Nuova Repubblica - anno I - n. 1 - 5 gennaio 1953

I CONTADINI della . Confida 1ociali11i,co'/la loro do11ri11a della lolla di claJJe, poJJ0110fare fagot- 10. I democriI1ù111i, colla loro 1i/orma 11graria, debbono a11dt1rea 11asco11der- 1i. Tulli gli affa11lflli e gli Jh'accio11i d'Italia pouono .smettere di lamen– Jar,i, Perché il do110,·Gae1a11iha par– lalo e la 111a parola h,, apulo orizzon– Ji nuovi al 1101/ro paese, e forse al mondo intero. Lo ha fallo il 18 1co,·10, a Roma, nel ror10 di 1111 convegno di dirigenti della Co11f<1grico/111ra. Il co11vegno 1i è aperto colla /e1111ra di 1111 meSJag– gio di mo1uig1101· Montini, e1prime11- te il compiacimel/Jo del Papa per la decisione preJa dagli agrari italiani di fare solennemellle benedire il pro– prio 1•eJJillo,11011ché l'augurio del Sa11- 10 P,,dre « che gli t1grico/10,i trag– gano da Dio norma e virllÌ alla loro nobile 111iSJio11e, co1ì compresa dei do1•eri sociali 11e/l'oru /Jre1e111e, come Jeco11dadi migliori civili fori/me per /' i,11eranazione ». E poi il dono, Gae• tani, romJJYéJo dei doveri sociali del– /' om p,-e1e11te, ha /Jarlato. << Forze i11 111ttrria - egli ha deuÒ - 10110 gli agricoltori, immobili 10/0 nella fe– del1tì alla /Mtrù1,che se111ù11no à'amare 1opra ogni rost1t1Imondo ». « Gli agri– rol1ori - egli ht1aggiunto - 1e1110110 le, 11ece1sirà di gi11s1izia sociale, ma 11011 pouo110 ,011siderare giu11izia la 111uti– l.1zin11ei11diuri111i,u1ta di quelle azien– de bene o,-gm1izzate, r,-eate col Jacri– f irio, !t11·oroe intelligenza, le quali ertmo ca/Mci di t1JS0/-1,Je,-e in pieno la loro f1111zio11e socit,le. La giustizia 1i mp,gi1111ge, 11011 li11ellm1dogli 1101ni- 11i1111piano più b11110,ma elevandoli 1•er10 rhi ha 1apu10 pi,ì rapidamente marciare e ,01t,-11ire ». E. rhiaro? I ro111adi11italiani vi- 1 0110 twcora in Jlt1mberghe mÌJerabi– Ji. dormendo a quallro per slanza e 1i 11ro11,m10l,1 uhiena ti zappare e rnngare. I /,ri11ci/1iTo1·/o11iao Alliata o Cor1i11i e via diuorrendo vivono in rm pt1lazzo e marcùmo in 11utomobile. li do/Jor Gaelani e gli agrari, riuniti .t1/lor110al telegram11rndi 11101uig11or Montini ed alla bm1diert1 benedetta, 1,oglio110 1011ituire alla 111111il11zio1 1e i11diurimi11t1/aetc. et,., cioè alla ri– Jo,111,1Segni, 1111,1 ben pitì audace e 1·ivol11zio,uu·it1 rifor11M: elevare gli uo- 111i11i, e quindi anche i loro contadini, ,,/ livello di chi ha 1ap1110marciare e costruire piil ,-apidamente, cioè al Ji1•ellodel pri11cipeTorlonia, ; cui avi ,-i11uirono a marciare renio e rolli anni or,0110111/F11ci110, o del pri11cipeCor- 1i11i,i c11ia11i,01/ruirono u11 palazzo 111perbo t1lmeno due ,eco/i fà. Tra– dollo in 10/doni, il programma 10- ciale del do/lor Gae1a11ico111iJtenel da,-e t1d ogni brauiante agricolo o 111ezz,1dro italiano 1111 palazzo in cillà, 1111 disrreto numero di per1011edi 1er- 11izio ed 1111a o pitì automobili a 1e– co11da della co111iJte11za della ma fa– mi.~litt. Non è indicato Je .:l que110 debba a!!,giu11ger1i o 111e110 anche qual– che allricella di cinematografo, per il Jol/(lzzo dei 111a1chio11i della famiglia rurale. Ma il do/lor Gae1a11i,proba– bilmente. è in grt1do di chiarire que- 11'ultimo p11J1/0a chi gliene faccia domanda. accludeJ1do 1111 francobollo da lire 25 per la riJpo1Ja. /11ic,, si uherza con q11e110diavolo d'un 1101110! Lo ha ((m/alo chiaro: gli « "~riroltori » i1alia11i10110immobili, tulli d'un pezzo, 11ella fedeltà alla pa1rit1rhe 1en10110d 1 m11t1re sopra ogni ro.rn 111mondo. Amare la Patria ita– lù111.1. sino a Jn·ov,1conlraria, rignifica 11111a..e di 111iuera10amore la no1tra 11.1zio11e, or•t•ero quei 47 milioni di il,1/i1111i. che si11ort1 - i811ora11do per loro di1grazia il progrnmma Gaeta– ni di riforme 1ociali - sono 11iJJ11ti co11 1111 tenore di 11ita alquanto pi,ì mode110 di quello del pri11ciPeTorlo- 11ia o degli Alliata. D1111q11t, pur di fare 11i1•e,·e da 11ababbiquelli 47 mi– lioni, gli agrnri italiani ·10110 immo– bili 11ellaloro deciJio11edi Jacrificare og11i co,a al mo11do: porJafoglio com– pre10. Come mai abbiamo po1111011011 auorgercene ii no ad ora? Si capisce, sino ad ora, i lavora/ori agricoli degli · t1gr11111eti 1 ciliani sono slati pagati cou poche ce11tinaù1di lire al giorno, durai/le quelle 11011 molte Jellimane all'a,1110 in cui rie- 1co110a trovare chi li impieghi. Ce,·– to, a Be11e1•e1110 i co1111mava vendere i ragazzini al merca/o ed in P11glit1 i cafoni 11011 a1 1 e11a110 troppo da 1cia– lare. NeJS11110 1i11oras'era auorto che le 111ondari10faceuero una viJ.1 da duchnse o i Jalariati emiliani 1ole1- 1ero morire di indige11io11e.Ma 111110 sta per ca111bù1re adeJSo; gli airm·i ha11nocapito il JeJJJOdella loro 11obi– le mi11io11e,cosJ compreJa dei doveri 1odali del/' ora presente, e tmggouo norma e vfrtù etc. etc. da q11ell'E11a11- gelo c,ùtiauo i11rui sia uri/lo « g11ai ai ricchi.' » é' 1i narra di 1111 certo gio- 11a1,e ricco, che non poté entrare nelle file dei diJCepoli del CriJlo, /,roprio perché 11011epf>e1/auarsi dai J11oi be– ni terrieri. Le mondariJo poJJ0110già a11dar1iad ordi11"r la pelliccia di 1·i- 1011ee i brauiallli decidere 1e. prefe– riJco110 la Packhard o /' Alla Romeo. li Va11ge/o,purtroppo, ha il torto di 11011 dirci ,e Geui, allorché chie,e al giovt1- 11eriuo di cedere ai poveri ll"ti i suoi be11i, voleue o no ,ma m111ilflzio11e i11disrri111i11a1,1 di 111lt1zie11da b.!11eor– ganizzaltt, cret1/a con 1,1Crificio,lt1vo- 1·0ed i111el/ige11za e c"pace di auolvere in pieno lt, 111afunzione 1oci11le.Ma rertame11te /'immobile (11ella fedeltà alla patria) dono,· G,,etani e 111011- signor l\ifo11ti11i10110 in grado d;" dare e1a11rie111i delucidazioni anche 111 q11e1to punto. Perché i co111t1di111 i a– lia11i 11011/Jro1•a110 a chiedergliele? GIOCONDOZAPPATt;RRA NUOVA REPUBBLICA Lettere .tl.l\lTICl.ERIC.tl.USHO T Vedo 1·ie111mata111 La Giustizia del 14 dicembre 11. s. 1111'imer-vÌJta di Filippo Turati t1ppar,a 11elgiugno del '24 111 11 Popolo, org,1110ufficio10 di Don Sturzo. T 111·,1ti vi proclama– Vtl la 11eceui1à di una collaborazione f,·a democrazia criJtiana e socialiuno: « Di fro11te al ritorno allt1 bt1rbarie e 1in che l'educazione politica e morale i11 Italia, maJJime nei ceti dirigenti, 11011ia molto più .sviluppala, vi Jarà u11 Jerreno comune 11011soltanto di dife1a, ma a11rhe di azione ,o.strut– tÌl•a per /111/ele energie di redenzione democratica veramente .sincere e che ,iano fedeli a ,e JteJJe ». Egli 11eg<111a che il socialiJ1110 « nella 111ae1pre1- 1io11emedia o glob,1/e » foJJe « a111icle– ricale vecchio 1tile » (111auo11ico),e /(lii/O meno anth-eligio10. Ma chiari-va 111bi10il 1110pe,uiero con /'aggiunta che egli e i 111oi.si 1e11Jivano « ere– ticiuimi del Dio fallo strumento di regno, del Dio meSJo in organico come generali.s1i1110 della « milizia na– zionale». << La mauima ,m po' umpliciJta nel– la forma dei 1101tri 111aei1ri1ede1chi che la Religio11e de11e coJ1Jiderar1i « Privat1ache » (co1a di dominio a/– fallo privato) di ct1i la politica 10- cialiJta ;,on ha dt1 i111piuiar1i,si Ira– duce meglio nel ronreuo rhe c'è, "/l'infuori dei dogmi e delle co11feuio- 11iparticolari, 1111111cleo di idet1liJmo, dite pure di religio1ittì rom1111ea tulle le fedi elevate e " 1/Jl/e le .schiette demormzie. « La diffidenza e l't111ver1io11e v r10 lt1 Chie,a 11011e,iJle, 11elle file JO· rialiJ1e, 1e 11011 in q11a11Jo lt1 Chie.sa, q11a/1111q11e Chie1a, poJJa erif,ersi :1. barbacane del con1er11atorÌJ1110 e della pl111ocraziaml terre110della /011,1del– le cla11i, abbandonando e conugnand~ al nemico, in pura perdita anrhe Jfl't, SP.EC Ci-I I O D • In un « fondo », apparso su /.,o Stam– po del 19-12-52, Ma1·io Ferrara, dopo aver definito « massimalistico • l'atteggiamento di quei soc.ialisti democratici cho, avversano la legge elettorale maggioritaria, così si spiega: « L'ostilità (dei socialisti) allo legge t:let– lorole è ispiralo al proposito dichiaralo di impedire la /orma::ione di una moggioron– ::o democratico intorno allo D. C. Uno mag– gioran::a /erma è ronsiduato uno pre– messa allo dittatura di partito. Al/umo:.ione audace quando si consideri che lo moggio– ran::a parlamentare si costituird non sulla base del premio, ma sul voto del maggior numero degli elettori: e dee, nella /orma– .:ione di questa moggiorora::odi elellori, ogni voto vale esattamente un altro e nessuno può dire quale dei d,;e blocchi contrap– posti debba vincere. La lotta per lo forma– zione della maggioranza sard, tlunque, una lotta aperto; non la premessa necessaria o non si so quale dittatura. E così pure lo intesa democratico, garantendo l'equilibrio delle forze ed assicurando il controllo i,iter– no della maggioran::a, esclude ogni ditta– tura parlamentare o di partito •· Ora, per la verità, un tale articolo non avrebbe meritato di essere di per se stesso ricordato; perché è troppo facile obbiet– tare che la questione non è quella impo– stata dal Ferrara, bensì quella di vedere quanto sia legittimo ammettere - come fa la legge in questione - che un solo parti– to possa gi~ngere, usufruendo del premio che la legge attribuisce, ad assicurarsi alla Camera la maggioranza assoluta senza che il Paese glie la abbia riconosciuta. D'al– tra parte la noStra posizione sull'argomento è chiaramente delineata in varie pagine di que– sto si.esso numero perché sia il caso di insi– stervi qui ulteriormente. Se pertanto abbiamo citato l'articolo in questione è solo per aver modo di sottolinea– re che proprio lo stesso giorno in cui esso è stato pubblicato, sem1>re sulla Stampa è apparsa la notizia - comunicata da En– rico Altavilla nella sua corrispondenm da Bonn - che nel corso del colloquio tra Adenauer cd Ollcnhauer, quest'ultimo ave– va chiesto al Cancelliere, fra l'altro, che venga mantenuto l'attuale legge elettorale (proporzionale} per le elezioni generali del– l'anno prossimo. E aggiungeva Altavilla - a spiegazione di tale richiesta - che « era noto infatti che la D. C. ha allo studio una riforma elettorale che prevede gli ap– parentamenti e forse un premio di mag– gioranza-•· Invitiamo Ferrara a meditare su tale questione, cd a ricordare che nella Ger– mania occidentale le forze comuniste costi– tuiscono un'entità del tutto trascurabile. Non gli sembra che esista- quindi il pericolo di un piano organico dei partiti cattolici euro– pei avente lo scopo di contenere od elimi– nare - mediante le nuove leggi elettorali - le opposizioni, quali esse siano, anche se socialiste democratiche come in Germa– nia? + Un interessante articolo - dal titolo « Il segreto di Nenni • - è apparso su La Ca.zzetto del Popolo del 21-12-52; in esso Massimo Caputo - direttore del gior– nale in questione - critica a fondo, con acutezza e pur senza acrimonia, la posizio– ne assunta dal Segretario del P.S.I. nei con– fronti del processo di Praga, ma tuttavia dichiara che sarebbe un « far torto aUa in– telligenza ed alla perspicacia dell'on. Nen– ni • credere « che egli ritenga- valide le sue stesse argomentazioni • portate a sostegno di quel processo. Per cui l'articolo, dopo es– sersi chiesto quale possa essere il gioco se– greto che Nenni intende condurre, cosl conclude: « Facendo blocco col comuni– smo, Nen11i incoraggia e raf/orro la rea:ione, mina le istitu:ioni democratiche. L'Italia lia invece bisogno di un socialismo forte, che sappia sostenere 1,' letittime aspira::ioni del– le classi lavoratrici entro i limiti della co- 11 alla direzione le 111aJJe popolari». Egli co11clude11a 1111 po' troppo candidamente che la demo– crazia crùtia11t1 era ben altra co1a e che tutte le forze d'avvenire << po– tevano e dovevano ac co11t1r.si ». I 1orialiJ1idemouatici h1111110 inilub– biamellle ,·inunciato in l1alù1 a po1i– zio11i a11tireligio1ee anticlericali. Ci11- quan11 anni di critica idealiJtica e 110- rici11ica hanno liberalo la 1101tracul– tura d11certe ubbie e rozze ingenuità pole111iche.Ma le germ·chie calloliche, che 111uovo110 le fi/<1 del partito di maggiora,nza, hanno ri111111cia10 al!.e loro velleità teocratiche? Hanno preJo al/o cht la clerocrazia ha fallo il 1uo tempo, che ogni Jentativo di re– J/aura,·e gli ideali della Co11troriforma è de11i11atoa fallire e a 1ùolver1i in un diJasJro per 1111 pae1e 111ritodalla rivoluzione dell'89 e dfll liberalirn,o ri1orgi111ent,1le? E lecito f,1r1i forti dei 1uggeri111e111i turatiani di collaborazione, rinuncian– do alle gartmzie e ,011dizioni eh' egli poneva alla collaborazio11e? Sono pronti i 1ocialiJti democratici italiani a dimo11rare coi falli di eSJere ben deci1i a 11011 urvire il « Dio /allo 11rume11todi regno? » E se è 1 1 ero, come 1'0/eva Turati, che la collabo– razione coi callolici è s11ggeri1"anche dalla arretratezz<1della ed11cazio11e po– litica e morale, 1pecialme11tedei reti dirigenli, è pronto il 1ocialiJ1110 iJalùz- 110a porre come condizione ad eSJa collaborazio11e ;/ ri1pe110del/" rn/1um diJintereSJata, dellt, libertà di f,e111iero e di co1cie11zanel i' insegnamento, la dife,a della 1rnol" J/atflle, la oppo1i– zio11e a q11a/Jia1ivelleiJà di a11111ra o di tutela ecde1ia1tica nel/'"'nbito del 1apere? Come 1perare altrimenti in 1111 riam– moder11ame11to della ed11cazio11e politi– ca e morale del 1101/ropopolo, come invocare l'eumpio a111111011ilore di Fi- lippo Turati? E. f. llA stilu::ione, clie rappresenta la lilurld riol'– quistala a caro pre::::o. Ne,mi ,ton può ignorare queste verità, ,,i potrà alla lunga passar sopra alle aspirazioni di vera auto– nomia dal comunismo di alcuni suoi auto– revoli compagni di partito. Che cosa s'at– tende l'on. Nenni do un trionfo comunista in Italia? Egli sa la duro sorte che tocche– rebbe alle classi operaie e l'Ontodine; né può illudersi del suo stesso destino. Ecco perché molti si ostinano a credere (e noi anche lo vogliamo sperare) che l'ora. Nenni non an– drd fino ira fondo alla strada su cui si è messo. Nessuno più e meglio di lui potreb-. be rendere un servigio inestimabile al nuo– vo stato democratico .italiano, preservan– dolo dal grave pericolo di un protressivo slittamento verso lo reazione•· Alla vigilia del Congresso del P. S. I. crediamo sia bene che Nenni sappia che un simile appello a lui rivolgono anche coloro che in questi ultimi tempi hanno di– mostrato di eSM:rc decisi e di sapersi batte– re fino in fondo per l'indipendenza e l'auto– nomia del socialismo. Eg1i non può esimersi dal dar loro una risposta precisa cd esau• riente. E ricoz·di Nenni che non basta affermare suWAuanti del 28 dicembre: « L'on. De Gasperi si è rivelato negli ullimi cinque arini, assai più uomo di dogmi e di crociate che politico capace di inserire nello Stato democratico le nuove /or::e emerse dal movimento della Ruisten::a e della Libera::ione. Egli aveva lasciato uno scarsissimo margine tra democro::ia e totalita– rismo e con lo suo riforma elettorale an– nulla anche quel poco. L'annulla non po– nendo al P.S.J. una alternativa tra dive– nire democratico oppure rivolu:.ionorio del– lo questio11e sociale, ma sopprimendo og11i alternativa e rischiando di lrasfon11are i rap– porti politici i11 puri e semplici rapporti di /orza... L'ostru::ionismo, ;,, questo senso, è il supremo tentativo di mantenere uperla l'alternativo tra democra:io e totalitarismo, OGGI I~ ISP.tl.Gl\lA, DOM.tl.l\ll 11\l IT.tl.Ll.tl. Dal settimanale spagnolo Ecc/e,ia, organo dell'episcopato spagnolo, del 14 dicembre, apprendiamo che tale episcopato ha emesso un « ammoni– mento » ai fedeli, concernente un nuo– vo pericolo che minaccia la religione cattolica nel paese del Caudillo: le cartoline di Natale. L'episcopato spa– gnolo, infatti, deplora seriamente che siano messe in circolazione cartoline di augurio, che « rivelano apertamen– te » la loro origine settaria ed anti • cattolica, ricoperta da compos1z10ni puerili, imbevute di malizia » cioè che raffigurano composizioni profane, anziché soggetti religiosi. Altrettanto grave soggetto di preoc– cupazioni per l'episcopato, è il diffon~ dersi dell'uso di festeggiare il Natale con doni recati dal « Babbo Natale». tl tradizione cattolica e spagnola, che i doni ai bambini vengano dati solo nel giorno della Epifania. Ecc/e,ia pertanto definisce la nuova moda dei regali per Natale, un « pratica devia– zionista », dovuta esclusivamente « a snobismo », insistendo perché <{ si rea– gisca energicamente, mettendo i fede– li in guardia contro questo sfrutta– mento delle v~rità più care della no– stra fede ». La presenza poi del « Bab– bo Natale » nasconde « un intento set– tario, celato sotto il vestito 1osso di un vecchio, che sembra ingenuo, m.1 che è vissuto a Iungo da birbante ». Tutte queste costumanze natalizie, che dall'estero si Yanno introducendo in Spagna, infatti, fanno parte, secondo la citata rivista, di una manovra pro– testante « per minare il significato più profondo della nostra tradizione rt– ligiosa ». Nello stesso numero, la ri– vista denuncia il tentativo di alcuni « giovani frivoli » di ristabilire sale da ballo in Siviglia. TANlPA cori l'impeg110 leale do porte ,iostra Ji stare per la democro.:io e nello democra:ia ». Tutto ciò infatti è vero, ma affermarlo in una simile contingenza - quando cioè è da supporre che la legge maggioritaria sarà approvata - può anche solo rap1>re– sentarc una b1-illante scappatoia. A Milano occorre invece che egli parli chiaro cd alto, se vorrà che i socialisti po55ano, nono– stante tutto, ancora sperare nella sua de– ,,ozione alla causa appunto del soc.ialismo libero cd indipendente. • li Tempo del 22-12-52, nel riferire del dibattito parlamentar" sulla legge eletto– rale, ad un certo punto riferisce testual,. mt:ntc: « Montognana (P.C.) nel svo inter– vento dice fra l'altro eh• alla D.C. ben s'attaglia lo famosa similitudine della frode, la quale:" Avevo piocevol viso, abito onesto - che pareo Cobriel dicere Atie. - Era brutto e dii/orme in tulio il resto - • nOJcondea quelle /oUe:::e prave - col lungo abito e largo e sollo quello - attossicato avea sempre il coltello". Tonengo (D.C.): "Che brulli versi". Montagnana: "Sono dell'Ariosto, caro collega, e non potrebbero dipingere meglio lo frode che si compii sotto il lungo abito e largo". Tonen10: ,. Non posso credere che l'on. Ariosto li abbia scritti. I socialdemocraJici non sono anticlericali ... ,. (risate). Pr1sid1nte: 11 C'è un equivoco, on. Tonengo, no,a prose1uo. Si trotta di un altro Ariosto". L'episodio è confermato, sia pure in tt:1·– mini un poco diversi, dalla Ca::dta dd Popolo dello stesso giorno. mentre è mic-n– tito da Vittorio Gorrcsio su La Stampo del 25 dice01bre. In ogni caso, ,·ero o ben tro\'ato che sia, rimane ad edificante dimo– strazione del livello di un certo gruppo r>arlamentarc per il solo motivo che uu fatto del gene1·c venga ritl'lluto ponibil'-1 e dei metodi della stampa italiana, sia essa quella cll,e inventa c-pi,odi fallii oppure quello che smentisce episodi vc-1 i. r. lt.

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