Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.5-6 gen-ago 1945

16 NUO\( QUADERNI DI CIU5TIZlA E L!BfRTÀ ______ _ -ponc,,:ino rapidamente. In particola~c, quel colonnello. eh~ il suo :--ubaltcrno ,·olc,·a uccidere, nelle prime ore del pomcng-g10 ~,-cva radunato intorno a sè, nel cortile della caserma, il battaglione. f'd a,·cva lasciato liberi gli uomini di a~darsenc ognun'? alle pro– prie case. previo ,·crsamento delle armi. Ft~ uno degli spc_uaco– li più tristi cd umilianti cui si. potesse as?stcrc._ questo d1 una magnifica unità, i.11 perfetta effic1en1.,.,:, c_hc ~1 sfas_c1~va sc~za ~cm– meno a,·er visto il nemi<'o, e di centinaia d1 uomini che, in d1sor– sdinc .:1ffannoso, si precipita.van fuori della caserma. col terrore di non fare- in trmpo ad arrivare a casa. Mai come in quel giorno ab- 1,iamo capito cos'è e cosa vuol dire l'onore militare e la dignitl.i 11azionalc: <picllc pnrolc, r.he spesso ci erano parse insopportabil– mente co1n-C'nzionali e gua ste dalla retorica. orari s,·elaYano la loro ~ostanza dolorosamC'ntc umana, attr:n-crso la p<."nache ci stringe,·a i! cuore e la vergogna che ci bruciava. E fu un motivo di più, per gli antifasci~ti, di passare decisamente all'azione. Fu appunto in questo quadro di delusione e di avvilimento, ma insieme di risoluta ,·olontà d'azione, che prese conclusivamente cor– po il proposito. sino allora perseguito solo in via e"cntuale, di dar Yita :tlla rcsilitenza armata u irregolare 11, a queila che già più di un secolo fa uno scrittore piemontese chiamaYa. cc guerra per ban~ dc 1,. Se l'esercito si sfasciava, se generali e colonnelli e giù di H mancavano alla pro,·a, se coi reparti regolari non si pote,·a {"Onclu– '-iere nulla. tanto valeva che gli antifascisti cercassero di far da s~. f1 primo problema era quello dell'armamento (ed anche, sep– rurc in misura assai minore, dcll'cquipag-Jriamcnto). Per ciò. a .di– re il vero, non si era atteso lo scoccare dell'ultima ora. Nello studio di Galimberti erano già affluite armi {oh la meraviglia del Para– hcllurn russo sottratto alla caserma del 2° Alpini! Era il primo chC" noi u borghesi,. vedevamo), caricatori, bombe a mano (che arri– ' aYan pudicamente aYvolte nella loro carta oleata, in pacifiche bor~ ~ avvocatizie), zaini, coperte cd altro materiale. E il tenente così poco 1cnero _del suo c?lonncllo, di cui si è parlato più sopra, prima anrora che- 11battagltone fosse sciolto, aveva caricato una carretta di ~rm.i e .d' altr~ roba, e, scortata da alpini fidati, l' a,·c,·a fatta uscire 1n 1~1rno fZ1~rno dalla caserma, alla volta di Peveragno, do"e pcns..1.vaeh cost1tu1rc una banda. Un altro gruppetto di ufficiali te– neva pro~to un camion C'arico di armi e viYeri: l'autista non aspet- 1a,·a che 1! srgnalr della partenza, S~ cercava .tuttav!a di avere q~ialcos.1 di più: dal momento che i '.-iOlclau, su ord111cdr1 comandanti, buttaYan le armi, perchè queste non potevano esser consegnate, o almeno (( lasciate prendere n, a r0 1 loro che vole,·ano battersi? Ma era una Yana illusione. Il gene– r a.e c omandante la zona non volle nemmeno sentirne parlare, e il \ 'o.lo ~nello comandante il 2° Alpini fece una scenata a due antifa– ,;;;c1st~ che eran andati a pregarlo di consegnare le chiavi del ma~ ~zz1110, dove eran state r:i.dunale le armi versale dagli alpini messi •

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