Nuova Repubblica - anno I - n. 1 - 5 gennaio 1953

NUOVA REPUBBLICA 5 ---------------------- battaglia parlamentare L' att,.ggiamento della Democrazia Cristiana sull'emendamento Corbino indicherà le reali intenzioni del partito di maggioranza. (Dal 11ostro corrispondenti parla– mentare). Si è aperta in questi giorni a Mon– tecitorio la seconda fase della di– scussione sulla riforma elettorale de– mocristiana. t la fase più acuta del dibatùto e non si sa se sarà anche la fase conclusiva, dato e non del tutto concesso che possa essere guidata in porto, nei termini voluù dalla costi• tuzione, una legge elettorale su cui pende il giudizio sfavorevole di una buona metà dei deputati e l'ostilità crescente della opinione democratica del paese. Riforma elettorale demo– cristiana, abbiamo detto, perché in realtà l'idea degli apparentamenti elettorali (incredibile a dirsi) germo– gliò per prima nella fertile mente dell'on. Dossctti prima di diventare bagaglio comune della coalizione de– gasperiana. Oggi l'ex leader della si– nistra democristiana, dalla cella del suo buon ritiro, può assistere (e sap– piamo con quanto poco trasporto ed entusiasmo) allo sfacelo prodotto nei partiti di centro dalla sua trovata elettorale. Ma forse !'on. Dossetti (che ha pagato il fio dei suoi errori politici con l'abbandono della poli– tica militante) non è stato che l'ar– tefice occasionale del sistema mag– gioritario « acerbino » messo in can– tiere e perfezionato, a quanto si dice, da quello stesso dottor Schepis del– l'ufficio elettorale del Ministero degli lntcrni che mise in cantiere, su ri~ chiesta di Giacomo Acerbo, la legge elettorale fascista del I923. Altri in sua vece e luogo avrebbero fatto qu~nto e forse meglio di lui. tanza operaia tout court. Ha. avuto perciò ragione Calamandrei a dire 1chiaro e tondo alla Camera che i tortuosi ragionamenti di Scelba non lo avevano affatto convinto e che egli preferisce per lo svolgimento ,delle elezioni politiche, l'iter fissato dalla cosùtuzione della Repubblica. Del resto, agli argomenti addotti da Zagari su « La Giustizia :,, si po– trebbe rispondere con gli argomenti che egli stesso fino a qualche tempo fa soleva addurre, da sinistro quale egli si era sempre professato, a favore ·delle tesi di Cl'lamandrei. Non è con l'artificio di una simile legge eletto• raie -che si può e si deve assorbire la rappresentanza comunista. Non è con i colpi di forza di maggioranza e con addomesticate interpretazioni del Regolamento della Camera che si può e si deve far retrocedere la cospicua rappresentanza del PO. Ma già altri prima di Scelba la pensavano come lui: cosl quel tale Acerbo che offri a Mussolini la pos• sibilità di strappare ai socialisti con u~ trucco elettorale, ignobile e con– dannato dall'Alta Corte come un cri• mine di lesa costituzionalità, quella rappresentanza a cui essi avevano di– ritto per il seguito che avevano fra · gli operai e i contadini. Nel 1923, i comunisù alla Ca– mera erano soltanto 17 mentre i socia– listi erano, se non andiamo errati, 150. Contro chi giuocò la legge Acerbo? Ma la destra del PSDI afferma che oggi L comunisti sono alla Ca– mera 123 e che i socialisti sono divi– si tra ncnniani e saragattiani e che assieme raggiungono appena il nu– mero dei comunisti. Ma è questo un argomento valido per varare una legge che richiama, per lo meno. quella Acerbo? :I:. questo ,un motivo sufficiente per violare la costitu• zione? Agli altri sofismi dell'on. Zagari potre)Il111o rispondere che un tempo egli stesso soleva scrivere che la rap• presentanza comunista alla Camera e nei sindacati si può soltanto ridurre con una appropriata politica econo– mico-'.sociale, cioè con un programma di governo chè mai e poi mai De Gasperi ha voluto accettare. Certo, per ridurre la rappresen– tanza comunista, è più comodo e più spiccio adottare' il metodo Acer• bo. Ma quel metodo è stato con– dannato dalla storia ed· è strano che oggi, mentre la DC si è assunto il ruolo del parùto che quel metodo elettorale escogitò e mise in atto, la destra socialdemocratica non si accorga dj giuocare la parte che giuo– cò nel 1923 quell'ala del Partito Popolare di Don Sturzo che contro l'opinione stessa .di Don Sturzo as– secondò i piani elettorali del fasci– smo. Si obbietta da parte dei « mag– gioritari » che il I952 non è il I923 e che la DC non è il Partito fascista. D'accordo. Ma il metodo elettorale è lo stesso anche se invece di un partito saranno quattro a be– neficiare del premio di maggioranza. Non è qui il caso di entrare nei dettagli tecnici del progetto di Scclba. Quel che però non deve sfuggire è che se dal quorum clrl 25 per cento fissato dalla legge Acerbo per lo scatto del premio di maggioranza si è saliti al quorum del 50,0 I per cento della legge Scelba è perché si trova attualmente sulla scena una specie di partitone unico ministe– riale diviso in quattro settori di cui il più importante, per peso specifico e per entità numerica, riesce invaria– bilmente a imporre la sua volontà agli altri tre. Quale difTcrC'nza infatti passa tra un democristiano c.:.hc dice sempre sì a Dc Gasperi e un socialdemocra– tico di destra, o liberale o repubbli- - cano che non trova mai il modo di dire non diciamo «: no » ma neppure « ni » al Presidente del Consiglio? Possiamo anzi affermare che da un certo punto di vista il leader della DC conta più ~ulla fedeltà di certi suoi « parenti poveri » che su quella di certi suoi amministrati della sini– stra DC, i quali, come si è visto al Co11gresso del Teatro dell'Opera, ac– cettano con riserva, se non addirittu– ra con riluttanza, l'immobilismo socia– le (che va a vantaggio dei monopoli!) del governo degasperiano. L'ultima fase del dibattito sulla « maggioritaria » alla Camera è desti• nato comunque a chiarire bene ·1e reali preoccupazioni che spingono i dirigenti dei partiti minori ad ap– poggiare con tutte le loro forze e la loro buona volontà i piani eletto– rali della DC a proposito dei quali il meno che si possa oggi dire è che essi mirano a precostitllire nella fu– tura Camera una maggioranza asso– luta democristiana, anzi degasperìa– na, il cui programma vero, dichia– rato, è quello che il Congresso di Ge– nova aveva condannato: la riforma della costituzione mediante il varo di leggi eccezionali limitatrici della « de– mocrazia politica » nel nostro paese. Noi staremo a vedere come se la caveranno i « parenti » della D. C. quando in Assemblea andranno in discussione e in approvazione gli emendamenti diretti a ridurre il premio di maggioranza e a portarlo entro i limiti ragionevoli, come ha detto !'on. Corbino. Si vedrà allora se dietro la formula della « difesa de– Jnocratica » non si nasconda in mol– ti la paura (si, la paura) di non prendere l'onesto quoziente calcolato con il metodo della proporzionale. U1V GIUDIZIO LABUll/S1'A (.;11 colpo scrio e forse fa.tale è stato inferto alla. democrazia in Italia. E coloro che l'hanno inflitto sono gli stessi democrati"ci. Di fronte alla solida consisten– za del P.C.I. e dei gruppi che agiscono in accordo con questo, i· partiti di centro stanno muo– vendosi per riadattare la legge elettorale a proprio vantaggio. I cambiamenti proposti sono complicati ma sul loro scopo non vi possono essere dubbi. Sono sta– ii preparati per garantire, alla coalizione che attualmente gover– na in Italia, un aiuto che le as– sicuri la rielezione e per garan– tire inoltre che una sia f1ur mi– nima maggioranza· dei voti e– spressi dia ai vincitori una imbat · tibile maggioranza in seno al Pa,– lamento italiano. Ora gli istituti democratici stanno per essere piegati nella maniera più svergognata allo scopo di far ammutolire la voce del partito che tanti milioni di italiani poveri credono, sia pure err01ieamente, parli in loro nome. Ciò significa regalare ai comu– nisti la classica piattaforma fa– vorevole all'azione violenta, agli scioperi politici e, in ultima istan– za, alla guerra civile. Anche se i comunisti italiani non f assero oggi abbastanza ~orti per u_na. azione politica di questo tipo il cinismo nel valutare la demo– çrazia che da questa truffa 11011 può non originarsi li aiuterà cer– tamente negli anni avvenire. Una democrazia che non ha fede in se stessa è destinata a perire. Un passo pericoloso mila strada della autodistrnzione i stato fatto dal governo italiano che si rifiuta di affrontare i veri problemi sociali che stanno di fronte alla nazione. (Tribune, 11 novembre 1952). Non è a caso, infatti, che anche a Bonn il governo democristiano di Adenauer, ha progettato una riforma elettorale dello stesso tipo, con la differenza fondamentale che i socia– listi tedeschi non hanno abboccato all'amo del centro cattolico come sperava il cancelliere. Questa concor– danza fra la tattica elettorale dei de– mocristiani di Roma e di Bonn la– scia in verità molto perplessi. ILPROGETTO DIRIFORMA ELETTOR Alla Camera italiana la DC, per bocca del Ministro Scelba e per la penna del relatore di maggioranza Tesauro (già Preside fascista della Provincia di Salerno e apologeta del diritto corporativo), ha fatto sapere che il fine precipuo della legge è quello di ridurre nella prossima le– gislatura la rappresentanza delle estre• me, sopratutto dell'estrema sinistra. La legge maggioritaria tenderebbe a ridurre la rappresentanza parlamen– tare del partito comunista e del par– tito socialista in quanto apparentato -ti comunista. Questo si dice da parte del go• verno democristiano a Roma. 1.-fa nella capitale della German(a occi– dentale, dove i deputati comunisti so• no soltanto due, se fosse vera l'asser– zione dell'on. Scclba, non si vede per– ché Adcnauer abbia voluto seguire !"esempio del suo amico Dc Gasperi. V'è da chiedersi, perciò, se la sto• ria raccontata a Montecitorio dal no– stro ministro degli Interni, secondo cui la « maggioritaria » sarebbe di– retta contro i comunisti, non sia una specie di pezza a colore dietro la quale si nasconde un più vasto di– segno dcli' Azione Cattolica che mi– ra non tanto e non solo a ridurre nei vari parlaménti" la rappresentan– za comunista quanto la rapprcsen- Ecco il testo del disetno di le111 nlla riforma elettoraltt presentalo alla Camera dal ministro Scelba: • Articolo unico ». Al t~sto wliCO delle leggi per l'elezione della Camera dei depu– tati, approvato con decreto presidenziale 5 febbraio 1948, n. 26, sono apportate le se– guenti modifiche: ~D~ ~~l~a'i~co~~; 1~ Ìe a~!~~ei il e::: fc1ati possono collegarsi agli effetti della determinazione d~\a cif~. elett~rale cli Jr\l)l• po per l'assegnazione def seggi. Le dichia– razioni di collegamento debbono és:seic re,. ciprochc. Il collep.meuto è ammesso uni– camente fra parùti o gruppi politici che abbiano prMentato fute con eguale contras– segno in almeno cinque circoscrizioni. Le liste della circoscrizione di Trento-Bolzano e le candidature della Valle d'Aosta- sono ammesse al colleg&mento anche se non sia– no state presentate in altre circoscrizioni. <t La dichiaraiione di collegamento deve e55ere effettuata, con atto autenticato da no– taio, dal presidente o dal segretario O\'• ~roJ>~~~ di;ezà~~it~:ar~~o o 1 :e~rruf 6 del trentesimo giorno precedente quello del– la \·otazione, presso l'ufficio centrale nazio– nale, costituito a termini dell'articolo 15. Le dichitkrazioni di collegamento fatte dai dirigenti centrali hanno effetto per tutte le liste e le candidature aventi lo stesso con– trassegno. « Entro il trentesimo giorno antecedente <1uello della votazione gli uffici centrali cir– coscrizionali comuuicano l'elenco delle li– ste ammesse, con un. esemplare del relativo contrasse(JnO, all'ufficio Centrale na-.tionalc. Qucst'ultLDJo, accertata la regolarità delle dichiarazioni, provvede, entro il 20.o gior- ;~b~i~i~~~te ndì': 11 Ga~:!~~a vv;,i;:;~ d~1~ l'elenco dei collegamenti ammessi ». Il - Dopo il teno comma dell'articolo 54 del testo unico predetto sono inseriti i se• Suenti; « L'ufficio centrale circoscrizionale, determinata la cifra elettorale di ciascuna lista, la- comunica all'ufficio centrale nazio– nale, rimettendo un estratto del verbale a mezzo di corriere speciale. Indi procede al– la determinazione della cifra individuale dei singoli candidati. « L'ufficio centrale nazionale, ricevuti gli estratti dei verbali di tutte le circoscrizioni, dcte1mina il totale dd voti validi attri– buiti a tqlle k liste ~ la ctfr1' eh:t19rale dei a g(uppi, costituita daUa somma delle cifre elettorali delle liste coll~gate nel medesimo gruppo. « Nel caso in cui un gruppo di liste col– legate abbia conseguito la metà pila uno dd totale dci voti validj attribuiti a tutte le liste, l'ufficio centrale nazionale asse– gna al gruPfeo 365 seggi. Procede, quindi, ~ :Ìafitie, ivid!~i lan~ifracir*~~i:;reni d:Ì gruppo suddetto per 385, ottenendo il quo• zicnte nazionale di minoranza dividendo il totale delle cifre elettorali di tutte le altre liste· per 204. « L'uflicio divide, quindi, il totale dei '-"Oti riportati in ciascuna circoscrizione dal– le liste del gruppo di maggioranza per· il quoziente nazionale di maggioranza, otte– nendo l'indice relativo ai seggi da attrÌ• buire bella circoscrizione alle liste. del grup• po su~etto; analogamente determina l'in– dice relativo ai seggi da attribuire neUa cir– coscrizione a tutte lo altre liste. ifoltiplica, 3uindi, ciascuno degli indici suddetti per zio~~m:rodi~i~e se3g~:C,d~~~:t\,:;ia Jaci\~°r:i~i~ dei due indici. Quello dei due quozienti ottenuto che contenga una cilrà decimale superiore a 50, è arrottJndato a-U'unità su– periore; qualora la cifra decimale sia ugua• le a 50, il seggio rimasto da attribuire viene assegnato aUe liste del gruppo di maggio– ranza o a quelle di minoranza che abbiano ottenuto nella circoscrizione complessiva• mente il maggior numero di voti; a parità di voti, è attribuito mediante sorteggio. « Successivamente, l'ufficio acceda se il numero dei seggi assegnati, in tutte le cir– coscrizioni a1 gruJ>J>O delle liste cli mag– gioranza corrisponda a 385 e, qualora sia inferiore assegna la differenza dei seggi al gruppo delle liste di maggioranza di quelle circoscrizioni nelle quali le cifre decimali degli indici per l'attribuzione dei seggi siano risultate più prossime a 50, detracndo al– trettanti seggi dal numero cli quelli che, a norma# del comma precedente, avrebbero doVUto tssere assegnati alle liste di mino– ranza della circoscrizione medesima. Analo- fci:~~i p~::atielalieÌis~~ dii ~i~~;1;~;,~ sia inferiore a 204. Eseguite tali operazioni, l'Ufficio Centrale nazionale procede al riparto proporzionale dei seggi tra le singole liste e a tal fine: I) Determina la cifra e1ettorale naziona·le cli ciascuno lisi., 1 costruita dalla somma del- .Je cifre elettorali di tutte le liste aventi lo stesso contrassegno; 2) attribuisce, quindi, a ciascuna delle liste del gruppo di maggioranza tanti seggi c1uante volte il quoziente nazionale di mag– gioranza risu_lti contenuto nella cifra clet- ;~,1~~~uaJ:~ii:tlerc~n~ias~unn: !~stri~ut s:,r: liste del gruppo per le quali la divisione abbia dato i maggiori resti e, in caso di parità di resti, alla lista che abbia ottenuto la maggiore cifra elettorale nazionale. Con le stesse modalità procede alla ripartizione dei seggi spettanti alle liste di minoranza; 3) Determina, infine, la gr~duatoria delle liste di maggioranza e quella delle liste di minoranza, disponendole iu ordine cre– scente secondo le rispetth·e cifre elettorali nazionali. « Successivamente l'ufficio procede alla as– segnazione' nelle singole circoscrizioni dei seggi spettanti alle liste e a tal fine, ef• fettua le seguenti operazioni: · 1) Determina il quoziente circoscrizionale di maggioranza, dividendo il totale delle ci– fre elettorali delle liste del gruppo di mag– gioranza per il . numero dei seggi assegnati al gruppo medesimo nella- circoscrizione; 2) Divide la cifra elettorale di ciascuna lista del gruppo per il quoziente suddetto cd ottiene l'indice per l'assegnazione dei seggi a ciascuna lista; 3) Dispone, per ciascuna delle liste sud– dette, Sl'"Condouna graduatoria decrescente, i numeri interi degli indici da essa otte– nuti iu ogni singola circoscrizione e, di se– g~1i10., le r~lative. e:ifrc decimali; quin~i, per ciascuna circoscnz1onc, assegna a ciascuna lista, a cominciare da- quella che ha ripor– tato la. più bassa cifra elettorale nazionale. i seggi ad essa attribuiti ai sensi del n. 2 del comma precedente, seguendo la f{ra– dua-toria anzidetta; per i numeri interi l'as– segnazione viene fatta in rispondenza ai nu• meri medesimi, per ciascun decimale che segua in graduatoria, viene.- assegnato un seggio. Alla lista che ha ottenuto la più alta cifra elettorale nazionale resta attri• buita nelle singole circoscrizioni la differenza •tra il numero dei seggi assegnati nella cit– coscrizione al gruppo delle liste di maggio– ranza e quelli dei seggi attribuiti alle altre liste del gruppo medesimo. « L'ufficio procede, c1uindi, con le stesse modalità, alla assegnazione nelle singole c.ir • coscrizioni dei seggi !IP<'llanti a 1u1te le al– tre liste non far.rnti parte <lei gruppo di maggioranza. « Compiute le suddette oper_azioni, _l'uf– ficio centrale nazionale comumca agli u,f– fici centrali circoscrizionali, mediante im•10 a mezzo di corriere speciale di un estratto del verbale, il numero dei seggi spettante alle singole liste della circosc,;izi?ne. « Qualora ness1.1:ngruppo d1 l!~te colle~a– te abbia consegmto la metà pm w1O del totale dei voti validi ovvero _se un gruppo di liste, per i voti riportati, abbia .diritt~ proporzionalmente ad un numero da seggi non inferiore a• 385, l'Ufficio centrale n_a• zionale ne dà notizia agli uffici centrali c1r• coscrizionali, i quali procedono al _riparto proporzionale dei seggi asse&:nati a: CJa~una circoscrizione tra tutt~ le hste della circo• scrizione stessa secondo le modalità stabi– lite nei comma seguenti». III - L'art. 59 del testo \mico predetto è abrogato e sostituito dal. seguent~:. « L'Ufficio centrale nazionale dl\•1de la somma dei ,·oti residu:tti delle liste eh, banno raggiunto il quoziente in 3:lmeno. un_a circoscrizione per il numero dei seggi ri– masti da assegnare, ottenendo il quoziente elettorale per il collegio unico nazionale. « Determina, quindi, per ciascun gru1>– po di liste aventi lo stesso contrassegno, la somma dei voti residua-ti delle liste mede– sime e divide tale somma per il quozicntl' di cui al comma precedente, ottenendo il numero dei seggi da assegnare al gruppo. I seggi restanti sono attribuili a c1uci grup– J>i per i quali la divisione abbia ~ato •n:iag– giori · resti e, in e~ di l!ar~1à ~h r~st1, _a quel gruppo che abbia magg1on \'Oli residua~,. " Succcssivamen1e l'ufficio centrale nazio– nale procede alla fonnazione, per ogni g, up– po di liste aventi il medesimo conllasi,e• gno di una graduatoria in cui colloca, per ci~una ci1·coscrizione, l'eletto che ha al– tenuto la maggiore cifra individuale, di– sponendoli in ordine dec~escente secondo_ le rispettive cirre individuali; proclama, qurn– di, eletti per il collegio un!co nazionale i primi di ciascuna gradu:1tona . fino a c~m– corrcm.a· del numero dei seggi assegnati a– ciascun gruppo a termini del comma pre– cedente. Si applica, infine, anche per qu<'– sti eletti il disposto dell'art. 57 ». ]V - Per l'elezione uninominale del col– legio « Valle d'Aosta », rimangono il\ \ ig·1• re le norme vigenti. V - li numero dei componenti la ( mera dei deputati, determina1.o in ba.se n_'la popolazione resident~ al 4 novembre 19 11. secondo i e.lati pubblicati dall'Ts1it11to n·n- 1,-ale di siatistica, è di 590.

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