Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.4 nov-dic 1944

- 135 Sul problema ;stiluzionale vero e proprio, che non è quello del capo del!JOstato, il punto 5° è troppo timido e gienerico: a parte le libertà· tradizionali che nessuno si sogna oggi di contestare, il riordinamento dallo stato in articolazioni di autonomie locali ed fatituzictnali non v;ene maggiormente precisato (si poteva acoen– nare allo .svuotamento della funzion::! prefettizia); m.a, quel che è peggio, il riordinamento è riiwiato alla costituente. L',esecutivo ,ro– ma:1-? ha qui :gnorato, sp,eriamo inconsciamente, quel1a che è 1a q:iohtica fondamentale non solo del partito d'a'zl'One ma anc:hie die– gli altri partiti prog11Essist.idell'alta Italia. e cioè la costituzione di nuovi organi politici ed ammini.strativi democratici, fin da ora, che prepar ino e in ce rto s1enso pregiudtchin:> la -castituente. Questi nuovi orgainis:m.isi s 1 anno sviluppando' 1ed·estendendo da un pezw, e sono i c omitati d i liberazione nazionaLei pe riferici e di base. Se i compa,gni di Roma e del sud si attendono dal.la lorn futura riu– nione con noi solo die-llebuone !dee si sbagìano: d i idee gliene da– remo 1poche, alm:eno in bema di di.~ousrione ide:llogica, ma potremo forse dar loro .delle istituzioni, bambine ma vitalL Lo stesso discorso si potnebbe fare per H ,punto 6° :r;elativo alla riforma della burocrazia dell'esercito e della magistratura: ana– C'I'onistici riesidu.i di polemiche secolari riiaffiorano qui senza un fermento or'.ginale che solo può es~ere dato dall'idJentificazione delle forze già operanti dal basso nel seniso di una rifurma. Più ,grave è l'effetto di questa im 1 posta~ione riformistica e sta– talista in mat1eri.a di riferma agraria (punto 10°). La democrazia rurale è concepita come il termine di una riforma, non come il movimento che- deve poss:bilrnente suscitarla, in ogni modo ap– pogg ianla e cender la pos•lbi!e . Certo noi non dabbiamo subordi– n.ar, e la riforma al v-erifica .rs.'! di un ,grande movimento orga.nizzato n elle campagne: per quanrto ~nt-imamente persuasi che ,questo m.o– vim..ento si avrà e che punto essenziak del programma del partito dovrebbe c<"...sere qu,eLlodi ~uscitar'o ad organ:zzarlo. c::me estnema risorsa·possi-amO' anche lasciare }'iniziativa allo stato; ma nel ;punto 10° il problema della partecipazione del partito al movimento rper la riforma non è neppure accennat,o: tutto si chiede alJo stato. Con• seg:uenza logica di ,questa impo.::1az:one è un•a notevole tirn~dezza nelle richieste. Non è vero che il probl..ema oentralre sia « di inve– stimento di capitali e di atiiva cosc:ente- partecipazione de! conta– dini • (si intende alla produzi:me). Il prcblema oentrale. almeno all'inizio, è quello della red'stribuzione de]1e terre, ossia della terra ai contadini. La graduali•tà pro.spettata tla1l'esecutivo romano è troppo lenta. Non basta toccare il lat:fondo - occome subito inci– dere più in prafondità. La scuola: punto 13°. Qui lo stat.al.i.smo è scoperto ed espli– cito. La ,,cuoia (e si intend<> la scu~la pubblica o controllata dallo stato), non solo. dovnebbe istnrire ma dovrebbe ,educare, non sol– tanto dovrebbe fane il professionislla ma anche il cittaJdino. Qui il nostro disaccoroo è completo. E' ora d.i tog.U,....re al:lo 5tato quel formidabile strumento di propaganda di parte che è la scuola edu– cativa e formativa, è ora di snebbiare .l'atmosfera dai vapori gen– tHiarti. La scuola fonnativa può essere molto oomoda finchè nel

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