Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.5-6 gen-ago 1945

10 NUOVI QUADERNIDI GIUSTIZIA E LIBERTÀ mente il rcgìmr della proprietà (per rendersi conto di questo, ri– cordare anche che la rivoluzione partigiana ha coinciso con un pc-– ·ciodo di costi crescenti e di notevole relativa prosperità delle cam– pagne), e anzi, un semplice sospetto di questo ferma ogni prvgrcs– _;;odei paniti. Ma non se ne vuol più sapere dell'esercito all'antica, del re, dei generali, della mLitria della gente con laurea. I capi par- 1igiani che l'insurrezione nazionale ha trasferito in posti di respon– -..:;abilità non sono certo, in generale, contadini, ma non sono ncp- 1rnrc, specìc nelle città minori, quelle u personalità di provincia)) <li cui in altri tempi si abbondava: buoni parlatori per il luogo, uomini accademici, che rapprescnta,ano una civiltà lontana e di– ,·ersa. Sono spesso gente dalla faccia chil!sa dal tratto da masti– no, geometri, ingegneri, studenti, proprietari di piccole industrie -0 di piccole rimesse d'automobili, sensali: una borghesia se si vuole, ma una borghesia quale era all'inizio, una borghesia da rivoluzione francese e non da accademia e da pretura. E anche la ,1ualifica di (( borghesia n non suona poi del tutto esatta; è quel momento ancora crepuscolare in cui le classi dirigenti si differen– ziano, un momento che agli albori dell'ottocento ha dato la ((bor– :t:hesia 11, ma che poteva dare e potrà dare anche un altro tipo di <lasse dirigente, un tipo assai più popolare, egualitario, un tipo adatto a gestire una società mista, una socic1à libcralsocialista. Questo tipo di t..omo è venuto, è vero, a galla, solo nei centri ,c]i più attiva lotta partigiana, è anch'esso ~na eletta e non costitui– ---.ce un generale fenomeno della società. Ma dappertutto la lona partigiana ha emancipato dal re ~erenziq.le timore verso lo stalO. ;\:elio stesso diffidente atteggiamento verso i partiti, entra, as-. <.;ieme a n:iolto egoismo, un sentimento giusto, il sentimento che questi partiti sono ancora troppo II vecchio stato u, anche se hanno ancora in s0 gli clementi del nuovo. Infatti questo atteggia– .mento contro i partiti, non è congiunto in nessun caso con nostalgie monarchiche; se per i partiti c'è diffidenza e in qualche caso disa.f– fczione, per la monarchia c'è rancore e aperto disprezzo. In questo sentimento fondnmcntal~ di autogoverno, che sta fon– <lando in Italia, con radici popolari, la tradizione repubblicana, è J'ac~uisto più solido di tutta la guerra partigiana. Esso è indifferen– ziato, come indifferenziata è stata questa auerra nei suoi caratteri politici, ma è molto sicuro quanto a carafteri f~ndamcntali, e do– mina, non \·eduto, t1.Jlla la scena poli1ica, dandole una sicurezza e una stabi1ità che altrimenti non avrebbL La (( repubblica)) cessa di . i:sstrc un sogno di liceali, e diviene quel che è sempre stata ogni rcpubblica: la coscienza, soprauuno mili1are, soprattutto contadina, <Id fatto che lo stato t: venuto dopo, che prima non c'erano altri padroni all'infuori di noi, sotto la legge delle idee, della coscienza t: del signore. E la guerra ha trasformato pt,rl', in altro modo ma analogo, ·un altro problema che fu accademico, e: che forse è ancora accade-

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