Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.5-6 gen-ago 1945

236 NUOVI QUADERNIDI GIUSTIZIA E. LIBERTÀ bili net tentativo di continuare a tenere alla mano i reparti. I vec– chi storsero il naso. I penultimi e gli Lltirni a ritirare le mille e le cinquemila lire si presentaron lo stesso. Dappertutto bandiere, e canti e feste, così come forse mai nes– sun 'altra vittoria avea visto. Tanto da indurre in un errore di pro– spettiva e da illudere quasi si fossero aperte le porte al benessere· e alla felicità. Era però anche la fine della più tragica e disperata battaglia, su11e macerie morali e materiali di tutta un 'epoca e di una intera generazione, da pochi che avevano saputo e voluto mantenersi in– tatti, costruita, combattuta e vinta per, il Paese e per la Libertà. Era però anche la prima tappa di un nuovo e più profondo risorgimento che dall'abisso ci ha riportati alla ribalta ed a1l'onore· del mondo e che ha posto le basi di un avvenire il quale, comun– que si annunci, sarà certamente migliore di tutti i passati che le> han preceduto. Ed era insieme la conclusione di una guerra veramente sentita. -combattuta e vinta proprio, tangibilmente, per la liberazione, qui, delle nostre persone e delle nostre cose. Una guerra popolare e paesana, ogni quartiere ed ogni \òillaggio con i suoi eroi e i suoi buli. Ed i suoi pettegolezzi. Per la verità i partigiani. passato tutto questo fracasso, in cui del resto n<ln si trovarono male, fecero la ronoscenza LOn un n·on– do non molto dissimile, almeno dal loro punto di vista, diventato– assai rigoroso, da quello che avevan sdegnato 1 ed in esso non riu-– scirono di primo acchito a trovarsi. Senza dubbio essi saranno co– stretti e si adatteranno a fargli dei passi incontro. Ma dall1altra par– te .non bastn attendere a braccia più o meno aperte, bisogna e biso– gnerà anche mLovcre. Perchè non è una questione di reduci da soddisfare in defini– tiva uno per uno, ma si tratta di nuove genuine, progredienti cor– renti di vita. 25. - Alla resa dei conti dei morti, più dei nostri compagni, Cn– duti non trovatnmo nessuno. Faustino Dalmazzo.

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