Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.5-6 gen-ago 1945

DALLA MONTAGNA ALLE LANCHE 129 si era. \·is~a tut~a. la. banda .insieme (in montagna e' erano sempre nsscn~1 gli uomini d1 guardia e di ('Orvée C nei pistaggi non si an• davé~ 111 fila) .. Invece ora in testa c'era un'avanguardia, uomini con armi :tutomntiche, e i1~ coda una retroguardia con l'ufficiale rcgo· lamentnrc e al centro d grosso. un grosso di trenta unità! La nc\'e scricchiola\ a sotto le scarpe e si av\'olrreva inlorno alle ruore delle bicitlctte di cui le guide della ventesima~ G. L. erano forniti. Attraverso il greto dei Grana scivolammo intorno a Cara– g-lio, tenuto dal nemico e fummo in pianura. la maledetltl pianura ~he fia.cca. le gambe, che insanguina i piedi, che· non ha aria per il ·respiro. Non si era mai sentito un freddo intenso come in quella notte. circa \·enti gradi sotto zero, e t1eppurc camminando si riu– sci\'a a scaldarsi. La Bi~alta era sempre immobile al nostro fianco. e sape\ amo che avremmo dovuto lasciarla alle spalle: le montagne t·rano sempre imminenti su di noi e sapevamo che a\remmo do– vu10 \·cdcrlc annebbiarsi nella lontananza. Provammo a fermarci una ,·olta. ma una ventata g-rlida ci penetrò sino alle ossa rd i piedi presero ad intorpidirsi. Continuammo a camminare sino a mezza– noltC'. Kon potc\'amo fermarci in alcuna casa per non segnalare il nostro passaggio, ma ci dm·emmo convincere <'hc se non facevamo riposare ~li uomini non saremmo più arrivati. Entrainmo nella strilla di una cascina. vicino al Passatore, e gli uomini si buttarono 1 pcr terra, in mezzo alle bestie. H Ohi! quanti sevc! •>. diceva il con- tadino sceso dal ictio al vedere cosa accadeva nella sua casa. (( E dt.a andc\'e ·1 n. Hl\ 'fu rin n, rispose uno. << Povri fieui, a l'è luntan n. Poi g-li uomini si addormentarono uno alla volta, reclinando il capo sul sacco senza S\'egliarsi se un moschetto male appoggiato scivo– la, a sul loro corpo. Un'ora dopo, noi che non dormivamo nel pcn· siero che quegli uomini ci erano affidati, nel ricordo che al Pass..1• tore, dove ci tro\·avamo. qualche tempo prima la brigata nera ave• va ucciso dodici uomini in unn sorpresa rrotturna, li svegliammo per ripartire. Le gambe si erano fatte più rigide cd i piedi non potevano poggiar; a terra. ma bisogn~wa camminare ancora traballando, ri– dicoli come vecchietti artritici, e gohbi sotto il peso che aumentava. chilometro per chilometro. come se un demone maligno si di,cr· tisse a cacciare grossi sassi nei nostri zaini. Strade che non fini– vano mai. mmi angolose- e c!ure cambiate mille volte di spalla, pae· si deserti e silenziosi, prati senza piste, ghiaia impastata di llC\'C. Lamenli con le guide, grida agli uomini che restava1.10 indietro. (( .>-\ i suma quasi 11 e 11011 si arriva,·a mai. /\ Ile sci del rnaltit~O dopo venti ore di marcia la banda di Ramcis si coric;:l\·.anella. p.:~gha <~ nel fieno di una cascina del Murazzo. Sullo stradone pronnc1alc. <listante due centinaia di metri passava un camion di tedeschi per· lust(anti quella pianura che: solo di gi<:>r•~o e su!Z!i str~doni era l_o~o. Lasciammo al ~lurazzo due uo1111n1 febbnc1Lanl1 ed csaunt, e passammo lo Stura. uno dopo l'altro sulle pianche rudimentali che

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