Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.5-6 gen-ago 1945
VENTI MESI DI CUERRA PARTIGIANANEL CUNEESE 87 in patria per combatten:, e morire, a fianco dei partigiani italiani - mcuc in risalto nel modo più commovente l'unità della lotta anti– tedesca ed antifascista, che si combatte"a in difesa di valori europei cd uni\·crsali, per una patria ideale capace d'abbracciare e di rias– sumere le particolari patrie nazionali. Lottando in Valle Gesso, quei due giovani francesi sapevano di lottare per una causa che era ar.che quella della Francia, prima e dopo la liberazione: allo stesso modo che i partigiani italiani della Brigata u C. Rossclli 11, combattendo nelle Yalli Tint:e e Vésubie. sapcvan di combattere per la libertà e Ja democrazia italiane. In effetti, il partigianato ha servito anche a questo: a dimostrare concretamente che la fratel– lanza dei popoli europei non è una fantasia di sognatori, ma una realtà viva, anche se tah·olta nascosta sotto più o meno spesse in– crostazioni ((diplomatiche 1), sotto più o meno pulite- sovrastrutture d'interessi. Tutto sta, ora, ad andare avanti, non a retrocedere su quella strada che i partigiani francesi combattenti in ltalia e i par– tigiani italiani combattenti in Frnncia hanno aperto colle loro mani e consacrato col loro sangue. 2i, - Intanto la situazione, per i partigiani del Cuneese. s'era ,·enuta sempre più aggravando. L'inverno avanzava a grandi passi. rapido e minaccioso, e le speranze d'unJ prossima, grande offensiva alleatn, destinata ad impegnare in una battnglia veramente finale' le forZ(; nazifasciste d'Italia, andavano dileguandosi. TI messaggio del maresciallo Alexander, col quale s'invitavano i partigiani a de– sistere dalla loro attività, a nascondere le armi e a dsenarsi per future operazioni (non era detto esplicitamente, ma tutti capivano: in prima,·cra !), - quel messaggio, dunque, insistentemente ripe– tuto alla radio, r,veva scosso il morale anche dei più ottimisti e fi– duciosi. Oramai era chiaro: un (( secondo inverno in trincea 1) ap– pariva inevitabile, e non c'era più da farsi illusioni; bisognava ras– segnarsi. J n questo stato d'animo fatto di delusione, di scoramento, di amarezza e di preoccupazione. venne a cadere una forte ripresa da parte dei nazifascisti. Costoro col dileguarsi della minaccia alleata, col rinvio. cioè, della temuta offensi"a sul fronte dell'Italia centrale, coll'avanzare dell'inverno e col sopraggiungere di notevoli rinforzi (costituiti sopratutto da brigate nere e reparti delle divisioni fasciste in arrivo dalla Germania), rialzavano la testa, riprendevano deci– samente l'iniziati\"a, e non celavano la speranza di liquidare radi– ralmc,ye, approfittando delle circostanz~ favore0voli e mettendo in atto opportune operazioni, il movimento partigiano. Già verso la linc di sc1tcmbrc ~ffe\·an cominciato ad uscire dalla difensiva, e a prcndcrsc·b ~olle formazioni della Valle Varaita. che ,·cnnero mes– se a durissima prova con rastrellamenti a ripetizione, effettuati qua e là nella n1llc (sette nel solo periodo dal 25 settembre al 30 novem– bre) .. \nche nelle altre ,·alli i nazifascisti passa"ano all'offensiva.
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