Nuova Repubblica - anno I - n. 13 - 5 luglio 1953
N U O V A 1( E l' U B B LI CA BERLINO - EST I dolorosi avvenimenti di Berllno non sa• rebbero lnutlH, se servissero ehe un .irosso problema a rleordare rimane aperto. G LI avvenimenti del 16-17 giu– gno a Berlino sono stati varia• mente interpretati dalla stam– pa italiana. Dalla destra e dal cen– tro ci si è morse le mani perché que– sti faui erano accaduti troppo tardi per essere sfruttati nella campagna elettorale, e ci si è consolati esage– rando oltre modo gli avvenimenti, dando cifre delle vittime che sono tre volte , .1periori a quelle fornite dalla stampa della Germania Occi– dentale, e presentando il governo della Germania Orientale come pros– simo alla catastrofe. Dall'estrema sini– stra le reazioni sono state estrema• mente confuse, insistenti insieme su• gli errori del S.E.D. (Partito di uni– tà socialista), e sulla « provocazione » che llvrebbe sfruttato « l'attimo di debolezza nella vigilanza». t man– cata purtroppo una diagnosi che te– nesse conto di tutti gli avvenimenti degli ultimi mesi, che soli spiegano quello che è successo a Berlino. t noto che la politica del governo co– munista della Germania orientale si è profondamente modificata nelle ul– time settimane: vedremo di indivi– duare i termini di questo mutamento e le sue conseguenze. (Segtte da pagina 2). ne di realizzare non appena il Paese, con i suoi suffragi, gli avrà dato la forza sufficiente di portare al governo tutto il peso del mo– vimento socialista unificato. Pochi obbiettivi, ma chiari e possibili da attuare gradualmente a breve sca– denza, e tali da dare veramente l'avvio all'inizio di una trasfor– mazione in senso socialista della società italiana. « Autonomia Socialista » pro– pone quindi un metodo nuovo di lavoro socialista, duro, paziente e proficuo, col quale sarà possibile rovesciare anzitutto il costwne del– la passività politica e della pigri– zia intellettuale, che ha çaratteriz- Ii eca G1 Gli atti del S.E.D. degli ultimi anni partono tutti dalla constatazio– n~ della rottura dell'unità tedesca (cfr. la relazione di W. Pieck al III congresso: Die gegenwaertige Lage und die A uf gaben der Partei, Essen, I 950, pg. 25 e passim); si parla na– turalmente molto della unità tede– sca, ma questa può avvenire « sotto le bandiere della Germania democratica e amante della pace »; « la applicazione di questa politica deve condurre a ciò, che la nostra repubblica democratica tedesca di- · venti una grande forza attrattiva per tutta la Germania » (ibid. pg. 38). Questa posizione spiega tutte quelle misure che tendevano a rompere sem• pre più i ponti con la parte occi– dentale del paese, in attesa che le interne contraddizioni del capitali– smo portassero al suo crollo econo– mico. Le cose sono andate diversa– mente; e in un documento ufficiale di meno di un mese fa troviamo aper– tamente sconfessata questa politica. Nel comunicato della seduta del Po– litburo del S.E.D. del 9 giugno I 953 si legge: « Il politburo ha presente, nelle sue decisioni, il grande fine del– lo stabilimento della unità tedesca, zato in questo dopoguerra i diri– genti socialisti italiani e ne ha fat. to degli strumenti di altre forze politiche, estraniando la classe la– voratrice dal processo di ricostru– zione politica ed economica del Paese. Ai socialisti di tutti i partiti e senza partito, « Autonomia Socia– lista » rivolge un appello fraterno affinché, dovunque si trovino, fac– ciano sentire l'esigenza unitaria sulla base di un programma di azione socialista, comune a tutti i socialisti, affinché la speranza del 7 giugno diventi presto una real– tà, la realtà di un grande e serio Partito Socialista, in una grande e seria democrazia italiana, CO che richiede da ambo le parti misu– re, che facilitino concretamente l'av– vicinamento delle du, parti della Germania » (Taegliche Rundschau, Berlino Est, 11 giugno). E anche i giornali italiani hanno dato notizia di queste misure, « che tendono a migliorare le condizioni di vita dei lavoratori, dei contadini, degli in– tellettuali, degli artigiani e degli al– tri strati del ceto medio ». In parti– colare venivano restituite ai picco– li, medi e grandi proprietari le terre confiscate per la mancata consegna dei prodotti all'ammasso - la con– fisca, oltre ad essere l'unico serio mezzo di pressione per ottenere il ri– fornimento alimentare delle città, ser– viva a distruggere progressivamente la proprietà fondiaria -; la stessa misura era presa nei riguardi dei commercianti. A tutti erano resti– tuite le tessere annonarie, confiscate alcuni mesi prima. E per quanto riguarda gli operai? Negli ultimi tre anni si è andato accentuando il fenomeno della diffe– renziazione dei salari, differenziazio– ne che era minima nel 1950 - la relazione tra il picconiere specialista e il manovale era di I a 1,27 -; con i provvedimenti dell'agosto 1950 e più ancora del giugno 1952 si è arrivati invece a 1: 3,05; queste mi– sure erano giustificate dal bisogno di aumentare la produzione, e avevano senso in quanto si appoggiavano al tessera.mento annonario, che garan– tiva ai lavoratori il minimo vitale. Quando questo sistema entrò in cri– si - la fuga di migliaia di conta– dini riduceva progressivamente la pro– duzione di generi alimentari - il go– verno tentò di ridargli forza accen– tuando la lotta di classe - ritiro delle tessere alimentari ai « non-pro– duttori >. Ma anche questo ultimo provvedimento è stato revocato il 9 giugno. E gli operai si sono trovati - da un giorno all'altro - ad es– sere la classe più sacrificata della re- pubblica orientale tedesca. Ai conta– dini venivano rese le terre, ai com– mercianti le imprese, a tutti le tes– sere annonarie; ag]i operai, niente. !!. facile rendersi conto, quindi, di come un fatto per sé assai poco ri– levante - l'aumento della norma lavorativa ai muratori - abbia pro– vocato le dimostrazioni di massa del 16 giugno; e come l'abolizione im– mediata del provvedimento in parola non abbia avuto nessuna conseguen– za: i dimostranti protestavano non tanto contro la norma, quanto con– tro tutta la politica economica di alti e bassi del governo. Abbiamo accennato all'inizio alle evidenti esagerazioni alle quali si è lasciata andare la stampa « indipen– dente >; è ridicolo parlare di insur– rezione, o dare notizie ipotetiche sul numero eventuale delle vittime. Il 23 giugno a Berlino-ovest si sono svolte solenni cerimonie jier i morti: le bare erano otto; per quanto riguarda le esecuzioni capitali, abbiamo notizia di due. Ogni altra notizia che si richiami a « inforinazioni date da profughi > è infondata; i profughi hanno tutto l'interesse a caricare le tinte, in quanto le leggi della Ger– mania occidentale stabiliscono che possono ricevere aiuti solo coloro che siano fuggiti per sottrarsi ad una mi– naccia diretta; questa misura, molto discutibile e molto discussa, presa qualche mese fa per alleggerire i pesi degli enti di assistenza ai pro– fughi, ha avuto come conseguenza che tutti inventino i fatti più incre– dibili; ed in Germania circolano già molte storielle sull'argomento. La stampa di estrema sinistra ha parlato di « agenti provocatori »; sen– za tenere conto che agenti provoca– tori non possono muovere centomila perso~e. !!. però difficile negare che qualche cosa di vero ci sia in queste accuse. !!. noto che in tutta la Ger– mania occidentale esistono organiz– zazioni semiclandestine di estrema destra; il cosiddetto scandalo Nau– mann è di poche settimane fa; e si pensi alla differenza radicale tra le dimostrazioni del 16 e quelle del I 7; le prime pacifiche, le seconde vio– lente: è lecito pensare che il secondo giorno gruppi organizzati si siano uniti ai dimostranti. E questo per due ragioni : in primo luogo i palazzi di cemento armato non bruciano per– ché si è dato fuoco ai cestini di carta straccia : ci vogliono almeno delle latte di benzina; in secondo luogo, fa pensare il fatto che i mor– ti siano stati trasportati a Berlino– ovest. La stampa « indipendente » ha cercato di giustificarlo parlando di persone uccise dalle scariche mentre si trovavano nella zona occidentale: curiosi vittime della loro curiosità, insomma. Cont'ro questa pietosa in– terpretazione sta il fatto che le pro– teste degli alti commissari alleati, del 18 e del 24 giugno, non fanno paro– la di simili fatti, che, se fossero acca– duti sul serio, avi-ebbero interessato direttamente la sicurezza dei settori occidentali; inoltre, in questo caso, sarebbero una colossale pagliacciata i discorsi pronunziati da Adenaucr e dal borgomastro Reuter di fronte alle bare di questi morti, che sono stati salutati come eroi della libertà ecc. !!. indubbio che queste persone sono state colpite mentre si trovavano in zona russa; chi li ha trasportati - sotto il fuoco - da una zona all'al– tra? t lecito pensare che si tratti di gruppi organizzati, che non han– no voluto lasciare i loro morti in ma– no ai russi. Li si chiamino eroi o agenti provocatori, il fatto rimane. .t curioso, ma logico, che da una parte e dall'altra ci si condanni a non capire niente, e a coltivare il- 3 lusioni pericolose, sia sulla « popola– rità » del governo comunista orien– tale, uscita molto scossa dalle dimo– strazioni di Berlino, sia sulla « demo– craticità» della Germania occiden– tale (molti hanno già patlato dei te– deschi come dei combattenti di pri– ma linea per la libertà). A questo ri– guardo, ricordiamo soltanto che, al– l'indomani stesso delle manifestazio– ni, Adenauer faceva approvare dal parlamento l'aumento della guardia di frontiera d" I0.000 a 20.000 uomi– ni, malgrado il voto contrario della opposizione socialdemocratica, che ha dimostrato in questa occasione un grande senso di responsabilità; e il 28 lo stesso Adenauer ha fatto visita in carcere ad alcuni generali delle S.S., detenuti per crimini di guerra; la destra tedesca è decisa a sfruttare al massimo gli avvenimenti di Ber– lino, e il rilievo esagerato con il qua– le la stampa straniera ne parla, serve ottimamente i suoi piani; in Francia, p. es., non si è ancora levata una voce di protesta contro lo strano comportamento del cancelliere tede– sco. L'estrema sinistra se la cava Ulbricht : contro di lui mossigli operaidi si sono Berlino. prendendosela con l'ecce&Siva atten– zione dedicata all'industria pesante - questo rientra negli schemi como– di del < deviazionismo di sinistra > - e con i < provocatori 1>, senza voler capire che queste sono spiegazioni troppo parziali per soddisfare, e che è tutta una politica ad essere messa in crisi. I dimostranti, che hanno si– stematicamente evitato di venire in urto con le truppe russe, hanno avu– to pochi riguardi per i funzionari ed i poliziotti comunisti;. e del resto, un articolo de « Le Monde » informava che le pallottole che avevano causa– to morti e feriti appartenevano quasi tutte ad armi che, dal calibro, si ri– conoscevano appartenenti alla polizia comunista, e non alle truppe russe di occupazione. Il governo comunista ha dimostrato di non avere né auto– rità, né forza. La Frankfurter Allgemeine Zeitung del 22 giugno notava che l'alto com– missario Semonov aveva ricevuto Nu– schke e Kastner, esponenti rispettiva– mente dei partiti democristiano e li– berale della zona orientale, senza ri– cevere da parecchi giorni i rappre– sentanti del S.E.D.; e spiegava il fatto come un tentativo di ridare autorità ai partiti satelliti, per ac,;entuare il senso di distepsione. t da augurarsi che non si tratti di pura tattica; e che da occidente si smetta di sfrut– tare il risentimento, e di attizzar9l nazionalismo, e si esamini seriamente la possibilità di arrivare ad un com– promesso sulla questione tedesca. I dolorosi avvenimenti di Berlino non sarebbero inutili, se servissero a ri– cordare che un grosso problema ri– mane aperto. CLAUDIOCESA
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