Nuovi Quaderni di Giustizia e Libertà - n.2-3 lug-ott 1944

- 92 - centrale deUa nuova Europa. Su d:i esso i.J partito deve prendere più risoluta posizione. · R'ìo. La lettera di Rio sollleiva un problema di sì vivo inte~esse, che non posso resistere alla tentazione di abusare ancora dello ,spazio dei « Quaderori.» per farvi una postilla. R,a ha ~a,gione di dire chJe il nostro ideale di uomini civili im– plica la subordin:aziOJlle dell'economia aii bisogl!ri del consumatore. Ln questo ideale coincidono sia }:',economia liberaJe che - nella sua meta .finale - l'1economia ,s.ocialista {anche nella sua :fiorma marxista), al punto ,che llilo dei rim.proveri ,capitali -che i socj·alisti muovono ai liberali e i .liberal.i ai sodali-sti è di non esser capaci di areare o di far rirspettat1e un'economia, veramJente volta .al sod-~ disfacimento dei bisogni del consumatore, cioè dell'uomo del po– polo, doel padre di fiamiglia. Colncidenza dei partiti rivali ,e 11eci– proci ['improveri ,questi ohe prov=ano peralrtiro come il problema di W1 efoottivo durevole ifunzfonamento de:l1'1economia del consuma– tone sia un probleima; complesso. Ma non basta, m'i .pare, di dire come ,fa Rio. che la lùbera eco– nomia del oonsumatore può 1esistere solo in um- situazione d'ab– bondanza. Quest'·afrermazione è certamente- vera, ma l'afferma– zione inv,ersa non è necessariamente esatta. P,uò tesistere una si– tua-zione d'1abbondanza in .cui il oonsumatore medio è tuttavia li– vellato ver.~o un tenor di vita poV<eJ:'lo. Basta che l'abbondanza sia mal ripartita (,cQffiesipesso capita anohle-neHa più beata America) e ohi ci va di mezzo è l'uomo del •popolo. Nè la F\ederazi:one euro– . pea, che è nelle nostre prospettive, è di per sè gairanzia suffic~ente, data l'esisten.zia diffusa ,della povertà nel continente sì densamente popolato :mdhe in tempi libero-scaanbdSl\i ,e antimonopolistici. D'al– tra pa,rte, •prOplI'io tale :i;,ederazione s,e, com-e speriamo, sorgerà nel- 1':im;medi.ato dopoguerra, dovrà fare i conti con una situazione neppure tendenzialmente d'abbondanza ma di sipaventoso impo– V"erimento id1elnostro -continente ·e non del nos,tno continente sol1.. tanto (si pensi al p,rolungarsi della guerra tra ,gli Alleati e il Giap– pone. aHa crisi in cui versano i ,paesi latino-amedcani). E' possibile usdre da tale ffitwazione fallimle!ntare, sienza una pianificazione 91:atale econom:ica? Non mi pare. Nè vale obbiettare ,che H iprincipio deHa piianifo:azione S'tata1.e è contrario sia al prin– ci :p.io d1ell'eooncmia d'e-1consumatore, sia a quella deJ.la Federa· zione continentale (la •pianificazione supponendo piani economici nazionali). I pri:ncìpi debbono adeguarsi alla situazione di fatto_ Tale si– tuazk.-ne di fatto esige ,che per parecchi 1anni si dli.a la preaedenza al problema de!J.a iproduzicme, al problema d:i ooone p·vodurre il massimo ,po-~sibi.ledi beni, con l'impiego del ·massim.o possibilie di lavoratori. Pens_ari~che 1a libera ,concorrenza poss,a ri,solvere tale probliema, nlell hm 1 ite dl~ tempo richiesto daUe eir.costanze d'emer– genza d,el dopogu.em -a, mi sembra illusorio. Se ci affidiamo alla li– bera- concorrenza, anche ·col cOJirettivo de1l'1e~ropriazione sociale

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