Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.5-6 gen-ago 1945
IL PARTICIA.NATOE LA. PIANURA CUNEESE genere, anche nei paesi, tutti quelli é1nimati da una vera passione politica. Ma subito, e sempre più man mano che il numero andava cre– scendo, si palesò netta nel\' interno una distinzione: da un lato pochi, quelli che \Cramentc giostravano, dall'altro molti, quelli che intendevano di fare poco e facevano in pratica ancora meno. Bidoni aviolanciali (dicembre '44). 4. - In effetti la vita partigiana in pianura non era facile. Già •gli elementi migliori, i più audaci e i più consapevoli, erano sa– liti in montagna o erano scomparsi nella giungla cbndestina delle città. Questo difetto, andando innanzi nel tempo, si accentuerà sem– pre più, man mano che t1110 dopo l'altro i più attivi cadranno, o, «bruciando))' saran costretti ad allontanarsi. Nei paesi, .la esig~nza della segretezza e della clan1cstinità, se in montagna opportuna, in pianura addirittura indispensabile e pregiudiziale ad ogni forma di attività partigiana organizzata, im– poneva una prudenza opprimente, richiedeva sovente un paziente lm,orìo di u sbirulizzazione 11 ( 1) che non sempre riusciva, e incontra– va esasperanti ostacoli nei cento occhi d'Argo che hanno tutti i paesi, dove nulla veramente sfugge all'osservazione ed al pettego- (I) Da c1 biru n, parola che_in dialetto _piemontesesignifica propriamente tacchino. ma eh~. nel Cuneese almeno, vien.e usa!a. In senso !raslat~. per indicare una perwna rozza, incolta e con goffe pretese d1 forb!Zla. Pres.so I part1g1aniddla l Divisione Al– pina u G. L. ,, era usata per canzonare chi non ,apeva cav.auela.
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