Nuova Repubblica - anno I - n. 9 - 5 maggio 1953
6 I. G ANDHl non era sodalista. La sua concezione del mondo era religio– sa, anzi di una religiosità rigida, conforme alla plurimillenaria tradi– zione induista. Tuttavia, nella sua lot– ta, rigorosamente fedele al principio della non-violenza, della conversione spirituale, volta al trionfo del· bene di– vino,. della purità ascetica, dell'amore fraterno universale, alla rinascita nazio– nale dell'India e alla riconquista, da parte di tulìi indistintamente gli india– ni, della dignità umana, egli fece ap– pello, per primo, agli uomini e alle don– ne delle classi e caste più umili. Non solo, ma si mise con loro, visse tra di loro, come uno dei loro, condividendo la loro miseria e le loro sofferenze, li trasse dalla segregazione in cui, sin da tempi antichissimi, erano tenuti, li sve– gliò dal letargo e dalrabbiezione. Al– reconomia moderna Gandhi preferiva le tradizioni artigiane, solidaristiche, medioevali, ma nella scia della sua prodigiosa azione etico-politica si svi– lupparono, spontaneamente, i primi moti moderni degli operai e dei con– tadini dell'India, li presidente provvisorio della prima Repubblica cinese (1911), Sun Yat Sen, seguace della filosofia di Confucio, ma desideroso di ammodernarne la strut– tur~ pratica con l'adozione del cristia– nesimo, ammiratore di Mazzini e ·del riformatore agrario americano Henry George, fu il primo a dichiarare la necessità della fusione di nazionalismo LEO ITALIANI e socialismo, nella dura lotta di eman– cipazione totale dei popoli asiatici dalla dominazione imperialistica occidenta– le e nella creazione di una nuova for– ma· di Stato, democratico, indipen– dente, in Cina e successivamente negli altri paesi dell'Asia. Le sue teorie di riforma democrati– ca e di missione romantica, i suoi atti, cospirativi, di governo, di guerra (an– che se, per cominciare, soprattutto di guerra civile), la sua diplomazia insie– me machiavellica e rivoluzionaria, ap– passionarono un certo numero di intel– lettuali del nazionalismo indiano, più desiderosi di azione energica, ad ol– tranza e più pronti alle congiure e alla violenza. Lenin, prima e più che attraversola sua Internazionale, la diffusione della sua dottrina, la formazione, anche io India, del suo partito, agì come simbo– lo della rivoluzione del 1917, inattesa, gigantesca, vittoriosa. « L'avvenimento che forse più di ogni altro ha influito sullo sviluppo politico e morale del– l'India in questo secolo - scrive lo storico K. M. Panikkar, attuale amba– sciatore dell'India al Cairo - fu la rivòluzione russa. La conquista del po– tere da parte del proletariato, non soltanto a Mosca, ma ai confini del Pamir, ebbe ripercussioni profonde sul– la gioventù indiana. « Ne vennero la radicalizzazione della lotta politica con– tro il dominio britannico e la preva– lenza dell'impostazione classica e socia– listica nel nascente moto sindacale degli operai. Subito dopo lo scoppio del conflit– to, nel 1914, il giovane nazionalista M. N. Roy partì dall'India alla ricerca di contatti con un sedicente Comitato rivoluzionario indiano, formatosi a Ber– lino. Giunto in Giappone, chiese con– siglio a Sun Yat Sen, che vi soggior– nava come esule, in attesa di poter ro– vesciare i suoi avversari tornati al potere· in Cina. li ventenne Roy ri– mase assai male, quando Sun Yat Sen, pur approvando la ricerca di aiuti te– deschi, gli disse che ci si poteva allea– re, nella lotta nazionale rivoluzionaria, anche con potenze come il Giapponç o gli Stati Uniti d'America, nonostante fossero suscettibili di entrare in guerra dalla parte della stessa Gran Breta– gna. Comunque, a seguito di avven– turose peregrinazioni, il Roy finì pro– prio in America, prima negli Stati Uniti, poi nel Messico in fermento. La rivoluzione russa lo entusiasmò, si mise a studiare i testi di Marx, fondò nel 1919 il partito comunista messicano e nél 1920 riuscl a rag– giungere Mosca, ove Lenin gli affidò la direzione della sezione asiatica della Terza Internazionale. L'accordo fu fa. cile sui principi, difficile sulla tattica NUOVA REPUBBLICA I INCHIESTE E DOCVltIENTI I I PRIMI PASSI del movimènto operaio Tre fra le maggiori penonalltà della storia contempo– ranea, Gandhi, Suo i at Sen, Lenin, sono direttamente o Indirettamente ali' origine del soclallsmo Indiano da seguire. Lenin riteneva opportuna ralleanza anti-imperialistica con l'in– sieme del movimento asiatico, ossia anche con i borghesi del Kuo Mio Tang cinese e del partito del Congres– so indiano, con gli esponenti politici nazionalisti del ceto medio « colto » e della nascente industria locale, insof– ferente della concorrenza di quella bri– tannica «privilegiata». Roy, estremista come tutti i giovani neofiti, ma cono– scitore altresì dei mali effettivi di cui l'Asia soffriva, riteneva esaurite le pos– sibilità progressive della borghesia nei paesi coloniali e puntava sulla ca– pacità del movimento operaio e con– tadino, cinese e indiano, ancorché em– brionale, di portare a termine la rivo– luzione, che da anti-imperialistica ·si sarebbe rapidamente metamorfosata in sociale, agraria. Le tesi di Lenin pre– valsero ai Congressi dell'Internaziona– le, ma nella realtà di fatto i giovani partiti comunisti cinese e indiano fe– cero quanto le circostanze e la psico– logia dei loro adepti Ii spingevano a fare: il primo andò per alcuni anni as– sai più a destra di come Lenin non avesse desiderato, nella alleanza con il Kuo Min Tang, per trovare poi, dopo le batoste prese, la sua propria stra- D i condizioni precarie e assurde ne esistono parecchie in Italia: vediamo, per esempio, quella di una categoria pressoché sconosciu– ta, il personale di < governo > dei de– positi cavalli Stalloni. da; il secondo andò. più a sinistra del– lo stesso Roy e si mise completamente fuori del movimento nazionale. Delu– so, il Roy abbandonò l'Internazionale comunista nel 1929, si fece sei anni di prigio!le dopo il suo rientro legale in India, e fondò poi un sottile movi– mento dL rivoluzionari umanisti, che ancora oggi capeggia, e che si è natu– ralmente ridotto ad un mero grup– petto di avanguardia. li socialismo specificamente indiano germogliò e fiorì in seno al partito del · Congresso e delle unioni operaie sin– dacali che ne accettavano l'aiuto, e anche la tutela. Lo stesso Nehru si convertì al socialismo, e in prigione dichiarò le sue simpatie per le teorie economiche di Marx e per le realizza– zioni della Russia bolscevica, pur con– tinuando a rimanere idealista in me– tafisica, gandhiano in etica, e segretario generale del Congresso in politica. L'altro capo politico del Congresso, S. Bose, fautorè, contro Gandhi, del– l'adozione di metodi violenti di lotta, proclamò anche più pateticamente le sue simpatie per la rivoluzione socia– lista, senza perdere per questo l'appog– gio, che aveva larghissimo, dalla bor– ghesia ardentemente nazionalista di Cal- jruNTO CONTRO· ruNTO I LUMACA ministeriale ro 57846 in data 7 agosto 1951 di– sponeva di sospendere anche la paga di cui sopra (corrisposta per 8 anni) e ritornare ad applicare quella spet– tante cmnc militari raffermati dell'E– sercito (circ. 353 del Giornale Mili– tare 1950 - disp. 29 art. 3). Tuttavia mentre detto Dicastero si occupava di ridurre o meglio ripor– tare le paghe a quelle di un tempo, in un periodo nel quale viceversa il costo della vita era in continuo cutta. Alcuni tra i carcerati politici più giovani (si era, malgrado l'ideolo– gia liberale della dominazione inglese, al tempo degli arresti in massa e delle detenzioni che si prolungavano per anni), formarono nel 1934 il partito socialista indiano, senza però uscire dal Congresso, di cui diventava la frazione di sinistra organizzata. Ne era a capo J. Narayan. Questi aveva imparato a conoscere il movimento sociale moder– no all'Università di Wisconsin, in America, ove ebbe la fortuna di poter profittare delle lezioni del prof. Selig Perlman (lo storico dell'organizzazione operaia americana)~ tornato in India, al vivere la miseria dei proletari del suo paese si era appassionato alle op– poste teorie leniniste; nell'isolamento carcerario maturò la decisione di orga– nizzare un partito nuovo, il partito so– cialista del Congresso. Il partito dichiarava di professare il marxismo e di concepire la sua per– manenza in seno al Congresso come l'al– leanza tattica del proletariato con i ·ceti. medi al comune fine della con– quista dell'indipendenza nazionale. Mar– xista esso era nella sua politica sinda– cale, e nel « fronte unico » che, a fini di mobilitazione delle masse, aveva Alla suddella paga, inoltre, con la legge 8-4-1952 n. 212 - articolo 12 - doveva essere concesso entro tre mesi dalla pubblicazione della stessa, con separato decreto intermi– nisteriale, un aumento minimo di L. 2000 sulla paga più L. 500 men– sili per i primi due figli e 1.000 per gli altri, ma purtroppo anche que– sti piccoli benefici, mentre sono stati corrisposti a tutte le altre categorie, sono ancora attesi, nella primavera dell'anno di grazia I953; dal perso– nale del Deposito stalloni. Non si parli poi dei militari che vengon_o colpiti dai limiti di età (anni 55), i quali vengono messi a riposo ancora coì'I la liquidazione del- la pensione ordinaria tabellare che non ha bisogno di commenti .... Si tratta di militari a lunga ferma, disciplinarmente dipendenti dal Mi– nistero della Difesa-Esercito e ammi– nistrat~ da quello dcli' Agricoltura e Foreste. A tate titolo viene loro cor– risposta la paga cosl come la perce– piscono tutti i militari a lunga ferma dell'Esercito. In aggiunta alla paga, e alle indennità accessorie (carovita e quote complementari) il Ministero dell'Agricoltura corrispondeva un so– prassoldo di deposito istituito con D. L. 8 gennaio 1920 - ari. 2 - in ra– gione di lire quattro giornaliere, più L. 2 pure giornaliere per il solo pe– riodo della stagione di monta (4 mesi dell'anno), durante il quale essi ven– gono comandati e distaccati nelle sin– gole stazioni delle rispettive circoscri– zioni. Ciò sino a tutto il 30 giugno 1941, data in cui le retribuzioni ven– nero equiparate a quelle déll' Arma dei Carabinieri (determinazione del Ministero dell'Agricoltura e Foreste come da circolare numero 34 in data 12 agosto 1941 del Comando di Per– sonale). Nonostante però fosse stata accordata la equiparazione, nel I949 lo stesso Ministero con sua nota nu– mero 52316 del 25-3-1949, dispose Dopo quanto sopra esposto è leci– to domandarsi se non sia più onesto chiudere i battenti dei Depositi Ca– valli Stalloni (è una domanda in– aumento, non si preoccupava affatto genua?), piuttosto che continuare in di ripristinare i due soprassoldi anzi- detti, rapportandoli al valore attuale della moneta. Per quante pressioni siano state fat– te, sia a mezzo dei Direttori interni, sia a mezzo di vari parlamentari (e la grande maggioranza deve sostenere il carico di una famiglia), quella gen– te è stata abbandonata e ignorata: il Ministero della Difesa-Esercito e quello dcli' Agricoltura, non hanno di sospendere qualsiasi aumento a minimamente cercato di risolvere l'an– dettc p;ghe, senza concedere quindi noso problema di tulio un personale i miglioramenti economici stabiliti ridotto, può ben dirsi, in miseria. A con la legge I2 aprile I949 n. 149 titolo dimostrativo, la paga e inden– con decorrenza dal I O novembre del nità accessorie di un militare con I948. i5 o 30 anni di servizio con moglie Col I O luglio 1949 il Ministero e due figli è di sole L. 33.000-lorde dcli' Agricoltura con sua nota nume- mensili. quest_o sfruttamento del personale di bassa forza; o, invece, è possibile trovare il modo di risolvere il pro– blema di questi militari, rei solo di essere stati sino ad oggi disciplinati cd onesti lavoratori? Né si torni a ripetere, quale scu– sante, il solito ritornello che è in corso un provvedimento di trasforma– zione degli Istituti da militari a ci– vili, perché sono ben otto anni che se ne parla e nel frattempo a nulla di concreto si è provveduto. Allora: restiamo in attesa di una precisazione degli organi competenti. E arrivederci all'anno venturo. MERCUZIO accettato di formare con il partito CO· munista quando quest'ultimo, nel 193,, si era dichiarato favorevole al fronte popolare nazionale e al metodo della democrazia. li patto russo-tedesco del– l'agosto 1939 lacerò, per sempre, il « frònte unico », e rigettò il partito comunista indiano nell'isolamento. ~11 contemporaneo inizio della guerra rin– saldò i legami del partito. socialista col Congresso e con Gandhi in parti– colare. M. N. Roy, seguito da pochis– simi militanti, tra i quali un ex-segre– tario del partito socialista, Tarkunde, cercò di convertire i sindacati operai all'idea della gÙerra anti-fascista, ma i risultati che consegul si rivelarono effimeri. Il Congresso, socialisti inclusi, era unito nella decisione di non coope– rare con gli inglesi nello sforzo bellico, finché l'indipendenza non fosse stata concessa all'India. Si vide ben presto che questo corrispondeva ai voti della stragrande maggioranza dél paese. An– che quando,' con l'aggressione tedesca alla Russia; nel 1941, la solidarietà nella guerra contro l'hitlerismo fu predicata dal partito comunista, le masse proletarie più larghe rimasero con Gandhi fedeli alla richiesta pre– giudiziale dell'indipendenza indiana. Gli inglesi rafforzarono le misure di repressione; il partito socialista, in particolare, fu messo fuori legge, e fioccavano gli arresti di militanti del Congresso. S. Bose riparò nei paesi vicini, in quel mentre occupati dai giapponesi e sotto il controllo del Comando nipponico organizzò una « ar- SOCIALISHO II\T II\TDIA mata nazionale indiana » e la portò al fuoco contro i britannici. Nehru e il Congresso sconfessarono quest'atteg– giamento estremo, che rischiava di far cadere l'India dal dominio inglese sot– to quello nipponico. Nel 1942, dopo che il governo di Londra aveva bensì inviato Stafford Cripps in India per negoziare, ma su basi che non ammet– tevano l"indipendenza vera e propria, il Congresso stesso si trovò a dover finalmente agire. Gandhi, con pochis– simi da lui scelti, praticava, in prigione, la resistenza << individuale », Jo scio– pero della fame ad oltranza. li Con– gresso, proclamò la disobbedienza ci– vile, fino alla partenza degli inglesi dall'India. Immediatamente essa sboc– cò in scioperi politici e in lotta ille– gale, clandestina, rivoluzionaria. 1·capi socialisti, Narayan, dr. Lohia, Asoka Mehta, Narendra Deva, arrestati, tor– turati, fuggiti di prigione, riarrestati, ne diventarono gli eroi, al fianco di Gandhi e di Nehru. Alla disobbedienza civile parteciparono però anche i più conservatori nelle fife del Congresso; gli industriali la finanziarono, il ceto medio intellettual<!' ne diventò il pro– tagonista; le donne si distinsero parti– colarmente. Il movimento assunse aspetti ancora più drammatici con la cessazione delle ostilità, con i processi marziali ai « veterani » di S. Bose, difesi da Nehru_ - pure noto da sempre per il suo antifascismo intransigente - e con la rivolta dei marinai indiani della flotta di guerra britannica di stanza in India. Nef 1947, in uno con la spar– tizione del paese fra Repubblica in– diana e Pakistan (territori abitati da mussulmani), il governo laburista in– glese concesse l'indipendenza. La spartizione provocò massacri fra indù e mussulmani. "Gandhi, che si adoperava per farli cessare, fu assassi– nato dall'agente di una setta fanatica indù che voleva la guerra al Pakistan. Il governo di Nuova Delhi, che di– sponeva delle ottime forze armate in– diane, istruite dagli inglesi, riuscì però a riportare l'ordine nel nuovo Stato. l.\Jel pr081!11~o numero di l\Tuo1'a Republ,Hea, ehe ul!lelrà ee«!ezlonalmenie Il :13 e. m., pubblleheremo le ll8te ,lei eandldatl di IJnlt-' popolare
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