Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.5-6 gen-ago 1945
SUL PARTITODELLA OE.MOCRAZIA 251 voro o con i liberali radicaleggiami (ammesso pure che questi stia– no per staccarsi dai loro colleghi monarchici) - è bene dire subito che in tal caso dal partito d'azione se ne andrebbero molti dei so– <'i.:tlistinon classisti, che oggi nel partito d'azione militano - a par– tire dal sottoscritto. Perchè è inutile voler mettere insieme il dia– volo e l'acqua santa. Caro Sahatorelli, noi ci siamo svincolati dal classismo non già perchè ci abbiano persuaso le critiche mosse dai teoriz1.atori di una funzione storica dei ceti mcdi alla marxistica funzione premi– nente del proletariato. Se dovessimo prendere sul serio i paladini dei ceti medi, saremmo istintivamente portati al marxismo più ri– gido. Dal classismo ci siamo separati, perch~ ne abbiamo abbastan– za dell'incatenamento della politica all'economia e vogliamo col– laborare politicamente con intellettuali democratici spregiudicati, quali Salvatorelli e Omodeo, indipendentemente dalla loro prove– nienza sociale . .\Ja tra questi democratici spregiudicati non pos– siamo includere coloro che non sono che dei manovratori parla– mentari di vecchio stile, istintivamente più vicini ai carabinieri tu– tori dell'ordine pubblico che non alle masse popolari rivoluzionarie. Ha ragione il giornale della democrazia cristiana quando ci predice che, con la ft.sionc di partiti-frammenti dei ceti mcdi. non diventeremo mai un grande partito. Jn verità, la parte dei ceti medi che vuole avPTe una funzione politica dirigente è già organizza1a in Italia: ed è organizzata proprio nella democrazia cristiana e nel partito liberale, che per l'appunto, grazie al loro reciso anche se non sempre esplicito anticomunismo. sono dei partiti di classe. A meno di non scinderci subito in anticomunisti e filocomunisti (e, per ciò che mi concerne, non vi è dubbio sulla strada che sceglierei in tal caso), noi del pariito d'Azione non abbiamo allori da mie– tere nel campo del classismo, neppure nel classismo piccolo bor– g-hese. Se divcnter<"mo un pMti10 di masse, lo diventeremo solo g°razic all\·,·entuale trionfo obbictti\'O delle nostre prospelli\'C poli– tich('. che sono la ri,oluzione democratica italiana cd europea, la formazione de~li Stati l'niri d'Europa liberalsocialisti. Ques10 può parere uwpin, ma è l'unir.i strada realmente aperta a noi; del resto, nel Nord ri siamo r:11Torzati e qua e là abbiamo fallo breccia per– lino nelle mnssc, csclusi,·air1cnte in "irtll della nostra prospettiva della guerra panigiana ( di cui ~in~o ~tali ! _µrimi e per p~re~hio tempo i soli a segnalare le imphcazt0n1 poht1che ~emocrat1co-r~\'O– luzionaric) e, beninteso, grazie alla nostra appassionata pnrtec1pa– zionc a questa guerrn medesima. Se la CostiÌuente esprimerà una netta s,·olta del paese verso una repuhblica democratica avanzata, autonomista, a~Hinazional~– stica, a largo e audace contenuto so~iale (ta.lc . da sodd.1sfar~ le esi– genze di giustizia degli operai .e c!e, cont ad11~ 1). se Sviluppi analo– ghi avranno luogo in altri paesi d Europa, d1,·entcremo un grande
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy