1a10, e che /011da110per 1111abuona metà e J/JeJJo J1e,·i tre quinti sui dazi co11s111110 e sojJn1 1111 r11m11/odi im• J,o.rte minpri e di laJJe. Afa 11011bas/t1 1 allo Sia/o e ,,gli Quanto a Nenni in persona, (he sembrava voler dire qualcosa di più e di pili preciso, la sua relazione al comitato centrale del P.S.I., abile e felice in vari punti in ispecie nella polemica con Saragat e con le destre, lascia tuttavia sulla corda I soliti tn terrogativi Si , eda, per esempio, il giudizio sui fatti di Berlino est: anziché sn– luppare un~ moderata critica da sint• stra, enn1 e1imina ora qualunque timido accenno e qualifica. gli inti– clenti con la rapidità e la superficia– lità del «giacobino»: pror•ocati da forze l'et1zio11arie. Tutto qui. Nessu• na parola, non diciamo di pietà urna• na, ma ri,elatrice di quel coraggio e di quel discernimento politico che oltrepassa il semplicismo delle torbide mene e lo inserisce semmai io una più complessa e drammatica realtà. li « dagli al gioco della reazione» in sé per sé, ha avuto sempre un carat• tere improduttivo ed elementare, clas– sista-rivoluzionario solo nelle appa• renze. D"altra parte Nenni può ritenere di essere il più forte e il più avvan– taggiato nella polemica sulla forma– zione di una nuova maggioranza. La D.C. si chiude in un ermetico nebu– loso centrismo, nessuna profferta for• male è stata avanzata, e lo stesso Gronchi ne ha esplicitamente esclusa l'opportunità durante il suo intervento al Consiglio nazionale democristiano. L"on. Gronchi, dichiarato che. :I nuovo governo de, e avere « posizione di centro, ma non programma di centro» (sic), ha in effetti esposto delle linee d"azione per un rinnova– mento interno oltre che per una mag– giore autonomia sul piano jnterna· zionale; il P.S.J. « sarebbe messo di fronte alle sue responsabilità dinanzi a proposte di soluzioni concrete». In una parola : facciamo un governo mo– nocolore, con urr programma di sini– stra democratica e allora il P.S.I. verrà messo alla prova duramente. Saggia e lodevolissima politica. Ma crede l"on. Gronchi che la D.C. sia in grado di farla da sola? O meglio: in che modo ·l'on. Gronchi pensa di circoscrivere l"influenza delle sue forze più ottuse/ Sulle opposte trincee ci si morde la coda. « Autonomia ocialista » non sogna donchisciottescamente di deter– minare, da sola, gli uni e gli altri ai « due soldi di coraggio necessari per essere sul serio quello che vor• rebbcro essere» (è l'invito di Nenni a una parte della D.C.), ma un suo lavoro tenace, libero, ideologicamente apertissimo potrebbe favorire il punto d'incontro risolutivo per la democrazia italiana. GI U~t:l'Pf; FA\'ATI E111iloct1li 1•t11momuhe ,1ggi11uti gli ls1il111idi previdenZt,J, che grat•ano 111 stipendi e Jalari i11 1111a111iJ11ra che ,a.-ia dal 30 111 40 pe,· ce1110, e di c111 1111a par1e 110/er ole delle for1iJwne en– lra/e è d/J/ralla pe,• le lroppo alte spese d, t1111mhtist,azio11e. Vengono 111/ineb110111 ultimi glt isti– tuti di credito, or:e, anche in quesll 111111111 tempi in cui Ji è avuto 1111 affluuo 1110110 maggiore dei depouli, dal 4 al 5 per ce11tod, queui dei' eJJe– re dem11a10alle ,pe,e generai,. ,peC1al– me11te di per1011ale, determinando q11ell'al10 coJ/o del de11a.-o. che Ji ripercuote 111eilabtlmente sui prezzi. Qunto gra, iJ_cimo 111co11te111e111e i rile1•a10,11011 per la 10/a /Jalu1, 11ella Cl• la/a Relazione della 81111ca dd Regola- 111e11ti /111en1azio11ali,lt1 quale dopo le J11e co11.rlt1/azio111 ()l/1111ir1iche. am– melle rhe ri 10110fl11ro1·,1 )!.ra11didij. fico/Jà d11 wperarc e /!,l'lll'i errori 111 quali ,-imcdiare. « L'Olll'l'C delle 1/1c1e puhbluhe è gm1 iJJimo e anche 01 e il bilml(io 11011/,reuuti t1lc1111 diJa• ,·,mzo, il i,,,ello delle eutl'tlle e delle s/1e1e /n1ò eJJere così elet•afo da 1'1· lardare il /1ro,e,reJrocd o.rJacolarc 1111 111igliaM111e111u 1el te110,e d, 1ila». E1 1111 11011ito que.rto dell'Istituto di 8,tJilefl che dorrebbe far nfleuere /JJ/li q11elli cl,e ogni gioruo Ji t1/Ja1111a110 a chiedere 1111oreJ/JeJe dflllo Slfllo e dagli E111i pubblici e 11011 pe11Ja11u al gr111•eoslacolo che i11 ltil modo ,i oppo11efil Ja110Jt il11f,podelle forze eco110111iche.

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