Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.4 nov-dic 1944

- 51 «Edera» o « Mi.mo,a », dalla scoletta serale di musica aMa « hof– tegia d<elferro battuto,. ;;u su fino al cin<efine, a•lla radio, fino alla .ezione del partito .con le sue vari.e dipendenze: libertà, non occu– pansc·ne, rreanche per incc.r 1 3ggiarH. Organi di cultura superiore, .~ruppi culturali, rivjst,e di ere.5ia e sem.iclandestini giornadetti di punta, impr:ese editoriali, laboratoii scientifici: il « Gov.e-rno » ne tenga via r e mlaJ'li.; Jasci che ci pensino i .privati, k1sc.i che nascano pr·osp ,eri.no trapassino i.n libertà. Artigiani, inventori, autodidattt. liberi 5tudio si, rscl'ittori, artisti, scienziati: non borse nè concorsi nè pr:'Vilegi; ada, aria libera, e nient'altro; e tutit'al più, tutt'al più, quando tali organi e tali persanle siano - per nec,as,sità di vita - od ospiti o dipendenti do! gov<erno, che lo Stato - che gli uomini che reggon lo Stato - mc.strino per i loro estrl dcll'ind.ulganza, li consitlerino [Più che come Impi-egati di Stato comte Elaboratori dl OultU'11a,e li tutelimo all'occorrenza dalle invidie e daUe perfidie degli « uomini <lella scuola ». • 7. - Meno scuola, Che non vuol già dire minor numero di scu ~ !e ma n,€.lJe scuole ora eslstenti - e magari più numerose aJl– cora, specie. SJe 1.:;,i tratta di elementari - m,eno anni d.i corso. meno ore di lezione, meno ma•terie e più leggeri ,prbgramm'.. cioè men.o bempo alla tcuola coatta e più tempo alla libera cultw·a. Memo scuola. Cioè svalutazione dei titoli scolastici: non esigere– che per bucare i bigLietti ialla stazione Ci voglia, ,la 5a eJementare, e per iportar fPacchetti dal magazzino lai rivenditori -ci voglia la J.i– cehza d'avviam·ento, e per far l'applicato tn ,.ferrovia occo1·ra la li– cenza d'istituto, reper insegnar in una mi s'ba rurale sia indispensa– bil<1 il latino e la rpedagogia di sette a:nn :i.di magb--trale, e che in– somma dappertutto, dall'ammissionie alLa !pr ima medi;a fino aH.'as– ~WlZione in un uffki.o ,pubbl.ico 1 o ,privato, conditio sine qua non, sia inrvece d'una prova pratica, quel m,aledett.o papier. Meno scuola. Meno superstizione della scuola. Il medioevo co– nobbe 11culto dcllie reliquie, d'età nostra conosce quello deU'alfa– beto: si awlica l'alfabeto - s'intiegna a l~re e scrivere quel che piace alla classe dorninanre - e son bellte e sanate. le .piiaghe dell'ignoitanza popc11are; si ,prolunga il culto dell'alfabeto e lo si trasforma in cul~o d<>ldiploma o d<,lla laurea e si traswnnano i figli dei contadiati in travets, i figli di onesti laiv01·aLoriin spostati ~ in carne dg, fa.saio. E' decaduto il culto -delle reliquie: la si faccia fi– nita col cuito - più pe'l1icolosù assai - dell'alfabeto e di!! diploma. Meno scuola. Pretender meno dalla scuola: non vole,r che i sa– lici portino 1l'uva. Educazione, c.uJLura geruna.l,e, scuola formativa, scuo-la ,e vita: ubbie; come dire museo e campo sportivo, erboTari.o e prato, <.:lllitnnJa ,e casa tua. All'edutazione, aJla cultura, alla vita, ha da iprovv,eder la vita, che è cultura e. che è educazione. che è tutto. Pretender meno dalla stuola 1perchè renda di più: abb1am. fatto l'.espe<rl.memfu con la riforma Gentile - .la riforma Lomba:rdo– Radice della scuola €1lieme:ntare: 1per v o.ler rica,var dalla '$.Cuola e la pittura e il folklore e il bend.id.io non n'abbiram più ricavato neanche il dcttat:ino e Jre tre ciJ:erazion i; per far di tutta l'elem:en– tare una Montese.a - una Gioiosa - se n'è fatto un perditempo:

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