Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.5-6 gen-ago 1945
• VENTIMESI DI GUERRA PARTIGIANAP.'ELCUNEESS spiegava, i volontari ancbbcro potuto entrare in caserma e uve– stirsi 11, e l'indomani mattina raggiungere i reparti della ((Pusteria ,~ sul Col di Tenda. Ma la proposta venne subito respinta, e potrc·i anche dire che non fu nemmeno presa sul scrio dal generale. in quel momento occupatissimo ad interrogare in tedesco - tutto com– piaciu10 per questa pubblica dimostrazione di abilità - due carristi germanici, che cran stati fermati mentre tran.sitaYano con un carro armato. direui ad .Albenga, e coi quali il generale, preoorup:Ho~ non sapeva che pesci pigliare (per risolvere l'angosciosa situazione~ egli ebbe poi, dopo lungJ"le meditazioni, un lampo di genio: rilasci(), i due tedeschi col loro carro, e li rimandò da dove erano ven111i_ con un suo biglietto che li u autorizzava 11 (sic) ad inrcrromperc il viaggio ed a tornare indietro!). Un'altra proposta (non più prescntat:1, naturalmc'nte. al co– mandante la zona) fu quella avanzata; in una discussione fra i:z:io– vani uflì.ciali, da un tenente del 2° Alpini, che do,·eva poi diventa– re, specialmente nell'autunno e nell'inverno, una delle figure pi_lt popolari del partigianato cuneese. Secondo questo tenente, non b1- sogna,·a fidarsi dei comandanti superiori: se si voleva concluderL~ qualcosa di buono, era necessario prima toglierli di mezzo. Egli pertanto proponeva di uccidere senz'altro il colonnello comandantL .. il reggimento, ed eventualmente quegli altri ufficiali superiori cht· a\'essero voluto far causa comune con lui; dopo di che, si sareblx~ potuto prendere in mano la truppa, farla marciare e portarla al fuo– co. Inoltre, egli propugnava con calore la necessità di dar imme– diatamente la caccia a tutti i fascisti che, con singolare e sospetta benevolenza, il regime badogliesco aveva lasciato in circolazione_ e di farli fuori decisamente. Sia l'una che l'altra proposta, pe1· quanto ::ipprovata da qualche altro ufficiale, non ebbero praticamen– te seguito i ma i fatti dovevan poi dimostrare come quella che aveva potuto apparire una spicciativa spregiudicatezza fosse in realr:t una lungimirante saggezza. 2. - li IO setlembre, si tornò alla carica presso il generale co– mandante la zona, per rjproporgli, con nuovi argomenti e con pili marcata insistenza, la domanda di arruolamento dei militanti del Partito d'Azione. Ma anche stavolta, si fece solo un buco nell'ac– qua. Per il generale, la partita era oramai chiusa, e non c'era as– solutamente niente da fare. Egli era perfettamente rassegnato. fer– mamente deciso a non muovere un diro contro i tedeschi, de~idc– roso sopratutto di evitare << disordini n e cc pasticci.,>: sran1 già mandando a casa, in borghese, i suoi ufficiali; altro che arruolare– dei volontari! In realtà, si era in pieno sfacelo. Non solo i reparti della ]V Ar– mata, arrivati dalla Francia già in stato di crisi, ma anche quelli di stanza in città,. e sino allora perfettamente in ordine, si decom-
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