Nuova Repubblica - anno I - n. 7 - 5 aprile 1953

4 Il punto dl frn.ttura, N ON abbiamo mai creduto alle facili conciliazioni degli inconciliabili. Abbiamo saputo, e sappiamo, che la presenza in uno stato democratico, di forze totalitarie, può portare in una o nell"altra circostanza, all"urto della guerra civile. Siamo pronti, quando ciò sia ne<essario per far testimonianza alla nostra fede, ad assumerne i rischi ine– renti. E, se una data politica, estera o interna, ci sembra necessaria (per esempio, la politica di federazione eu– ropea) siamo pronti a portarla innanzi se anche essa viene proclamata dai co– munisti fascista, o se contro di essa venissero inscenate \'aste dimostrazioni popolari. Lo stesso faremo per una politica industriale che veramente met– tesse in piedi il paese, per la creazio– ne di uno stato efficiente e moderno, per la difesa delle pubbliche libertà. Ma valeva ]a pena, chiediamo oggi a coloro rhe hanno, forse a cuor legsero, volu– to correre l'avventura della legge elet– torale, valeva la pena di affrontare un simile rischio di rottura per varare una legge, nel migliore dei casi sospetta di favorire l'attuale maggioranza, per– petuandone il dominio ·e risparmiando alla mente pigra dei signori del gior– no g1i sfor,i necessari per un allarga– mento dei consensi? Occorre, infatti, non sotto\'alutarc quello che è successo al Senato negli ultimi giorni e in particolare nell'ul– tim:11 convulsa seduta. L'ostruzionismo, al Senato, funzionava. C0n l'ostruzioni smo, i cominformisti erano riusciti a eliminare un presidente, a indurre un altro a rifiutare l'incarico, a inserire all'ultimo momento nella discussione la richiesta d, urgenza di un progetto di legge per le mondariso e a fare, su di esso, tante dichiarazioni di voto quanti membri dell'opposizione. Essi si preparavano a sfruttare al massimo i diritti constntiti dal regolamento, re– clamando un:t votazione per ogr.t punto del regolamento sul quale il presi– dente non aves~.! acc{'Jutù ::ti loro punto di , ista. I termini al di là dei quali la legge avrebbe potut<, anche non essere votata, si a,·vicinavano. Gi:i non er,rno in pochi a prevedere ,he l'ostruzionismo avrebbe finito ptr prevaltre, che il governo :ivrebbe sciol– to il enato e sarebbe andato di fron– tt- al Paese con la vtcchia legge, ma dando alle elezioni il significato di un plebiscito per o contro la « funzio– nalità del parlamento», trasformando, cioè, il processo alla legge elettorale in processo all'ostruzionismo, ricrean– do. forse ancora più arroventata, l'at– mosfera del 18 aprile. ritrovando infine i ,oti di destra perduti dalla relativa remiss1vita in terna di restrizioni alle organiznzioni del lavoro. Già in que– sto modo ,arebbe stata una battaglia , ,olrnta e , eemente. una battaglia nella quale i due grandi blocchi di passioni. quello creato attorno alla D.C. e quel– lo creato attorno ai comunisti sarebbero riusciti a soffocare ogni seria discus– sione sulle loro responsabilità in que– sti cinque anni. Perché le responsabilità dei comunisti sono immense proprio rispetto alla classe operaia, che essi han– no mantenuto nell"inerzia e sulla di– fensiva per cinque anni. e parimenti enormi sono le responsabilità dei demo– cristiani, proprio rispetto a quell'ordi– ne, quella buona amministrazione, quel– l'efficienza dello stato con cui si giu– dicano i movimenti conservatori. Ma le cose sono andate anche peg– gio di come si poteva prevedere da questi osservatori. Era naturale che il governo non potesse, al punto in cui era, presentarsi di fronte al paese con il carico di una sconfitta in sede par– lamentare. L'ostruzionismo può arriva– re a tutto, ma non impedisce, alla fine, alle maggioranze, di imporsi a loro volta senza riguardi per i regolamenti e le leggi scritte. E in questo caso non restava più agli oppositori ostru– zionistici altra via d'uscita che quella adottata, la violenza fisica in aula, e, di fronte al paese, la solenne afferma– zione della nullità della decisione pre– sa, del « reato » commesso dal Pre– sidente del Senato e da quello del Consiglio, infine un appello che mette in certo ,nodo . in questione tutte le autorità dello stato. NUOVA REPUBBLICA Credo che nessuno si lascierà troppo convincere dalle affermazioni di fedel– tà alla legalità repubblicana contenute nell'appello della Direzione del P.C.I. Siamo i primi a essere persuasi che i comunisti non stanno per tentare in ltalia una insurrezione armata; ma quale può essere la situazione in un paese in cui, non una sparllta minoranza, ma gran parte della popolazione, la maggioranza della popolazione operaia, non riconosce al governo alcun titolo legale? Molto diverso è il caso in cui voi rimproverate al vostro avversario di governare male, da quello in cui affermate che egli è - non in questo o quell'atto, ma nella sua autorità - L.A fllJJIWDICIIW.A P..ARL.AIIEN'l'.ARE COLPO TESTA . fuori della legge. Né il Presidente della Repubblica è lasciato fuori della con– tesa, ché la richiesta a lui rivolta di annullamento della legge è esplicita. E, per grave carenza, carenza volonta– ria, della maggioranza, non c'è la Cor– te Costituzionale, e i cinque giudici parlamentari di essa verranno eletti da un Parlamento di cui, almeno in parte, gli oppositori contestano già la validi– tà. Che cos'è una campagna elettorale in queste condizioni? Che cos'è qualun– que conflitto sociale? E poiché, in Repubblica, non si posson mettere fuori della legge in tempo di pace i rappre– sentanti di una notevole parte della popolazione, le « contromisure» gover– native potrebbero essere davvero il pas– so definitivo verso lo stato autoritario di destra, forse verso la fine della I,. bertà. a Palazzo Madama Queste sono le prospettive del no– stro paese. All"origine di esse c'è la legge elettorale, sebbene non essa sol– tanto. C'è la spinta continua all'invo– luzione da parte di una società reazio– naria che, dalla Resistenza in qua, non si sente tranquilla; c'è il sequestro, da parte di un nucleo totalitario come il comunista e i suoi alleati nenniani, della parte più cospicua della classe operaia, che potrebbe essere fattore di giustizia, di democrazia autentica, di evoluzione pacifica. Occorre che gli uomini di buona volontà si preparino a una battaglia dura. Se essi scomparis– sero dal campo - non diciamo dal solo campo elettorale - forze peggiori avrebbero via libera. Alla Repubblica Italiana sarebbe forse riservata una sorte non diversa di quella della Spagna. E se essi scompariranno dallo specifico campo elettorale, quel campo sarà quel– lo di una rissa, non meno tumultuosa e torbida di quella di Palazzo Mada– ma, ma infinitamente più vasta e di incalcolabili conseguenze. ALDOGAROSCI 1·011110, il 1 giugno e ness1111t1 lesione - profonda, probabilmente i,·reparnbile l!, 1/a/o 1111 el'r0l'e, innanzi tutto. le1io11e - si sarebbe operata 1ul corpo, Perché con 48 ore di ritardo il Governo già abbastanza esangue, del nostro /sti- avrebbe potuto a1·ere la legge appro- 11110 par/amen/are. vala dal Senato ron J/llli i crismi Perché si è proceduto diversamenle? della legalità. Infatti ifl maggioranza Domenica alle ore 17 De Ga1peri do1·e- d~e1·atro11ato finalmeule la 11radabuo- 1•apresiedere l 1a11embiea generale dei na, ne/l'ambito del Rego/amenlo di- As- segretari seziona/i dc. di 1111/a Italia: semblea, per bflllere le Estreme con le è chiaro che egli 11011 si sentiva di pre- /oro stesse armi, quelle della solli- sentarsi davanti ai dirigenti periferici g/iezza procedura/e. La «preclusiva» del rno partilo senza « 1111 pezzo di Bosco a11111J1uit1ta da R11i11i ai termine caria » in mano. Il « pezzo di carta » delle dichiarazioni di , 010 per le 111011- era, lellera/me11te, i/ «verbale» dellfl dine, p11re11e11do e11a1/eJJa 1111a /or- 1eduta al Senato ron la approrazioue zal11radel Regolame1110, rimauet•a nei- della legge. « La pazie11z,1 è stara 11111- . /'ambito de/ gioco procedurale. E la ga... » - ha confessato De Gaspe,·i al- pred111it•aBosco po1e1•ae11ere 1•01a1a / 1 A11embiea dei segretari dr.; ma. dopo nei tempo 111a11imo di ml'ora e mezzo: tama pazienza, ecco ii risultato: la su -:Cessa, in/ani, potei•ano parlare sol- legge app,o,,ata anche dal Senfllo. tanto due oratori "favore e due co111ro. Nessuno che abbia a11i1tilo alla se- non ci po1evm10 e11ere evide11leme111e duta a palazzo Madama p11ò dire in dichiarazioni di voto, e si 1arebbe do- coscienza che 1i 1ia trallalo di 1111a vo- vuta votare per alzt1la e seduta. Am- tazione regolare. E' e1allo che le Estre- meuo anche che le Estreme ave11ero me avevano un po' esagerato co,1il c11- fat10 J1erdere 1111t1 mezz'om con l'espe- vi/Jo procedurale, inserendo la 1-ichie- die11tedella « verificazione del numero sta d'urgenza per la legge sulle mondi- legale », in un'ora e mezzo lrt « pre- 11e, mt1, co1ì facendo, erano rimaste d11si1·.1 » sarebbe slfl/<1,•ota/<1 ,·ego/m·- ,,e/l'ambito del Rego/a111e1110. Proprio mente e da allora - ma da allora sol- pochi mesi fa, discutendosi in Aula le tanto - sarebbero ro111i11ciate / di- modifiche al Rego/a111e1110 de/ Senato, chùmi:io11i di 1'0/0 sulla ele11ort1/e. vi fu chi propose che le dichiarazioni precedute 10/1a1110 dalla relazione di, 1 di 110/0fo11ero iimiMIP II riuque mi– DomeniclJ Rizzo. Si 1arebbepo/11/0p,·o-t'l•11~11i, come al!~ Came·m. Fu it1 n~ag: reguire h, sedula-fiume, uo11 Joglierla~~ g,o~·anza che 11,oppo~e a ~11e!/{~ /11111- pirì per 11011 dm· ,nodo fllie Estreme d, ~ taz1011e a{fe~111a_11do ,/ /m11C1p10che discutere 111/ r•erbale e _ {il 11 u, 11imo ~ 11e111n1a lt11111auo11e d, tempo do1•e1se - martedì sem, es;,,,·ite per co1111111 . ,·id,~ne 1~ dichi~razioui di ·1 1 010. Che =ione le dichùll'azioui di 1101 1 /t1/eggr l'az1011e ,·~ta,·dalncedelle E11re~11e 1 a11e1- sarebbe Sia/a ,•o/ala ,,,,. af,pello 110· se esrlw'.vame11/e lo scopo _d, pro/1111- 111i11ale 1,dh, «fiducia>> e per ur,lli- l!Jll'e ,I d1batllto 1e11Z{I curar11dei/~,pro- nio segrelo. Le elezioni si sm·ebbero redura d'1!rge11zaper le 111oud111~ è egualmente pot 11Je celebrare 011e Ji foHe tm dato d, fatto; ma che questa az1011e 1 ritardatrice 1ia rigidameule ,-imasta,d{1l punto di vista formale, 11el/' ambito del Rego/"'ne1110,Sturzo stesso lo h" am– CRONACHE DELLE LIBERTÀ ITALIANE me110 -in 11u articolo urillo {I difesa di R11i11i. ll dia~olo ' e bello Siamo ormai usi a \'Cdere la scuola Patti Lateranensi ne risulta alterato? trascinata nel gioco di una Chiesa, la quale - benché raccolga una buo– na parte di italiani - non ha alcun diritto di pretendere l'imposizione di riti religiosi a tutti gli studenti, per di pili provocando la interruzione o la abbreviazione ciel normale orario scolastico. Eppure bisogna battere Il nobile fine giustifica i mezzi dete- riori. Le redini del potere sono in mano a persone pie; e chi, per ra– gioni diciamo ereditarie-, dovrebbe levar alta la sua prOtC'sta, se ne guarda bt·ne, preoccupato dell'immi– nente canipagna elettorale e del seg– gio da assicurarsi, E dunque! sempre su questo chiodo, visto pcral-. Ma qualcuno si è fatto vivo; per tro che i partiti minori, credi delle esempio l'Associazione Nazionale Li– istanze laiche del Risorgimento (a bero Pensiero che ci passa copia di sentire i capi tribl1 patentati in faccia una circolare inviata ai direttori eli– di bronzo), sono distratti da altri e <lattici e ai presidi delle scuole medie ma·ggiori compiti e mirano 3 un solo cli Milano. nonché al Provveditore gigantesco e pantagruelico obietti\"O: agli Studi perché vogliano accogliere la salvezza delle istituzioni democra- « il desiderio, molto diffuso nelle fa- tichc e parlamentari. miglie, di non vedere asservita la Avvicinandosi la pasqua, il clero pubblica scuola alla parrocchia ». ha ancora una volta esercitato la E adesso ci aspettiamo di sentirci sua massiccia influenza per trascinare dire che il nostro programma eletto– le scolaresche ad ascoltare prediche, raie sarà impregnato di materialismo a compiere atti sacramentali, a se- ateo e che la riforma della scuola guire corsi cli preparazione spiritua- vorremmo, per far vedere ai ragazzi le. Che importa se il principio della quanto sia bella, suggestiva e prole– libertà di cosci,·nza è leso? Che im- taria la fi!(ura dr! diavolo. porta Sf' il 1n1:clrsi1no disposto dc-i * La seduta 11011 è stata regolare perché degli articoli precisi del Regolamento 11011 Jono Jlali 011erva1i: non è 1ta1a data la parola a Terraci11i11epp11;e per 1111 appello al/'Assemblea. sulle decisio– ni dei Presidente, e, q11e1to, è 1a.s1ati- 1 ame11tedisposto dal Rego/ame1110me– desimo. Il Presidente delibera sulla procedura, avverso le 111edeci11oni è a11Zmesso appello al/'Asse11Zbiea che l"Oltl - senza disc111ere - per alzala e 1e– duta: pochi secondi di tempo. Sulla « preclusiva » Bosco {lt 1 rebbero atJ11lo dirilto a parlare d11e Jeualori coull'o. come (re di « pada,·e » si /1uò dire) hanno /Mriato•d fdvore due 1e11atori dellt1 maggiormrza: Zoua e Giacinto Bosco. Il relatore di mi11ora11za sulla legge ele110.-a/e,Domenico Rizzo, tlf/er– ma di 11011 e11erestaio 11epp11re i11vitalo a pm·ltire, e ne t11·e1'{1 dirillo, se 11011 addfri1t111·{1 dorere. Non è 11u,i acca– duto che 1111a legge di importa11zaco– me quelh, eleltorale Jia 1lala volala Jenza le dichiarazioni di volo. Ora il presidente 11011 ha aperto le dichiarazio– ni di volo che, e/fellivamente, 110n ci 10110 1/ale, né in quel/'ambienle Ji poJet•auo cerio avere. Le E1treme han– no co111111e110 delle violenze: è vero e si debbo110 deplorare; ma è anche 11ero(11011 si dire per giustificar/e, ma solo /m· e1attezza cro110/ogica) rhe quesle violenze si 10110ualenale 10/o dopo che Scoui111t1rroera salito al banco della Ptesideuza per /Jl'0te1lt1re conlro /'a11d{1111e1110 de/Ja 1ed11ta e quando otanu,i 11111i t1t•e1•a110 ra/1i10 rhe lm /10rhi mi11111i s Jttrebbe /n-orln- 111ata 110/alala legge., , li 1ù11ltt1to di q11eJJt1 rolazione è s1,1- 10 com1111ica10 priu1/(11uenle {Il gio,– ua/isJi dopo la sed11tt1. il l'esoro1110 10111- . mario, distribuito il gioruo sucreuit-o, è stato subito 11110</,erchiofedele del raos in r11i 111110 .ri è 110/10: b"rli pensare che la RAI - ce,to 11011 sospet– ltt di 1epore fiiogo1enu11i,o - 11011 JC l'è se111i1a di 1m1me11e,e 1111prop,.io re1oco1110 ed ht1 lra1me110le ro1ide11e « C{Jrlel/e » che re11p.0110 compilale dagli Uf/iri del Senato. Queste «cartelle» dfrergono a loro , olta, in q11alrhe punto. dai re1oco1110 Jom11ltlriodiJ,,,. buito il giorno dopo: i11f{1lli le « rar– telle >> dicono per Domenico Rizzo... << s'intende t•i abbia ri111111cia10 ... » (lii– /a parola); il resorolllo 10111111t,rio slam– paio e diffuso il giomo af,presso af– ferma rhe /11 egli .Jleuo a-rhumciar,• alla parola. Lo stesso resoconto som– ma,•io afferma che ha11110 volato per la legge i com1111iJ1i Scocci111t1rro ed Adele Bei ed il socia/democratico An– fo11i che in quei 1110111eJ110 slava le– nendo 1111 comizio polùico a circa 1et-– Jece1110 chilometri di dista11za 1 ad Im– peria. Ora 1 q11e11e d t1llre cose ancora si so110 11e,-ifica/enel corso de/ diballilo sulla legge e/e/lorale, /e mi co11seg11e11- ze floJJouo rifle11er1i111if11111ri decen– ni - di 1il11azio11e in 1it11azioue - del– la 1ocie1ài1alia11a. Dispitlfe dfrio e non ha cerla111eu1e 1ig11ifira10 di gi1111i– firazio11eper quanto {lffadde allora, ma il 15 luglio 1923 la legge Ace,bo 11e1111e t•otata nella JJilÌa110/111a regola– rità: /' o,·diue dei giorno Ulruua che conlene1~anella prima parte h1 fiducia ai Go11emo, venne 1•0/trloper divisio– ne: Gronchi, De Gflspe,·i e gli altri votarono a favore della pri11M/Mrle, 1tl fid11cia1 e contro /1e1·il diJpo1iti110 d~/ sistemfl elettorale. Re/,11ore11011 il .re11. Stllllld Rttudaaio, ma A111ouioSa– Jaudra, pre1ide,11edellt1 Commi11io11e non Umberto T11pi11i. ma Vi/torio Ema- 1111eleOrlando. Ma quanto accaduto domen,ra delle palme a palazzo A-fadamaè 1lalo, prima di ogni a/Jra cosa. ,m errore. 1111 lerribile errore. S1 è uealo un prece– dente le c111 co111eg11enz.e 11011 è po11ibtir immaginare. ,I p,inopio della a11ol11- ta regolarità prored11raleddle sedute delle Camere. è slt1lo , 11l11era10 nel pro– fondo. La legge sarebbe <lattla/1/1ro, a/<1 lo 11e110:ed è app1111/(} q11ila ,r:rat ,,;, de/11 accad1110. No11 /111ò 1'Ìl'ere tllM .f(}– riettì democratica ce le Jue leggi. I,, Jlltl Co11il11zio11e, i Regolame111idel/(· .we A11emblee delibera1111. 11011 .cono ,,I ri/Jaro d{tlle lesioni dtt q11t1lsituipari,, 1·e11gano. In q11r1to ri differenzitono dai fascisti e dai com11nis1i:ne/1(1 di/nt1 del/{, leg{1iità demorra1ic{1,neii{t cer– tezza del diritto, ,,e/I" i11al1e11flbilità del– la prored1m1. L'ECO DELLA STUIPA Ufficio di ritagli da Riornali e riuiste Direttore: Umberto Frugiuelc Condirettore: Ignazio Frugiuelc Via Giuseppe Compagnoni, 28 MILANO Con b,pondcnza: Casella Postale 3549 • Tclt'gr.: Ecostampa

RkJQdWJsaXNoZXIy