Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.5-6 gen-ago 1945
DALLA MONTAGNA ALLE I.ANCHE TO\>CSCiare davanti a loro p<.:rchè vi immergessero Il' mani, come si fa nel grano maturo, migliaia di corpi lisci, tersi, luccicanti. Li vedemmo, sedu1i dinanzi alla porta, pulire e lucidare gli u sicn 11 come si fa a Pasqua con le maniglie di rns~•, soppc·sare i mitragliatori, preparare le cariche e gli inneschi. Li Vl'dl'mmo cam– minare attenti a non sporcare i r;1lzoni nuovi cui la \'icina di casa aveva fatto la piega. M-0 non ebbero timorr et( butiarsi nella neve e nel fango quan– do, insieme alle formazioni garibaldine scesero ad as~ediare Do– qliani, in cui il nemico crn diS<.'l•soper la strada di ,\lurazzano t! Belvedere. Fu il primo episodio di g-u(•rr:1 nelle Langhe l'd 1:sso ci con– vinse che il terreno di \011:1 ;l\(•,·a sostanzialmentl' mutaw tattica ed impiego di armi us..1.1e in montagna. Nel nuovo terreno si po– teva manovrare con m.1ssc di uomini, opporre al m:mico 1utta la nostra for?.a senza più ('SSNt· obbligati .:i scaglionan.·, a diluire i reparti. Jn montagna <H!lli banda doveva pensare alla sua difesa sen7,a sperare che l'altra r:iiutassc. In montagna il combauimcnto durava in misura direnamt·nte proporzionale alla t:apacità succes- . siva di resistenza delle bande. Nelle Langhe invece, percorse da ottime strade, pri\'c di ostacoli di a-.rreno notc,oli, i reparti pote– vano muoversi celcrmtnlt·. Farsi aggirare, a volte, ma pronti a cir– fondarc alla loro volta il nemico. veloci nell'affiancarsi l'uno al– l'altro, nel eoncen1rarsi in un sol punto. P('r questo swbilimmo di tcnt:rc le bande rcla1iv:11ncntc riunite e vicine. Eravamo oltn.- og-ni altra considC'razio,w ancora pochi e bisogna,·a restare uni1i. D'altra parte si pone'"a il problema di essere presenti nei punti di maggior intercsS<: strategico, i punti che dominavano \";tstc zone ed erano necessari alla "·ita c ;tll;l sicurezza dei reparti. Il problema ebbe la seguente soluzione. DU{: contentramenti di bande si formavano nella zona ~lonchiero e ~lonfort(· (•d in quel– la di Roddino. Nella prima zona le bande della I Di\'iSione, nel– l'altrn quelle della Il. Lln'uhi111a banda veniva ardi1n111cnlt' spostata verso l'.r-\stigiano e si sistcm<.JVa sopra Nei\'('. Ognuno ck·i due rag– gruppame111i a\lcva fl proprio comando e d:li rolleg;mH:'1110 quasi continuo di essi nM;<·e,·a l:1 cooperazione. Così sistematC' le forze G. L. subirono il grande rastrellamen– to invernale che toccò sopra tulio la zona intero.i d<•lle Langhe. Qui le bande- di Libero e di Gildo resistettero a lungo attorno a Roddino immobilizZéllldo mezzi meccanizzati del IH.·miro, colpen– dolo duramentr . .\lenire si combatteva continua\"~1110 i lanci. Gli uomini lavora\'ano senza SOStC' la notte a scavare fosse:. ad occultare 1~ateriale. a trascinare bidoni. l)i giorno si ron1inua,a a spar.:,n·. Non c'era tempo per far(• curina, ma la gente dellt' L:ingh(._·ci in– vitò ad cntrarc nelle proprir case. Jll(•ntre arri\'a\'ano i colpi di mor. mio a seminare il l(•rrorc· frrt il polbme sull'aia.
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