Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.5-6 gen-ago 1945

LE FORMAZIONIPARTIGIANEDELLA VA.L SUSA 179 molto più numerosi, - erano appena una trentina, - li attaccarono da ogni parte costringendoli alla resa. Il bottino fu ottimo: 40 mi– tra i 10 fucili mitragliatori e molti moschetti e pistole. Nell'autunno la situazione statistica delle formazioni partigia– ne, dopo la riorganizzazione dell'alta valle e la formazione del frnn– te alpino, non era delle più brillanti. C'era una divisione u Gari– baldi n nella bassa e media valle, una divisione u G. L.)) (IV Stel– lina) nei dintorni di Susa e nella Val Ccnischia, una brigata di autonomi nell'alta valle, la u Val Dora))' cd infine una compagnia G. L. - la« Franco Dusi 11 - nel vallone di Bardonecchia. D'altra parte però vi era un reggimento di alpcnjager - circa 3000 uomini - a Susa e un reggimento a Bardonecchia, un batta– glione di alpini - circa 2000 uomini - pure a Bardonecchia. <'d un altro a Cesana. In tutto circa 10.000 uomini dislocati nella me– dia e alta ,.;alle. I partigiani erano allora circa 2000. I tedeschi prima di ritirarsi dalla Francia avc\·ano fatto saltare per un lungo tratto la galleria del Fréjus e la ferrovia aveva perso quasi tutta la St,a importanza, cessando di essere una via di comu- nicazione internazionale. · Veniva cosl a mancare la ragione di insistere nel sabotaggio. Cionondimeno un'attività di molestia nelle retrovie del fronte fu sempre effettuata e ad ogni azione seguiva una puntata dei te– deschi, quasi sempre a n1oto. Purtroppo in una puntata nell'alta valle, fu catturato un gruppo di partigiani. Diamo ora un'idea delle condizioni morali e materiali in cuÌ" versavano i partigiani della Val Susa nell'autunno, per farsi urr concetto chiaro dei limiti e del valore della loro resistenza in quei mesi durissimi. In primo luogo questi uomini avevano già fatto un inverno di montagna, un inverno duro e di disagi, ma pieno dt entusiasmo e di speranza per la prossima estate. Durante l'estate poi, pur braccati ed inseguiti per ogni dm e-, non avevano mai mollato. Gli avvenimenti internazionali, la bella. stagione, l'arrivo di molti elementi nuovi, ave\·ano generato una attesa fiduciosa che era quasi una certezza. I primi rombi del can– none, che venivano _dalla terra di Francia, a"evano illuso un po' tutti. Esisteva insomma la vera atmosfera della vigilia, non si aspet– tava che di scattare e di scendere. I piani stessi di battaglia, di occupaztone, di inseguimento, erano stati minuziosamente studiati_ TI mese di settembre passò così, ogni giorno attendendo il fatto nuovo e l'indomani veniva con il bagaglio di una nuova delusione e di una speranza che S\'aniva impercettibilmente. I primi di ottobre venne gil1 la neve e tuttè le speranze posi– tive di farla finita subito crollavano. Il momento di collasso fu più– t;110:ale~he p~atic~; ma la vita ?ei partigia~i non è solo di colpì <!latie ncevut1. D altronde. le difficoltà pratiche erano enormi. La sistemazione per l'estate era stata fortunosa, le esigenze

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