Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.5-6 gen-ago 1945
102 NUOVI QUADERNI DI CIUSTIZIA. E I 113ERTÀ. bosca1a; i tedeschi le hanno sparato addosso dai roccioni, ma la fortuna ha aiutato i colteg:i.tori che hanno avuto un solo ferito e sono riusciti a trascinarselo dietro. attraverso pareti di roccia e di ghiaccio, fìno in Francia, al sicuro. Mi butto per terra con gli altri. L'impiantito è duro. ma la stanchezza e il sonno sono così grandi che non ce se n'accorge nem– meno. Ricordo di aver sognato di camminare tutta la notte senza riu– scire a fermarmi. Alle due e mezzo, buio pesto, cì si alza. Le solite bestemmiP di quello che si è tolto le scarpe e che non le ritrm a nella confu– sone creata dn quaranta individui che si muo,·ono nello spazio di pochi metri quadrati. Le solite maledizioni muovendo i primi passi ;f]t:ando ci si accorge di essere più stanchi che la sera del giorno prima. • Snro batte i denti così forte che lo si sente a qualche metro di <]istanza. Ogni tanto si esprime in siciliano in 1crmini altamente sfavorevoli nei confronti della neve e dell'alpinismo. Saro mi ha confidato che,. quando tornerà a Palermo. per prima cosa distrug– ~erà tu11C' le- fotogrntie di montagna e i paesaggi alpini che gli ca– pileranno sotto mano. Nel fondo del vallone c'è neve molle. Ci si impantana sprr,– fondando fino all'inguine, con ogni tanto la sensazione di non po– tere più sortire. Poi si comincia' a salire per un canalino che rare scavato nel ghiaccio. tanto è ripido e sdrucciolevole. Fortunatanwn– te ci sono ancora gli scalini che l'ultima pattuglia ha fattn. Si sii.le più del giorno prinrn, senza mai poter prendere un po' di fiato. Dopo tre ore si sbuca nel piano dei laghetti del Sabbione, ora co– perti di neve. Poi si sale di costa al colle che il ,cnto ha spazzato lasciando in certi tratti le roccic scoperte e asciutte. Le otto guide c.!clln Brigata Val Roja ((S. Delmastro n ci lasria– no qui. Restano con noi due uomini della Brigata Yalle Verme– na~na HP. Bellino)) che ci accompagneranno fino a Pallanfrè. Strin– giamo la mano ai compagni che se ne vanno, dividiamo il carico che essi h:111110 portato fin qui, e li vediamo buttmsi giù ('Ome ca– mosci per il canalino ghiacciato che ci ha portato al colle. A\·e,·amo drciso di fermarci un po' pi1'1 a !ung-o. pf'I" riposarci prima di iniizarc la discesa del colle. Ma durante la. sosta comin• riarono le sorprese. C no degli uomini che aYc,·a superato la cresta yer anelare a vedere come si presentava la discf'sa, segnalò le tracce fresche di un pattugliane nemico che dovc,a essere YCnuto al colle in perlustrazione non molto tempo prima. Probabilmente il pattu– gliane pro\·cni,·::i dallo Stuctzpunkt dei Tetti Porcera, e noi dove-
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