Nuova Repubblica - anno I - n. 3 - 5 febbraio 1953
4 Liberali '.1.9S3 rabile fattore cli ripresa, /'(tzione di alcuni uomini. Il vecchio prestigio di I . Cro·ce e di Einaudi ci ha avuto la sua L Il e ezioni del 1948, come segnaro- no iJ punto culminante del movi- parte~ ci ha avuto la sua parte anche mento d'unità socialista, così stgna- l'azione di ubmini d1 aspetto modeslo rono il punto più basso citi partito libe- ma seri, come Villa~•runa, che nr)n so- rate,in Italia. Abbandonato da gran par- lo ha saputo realiu.trc l'unita )i("l..,_ralc, te di quelle for,e intellettuali che sono ·riaccogliendo nel partito la sinistra, state, in ogni tempo, il sostegno della ma ha fatto qualche cosa di più, cioè tradizione liberale e le sue garanti pres- ,è. rimasto sostanzialmente leale ai_lo sµ1- so medi Ceti e professionjsti (non è • r~~o del contratt~ fatto con_ la s1·.1st.a. un segreto che vari furono allora i c~o c~e ~er esperienza sappiamo quanto voti intellettuali per Unità Socialista); · sia difficile. compromesso assieme con il clerical1-;' · Certo, il P.1...1. cosi_ ricostituito resta smo e con le ·varie forze reazionarie"'..- .per stmpre un orga:usmo la cui fun; di destra, soppiantato nel favore degli\ -"'zione nella vita itaiiana è seco11<lar1a 1 uomini d'ordine dalla Democrazia Cri- e che è minacciato di continuo di n– stiana, identificato con le gragdi forzt \ cadere negli antichi triboli. Certo, la organizzate del patronato senza esser- :i sua sinistra ha dovuto rinunciare al ne veramente aiutato (la Confindustria sogno di « terza forza», che avrebbe e la Confida prefe.rivano la carta de- dato al partito un indirizzo progres- mocristiana e quella fasciomonarcliica sivo, anche perclié i sondaggi fatti in alla liberale, nella persuasione della questo senso presso i socialdemocrati- clecadenza del partito e anche in quel- ci hanno trovato il vuoto. Mentre la la che, in ogni caso 1 il partito liberale sua destra non ha rinunçiato affatto a sarebbe stato con ioro), insidiai.o nei proporre addirittura il problema della residui centri clienltlistici meridionali revisione costituzionale. La leggi! elet- anche dagli « indipendenti di sinistra», tarale resta una palla al piede anche privo persino ·del prestigio, se così ci s1 di questo partito, continuamente mi- può esprimere, della tradizione prefa- nacciato di un'intesa, al disopra del:a scista, in quanto i superstiti rappresen- sua testa, tra la D.C. e le forze pili tanti del parlamentarismo del 1922 a destra di lui, ma avrà probabilmente (Orlando, itti, Dc Nicola) fa(evano conseguenze meno gravi per t so, per- parte per se stessi, il partito liberale ché gran parte <lei suo elettorato ha sembrava avviarsi a una rapida liqui- mentalità qualunquistiche sì, ma go- dazione; anche se conservava forze vernative; e perché il « blorco » in superiori al Partito Repubblicano, pa- funzione anticomunista, e solv sul--0r- reva a molti che non avrebbe ~ardato dinatamente antidestra, soddisfa m0 1 ti a seguirne la sorte, e forse anche con istinti nel suo seno. Inoltre il partito una cadenza accelerata, in quanto, se ha definitivamente scontato la su.1 ri- i) liberalismo, com.: il repubblicane- duzione a « partito minore » e si trov" simo, è presso molti una tradizione d1 quindi in condizioni discrete per ini famiglia, esso non ha avuto mai la ziare un nuovo rnmmino. e poi la rin:1 coesione settaria che permette :uttora, ta unità liberale non subirà, .iei c.:in- anche nella trasform::i.zione integrale del- que anni a venire, le vicende dell'uni- le caratteristiche politiche, la svprav- tà socialista, resta cosa da ,·C'-'dere. 1: vivenza del P.R.I. ,.. partito ha un posto chiaro ne:lo scl~ie- Senonché, in qLesti cinqbe anni, la situazione internazionale, gli erro- ri degli altri e l'opera di alcuni uomi- ni hanno, non solo fermato il proces- so di dissoluzione del partito~ ma con– sentito anche una certa ripresa. LA 1i• t11azio11e i11ler11azio,1..1/e: perché -.un po' dappertutto in Europa. in seguito al venir meno della !,pmta verso una cre– scente democratizzaL1one Jella vita eco– nomica, per una certa nausea anche dei partiti di massa e delle influenze cle– ricali assai super1011 al peso effetti• "o, morale' e sociale, del cattolicesimo, c'è stata una certa ripresa della fortu- na dei « notabili » e dei partiti che li rappresentano. fn Francia, ripresa radicale e indipencknte, culminata con un anno di governo Pinay; in ::ìcrma– nia, affermazioni liberali con J aimo della destra e talvolta in alleanza con;I i socialdemocratici. Gli errori degli altri: mentre nel 1948 l'unità so– cialista sembrava in piena ascesa e essa poteva chiedere e ottenere il cnntrol- Jo di tre dicasteri economici. l'inc ... r– tezza dell'azione sunessiva. le vane "i– cende del P.S.L.I., del P.S.U., del P.S. S.1.1.S., l'accettazione socialdemo,rat,ta di un ruolo subordinato alla D.C. che significa in definitiva rinunzia a ricon– quistare quando che sia, nel futuro prevedibile, le masse di sinistra control– late oggi da forze cominformiste, infi- ne, non ultima causa, la totale so1- clità socialista ai p1oblemi intellettual,, che ha t1·ovato piena espressionl nel- 1 l'ultima campagna antiazionista di· Sa– ragat, tutto questo na contribuito a an– nullare la tenden1.a, molto p<onun– ciata nel 1948, a un raggruppamento di terza forza laica, a una evoluzione dell'intellettualità libe,ale verso ,a sfe- ra socialista e repubblicana. Gli errori di governo della D. C., e anche i suoi meriti, hanno fotto il resto; 10 non credo ad esempio che al P.L.I. ab- bia molto profittato, tra i ceti jgtercs– sati, la sua posizione sulla riforma agraria; ma bisogna I i conoscere c..he 10 quell'occasione la sua opposizione, a differenza di quelle socialdemocratiche che rimasero sempre velleità o al mas• simo non varcarono le pareti d~i mi– nisteri e dei C.I.P. e dei C.I.R .• diede l'impressione di serietà e di coerenza, anche se su una posizione reaziona- ria; essa contribuì all'evoluzione del progetto cli riforma agraria da legge fondiaria alla « legge stralcio», in cui l'aspetto di legge di trasformazione domina quello di legge fondiaria. Infine, ultimo ma certo non lrascu ramento elettorale, ma i suot intere!-~i sono misti, mezzo liberisti e me1zo corporativi. mezzo nazionalisti : mez7:) europeisti, mezzo laid e mezLO cler:– cali. L'l sua forza, i suoi istinti più profondi e più veri sono nella grande credit,\ di cultura di cui. non sempre meritatamente, esso è depositario; ma questa eredità lo spinge su una "ia che lo dovrebbe aprire verso il grande problema della democrazia economi– ca, e a questa via la massa dei suoi elettori ripugna. li partito resta, per ora, più un pezzo nello scacchiere ristretto cieli' im– mediato domani che l1na pusizione lar– gamente aperta a tutte le possibilità. A NCHE nella nostra Repubbli– ca avremo ora le prime in– fornate di cavalieri. Si è comincia– to con i cavalieri del lavoro: l'elenco del primo gruppo com– prende tutto il fior fiiore del gran– de capitalismo italiano. Si do– vrebbero chiamare i Cavalieri del Lavoro degli Altri. Adesso stanno pCr cominciare i cavalieri del lavoro proprio, os– sia i cavalieri tottt court, quelli senza cavallo. Sono stati preceduti dai gran– di ufficiali della Repubblica, da– gli uomini che, per antonom~15ia, dovrebbero essere qm·lli eh.• ·han fatto di pili pt>r ;;-\ foncfo.po: 1c della R,•pubblica: non putcva,;o quindi mancare ~fari.., ~(isslro!i e Sante Savarino, direttori di ùue grandi quotidiani di Milano_ e di Roma. I cavalieri moderni, creati da Napolconr per premiare i suoi prodi sul campo di battaglia. sorio guerrieri, prodotti di ere impcrirt– li, ma sono a~che molto parenti degli antichi, dei cavalieri erra~– ti, dei numerosi Don Chisciotte che si aggiravano, poveri, in di– fesa delle nobili cause e delle belle dame, per le strade polve– rose drl mondo. NUOVA REPUBBLICA la quindicina parlamentare ILCU}IULO DELLE CARIC . ' ID discussione a· Palazzo Madama La la Commissione dell'Interno del riforma elettorale approvata a Senato discute Montecitorio sza intanto se ricevibile Dal nostro corrù,pondcnte pllrl<1111entore L " legge sulle i11co111/>atibililà pa,-. lameutarì e q11ellt1 reltllit•tt allt1 ,-i/orma elellomle ha11110messo a 1111do le mi!erie morali dt!l ro1idde110 cemro democratico. I due progelli 10110a/tua/mente 101- topo,ti al mg/io del Senato, il primo in AJJemblea e il 1econdo nella com– miuione degli i11/frni. L111110 e l'altro hanno già offerto t1gli ouerl'alori /1ar– lmnenlt1ri la pouibililà di pe11etrnre nel rirellt1Colo del 111dde110relllro, la cui comPt1t1ezza è llt1/t1 meua ti dum pro11t1 da un /n·or 1 11edimentoche è suuel· tibile di di,locare l,e fo,·ze deg11sf,e,-i11- 11e. 13 noto· inft11ti che il cemento del q11(1drì/)arti1ismoè in gran parte co– stìtuilo ·;ù,/it, sapienti! di.r1rib11zio11e d' in– carichi extraparla.mtntari 11 /)arle1111entt1- 1·i del rent1'o che ipso facto dit 1 e111a110 controllori e controllati del meccanismo ,m1mi,1i11,-a1it10 .rtr1tale. Non è qui il cuso di ,-ipelnt i nomi dei muJJimi cumulisti della D.C., del P.S.D.I., del P.L./, e del P.R,I. che corrono J11lla bocca di 1111/i a J\1011/ecilorio e ti Pa– lazzo Aiada11w. Potremmo " tal uopo ,·i111•ia,-e i 11011ri le11ori al dJJrorso pro- 111111zia10 al Senato da Don Luigi Stu1'ZO. diuor10 che ht1 s111C1lalo le pitì riraci reazioni p,-oprio 11eJ/ 1 11111bi10 di quelltz Democmzia C,ùtia,w che è l' tmre/Ja /»·ed;/e11a del prefoto-1e1w101t. Stt, di /tiflo che i 111t1ggio,ie più te,uci 11s1erloridel cumulismo militano nel gn,/1/)0 dì mti!!,,~Ìor,mztt e, per poco eh~ si rifle/111 se ne w/}iJCe facilmente I POPOU) IIIINIJTO I CAVALIERI senzacavallo La borghesia italiana ha sempre amato molto l'eroismo, la caval– leria e i mulini a vento. Il. pro– letariato, invece, chissà perché, non ci ha mai pensato e ha la– sciato le croci di cavaliere ai bor– ghesi: i quali dovn 1 ano pensare che la sua croce naturale era già abbastanza pt·santr da portare per non affibbiargliene altre. Nella nostra I talictta d'un tem– po, chi non riusciva a distin– guersi per altri mc-riti, cercava di procacciarsf almeno una croce di cavaliere. Ed anche sr le in– tenzioni di chi 1c dava erano buone, quc.sto premio alla vanità umana finiva per tradursi in un -yolgare • clicn·tclismo. .-. Qu~ndg la ~ònarchia fu tra– dotta_ ,i!1 giudizio d_avanti al po– polo italiano, cercò di cattivarselo con u·n'infornata ·di 65.000 cava– li-cri. Ma ne ebbe in cambio un'in– fornata di mulini a vento. egli lt1 ragione. Quel che llltlat1it11orpre11- de è il molo di « p11d..eZ11/1pata » che 1i 1ono aJJ1111ti c1111111liJ1i in formalo ridotto dei partiti 111i11ori, ruolo che li porta ad accella,·e la legge J11ile i11- compa1ibililà parlamelllari cum judicio e, come 1 1 011.Ghidi11i ht1 dichiaralo al Se11a10,fino ad un certo limite. I ro11- fi11i che ,i t·orrebbero aJJeg11m·edal ce11h'odemocratico alle incompatibilità, cioè alla impoJJibilità di affidare 11d 1111 parlamenlttre ìnet,rirhi economici e finanziari in enti di diritto pubblico, don·ebbero euere, nella ro11rezione de- 111on-istùma1a1rni 1f1111w1ie tali da ,-endere aleatorùt l'apJ,licftzione delltt legge suddelta nell'tusemblea se1Mto1·ù1- le. V ero è che il liberale Ve11dit1i h11 fallo carico ai 111oi mniti di co1·dt1ta demoet·istiani di n111rireeccessit1a 1ieJ1i– dezza 1 1 erso un /)ro11,,edimen10che, co– me ha ammonito D011 S111rzo 1 do11,.eb– be serzrire a momlizz11re 1111 po' il Par– l.1me11todella Repubblica. M, /'011.Ve11- dì11i 11011 ha fallo che mellere il d110 nella piaga senza peraltfO p,-eorr11par1i se i consigli di pr11de11zada lui 1111- s111Tatiall'oreuhio alq11a1110 duro dei c11m11/i1timaggio,ilari 10110dntinali ,, cadere nel mare magno della 11ra1egia dega1peria11a. L'on. Ve11di1ti 1 da poeta qual' è, 11011 si è arrorto che i legami che u11isco110il 1110 panito ti quello della D.C. ,·endono ino/1erm11e l' tizio– ne moralizzatrice ch'egli ar•,·ebbe in animo d'intra/n·endere nel partilo-guida del << blocco democmtico ». Q11es1t1 1 com111u1ue 1 è 111lo11ima ocw- anni senza cavalleria, poi, abbon– darono le commende degli ordini più impensati. Sembrò quasi che per riacquistare credito in banca un borsaro nero dovesse essere almeno grand'uffi.cialc. Mussolini. che era cavalit·rc, e che non era soldato comune ma caporalP, volle ridarci un impero. Aggiunse i_,n po' di verde sulla carta dell'Africa e, perché il di– ploma avesse più valore, dette al re il titolo d'imperatore e si fece primo maresciallo dell'impero. Ma l'impero fu solo cli carta e ben " presto avemmo in casa un pa– _drone straniero, che però fu di– sposto a riconoscerci il titolo. Oggi, è un po' lo stesso, nel– l'animo di milioni di borghesi ita– liani umiliati cd offesi. Sognano già di non esserlo pill con una croce. Tartassati e vilipesi, sì, ma non senza avere il diritto di farsi chiamare: e Cavaliere > ! Ma il comp1csso d'inferiorità non si vince con la croce sul petto, col nastrino sul bavero o con una sigla anteposta al nome, sul biglietto da visita. Si vince ... Lasciamo andare. Non fiori (né corone, né cavalli), ma opere di bene. IIUl'FAUIA('CO sione /1er fa,· riflettere q11t111/I in buona fede credono anco,-a alla poJJibilità di ar11,iare1u un dit 1 er10 binario il quadri– partito dega,pe,-iano che Jla per ri11- saldar1i co11la ,-i/orma eleuorale 1m1g– gioritaria. An 1 erliamo subito che il go1•er110è deciJo a ripetere il colpo perpetr<1to ti ft.1011teci1orìo;A Pahlzzo J\1admm1, però, l 1 i111pre1ù10no11 è da nduder1i completamente, i11 primo luogo pe,-ché non è dello che il Presidente Pt1rttto• re seguirà in Jutlo e pe,- 111t10Pitine– rnrio imposto a1lt1legge dtd go,rerno e, /mrlroppo, ,eg11ito fino in fondo dal Preside111edelltt Cmnertt; poi pe,-ché ai senti/ori po11'ebbe 1111che interessm·e dì · acaedÌl(tre presso l 1 0/1ìnione Ju,hblìw l'idea che il Semtto ele11i110non è il Sena/o 1'egio e che non è quindi di1/Jo– sto a imitare i /Jad1·ico1cri11idi S. 1\1. Villoria E11ia1111ele n l loro co111mo1 1 e11• te fttvo,·e alla p,-ima edizione della leg– ge ele11orale-ct1peÌtro. Si potrebbero elencare (tltri 11101fri più 101/erranei, ma 11011meno fo11da1i dei due primi, per tra,-re dal diba11ilo iu corso un auspicio 11011 assol111ame111e peJJimiJrico dalle fatiche del Senato Re– pubblicano. Fino ti q11e1tomomento, l" que11io– ne pià dibattuta 1iellt1commiJJione di– gli lntemi è 1talt1 q11ellt1della irrice– ribilità del progetlo tmsmeuo.col mn- 1a~gio di Gronchi al Senato, q11e11ione 10/Jevata da Terrticini e che tro1rtt tifi legit1i1110fondamento nel f'1IIO che il testo del proget10 app,-01•ato dal/' Il r- 1emble11 montecitoriale è difforme. i11 qualche parte, dal lesto pert 1 enuto (d Senato e 1ottopo1to a/J'euuue della com– miuione. J\1a qui il disco,-io dir e11tt1più com– plicato e wnile perché, oltre a do1•e,· i111 eJlire il problema dei rappo,-1i fm i due rami del Parlame11l0 1 der•e anche riferirli n/Ja 101Ja11Zt1 della eccezione 10/Jerala per un 1•er10da Terraci,u e per l'a/Jro dal Jell. Rizzp. Un p,ec,– dellle milita, i11 t•erità, a f,11·ore de1"1 teli democri1tia11t1 1 1ostenula da Zotla, 1ero11do cui 1111 ramo del Parlamento 11011 può entrare nel merito dell' itine– rario 1eguito nella formazione di una legge dall'aluo ramo. li precedente Ji rife,-iJCe a7 voto con cui conmtìuione e aJJemblea seuatorùdi 1·e.r/1inserol'ecce– zione d 1 frrecìvibilità sol/evt1tt1dttl rnp– /1rnentm1te 11iissi110 ti p,-0J1o silod i tt!ltl diffo,-mità form11le ,-iJcontmt' 1.ri fra il teJto della legge approvata dal/" Camertt s11JJ'atti11ità fasciJta e quello inviato (Il Senato. Il precedente è i1111egabile.Mt1 gli oppositori no11 hanno 11111i torll quando asuriscono che l'irrecit:ibilùà della legge elellorale ,i fo11d" ,opMt· tutto Jl(/la dichiarazione fatta alla C"– mera dal rapo del go, e,110 circa I., procedura euezìo11ale e quindi m10,-– male, i11 ba1e all'art. 72 delltl co11il11- zio11e1ti cui ha fallo riror10 la maggio– rt111za gorernttlfra per af/rellare i tem– pi dell'approvazione di 1111ariforma eletlorale, rico11osci11lt1da Giacomo Acerbo, come informammo, figlia !M– IN1'aie della t•ecchia riforma farrirlt1 legata al suo nome. Ma /'on. Tuf,ini, (I cui è Jtttlo alfi– dato il compito di sbaraglùlfe con lt1 forza del numero gli argomenti dei proporzìonalisti, co111ì1111a, col metodo Gronchi, a dìchiara,-e irrirel'ibile ogni /1ÌIÌ fondata p,-,gi11diziale dei 11e111iri dell'ace,biJmo.
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