Nuova Repubblica - anno I - n. 5 - 5 marzo 1953
15 a-torni nel L'Herclto europeo L A Conferenza fra i sci ministri degli Esteri dell'Europa occi– dentale tenuta a Roma il 24 e il 25 febbraio non si è conclusa, forst·. con una aperta rottura, come si te– meva,. ma ha segnato péricolosamctltc il passo, preludendo a una probabile involuzione dell'idea europea. Il comunicato finale non contiene alcuna menzione del rapporto del Co– mitato di redazione dcli' Assemblea ad hoc, che stava al secondo punto del– l'ordine del giorno, e che fu poi spo– stato su proposta di De Gaspcri, es– sendo così rinviato l'esame di questo punto alla prossima riunione, da te– nersi il 9 marzo prossimo a Stra– sburgo. Esso si sofferma invece a fungo sull'importante piano di unione do– ganale proposto dal Ministro degli Esteri olandese Beycn, che giunge tuttavia in un momento in cui l'Ita– Jia sconta una eccessiva cd affrettata ,liberalizzazione dei suoi scambi con l'estero, lamentando il rinfocolarsi del protezionismo in Francia e in Gran Bretagna e una liberalizzazione eccessivamente moderata da parte della Germania; per cui, pur avendo suscitato l'interesse di tutti, il piano Beyen è stato rinviato al solito comi– tato di esperti, rischiando cosl di fa– re la fine dell'unione doganale italo– francese. La Conferenza si è invece occupa– ta a lungo dell'esercito europeo, met– tendo in luce i contrasti assai gravi esistenti fra i diversi punti di vista, anche se il comunicato finale ha sot– tolineato « l'estrema urgenza » della ratifica elci trattato istitutivo della CED (Comunità europea cli àifcsa). Lo scoglio principale, a questo pro– posito, era costituito dai cosidetti pro– tocolli aggiuntivi presentati dalla Francia, il cui esame è stato deman– dato alla Commissione permanente, che s? è invitata a tener conto « del– le responsabilità che alcune delle par– ti hanno nei territori oltremare », in– caricandola pure « di giungere quan– to prima a delle conclusioni circa dei testi interpretativi del trattato», senza però - e questa parte finale del comunicato, come si vedrà, rischia di costituire la pietra dello scandalo - che ciò debba « intralciare la pro– cedura [di ratifica] in- corso nei vari Parlamenti ». Che cos'è questa faccenda dei pro– tocoHi aggiuntivi? Dal giorno in cui si è parlato cli t:'Sercito europeo, anzi, meglio, dal giorno in cui si è parlato di riarmare la Germania, in Francia come in In– ghilterra, si sono espresse vive preoc– cupazioni verso una possibile rinascita del militarismo germanico. I fran– cesi, in. particolare, pensavano che, essendo inevitabile un riarmo tedesco · per contribuire alla difesa dell'Occi– dente, il miglior modo di limitarne i rischi fosse quello d'integrare questo riarmo e questo esercito in una co– munità europea di difesa. Cosi n.1c– que il cosidetto Piano Pleven. Da allora l'idea ha fatto molta strada cd è stato finalmente concluso il trattato costitutivo della CED, già sottoposto alla ratifica dei vari Par– lamenti nazionali. Ma a questo pun– to si verifica in Francia un fatto nuo– vo. Per ragioni d'ordine finanziario, al principio di quest'anno cade il Gabinetto Pinay e, nel nuovo gover– no francese presieduto da René Mayer, il Ministro degli Esteri Schu– man, sulla cui politica di apertura verso la Germariia si appunt&vano da molto tempo delle critiche, viene so– stituito dal suo compagno di partito Bidault. Ma con l'av,·ento del go,·crno Mayer, si verifica un altro fatto nuo– ,.?, ossia lo spostamento deJla mag– gioranza verso destra. fino a com– p~enclcre, fra i gruppi che appog– giano 11 governo, anche quello golli– sta. Il Generale de 'Gaulle, le cui aspirazioni alla formazione di un go– ,·crno autoritario, nazionalista e mi– litarista t1ndrebbero in fumo ròn lo 1b1ot G1 scioglimento dell'esercito francese in un più vasto esercito eui-opeo, aveva sempre aspramente criticato per que– sto motivo la politica estera di Schu– man e si era cosi reso interprete in– direttamente, della diffidenza crc;cen– h' nell'opinione francese verso la Ger– mania di Bonn; diffidenza accentuata sul piano nazionalista dal contrasto franco-tedesco a proposito della Saar. L'ingresso del gruppo gollista nella nuova maggioranza parlamentare lo trasformava quindi da gruppo di op– posizione anticostituzionale di destra in gruppo di pressione all'interno del– la stessa maggioranza governatìva, la cui efficacia si sarebbe fatta imme– diatamente sentire proprio in merito al progetto d'esercito europeo. Nella dichiarazione ministeriale con la quale aveva chiesto l'investitura della Camera ·per la formazione del nuovo governo, il Presidente Mayer era ricorso a una formula abile re– lativamente all'esercito europeo per La fJonOnda■srla e I' IJ■lone IBeonomlea hrope• N ei 1euembre 1cor10,a Genova, 11el– l'imporla111e convegno inter11azio- 11ale p.-omosso da q11ella Camera di Commercio e dai Movimento Fede,.ali– sla E11ropeo,il preside111edella Co11- fede.-azione del/'Ind11sJ,-iflaveva p.-ote• J/alo contro q11elliora/ori che avevano ~ au111ato/'iJ1i111zio11e da /11i pre1ieduta di fil/ere organizza/o il precedente co11- veg110 di Ve11ezia co11 lo scopo di sabotare ogni possibile a1111azio11e di 1111a1111io11economie,,. Ma """ vigilia della co11vocazio11e del consiglio del/" C.E.D. " Ro11111, comparve 111 11111i q1101idù111i 1111t1 dichiaMzione, evidentemente autoriz– Zfllfl, del vicep,-;sidenJe della stes– sa organizzflzione i11d11s;triale, il q11ale 11011 solo si opponeva allfl i111eg,·azio11e per se/lori, propoua dalla Francia, ma "ggi1111ge"" a11che che I'« abolizione del– le ba,-riere doganali presuppone, oltre la libemlizzaiione degli sca111bi, /' is1i- 111zio11e di 1111a moneta 1111ica e la po1- sibilità di 1111 libero movi111e1110 di ca– pitali e di 11omh1iper superare le dif– ferenze stmll1mtli f.-a le economie dei .ri11golipaesi». Sul primo p1111Jo la co11Jrarie1à esp,·es– sa dal 11icepreside,1/e della Confindu– stria è pienamente giustificata: la C.E.C.A. ( Comunità Europea del carbo- 11ee dell'acciaio) è staia aaolta soprat– ltalo per ragioni poliJiche, come il mez– zo per eliminare ,ma delle più gravi ca11se di attrito tra Francia e Germania; ma co11tin11are nei siJJema di creare sin– goli organùmi inter11az(o11ali per i vari Jettori.de/l'economia equivarrebbe a di– videre quntrt in tanti compartimenti _rtagni, mentre non è pi,ì ttmnzeuo ignorare che t111ti fe110111e11i de la vita economica 10110 fra loro strettamente i11terdipe11de11ti. Ma il dissidio è i11,,e.-eJn·ofo11doe deciJivo 111isecondo p11n10, dove ad arie si parla di alwlizio11e/ola/e e im– mediata delle ba.-rie,-edoganali, 111e11/re la p,-opos/a ola11dese,che ha ollenu/o I't1de1io11e del governo italiano, parh, so/1a1110 di ,-iduzione di dazi. V'è però di peggio: co111111a logica che è 1ra– dizio11alei111111/i difensori del pro/e• zionismo, il po,1a1 1 oce della Co11find11- .rtria 111bordi11a l'abolizione o la ridu– zione delle tariffe doga11ali11011 0/0 alla coside/1!1 liberalizzazio11e degli .rra111bi (che i111os1anzasi riduce alla soP/>reSJione, totale o pt1rziale,dei con• 1inge11tame11t1), ma anche - che è a1- 1ai /Jitì grave - alla istituzione di "'"' moneta unica e alla poSJibililà di 1111 libero movimento di capitali e di uo– mini. Mo11elt1 unica e libero m1Jt'Ìlne1110 e -.i NUOV A REPUBBLICA procacciarsi i voti dei gollisti, ma questi, non intendendo che quelle promesse rimanes&ero vane, premet– tero in modo da ottenere i cosidctti protocolli aggiuntivi, dei quali del resto dc Gaulle si è dichiarato in– soddisfatto. Con i dicci protocolli, cli cui uno soppresso, la Francia mira a salva– gu3.rdare l'unità dell'esercito france– se (mentre insiste perché non rinasca quello tedesco) e a riservarsi il dirit– to di ritirare delle forze dall'esercito europeo in caso di pericolo grave nei suoi territori d'oltremare. Su que– sti due punti il governo francese è inflessibile, ritenendo cli non potere altrimenti ottenere la ratifica in Par– lamento. Il Ministro Bidault, anzi, prima di ,·cnire alla Conferenza di Roma, ri– spondendo, in una seduta della Com– missione degli Affari Esteri dell'As– semblea nazionale francese, a una ào– manda dcll'on. 'dc Chambrun, affer– mò che i negoziati relativi ai proto– colli dovranno essere conclusi prima della ratifica. E questo ha ripetuto a Roma, al termine della Conferenza. Di parere assolutamente diverso è stato Adcnauer, il quale ha espresso numerose riserve relativamente ai pro– tocolli, ma ha soprattutto insistito, specie in una conferenza stampa fat– ta a Bonn, al momento del suo ri– torno, in polemica con Bidault, per– ché il trattato sia ratificato .così come è. senza attendere un accordo sui di cflpitali e forze di lavo,·o so110le co11q11is1e più difficili ed il rim/1a10 più prezioso deli'unione eco11omica;ma il porle come co11dizionepregiudiziale, il s11bo,·di11are ad esse le pi,ì modeste ,011ceuio11iJariffarie, sig11ificr1 rÌ1JllÙ1- re sine die og11ipasso che avvicini il raggiu11gi111e11/o della Fedemzio11e. PlaalOea slo•e N ei giorni 13 e 14 febbrflio l'Acca– demia dei Lincei hfl dedicato Ire sed111ealla dismssio11e di u11tema di gra11de a1111ali1à, del 111110 ali'infuori delle s11e co11sue111di11i, « il proble111a della pia11ificazio11e i11regime de111ocra- 1i,o », sul quale flve11a fallo preparare tre relazioni, economica, gi11ridica e storica, che avrebbero dovuto ro11it11fre la base della discussione. Piiì che 1111/e relazioni, che f1olrm1110 essere le/le negli alli del/' Aaademia, ci piace 1·ichimnare /' ,11te11zio11e u,lle diJC11uio11i, alle quali hanno /Mrteci– paJo 1111111ero1i eco110111is1i, alcuni 11omi• 11idi affari e due minimi, La Ma/fa e Vanoni. In generale, p11r ,1/trtweno " note• voli gradazioni, 1i 10110 manifestati due opposti orie11tame111i d pensiero, quello dei piit giovani, J11ttico111•inti pianificatori, e quello dei pi,; a11zifll1i, che rico11osco110 bens1,per necessiJà JIO· riche, l'inevitabilità degli interventi 1ta.• Ja/i, con o Ienza un piano, ma 11011 nascondono la 1peranza che q11e11i n– Jerventi non sùmo i primi passi ,,.erso u11 nuovo indirizzo di politica eco110- mica1 ma.JÙmo co11te11uti i11proporzio~ 11itali da 11011 impedire il ritorno ai/a libera economia di ,ne,-cato. Fra i 1111mero1i dùcor1i il più inte– ressante ci è sembralo quello di La Ma/fa, che /,,, voluto esprimere co11 grande franchezza e onestà i dubbi o - com'egli li ha chiamati - i casi di coscienza, che egli è coslrello quasi quo1idi"'1ame111e a risolvere di fro111e a problemi urgenti di carattere p,•aJiw. Così, per ferma,·1i al raso pir) tipico al/11ale,egli Ji è 11·a11en11Jo s11Ipro– blema delicato e difficile dei rapporti commerciali fra ltalù, e Regno Unito. il 110.rlro paese che si era spi1110pirì ardita111e11Je di ogni altro sulla 1•iadella liberalizzazione degli scambi, ed 11re1'a perciò abo/ilo qua1i totalme111ei ron- 1i11ge11/ame11ti nel commercio ro11 gli altri. Staii del/'OECE, si. era t,·ornlo ad auumulare per pi,ì di d11e anni dei groJJi- crediti di 11erli11e,determinati dall'eccedenza delle es/1ortazio11isulle impor/f1zio11i.Oggi però, in 1eg11ito alle maggiori ,·eslrizioni opposte in Gran Bretagna alle imJ,orlt1zio11i, e da– ltt la 1101/l·a nece11ilàd'importare molte 1Jl(1/erie Jirime dai pnni che 1J()J1 esi- protocolli, come specifica il comuni– cato finale di Roma. A questi,• del resto, la Conferenza di Roma aveva convenuto di conferire un valore pu– ramente interpretativo. Bidault teme cli chiedere la rati– fica della CED, se non ha prima in mano le ...,aranzie contenute nei protocolli. In questo momento, sia la Commissione della Difesa che quel– la degli Esteri dcll' Assemblea Nazio– nale francese sono in mc::u?q-ioranza ostili alla CED e si prevede che dif– ficilmente il dibattito relativo alla ra– tifica potrà giungere all'Assemblea prima dell'autunno prosStmo. A prescindere eia queste difficoltà interne, giova rilevare, come facc,·a presente un collaboratore di Le Mon– de, che « l'idea centrale elci Bidault non è l'unione franco-tedesca [rap– presentata dall'esercito europeo vo– luto da Schuman. n. d. r.] ma l'u– nione atlantica, e se il Bidault, in particolare, come vi è ragione di credere, tiene a mantenere la poli– tica francese legata nel modo più stretto possibile a quella dell'Inghil– terra, sarà portato a rinunciare alla federazione ». Prima -di venire a Roma, Bidault si era. recato a Londra per proporre alla Gran Bretagna una associazione tecnica delle forze britanniche alla CED, il mantenimento di forze bri– tanniche sul continente, la parteci– pazione inglese agli organismi poli– tici della CED e, infine, la sostitu- gano il pagamento in dollari, la Ji~ tuazione ii è capovolta; i 1101tricre– diti di 11er/Ì1/esono qll(IJi totalmente 1f11mati,e noi ri 1rof'i,1mone/i'alter11fl- 1iva, o di ollenere che la Grflll Breta– gmt revochi i 111oipro1'11edi111enti re– strittivi, oppure di so.r/,e11de,·e la libe– ralizzazione degli sc111nbi. li discorso è sia/o 111110 1111 richi111no ,,Ila rea/Jà: la dimos1razio11ecioè che gli interventi dello Stato in 1it,11eria economica non 10110, nellfl maggior parie dei ca1i, /'attuazio11e di 1chemi teorici, ma 10110 impo1ti dalle d11rene– ceJJilà del momenlo, e de11i11a1i ,, 1'a– rit11·e col modifirar1i de/I" .rit11azioue. Le propotite di Ford aatlprotezlonl11te H e,1,·i Fo,·d junior, figlio del fon– da/ore della f"moM fflbb,·ica di m110111obili di De1roit, 1i è f,1110con g,-and,ecalore /Jromotore di 111/fl cmnpa– gna per 1lllf1 immediala e progreJJi11,1 rid11zio11e dei dazi e per la flçolizio11edi IUl/e le leggi che o.rtaco/,1110 e, in molti ra.Ji,impediJrono /'ingreJJo uegli St,11i Uniti dei prodolli del/'indusJ,-ia eu– ropea. Per la propria i11d11s1rifl egli si è dichiaM/o favorevole alltt totale abolizio11edel dazio del J Oo/o ad va– lorem e fld fl//ro111"re Ì1l pieno la con– cor·renza stra11ierfl;ma ha rhie1lo che anche per le altre illd1111rie ci 1i avvii 1111/a stessa strada, e che sopra/1111/0 Ji rinwui ali'aJJurdo privilegio per Cui (o Stai? '.1eisuoi acquisti di prodoNi 111duslrral1 ( per cirra 20 miliardi di dollari /'a11110) deve dare la prefere11za ai manufatti 11azioualianche 1e queJti costi110 il 25% i11più degli slra11ieri. I Je11aàdifensori del regime 11ltra– protezio11iJticovigente negli Stati Uniti obie11eran110 rhe /1er Ford si tratta di un Jacrificio aJJfli pirrolo e che è lm·• game,1/e compensa/o dalla possibilità che ne deriverebbe di tlendere i11 Eu– ropa 1111a parie sempre maggiore della .r11aenorme prod11zio11e. Ma il ragio11f1111e1110 fflllo dfl Ford do1'rebbe e11erero1111111e " 111ttigli al– tri industriali JJOl'dr1111erica11i, di cui l" produzione 111peri la richiesta del mer~ calo interno. Fino fld oggi eJJi hanno po11110e1porlare qunta eccedenza in grazia 10/tanlo dei /,restiti o dei doni che gli Stati U11itih"'1110 fallo agli Eu– ropei. Nel giorno in cui que1Ji aiuti vengano a ceJJare, eui dovranno ue– gliere fra due a/tema/ire: o ridu,-,.ela loro prod11zio11e o d(lre la possibilità agli E11ropeidi pagare le im/1orlazio11i coi dollari che sapm11110 ,·ica11are dalla vendita 'dei loro prodo11i sul mercato nord-a111erira110. fll:1'411,UZZATT41 5 zione di forze. britanniche a forze f~ancesi, in caso d'invio di queste ul– time oltremare, « affinché, come spie– gava il Bidault alla Commissione de– gli Esteri dell'Assemblea Nazionale, spetti all'Inghilterra il compito cli ri– stabilire il volume, la composizione e l'equilibrio delle forze ». Ma non sembra che l'Inghilterra sia disposta a venirgli incontro. La nuova politica estera francese quali che ne siano le cause e la le'. gittimità, porta quindi la Francia ad assumere verso la comunità europea un atteggiamento non molto diverso d_a quello dell'Inghilterra, fondando– si anch'essa sul suo impero coloniale per limitare i suoi impegni; ma la porta anche, per andare incontro a uno slittamento in senso nazionalista della sua opjnionc pubblica, a non escludere un appoggio indiretto alla strategia periferica che scmb'ra pia– cere alla nuova diplomrtzia americana. Dc Gasperi ha cercato di svolgere la funzione di mediatore do\,endosi - come ha scritto la rivista ufficiosa Esteri - « tenere il debito conto delle g_iuste preoccupazioni e degli 1mpcgn1 oltremare della Francia, ma dovendosi allo stesso tempo far pie– no affidamento sulla lealtà europea della Germania dcmocratira ». La mediazione è forse servita .1 impedire che la Conferenza di Ro– ma fosse quella della rottura. Ma n~n potrà impedire a lungo, tutta– via, che questi profondi contrasti non sbocchino in una crisi aperta. La prudenza consiglierebbe quindi, pur non cessando dall'esercitare le do– vute pressioni per comporre i con– trasti, di attendere i. prossimi sviluppi della situazione, senza affrettare la procedura cli ratifica davanti al Par– lamento italiano, se non si vuole che il nostro paese sia l'unico ad aver ratificato un trattato che, nelle condizioni attuali, corre seri rischi di non esserlo dai Parlamenti dei paesi in cui sono state solJcvatc maggiori obbiezioni e difficoltà nei confronti della CED. l'AOl,41 l'ITT41RELI,I DA UNA GABBIA ALL'ALTRA e onosciamo il motivo ufficiale per cui l'on. Lopardi ha dato la sua adesione al P.S.I. dopo essersi battuto all'interno della socialdemoc~azia, lo conosciamo da un articolo comparso sull'Aw1111i!:che è, per qualche aspetto, il giornale più liberale del nostro paese. Infatti quando si deve, non spostare una virgola a un discorso di To!lliatti - cosa evidel)temente impos– srb,le per la fondamentale esigenza dell'unità dei lavoratori -, ma acco– gliere battelli dondolanti verso più sicu– ri ancoraggi, allora il quotidiano socia– lista è di. una benevolenza senza· limiti. Si è giunti perfino, piuttosto di re– cente, a ospitare Concetto Pettinato in quanto antigovernativo e antiatlantico in rotta con il M.S.I., e perciò almeno « onesto » come fascista. Ora è la volta dell'on. Lopardi, il quale - bisogna riconoscerlo - ha avuto il coraggio di µna presa di po– sizione molto chiara. Lavorare nel P.S. 1., in sostanza egli ci ha detto, signi– fica essere ancorati alla classe operaia, sentirne le esigenze, proiettarle con un peso effettivo nella lotta contro i gruppi egemonici. L'on. Lopardi ci ricorda - e ce ne doliamo - la figura di quell'intel– lettuale, pitturato su uno degli ultimi numeri dtl « Mondo », che va a iscri– versi al P.S.I. per l'ansia di trovarsi gomito a gomito con la classe ope– raia. E trova in realtà, ma sembra non accorgersene, un circolo semideserto dove si fanno quattro chiacchiere e si beve placidamente secondo una certa tradizione del socialismo italiano. Auguriamo all'on. Lopardi, uscito da una gabbia per entrare in un'altra, in– contri egualmente felici e fortunati: ma un incontro dubitiamo proprio ch'egli riesca a fare, quello con l'au– tonomi:1 del proprio pensiero.
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