Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.5-6 gen-ago 1945
252 NUOVI QUADERNIDI CIUSTlZIA E LIBERTÀ partito. Se no, avremo il compito - pur sempre onorevole -----. di essere il centro di una coalizione di tipo C. L. N. fino a quando la salute pubblica esigerà il mantenimento di una tale coalizione, e dopo riprenderemo la nostra propria strada, a rischio di andare an– che, come si conviene ad intellettuali che non sono politici puri, '' contro corrente" 11. La (( Nuova Europa u pubblica quasi integralmente qu~sta mia lettera, togliendone solo alcuni nomi. Salvatorelli la fa seguire da un acido commento, accusandomi di verbalismo rivoluzionario, di inconsulta concorrenza ai socialisti e ai comunisti, di totale incom– prensione dell'importanza dei ceti medi in Italia. 11 rimprovero di verbalismo rivoluzionario aveva certo molto senso nel 1920 nella bocca di Gramsci e di Terracini, ci~ di ri– ,oluzionari autentici. che dovevano smascherare i massimalisti tron– fi a parole e intrin,secamente timorosi della battaglia vera e propria. l militanti della mia generazione sono cresciuti alla luce retrospet– tiva di quella polemica. Che Salvatorelli, uomo lontanissimo da ogni esperienza rivoluzionaria diretta, la rivolga proprio contr9 di noi, è cosa lievemente comica. Cosa vuole Salvntorelli: che noi si sopprima la parola rivoluzione e si scatenino invece più numerose azioni rivoluzionarie effettive? Se non fosse per non dare fastidi al governo Parri, potremmo forse accontentarlo. Non vi è nlcuna intenzione da parte mia di fare concorrenza ai socialisti e ai comunisti; al contrario è vero che, in seno al par– tito d'azione_, io ho sempre sostenuto e sempre sosterrò la neces– sità di collaborare con ambo i partiti marxisti (come abbiamo fatto, <'Onbuon esito, nel Nord), senza tuttavia abdicare alle nostre pro– prie idee socialiste-liberali. ln quanto ai ceti medi, se non ne ri– conoseessi la funzione utile e positiva, non sarei stato tenace fau– tore di un'incondizionata politica di Comitato di Liberazione. che almeno 11el Nord ha permesso la mobilitazione dei ceti medi nella lotta clandestina antitedcsca e nell'insurrezione. Le masse prole– tarie si potevano n1obilitare più facilmente attraverso una concen– trnzione di sinistra o di estrema sinistra. E questo vale anche per l'avvenire. Ma il problema è un altro. 1 I Partito d'Azione deve contribuire alla mobilitazione dei ceti medi (come pure a quella der proletariato e "dei contadini, che saranno forse, quest'ultimi, la for– za decisiva). ma non deve-trasformarsi nel partito dei ceti medi. Deve dirigerli alla lotta per una democrazia sociale avanzata, e non lasciarsi influenzare dalle loro preoccupazioni di classe. Deve por– tarli ,erso sinistra, come hanno fatto i laburisti in lnghilterra, e non lasciarsi imprigionare dai loro timori e dalla loro aspirazione, purtroppo tradizionale, ad un ic ordine n garantito dai carabinieri, sia pure non più regi. Ha ragione Salvat'orelli: esiste un vuoto politico in Italia, che dev'essere colmato da un partito sinceramente democratico. Ma non è il vuoto lasciato dal giolittismo o dal nit-
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy