Nuova Repubblica - anno I - n. 3 - 5 febbraio 1953

UOVA REPUBBLICA naondo Fostcr Dulks è diventato oggi Se– gretario di Stato americano e, in– terrogato dalla Commissione per gli affari esteri dd Senato americano, riunita per esaminare la convalida della sua nomina, ha precisato co– me intende sviluppare questa po– litica. < Non avrc.·mo mai pace du– revole o un mondo felice, ha det– to, finché i Sovietici domineranno un ter1.0 dt·l globo terrestre e ten– teranno di estcnd('rc la loro poten– za. I popoli mantenuti in schiavitll al di là della cortina di ferro desi– derano essere liberi e dovrebbero esserlo ... Tale dovrebbe essere il pri– mo obbieuivo della politica estera americana >, il quale, però, < non im– plica una guerra di liberazione >. li Dulles, nel definire questa < politi– ca forte ma non brutale>, ha an– che affermato di ritenere « impro– babile una riconciliazione fondamt•n– tale > col mondo comunista. Nella sua prima dichiarazione politica, do– po essere entrato in carica, Fostt·r Dulles ha ulteriormente chiarito che gli Stati niti seE(uiranno in avve– nire una J>Olitica di f. egoismo illu– minato >. lanciando agli anticomu– nisti che si trovano al di là della cortina di fc·rro questo messaggio: « Potete contare su di noi ~- S EI anni fa, nella rivista e Fo– rcign Affairs >. l'esperto del Dipartimento di Stato ameri– cano sulle questioni sovietiche, Gcor– gc F. Kcnnan, sosteneva, sotto il pseudonimo di < Mr. X > la tesi che il comunismo mondiale ~vrcbbc po– tuto, col tempo, liquidarsi da sé per t:voluzionc interna, purché k' po– ll'llZc democratiche e contl'nrsscro > la Russia sovietica l'ntro le frontic– rl' cht· aveva raggiunto allora. La teoria del e containment > che Truman e Marshall avevano già ac– cettato, con la e dottrina di Tru– man > per gli aiuti alk nazioni mi– nacciate dalJ1cspansionc sovietica, di– venne così il pilastro fondamentale cklla politica estera americana. Questa politica, che puntava sul– la crisi interna del comunismo rus– so (così come la politica c.·stcra so– vietica punta tutt'ora principalmen– te su una crisi del capitalismo ame– ricano e dei rapporti di questo con i suoi alleati in Europa), fu presa cli mira, fin dal 1949, dal Partito rC'pubblicano americano, che l'acru– sò cli clcbolczza, se non addirittura cli connivenza con i dirigenti sovie– tici. addebitandole la colpa della conquista comunista ciel potere in Cina e dell'aggressione successiva in Corea. Fino al 1949. infatti, i democra– tici americani, con l'auito, soprat– tutto, del defunto senatore Van– dcnbcrg, erano riusciti a svolgere una politica estera bipartitica eli– minando così i problemi in:erna– zionali dalla polemica interna fra i due principali partiti americani. La conquista comunista· della Ci– na fu il primo fatto che scosse un gruppo di sena.tori repubblicani, fra i quali l'allora senatore Henry Ca– bott Lodgc, principale artefice della designazione repubblicana di Eisen– how,·r alla candidatura presidcnzla– lC', muovendoli a lanciare un vibran– lt' atto d'accusa contro la politica cintsc.· dc.:l go,·erno democratico. L'aggressione comunista in Co– rc•a del 25 giugno 1950 e gli er– rori d'imprevidenza commessi da nu– merosi esponenti di entrambi i par– titi. e soprattutto, dagli alti gradi militari, non escluso il Generale Mc Arthur, allora < proconsok > ameri– cano in Estremo Oriente, fecero in parte dimenticare qutll'auo d'ac– cusa, senza però che i motivi della polemica ,·cnisscro attenuati. Mentre 1·amministrazionc dcmo– rratica rimane,·a ferma nella sua politica di < containmcnt >, dopo avc.:r dimostrato. con l'immediato intcn·tnto in Corea, di cssc.·re pron– ta a difenderla anche con le armi. i Re-pubblicani approfondivano i mo– tivi del loro dissenso coi Dcmor1a– tici. senza tuttavia riuscire a formu– lare un'alternativa unitaria alla po– litica estera dcmocrat\ca, ma di– videndosi su due posizioni antite– tiche: la posizione isolazionista, di– fesa dall'ex Presidente Hoovcr e dal Senatore Taft, che volevano li– baarc gli Stati Uniti dagli ecces– sivi impegnj internazionali e trasfor– mare il continente americano in una specie di « Gibilterra della Libertà», l' gl'intcrnazionalisti, disposti a se– guire la politica attiva dell'ammini– strazione democratica, ma con un accento nuovo. che solo negli anni successivi doveva precisarsi. Il principale consigliere di poli– tica estera di Eis •nhowcr, Foster Dulles, che doveva poi diventare il suo Segretario di Stato, pubbli– cò allora, poco dopo quella Con– venzione, nel luglio 1952, nella ri– vista Li/e, un articolo intitolato < per una politica di audacia > nel quale espose un nuovo programma di politica estera. Secondo il Dulles, la politica estera democratica ne: confronti della Rus– sia era stata ccct:ssivamcntc debole l' toll<·ra1He e non· aveva fatto suf– ficientemente: affidamento sulle for– ze di opposizione esistenti al di là della cortina di ferro. L'attuale Se– gretario di Stato americano che è giunto alla politica dopo css~rsi fat- to conoscere nell'amministrazione ?elle Chiese evangeliche, affermava moltrc che < i dirigenti sovietici possono e debbono essere condan– nati a pagare per aver violato la legge morale del bene e del male >. In uno dei discorsi pronunciati per ottenere l'investitura repubblica– na. che- si disse preparato dallo stes– so Dulh-s, il Generale Eisc-nhower ]>arlò per la prima volta di < libe– razione > cl,·i popoli al di là della cortina di ferro e questa posizione fu succcssivamcntt avallata nd pro– gramma ckuoralc repubblicano ap– provato dalla Com·cnzionc di Chi– cago. Solo lo scalpore suscitato in Eu– ropa da questa presa di posizione l' il timore di perdere troppi voti di elettori d'origine europea inclussl'ro più tardi il candidato repubblicano a rettificare il tiro e a specificare che la politica di liberazione si sa– rebbe dovuta svolgere senza ricor– r~rc alle armi. Ma la parola d'or– dme era ormai lanciata: alla vec– chia politica del « containmcnt:, i Repubblicani opponevano quel!; della « liberazione». ln poi •mica con la politica del « containmcnt > l'attuale Vice-Presidente ixon spie~ gava anzi, in un discorso elettorale pronunciato a Nuova York il 5 ot– tobre 1952, che questa politica < si– gnifica l'acquiscenza della Stati Uni– ti all'asservimento della Polonia e degli altri paesi dell'Europa orien– tale>. . Una grave minaccia per l'economia europea U, 1101iz1a di una proJJÌllld Jtalula• z~one del /rt111co 1 1111e11liJfl 11/firit1l111eme, 11/or1111 " co111pm-ire sui g,-m1di111101idù1- 11i d 1 i11/ormazio11e,1111cheitalùmi i q1wli sembrano 11011 0/0 ,e,i11oific;11·e, ma quasi p.w-ocinare il prot t edi111e1110, unza at t u1ire in alom modo che deter• mi,urebbe '"' grt11 iuimo danno flll,, 110• Jlfll ecouomifl ed a quella d, 11111,1 /'E11ropt1ouidemale. li pro, 1edime,110 Ji ruol J!,i11s1ifirare ro11l,a,gome1110del /or/e diJ1,,cco che si Jt1rebhecrealo fm la q110/11zio11e ufficiale, ecreJJi11t1111en1c "I'", del franco e il 1110effe11iro po1ere di arquiJlo in rapporto alle i1Jerri. l' argome,110 1 Je risponde alla reale si• 11u1zione, "' rehbe i11d11bbia111e111e ,.,, grande pno, perché ,ma f/llOt(IZione11/• /toalc troppo "lta di 111M moneta.. ben lo11talltldal suo effettiro r·alo,-e,rosli• 111iue 1111 i11coraggia111e1110 alle i111por- 1azio11ied 1111 ostacolo, spesso /1rfJibi– tir•o, 11llees/JOrlazioni.Era q11e110, fino tld 1111 , 11110 fa, il caso della J 11goslflliit1 do, e, 1eco11doil Ct1111bio 11//icit,le ron 111/fl co,-oua,Ji sarebbe po/1110 "rq11iJ111re rirc,, dieo lire i1alia11e;11/t'lllreal cam. bio libero btl!ltll'a meno di '""' lna pe, ,,cq11iJtare tma co,-011a. J\1a in realtJ la 1i111az10ne del fra~lfo frmuese è ben lo111a11" d" quella della co.-011a jugo– sl,11111, e 11011 è cerio tale d11legiuimm·e l 1 i111e11zio11e, che 1•edia1110 t1llrib11i1a quel go,·e,·110da 1111 nostro xmntie gior• nale, di por1are il franco alla p"rilà della lira, 111e11tre oggi. sul mercalo libero, orcorrono 154 lire per arqui– Jlare 100 franchi, e al c,unbio ufficiale ne 0U0frOJ/0 178. Può dtlrsi rhe d 111101·0 111ù1iuro del• le fin,mze, di frol/le ,,/l'oppo1izione ua1e11fllt1Si ro111ro il gor•er110 Phlfly per lfl 111aconclamata politirfl deflazioni• J1ic<1, po110 "I bi, io fm I, d11e 10111- In eh,· cosa questa politica può veramente distinguersi da quella dell'amministrazione uscente? In che modo l'< audacia>, la < for~a ::t che non vuole essere < brutalità >, possono manifestarsi < short of war >, ossia senza ricorrere alla guerra? li Segretario di Stato americano non può certo illudersi, come faceva os– servare Le Monde, che l'aumento delle trasmissioni dc La Voce del– l'America verso l'Europa orientale l'invio clandestino di volantini o ii finanziamento di gruppi anti-comu– nisti. scuotano sensibilmente il to– talitarismo comunista. E allora? E allora dietro le parole si ha l'impressione che vi sia molta aria zioni: d, ,uoller,rrt il ct1mbio lib,ro fi110.,I In elio di quello uffici"le, o di t1bbaJJareq11e11'u/11mo, finisca pe,- Fre• fe,-,re la 1ero11d,1. J\1ain 1al caJ0 la 11,1- luta:io11e del frmuo do, rebbe eSJnt' ron1e11111a entro limiti flJSfli mod(•Jll, 11011 J11periori t1l 111t1JJi1110 ad 1111 se11i1110 del!t, !liti all11t1le q1101t1zio11e ufficiale. Se ltt 1t•t1l111azio11e flJJllmeJSeprofmr– :ioni nlflggio,i e joHe fllll1t1/t1u11z,1 pre, ii dUOrdi co11al1re po1e11zedel• l'O.E.C.E. eua por,erebbe ,, ,·eml1a11 disaJtroJi. anche puì 1,ra1 i di quelli rlu. dopo la « grtmd< depreJJione », /1110110 a1111ati dt1,,liSta/I Uniti d'Amertctt e dal Reg110U11ilo.J\1e111re 1i parla ump,c di liber,1/izz"zione degli scambi e Ji , o– glio110ge11,,,-e le b,ui degli S1ati Unili d'E11rop11 1 si ri1or11erebbe t1llaa11Ja,-chit1 economica, in condizioni (IJ!fli pitì gm• 1 i di quelle rhe fra il ·35 e il ·39 ci h.mno condollo "Ila ucond,, g11err,1 mondiale. Previsioni economiche // « A1011doEro110111ico » di Milt1110 ha 1e11taloper I" ,econda rolta IIIM i,uhieJta 1111/e pre, isioni che 11omi11i di "/lari, 111d11striali. eco110111iJ1i credono di po1er f"re J11il' a11da111e1110 del 'eco- 110111ia tali"',a nel proJJimo 1e111estre. Non "bbiamo 111011" fiducia nella poJSibilità di p,-e1ùio11ial/endibili in 111alerit1 economirfl; "'" 11111a11ia alcune risposle che si /011dm10so/nt, 1111a si• cura co11oue11z"della 1i111azio11e t1t11u1• le ri 1e111brt1110 degue di nota. Co1ì 111tereJJa111e la ri1po1tadèl p,·e- 1ide111e di 1111.r(ll1de1Jti11110 bancario, 11011 ta1110per la JJM pre, i1io11edi 1111 i11rreme1110 modem/o nel giro degli "/· fari, q11an/o/1e,· d dato di /allo JII cui ~gli lt, fonda: « Co111ù111t1, egli urire, d rappo,-to rela1irame111e bt1JS0 Irti im– pieghi redditizi e depo.riti bancari, co11 1111 leggero a11111e1110 nelle 11/1i111e ut• 1itna11e ». fritta. Nessuno spirito democratico rimane evidentemente insensibile a quello che avviene al di là della cortina di ferro: ma di 11 a pen– sare che una guerra atomica possa generare libertà in quella parte del mondo dove non c'è ancora e lasciarla intatta dove c'è già. vi è un gran passo che pochi uomini liberi si sentirebbero il coraggio di affron– tarc. Aci eccezione della Cecoslovacchia, i regimi comunisti si sono fatti avan– ti dove hanno incontrato il vuoto democratico, dove non esisteva nes– sun gruppo coerente o importante di opposizione al fascismo e al na– zismo per contestare seriamente ai comunisti il diritto alla successione dei regimi crollati con la fine della seconda guerra mondiale. Queste forze democratiche antifasciste, che non riuscirono a svilupparsi prima dell'avvento al potere dei comuni– sti, anche per le condizioni di arre– tratezza economica e sociale dei pae– si dell'Europa orientale e dei paesi asiatici, dove i coR1unisti incalzano non potranno cvidcntc-mt·ntr nascere ·all'estero, come una pianta sboccia– ta nel clima caldo di una serra, ma dovranno b ·nsì sviluppar~i sul terreno stesso in cui oggi domina la dittatura. Dullcs lo riconosce in parte quan– do dichiara che < la defezione della Jugoslavia è il pcrfcuo esempio di quello che può essere oucnuto in questo settore >. Ma non è La Voce del 'America che ha convinto Tito. E' il conflitto d'interessi fra l'impe– rialismo sovietico e la esigenze di li– berazione politica cd economica del– la nazione jugoslava. La politica estera della preceden– te amministrazione americana non incoraggiava, forse, siffatte defezio– ni, ma neppure le respingeva. Poco ci mancò, anzi, quando fu lanciata l'idea del Piano Marshall, che non Pd riò che ,ix,11t1rda lt1 do11umd11 di ben, di co11111mo, /111ò ,1pJ,,1r1re logica– mellle ,,ere/labile la rupo1111 d, 1111 grati– de 111d1111riale delle frb,·t artificiali. « Nel cor10 del 1952. egl, rùponde. la domanda dei beni d, co11J111110 dure· t'oli Ì! Jtala i11te111a; e sircome la ca• pacilfi di acq11is1011()11 è pm1iwme11te ,111111enta1a, rhi ne h,, /t11/o le speÌe è Jtal.1 lt1 dom""d" di beni di co11111mo 11011 d11re10/i. St ba l'i,np,-essione che q11n10 1/a1a111e1110 Jtit1 per Jermi,wre. Euo perché 1i pret ede 1111 ,11wu1110 puì i111e11so nel/" domanda di beni di co1111O110 1011 du,-e,oli». Per ciò rhe 1'igm1rdale esfu;rla:ioui prert1ll!,0110 le /1ret1ÌJio11i peJJimiJtiche. li dirigente di 1111 grouo compleJJo in• d1111riale ligure fonda il 1110peuimismo Jopra la 1101/raallrtzz11t11rt1 troppo ar• retmla. « Vanno 1ia i·i" tl!J11111endo rile1·anzt1,egli uri, e, nel"' de1er111i11a– zione delle 1e11denzedi rongiuntura i /allori /J11rame11teronomici ,-i!petto ai j'1ttori di cara11e,eJtmordimtrio e ac• ridenlflle: di qui allineamenti su bflJi in .rempre mflggiore 111iJ111"a detenni• 11t11~ dalla 110nrnpe.-a/(1legge dei co– Jli comparali... /11 rt"1zione " q11esla emergono 1e111prepili t'l 1 ide,11i le 110- Jlre i1u11/ficienze./'i1wdeg11"toritmo del 1101tro1/orzo di al/i11eamt1110 ». U11abro inrere deurir e il 1110011i– mis1110dal ri1or110alla no1111t1li1à dei lllflKl,iori mercflti europei i11particola• re la Frtmria e /'l11ghi//errt1, le q11rdi - 1ero11dolui - si p,-epm·erebbe,·o " re– rocare od t11Jeu11t1re l loro 111i111re• Jtri11ire: pre1ùio11e che, p11r1roppo,,d 1111 meJe di dis1a11za ri umbra 1111e111i1a dai falli. Di fronte alla d1111itt11uo11e di molti p, -ez.zi ali'i111{rOJJO 11011 si pret·ede una di 111i1 111zio11e 1 ma anzi 101t111111e1110 de, prezzi al minulo. E questo 1 '1er r.1gio11i fiscali e per la dùorgrmizzazioue del merralo di cui parliamo J1Ìlì111. Gl~O LfZZATTO 5 vi aderisse anche la Cc.·coslovacchia; e l'l'X Ministro delle Finanze unghe– rese cli allora, Nicola Nyaradi, spie– ga che anche in .Ungheria fu sollc– V3ta. in seno al. Consiglio dei Mini– stri, la questione dell'adesione di quel paese al Piano di aiuti ame– ricani. Il migliore contributo eh,· gli Sta- ti niti potrebbero dare alla ~ li– berazione > dei popoli oppre,si è dunqul' quello di non fare apP3r1n· repellente il mondo demo< ratico a chi di democrazia è vergine o verso di essa subisca l'inibizione iniettata dalla propaganda totalitaria e di non opporrv altri ostacoli politici o psi– cologici ad un processo di liberazio– ne interna che non è mai cessato ,. che nasce dai ·faui: processo di li– berazione al cualc il clima di « cro– ciata ideologi~a » inerente alla nuo– va politica estera americana può so– lo fan· più male che btnc. perché a nessuno piace.·. quando è schiavo cli un partito o di una potcn1a stra– nil·ra, farsi insegnare h· vil· della propria liberazione da un "altra po– tenza. che· appare inl•,·itabilml·ntc co– me candidata alla succc.·ssiont' im– perialistica della prima. l'AtlLO \ ITTtlltt:1.1,I l0izìon1rio t11cabil1 t\testolo-onc: Arnese per girare la polenta nel paiolo cd altri cibi. Mestolone è. invcct:, il cuoco del– le etichette < Cirio >. che vuole che le nostre gole siano gole da buon– gustai. Per giro di i11etafora. il cuo– co si trasforma in minaccioso essere vivente e parlante, il mestolo, co– minciando a suonare la grancassa sulle nostre schiene, in manganello. La gl·ntr ossen·a con molto candore: < ma io avt·vo dato il mestolo al cuoco!.>. Stan,pu: Stamp.1 « giall.1 ». ::it,unpa <( nera », ::itampa <( rossa ». Soltanto Stendhal, se non ti ingan– niamo, i: riuscito ad anoz1are <luc di questi colori, prodigiosamt.ntc. in un uni o libro. Rosso e nero, per la ,e. rità. sono accozzati anche oggi, ma si tratta di una squadra di calcio; i cui c:lemcnti sono chiamati « dia,·oli ». A prnposito di altri diavoli, Pa– dre Lombardi tsulta nel combatter< contro di loro. il cuore gli si apre comt una fisarmonica e comincia a suonare. Dopo si ltggerò sul giornale « il microfono di Dio » e la carta di– venta gialla e ·puzza al pari di una r:m– dcln stearica. A proposito di candele, c'è altro ben più struggente di quelle, mie a di– re la stampa « rossa ». Chi non conosce– i suoi patetici appelli per la pace del mondo. per la tranquillità dei focolari domestici (dopo che si è thiesto la condanna a morte del padre), per un sorl"iso senza ombre della nostra infan. iia? La stampa si fonda e si (Ommisura. in maggiore o minore bontà. sui ca– raueri tipografici come su quelli dei vari popoli. Quando essa di,,enta uno specchio pericoloso, lo si infrange e sui frantumi è possibile decifr:ire rran• quillamente: Legge per la libe, .:, di stampa. liiuora:iamo la t·osa ,ditrice Sislri·Lisd1i 11er aurd ur,ifilme11le 1'1}11trsso la 1rnbbliraziour, 11<'1l0 scor· t1n111u11cro, di• Ricollr i11 Peri/tria•, lratlu clol 1 ·olu.me cli Panclolfi S1lCt• toC"olo del secolo che esce in, questi oiorni.

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