Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.5-6 gen-ago 1945
_NUOVI QUAOf.RNI DI GIUSTIZIA f. LIBERTÀ fa:-ri~ta. di rn•arl' istitt1zioni democratiche, consigli di lavoratori. di u politieizzar(• H le masse urbane, di creare, insomm~, direttamcn: 1e da Il.I lottH partigiana. le basi del num o stato, anzi della nuova societh? 11 bilancio. a pochi mesi dalla lib1:razione, può apparire piut- 1osto ncgati,·o. La lotta di liberazione condotta nelle officine ha port,110 ,;ll'installazio11t:' in molte industrie di commissari, ha creato dapp,:,rtuto dc-i Cl.'.'J' aziendali. \·arii di capacitù, di numero e di mansioni. 111a dw per quald1r tempo hanno preso figura di veri e· propri i « ( ·onsig-li u, lasciando prevedl'rC' un possibile svolgimento verso l,na n•ra e propria rivoluzione socia\e. Ma si tratta, in città. più della lotw di liberazione nel suo momento economico-politicu che della pura e schietta lotta partigiana. Non si può dire che i CL~ a;-:icndali siano un 'espressione po\iLica della lolta pnrtigiana. Sono stati l'intelligente appli.cazione di un:, parola <l'ordine (fan: delle aspirazioni proletarie un momento della generale lotta per !a liberazione della nazione), non hanno rappresentato Ycrnmentc una istituzione nuo,a, non lrnnno fatto esperimenti sociali arditi, nt• hanno, nei primi giorni dopo la libemzione, tentato (forse non po- 1e,·an.o, ';111chc.• 1wr ostacoli economici di carattere internazionale) di ~upPrare i! proprio carattere cittadino, legandosi al moYimcnto pm·. rigiano <· alle campagne. L:1 lotta partigi:-111a ~ uscita dalle cinà. 1occando le campag-ne. Cont.:1dini l'h;urno sostenuta, pagando inten– same111c di persona, dando Yittimc t' cooperatori, solida.li nel rifiu– tare le len~. solidali nl;\ pagare le imposte in, natùra rappresentare dalle requisizioni. :\'fa, n rivoluzione finita, si è 1ro,·a10 qualche Cl..,K di villaggio, non si l' trovato un rinnovamento cittadino fatto 11 in funzione u delle campag-nc, un rinnovamento in cui poressc aH·rc- una pélrtt· intensa quell'clcmenlO intermediario che era rrlp– prcsc·ntatU appunto çla-i partigiani. All'impiego di quei partigiani che non sono voluti tornare quel che erano prima si è pron·eduto attrnverso due modi, cssenzi~l– mcntc, l'uno e I' allro molto importanti per i rapporti tra città e cam'pagna: inst:n:ndoli, cioè, nella polizia e costituendo delle coo– perative di t.rasporti. L'inserzione dei partigiani nella polizia, che veramente-, inquadrata in un generale mut<1mcnto di rapporti, a– vrebbe rappresentato una \'era rivoh1zione per lo stato italiano, ha, avuto \:alore t.•pisodièo, pur non doYcndo essere sottovalutata. Cer• to. malgrado g-li inconvenienti a cui h.a dato luogo e i casi, cui si è fotta molta pubblicità, di gio,·ani partigiani che non hanno re– sistito all'apprllo del hrigantaggio, i partigiani formano, neJla vec– chia poli,:ia. un nucleo \·ivo, corag-gioso. fre!-ìco. con una mentalità P!ù dn ~o!dati che Ja burocr~ti. capacC di guarire l'inveterato su1so ~1 pass1v11J_sonn.:cchiosa. di apatia morale di quest'organo dello St;)to. 11 sL"nsodel u servizio., pubblico, il 'icnso del u ,·olontariato ,) è ancora ,·i,o ira questi partigiani, e se si rag-gù1ngcs"iero abbastan– z:l pn·SIP n111dizioni di ,·it:1 normali, f_•io(" non troppo dcprim1tn1i.
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