Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.5-6 gen-ago 1945

126 NUOVI QUADERNI DI GIUSTIZIA E LIBERTÀ Tuttavia la cosa non era ancora matura, forse proprio perchè nello formazioni alpine- si era formnio uno spirito in un certo senso conservatore, difficile da penetrare. ii La guerra partigiana si fa in montagna )l era il concetto, anzi il sentimento di coloro che dai primi giorni di lotta avevano trovato nei boschi e nelle roccie, nelle grang-ie pierrosc i loro rifugi. Ma la realtà si dimostrò un'altra: la guerra partigiana si fa dove si può; una di quelle veritl1 bpalissiane et:i l'uomo giunge solo dopo penosa ricerca. Penosn ricerca rnpprcsentata per noi dal grande rastrellamen• to pre-invernale. T'edeschi P fascisti in alcune~ migliaia si c.,oncen– trarono. rnstrcllando le w1lli adiacenti, nella \'al Grana. unica ar– terin funzionante e libera del nostro sisicma sanguigno. 1 nostri re– parti. dopo aspri combattimen1i, scivolaron frn le maglie nemiche e aggrnppando~i alle roccie del lauri e del Bram, ,,issero per quat– tro giorni all'addiaccio, quasi senza mnnginre, tenendo duro sino a quando la ,·.1lle fu abbandonata. Le formazioni erano in piedi, ma lutti. comandanti e uomini, si erano corH'in1i che un'altra prova. in quelle condizi01)i, non era pili possibile• affromare. Le brigate erano diYenutc ncll' estate e .si erano mantenute nell'.1utunno forti numericamente, troppo pe– santi e massiccic- per affront:1re- il periodo crucialC" dell'inYerno. Nelle Langhe, svaporato i1 tripudio esti\'O, si era fatto posto anche per una parte di quelli della rnontagna, c'era pane, carne e vino anche per i partigiani della Vermenagna, della Gesso, della Gran•1. della \fairn e della Varaita. C'erano colline e colline su cui al– largarsi, cascinf' in cui riparare, un posto per ,,i\'ere insomma e per continuare In lotta. C'era In possibilitò di organizzare nuove energie. di dare agli uomini d(>l\a collina il mordente dei vecchi della montagna, di re-. stit.uirc il parLigianaio delle Langhe ad una fonna più cosciente e sena. Con lentezza forse, come è propr"io di tutti gli organismi maturi, ma con progressione costante, la necessità di compiere il grande passo entrò nell'anim;:i collettiva delle due divisioni alpine, quel~ l'anima collettiva nata dai comuni ideali, dal comune terreno di lotta, dall'unicità del ceppo d'origine. E fummo cer1 i della maturità del problcm~ quando si udì nei discorsi degli uomini, per cui non è mai esisti'to alcun segreto mi– 'litare, parlare con naturalezza di Langhe e di pianura. La since– rità era carattere proprio al nuovo spirito partigiano. Gli uomini sapevano che la vita, laggiù, era pit, dolce che in montagna. Quando era limpido, di sera, mentre l'ombra gravava già sulle valli spingendosi sui campi e sulle case del piano, le Langhe ap– parivano come uno sfumo di grigio rosato. la nuova ter~a promessa. Di lontano non si vedevano il fango ed i tedesch1. Cli uomini desideravano star meglio e lo dice,·ano. Non ne

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