Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.4 nov-dic 1944
53 del lettE-:r:ato) o del «,cittadino» ma sia dirottamente e indi.retta– mente 1a: scuola, appunto, del \p-roiduttore. 9. - Com. J,a1 q,uail,e fava - « 'cultu;ra Libe!I'.a e scuola dnter,e3sat:Ja. )> - <l'ow1ebbe esser po.ssibille 'Prend"'1' anche un altro ber piccione: quello di farla limita con l'annosa e tediosa questione di « SCIUOla privata (o scuola Jibena,) e scuola di staro». Codesta competizione ave,via un senso ,finiChè vigeva l'equivoco fra scuola •€1 cuJ.tura. fi.ruihè la scuola .figurava 1 ooon:e :il mi:gJ.ior mezz.o ,pieir la diffusicm,e del1a ,cultu1ra po,pcòa['e, come l 'ottì.mo strumento delfa cdiucazio-ne nazionale; enucleata }a •scuob <la11a ,cultura, ,al!si– CUTata aJJ13 cultura lta più ~:mptia Jjbe•rtà, '.1I1tiesa J,a scuola com.e un pubblico siervizd.o,per tale ,com.petizione non -ci dovr:ebbe esser più luog-0. ' Qua·rarirt'1anni or Sl)l)O, allo scader2- delle conven:z:ioni ,fenovd.airie, • s'accese in Italia il dibattito tra fautori, d~JJ•,esercizio priv,ato e fau– tori dell'esiencizio di stiato: il dibattito si sedò ,poi nella nealtà - che dur:a tuttora - d'un effetbvo -esercizio di stato ,che .pure la– sci,a W1 margine .ahl'ese:rcizio privato per la ,gestione di certe 1in<ee m.tnori: adit:1sso.sempre tenendo ferma Ja formula « scuola come -serv.izi:o pubblico 1 e cultura Iib1c.>ra )), non dovirebbe esser ,diffjic.i,le comporre la contrOVlersiia sulla scuola con l'aoce,ttazione di quella, ohe del resto è gùà lia rea:llà attu~lle, dell'esereizi-0 quasi totale della scuola <la ,pai!'tle dello stato, corr un m.angine pe, la gesti,one d\m certo numJero di scuole, all'attività ~ dàciamo pure 13:Jl'industria. - privata. Una reuola: professìo.nale in mano- ad •enti privati non do– vrebbe dar ombra ,ai più ghibellini fautori della « scuola di stia1o », una scuola iprofessionaJ.e esercita dallo stato mon dovrebbe, suscitar l'invidia! neanche dei più guelfi 21eJato:ri della « souo1a prjvata »: gli uni e gli al'h-i .aiv.nebbero laa-go sfogo ~er ile loro attività cultu– ra,J.ied educative nell'aperto caro.po dehla li'bera ~oltura. E sarebbe così tolta di mezzo tanta ,materia litigiosa, per il bene de1la ,colitur-a doeJJ'educazione -e ... deilla scuola. V. POSTILLA L'aùtore ha µerflett•a,nmmte II'aJgione a ,conlt:ra!p(porre l,a souoJa e culturia: ma, 'PeT l' 1s.mor del cjeJ.o. non Hfond:amo una 1pmta che Croc2- ha aiperto da più di 'qiU.arant'anni. Ricomdi-a'moci che o_gni violta ohe in Italia si fa una affermazione croCl'an:aJ si dk.e oraJmai un luog;o comun€. si pnesenta 'lln limone spremuto, dal quale tUJtto il :Sugo è ,già venuto fuori, e costitu.isce ormai il nostro sangue o !01rse è già stato o sta iper -€\Ssene ·eUrn.iinato da1ll'o.rgainismo del ~1- stro pensi,e;,ro. Ma ~e la ·scuoiJ.ainon se'!"Vie .a one:are l•a·cu1,tura. 1~e1· anzi costituisos per essa un continuo nemroo. a che serve? Secomdo l'•~utore serve solo a ,:fomhre conoso?'nZe iri!tierie.ssate, c-0gtnizioni toc– n1ohe. Deve e3S0r:e I:a· 'S'C'Uoladei lavoratori dal più modesto al più e.1evato. Jl, jp!fle:supposto di que3ta impostazione è eh.e i r,a,g13.zzi
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