Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.5-6 gen-ago 1945
DALLA MONTA.CNAALLE LANCHE 13S Quella squadra ,·olanLe che pcrrorrev3 la pianura <li Bc:ncva– gcnna e di Fossano interrompendo le ferrovie nemiche con un'at– tività di sabotaggio continua e coraggiosa. Altri morti ,•ede,a h·ano intorno a sè nell'attacco nott.urno a Monforte, ed altri Giannetto fra la sua Polizia in Bencvagenna. Al comando non pare,·a che dovessero giungere altro eh(' notizie tristi, mentre la sfortuna si accanh·a in contrattempi, in disg-uidi. in incomprensioni. Ma le bande della I Dh·isionc, quelle che do,·c\"ano in seguito formare la Ili, come le loro sorelle aggrappate al\C' montagne della Grana e della Gesso, riuscirono a giungere in piedi al momento della rivincita. r reparti drlla Il, in una zona ricca e meno colpita dal ncmioo dovc,·nno mettersi al lavoro per ingrandire le file. Adoperare i qua– dri scesi dalla montag-na per inquadrare g-io,·ani del luogo, risu– scitare e organizzare energie. Le reclute affluivano ai comandi nu– merose. Portavano il vantag-gio del numero ma il pericolo dell'ine– ducazione. dell 'inespcrien7.a. dell'indisciplina. Sarebbe stato necessario farle pas~re attraverso ad una scuola di addestramento ma un lusso simile nessuno potc,a permetterselo. Non esistc,·ano scuole e la loro scuola fu il distaccamento, non istruttori patentati e li tro\"arono nei \"ecchi della montagna. Questi ultimi si erano n·ramente trasformati. .\nche quello clic in ,alle non facenl .:d1ro clic il conducente e che non apriva bocca nel timore che i compagni lo prendessero a pt:datc, era di– vcn1ato qualcuno. Cuida,·a i nuovi nelle pattuglie insegnando loro anch(' scnw discorsi che il ~cn i zio si fa di fuori dclk caS<.'e delle osterie, nelle !--tracie e in mezzo la ne,·e, senza addormentarsi, senza sparare ng-li alberi o agli uccelli. \~olc-re w•nir:.>con noi? - dicc,·ano i nostri ufficiali. - Sì, ri– spor<levano. u Guardate ci11.• con noi si fa la g-uerra sul serio, si dorme r si mangia male, non si rigliano soldi. si va clovl· i coman– danti ordinano di andare. anche in Lombardia, se è necc-ssario n. lo li guarda,·o e ne \"Cd(•,·oalcuno trt,dire la scont(•ntezz~1 ed altri a.scollar(' taciti. u Di sera non si esce, non si \"a a ballare, non ci si ubriaca, Siete liberi di scio(!'lien.· ora. ma chi si impeg-na sappia rh(' S(' manca paga)). Ritorniamo domani. - dice,ano alcuni, - ci f<.·nniarno, sig-nifica,·ano altri. u .\ndaa· da .\uilio. , i metterà a posto per dormire e pC'r le armi 1,. 1 ~lentr(' parl:n·amo delle co~c nostre qualcuno ritorna\"a. cc Si– g-nor comanda me, dice,·a. io vorrei an~re lo sten n. - 11 Lo stt·n ! Tu dw sei arri\"ato oggi ... ? ~la non sai che per dei mesi abbiamo con\battuto con le pietre'! Scompari. gio,·anotto. Che prett•st· hanno riue~ti g-io,·incelli ! n. ~la i gio, incclli impararono a fart i partigiani e seppero combattere. così comt• lo a,·e\"a saputo gi!t da 1nolti mesi Lib('ro, comandante: ckl primo !llll'leo G. L. delle Langhc che ave– va saputo da solo e con pochi mezzi tener fede alla sua bandiera.
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