Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.5-6 gen-ago 1945

SUL PARTITO OEU.A DEMOCRAZIA . 249 Milano 1 in una tempestosa riunione, tenuta in presenza del colon– nello Max Salvadori, rappresentante del Comando Supremo Allea– to, gliene abbiamo dette di tutti i colori all'eccellenza Medici, che del resto protestava fermamente la sua innoce·1za in tutti i possibili intrighi bonomiani i abbiamo stracciato l'accordo di Torino e l'ab– biamo sostituito - ar fine di non dare agli Alleati lo spettacolo di un 'eccessiva divisione tra italiani, mentre ancora durava la guer– ra .._ con un nuovo documento, che conteneva bensì un richiamo poco simpatico alla legge comunale del 1915 (la sola riconosciuta dagli Alleati), ma ci dava carta bianca in tutti gli altri problemi ~i goYerno, di giustizia, di epurazione, anche di epurazione degli i1~dustriali. Di fatto, il gov~rno B!onomi si guardò bene dal rati– ficare quell'accordo e legalmente esso rimase lettera morta. Per con– to nostro, noi abbiamo governato, durante l'insurrezione, come avremmo in ogni modo governato, con o senza il simpatico amico Medici. Messe così le cose a posto, rimane il fatto che Albasini sfugge– ai problemi attuali del momento, al problema dell'orientame·nto del partito d'azione verso le masse popolari o verso le forze conserva– trici nella lotta per la repubblica, per le autonomie locali. per la riforma industriale C agraria, oggi attuale in Italia. Egli preferisce– sottilizzare sulle differenze (che conosciamo dai t'empi di Marx) tra insurrezione e rivoluzione, (come se poi l 1 occupazione delle fab– briche di Torino e di Milano da parte degli operai organizzati in Comitati aziendali. nell'aprile del 1945, non avesse avuto un'e,-i– dente portata sociale, di cui si possono approvare, o deprecare, le conseguenze tuttora in atto, ma non certo ignòrade). Pr·eferisce rimproverami, con abbondante uso di citazioni tolte dalla più bella. letteratura francese, l'abuso della parola e( rivoluzione" e insegnar– mi che la vera, cosmica riYoluzione è quella iniziatasi a Seraje,·o il 28 giugno 1914. A me francamente pare che sarebbe meglio, ai iini dello stesso ideale della moderazione, che è di Albasini - e che è un ideale rispettabilissimo - se egli si spogliasse dalla sua, del resto recente, fobia antirivoluzionaria e partecipasse con tutto i! cuore alla hattaglia che le masse la,·oratrici conèlucono per l:l loro– emancipazione. B chiaro che la rivoluzione avrà in sè senso della misura e saggcu..a; in altre parole, sarà fermamente democratica e– nella misura del possibile pacifica, sopratutto se ad essa avranno sinceramente partecipato uomini dall'animo moderato e capaci an– che di vedere i problemi _, proprio come Albasini aspira a vederJ– li - in termini di ,nigliore amministrazione. Vi è nel Partito d'Azione chi si trova più a destra dello stesso Albasini. Niente di male in ciò; un partito democratico vive della 1 polemica appassionata (ma cordiale) tra gli uomini che lo compon-

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