Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.4 nov-dic 1944

- 13 t,rebbero -essere le grandi linee di una •riforma. agraria in Italia, Si tratta di prop01Ste equilibnate, arnche penchè, contra.-iamente a quanto l'autore vcmrebb<, fa.-e apparhie, egli finisce fatalmente col da,:,e la dovirta imp01rtanza al lato t<lenico-econ<>micodel prohlema, quando ammette che~« :si dovrebbe ·ricorrere a soluz1onj_diverse da quella dlella creazione di ~ccole ,proprietà autonome coltivatrici solo nei <:asi iestrenù, 1q,ua1?1Jd'o i lavoratori dei camlPi non fossero in alcun modo p~arati alla gestione dell" azi<,Ji.deagcicole, o quando sì duviasse proced!eve ad ingenti lavori di sistemazicm..-e di te.Treni bo– nificati e a 1radiic:alibrasformazioni fondiarie per l:a, quotizzazione dei latifondi, o quando risultasse. in modo ind'ubbio, la convenienza di manteneJ:tiei l'unità di aziende molto .industrtalizzate·, .per non di– struggene il caplmle ,in esso investito (ad es. nelle marcite lomba.-de) o di non 111ormrper1e l'organizzazione •aocent~arta di alcuni processi di trasfoo-mazione ,e di conservazione 1(ades .. nellle fattorie toooane) ». Concordiamo •con l'iautore .niel ritenere che il ,problema agr,acio italiano ha cai!1attlerie squi-sitam1ente po.litico e va risolto con criteri e mezzi Tivoluziooairi. a.:l fine di ottenere che milioni d~ lavoratori della ter.ra vengiatno finalmtente ad inseri-rsi neUa vita della nazi,one'i da-ila quale 'Sono attualmente avulsi, ciò che sta a ,base di unQI.stato Vl?ramemte democratico, e pe:ochè, come bene osservia. ,il Pareto, (< non lSi può negaire che i 1 popolci.composti in' ,gnaindiS1Sima pa.T.te di piccoli ,proprieta!I"i abbiano ,qua.lità morali :e politiche estnemamente notevoli». Ma, francamente, rron ci' setntiamo, 0peciie ne11,e,disastrose ,con– dizioni .in cui è ridotto il pasese, di raocomandare soluzioni antieco– nomichle, soluzioni do.è dhe non tengano niel dovuto conto un dato assai importante che è la ù)roduzìone. Perchè, altro aspetto del ,pro– blema aigr.a:ri'o è questo, bisogna che la il':iforma faccia sì -che l'agri– coltura, lungi dal ;nea1dere disoccupaite dielle braccia, riesca ad as- , SOJ 'b.hl 'Qe nel 1prossirn,o avv,enire un numero ancora maggfore, oosa possibHe se, attraverso wl,a, intelligente dlistribuzion,e della terra, wia ·più larga assistenza ,creditizia, u-iusciiremo ad impo:rrte. com,e di rego1a, sisWmi .d:i ooltura 'razionalJ, economicamente ·produttivi, e rotazioni 1scientificam-ente a.ppropriaite. La terra non può andai.re distribuita s-econdo un ,c.rite.rio< uni– forme, ma ,con or.iteri ,aderenti alLe diverse condizioni ambfointali 1e, nello stesso amb1ent'e, ai dive-rsi sistemi di coltura. Non rv'è dUbbìo che, •amchedal punto di vista ecdnomico, oltre che da qu'el1o ,politico•sociale. è da .preferirsi il, fraeionamen:tio delle grandi aziende, per.chè 'il piocolo propriietario coltiva g.eneralmente meglio che non faccia il granide ,e trtae m.aggiormen1ie tutto H ,pro– fitto poosibile da 1 1Jlé porzioni di tieroonoisul.Laquawi es.so s.i ,concen– tra e chle lavo·ra ,con ,ac,canimento. EssendJO'dinettamente interessato a tutto il prodotto, egli JJJOl!l bada al tempo che S[P'endienel suo po– dere e prod'iga le cune più affetltw:J.Sie ' alla sua terra, perchè gli renda quamlo più è ipossibiLe. A cliffierenza che nell'dndustria. dove gli operai lavorano ammas.:ati rreg.li sta!hi.limenti ,e nelle officine, i la– vorato:ri, sooo invece <li.sparsi nei ,e.ampi ,e i!l cooid:etto « oochio del padrollle » non può ,quindi vig•ila:ne sulla produz:ione. falol– tre, nletll'agrkoltura è di decisiva i-mportan:za che ogtlli lavoro venga

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